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E l’oscurità si illumina - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:09

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E l’oscurità si illumina

Stefania Carboni, Senigallia

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«La legge scevra di distinzioni è la Legge meravigliosa che non fa distinzioni fra bene e male, la Legge che predica che l’erba e gli alberi, le foreste, le montagne e i fiumi, la grande terra e persino il singolo granello di polvere, possiedono al loro interno tutti i Dieci mondi. Quest’unico veicolo del Sutra del Loto della Legge meravigliosa (Myoho-renge-kyo) presente nella nostra mente pervade tutte le pure terre delle dieci direzioni senza eccezione. I benefici che arricchiscono gli esseri viventi e l’ambiente nelle pure terre delle dieci direzioni sono presenti nella nostra mente stessa e non l’abbandonano mai nemmeno per un istante» (La dichiarazione unanime dei Budda delle tre esistenze, RSND, 2, 790)

Dicembre 2020. È notte fonda ma non riesco a dormire. Problemi familiari mi dividono fra due città e la gestione lavorativa ed emotiva legata alla situazione non è facile. Voglio offrire il meglio di me. Sono stanca, dovrei dormire ma non ci riesco… tanto vale alzarsi e recitare Daimoku. Vado avanti così per molti giorni, con il sostegno del Daimoku. Una notte apro il secondo volume del Gosho, le parole mi scorrono davanti agli occhi una ad una, non capisco bene, ma mi calmano la mente:

«La mente è come un abile pittore che crea varie forme costituite dalle cinque componenti. Così, di tutti i fenomeni del mondo intero non ve n’è nemmeno uno che non sia creato dalla mente» (Ibidem, 794)

Nichiren mi scuote con le sue parole scelte con cura per ripetermi senza stancarsi e sempre in modo nuovo, che tutto nasce dalla mia mente; me lo ripete con gentilezza e poesia, con pazienza per farmi comprendere che tutto nasce dalla mia mente, e io non mi sento più come una canna al vento.
Quel poco sonno che mi resta è profondo e la mattina dopo il Gongyo e il Daimoku hanno un altro sapore: cambia il mio ichinen e di conseguenza cambia il mio ambiente, la soluzione è immediata.
Questo Gosho è come una fonte inesauribile: ogni volta che lo leggo mi sorprende e mi incoraggia profondamente. È stato scritto nel 1279 da Minobu. Non si sa a chi fosse destinato, quel che è certo è che è arrivato nella mia vita proprio quando ne avevo bisogno.
Da febbraio 2021 a settembre 2022 è stato un continuo susseguirsi di problemi di salute, sia per me che per i miei familiari, che mi hanno fatta sentire fragile, vulnerabile e impaurita.
È qui che il Gosho fa la differenza, perché mi aiuta ad approfondire la fede che mi serve a far sbocciare il fiore di loto dalla melma. Mi fa tornare al punto di origine, che è la mia natura di Budda. Il Gosho e le guide di Sensei cambiano la qualità del mio Daimoku, e l’oscurità si illumina.

«Questa mente non brucia nelle fiamme che divampano alla fine di un kalpa, non è distrutta dal disastro dell’inondazione, non può essere recisa da una spada né perforata da una freccia. Se la mettiamo in un seme di senape, il seme non si deve estendere né la mente si deve comprimere. Se la mettiamo nei vasti cieli, i cieli non sarebbero troppo ampi, né la mente troppo stretta, per colmarli» (Ibidem, 793)

Torno al Gosho perché sono una discepola di Nichiren Daishonin, una Bodhisattva emersa dalla Terra; perché Nichiren ha lottato tutta la vita anche per me, per farmi capire che io sono un Budda di assoluta libertà e che la felicità non è un sogno irraggiungibile ma è dentro di me, anche quando sto male.
Ikeda Sensei mi incoraggia così:

«Dobbiamo pregare con una determinazione tale da stimolare ogni singola cellula del nostro corpo a rinnovarsi. Dobbiamo spronare all’azione tutti i sessanta trilioni di cellule che formano il nostro corpo» (NR, 801)

E ancora:

«Avere fede significa essere determinati ad accogliere tutte le sfide della vita con coraggio e gioia. Il Daimoku è la forza trainante che ci permette di continuare a proseguire coraggiosamente» (Ibidem)

Grazie Sensei, farò così!

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