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È il cuore che fa la differenza - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:23

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    È il cuore che fa la differenza

    Un grande fermento anima i preparativi per questo straordinario evento e il suo successo dipenderà dallo sforzo di ognuno, indipendentemente che sia presente o no alla riunione. Nuove sfide, grandi obiettivi e la crezioni di forti legami saranno i pilastri per sostenere questo “castello per kosen-rufu”

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    Un grande fermento anima i preparativi per questo straordinario evento e il suo successo dipenderà dallo sforzo di ognuno, indipendentemente che sia presente o no alla riunione. Nuove sfide, grandi obiettivi e la crezioni di forti legami saranno i pilastri per sostenere questo “castello per kosen-rufu

    Nell’editoriale Un giorno memorabile Daisaku Ikeda scrive: «Il 16 marzo è la giornata in cui portare avanti lo spirito combattivo per realizzare kosen-rufu, in cui alzarsi con coraggio, orgogliosi come paladini di giustizia, in cui avviarsi verso la vittoria assoluta nella lotta condivisa di maestro e discepolo» (NR, 371, 3).
    Il cinquantesimo anniversario apparentemente dura solo un giorno, ma Ikeda più profondamente mostra attraverso le sue azioni che lo spirito del 16 marzo coincide con la nostra decisione quotidiana di vincere, cioè di scegliere il coraggio invece della paura, l’altruismo invece dell’egoismo, la fede invece della sfiducia e la Buddità invece dell’oscurità.
    La nostra vittoria non dipenderà dall’essere presenti fisicamente il 16 marzo 2008 a Milano in occasione della riunione europea della Divisione giovani, ma da quanto, adesso, stiamo lottando con lo spirito combattivo di realizzare kosen-rufu per arrivare a marzo senza neanche un rimpianto, dimostrando a noi stessi e agli altri il potere del Gohonzon semplicemente attraverso i nostri cambiamenti; pertanto cerchiamo di sfidarci sulle nostre debolezze, mettiamoci dei grandi obiettivi, incoraggiamoci e sosteniamoci per realizzarli entro la riunione di Milano e, soprattutto, trasformiamo l’impossibile in possibile, proprio come farebbe sensei. E non dipenderà neanche dalla presenza di Ikeda alla riunione. Chiaramente noi speriamo che sia presente, ma nella relazione tra maestro e discepolo non esiste il concetto di distanza fisica: è il cuore che fa la differenza. Personalmente non so spiegare razionalmente il meccanismo che scatta all’interno del “cuore”, ma semplicemente posso dire che ogni volta che recito Daimoku per il mio maestro, per la sua salute, il mio “cuore” si allarga, il mio stato vitale cambia e quando lo sento parlare delle aspettative che Toda aveva nei suoi confronti dentro di me scatta una voglia immediata di lottare al suo fianco. Questo per me significa sentire sensei nel cuore!
    Vorrei ringraziare tutti i giovani che dopo il corso estivo nazionale hanno incrementato il ritmo di attività, in particolare la seconda settimana del mese, aumentando lo shakubuku ai giovani, l’attività che, più di ogni altra, garantisce il futuro a kosen-rufu.
    Nello stesso editoriale, Ikeda continua: «Il 16 marzo 1958 il presidente Toda esclamò in tono appassionato: “La Soka Gakkai è sovrana nel mondo religioso!”. Fu questa la clamorosa dichiarazione di vittoria del nostro grande maestro, per aver realizzato il sogno serbato in cuore di propagare la Legge mistica in settecentocinquantamila famiglie» (Ibidem).
    Siamo abituati a pensare che le attività della Soka Gakkai siano le riunioni organizzative o di staff, in realtà l’attività primaria è condividere il Buddismo con gli altri e la riunione di discussione. Le riunioni tecniche servono, ma devono sostenere il cuore dell’insegnamento di Nichiren Daishonin. Come giovani prendiamoci la responsabilità di indirizzare le attività dell’Istituto verso lo shakubuku, senza che i troppi impegni organizzativi ci allontanino dal propagare il Buddismo e incoraggiare le persone.
    Auguro a tutte le persone un vittorioso fine 2007 e un grandioso 2008 riportando le parole conclusive dell’editoriale di Ikeda: «Dopo la cerimonia del 16 marzo Toda mi fissò con uno sguardo intenso, gli occhi ardenti di luce sfavillante. Quindi mi disse: “Lottiamo!”. Questo immortale grido di battaglia del mio maestro è il battito stesso della mia vita. Per me ogni giorno è il 16 marzo, il giorno in cui ricomincio a lottare per kosen-rufu.
    Maestro e discepolo,
    indomiti come il monte Fuji,
    avanzano vittoria dopo vittoria
    » (Ibidem, 6).

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