Il giovane Daisaku scrive nel suo diario: «Io comunque andrò avanti insieme al signor Toda verso la nostra prossima impresa. Conta solo questo. Andare avanti, avanti per l’eternità». I giovani continueranno a costruire la pace, sulla base della non dualità di maestro e discepolo e realizzando il desiderio dell’umanità
«Non è dovuto alla relazione karmica formata nel passato se ora sei diventato discepolo di Nichiren? Certamente i Budda Shakyamuni e Molti Tesori lo sanno. Le parole del sutra “le persone che avevano udito la Legge dimorano in varie terre del Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri” non possono essere false» (L’eredità della Legge fondamentale della vita, RSND, 1, 190)
La promessa fatta in gioventù:
proteggere il mio maestro
per l’antico legame che ci unisce;
anche se gli altri dovessero cambiare,
io rimarrò sempre lo stesso.
«Oggi voglio parlare di un incredibile beneficio», disse un giorno il mio maestro Toda.
«Tutti noi abbiamo ricevuto la vita, e per questo stiamo vivendo l’attuale esistenza, ma non si tratta soltanto della vita presente. Noi facciamo nostra la grande condizione vitale del Budda nei tre tempi di passato, presente e futuro».
Ciò significa che noi esseri comuni possiamo ottenere una condizione vitale dotata dei benefici di eternità, felicità, vero io e purezza, nei tre tempi di passato, presente e futuro. È questo il senso della fede buddista e della strada di maestro e discepolo.
Il 14 agosto è l’anniversario del giorno in cui misi piede per la prima volta nel mio amato Kansai (1952).
I compagni di fede del Kansai, con cui condivido un profondo legame karmico, i membri di Tokyo, di Kanagawa e tutti gli altri si stanno impegnando nel promuovere dialoghi basati sull’”adozione dell’insegnamento corretto per la pace nel paese”, proprio come ci ha trasmesso il Daishonin, e si stanno sfidando nell’ampliare il movimento di kosen-rufu. Prego con tutte le mie forze per la salute, la longevità, la gloria e la vittoria di questi nobili compagni di fede. Dal punto di vista dell’eternità della vita, io e tutti voi, siamo indissolubilmente uniti, per sempre.
In occasione della commemorazione nazionale dei defunti, prego per l’eterna felicità di tutti i compagni di fede scomparsi.
Alla luce della visione buddista delle tre esistenze, i compagni di fede scomparsi lungo la strada di kosen-rufu sprigioneranno sicuramente la loro forza vitale originale, per ritornare subito tra le fila del movimento di propagazione della Legge mistica; cioè, come è scritto nel Gosho, otterranno «senza impedimenti il supremo livello di rinascita, la rinascita nella Terra della Luce Tranquilla» (WND, 2, 860). Le difficoltà affrontate e gli sforzi per portare avanti il movimento di kosen-rufu e per la pratica buddista ci porteranno grandi risultati per l’eternità, e le nostre famiglie e i nostri discendenti godranno di grande fortuna e benefici.
Senza rimpianti
Era il 24 agosto 1950, il terzo anniversario della mia conversione. L’azienda di Toda era vicina al fallimento ed egli, assumendosi tutte le responsabilità, annunciò le sue dimissioni da direttore generale della Soka Gakkai.
Ma per me Toda sarebbe stato sempre il mio maestro: «Maestro Toda! Chi sarà il mio maestro?». Egli mi rispose con le lacrime agli occhi: «Ti procuro sempre tanti problemi, ma il tuo maestro sarò sempre io».
Grazie a questa frase il mio coraggio centuplicò, e iniziai a lottare per proteggerlo, senza alcun timore. Avevo i polmoni delicati, ero magrissimo, ma con un ichinen simile all’acciaio sono riuscito a tirar fuori la forza di un leone all’attacco. Sono riuscito a proteggere il mio maestro e la Gakkai come un asura [demone della mitologia indiana; cfr. DB, 42, n.d.r.].
All’epoca scrissi nel mio diario: «Io comunque andrò avanti insieme al signor Toda verso la nostra prossima impresa. Conta solo questo. Andare avanti, avanti per l’eternità» (Diario giovanile, esperia, 2001, 72), e ancora: «Alcuni giorni riesco a lavorare di buon umore, mentre altri giorni devo lottare per non soffrire. Ma dal momento che mi sono sforzato così sinceramente, sicuramente non avrò alcun rimpianto, anche se dovessi fallire e se nessuno si accorgesse dei miei sforzi. Solo il Gohonzon ci rende capaci di risolvere ogni cosa» (ibidem, 82). Ed espressi la mia assoluta determinazione in una poesia:
Proteggere il mio maestro
per l’antico legame che ci unisce;
anche se gli altri dovessero cambiare,
io rimarrò sempre lo stesso.
Ho lottato sentendomi parte del mio maestro e infine ho ottenuto la vittoria, dimostrando a tutti la verità su di lui.
Una corrente di pace e umanesimo
Il 15 agosto 2009 ricorre il sessantaquattresimo anniversario dalla fine della guerra. Mia moglie e io stiamo pregando per la pace eterna di tutti coloro che hanno perso la vita in Giappone, in Asia e in tutto il mondo. Durante la seconda estate del dopoguerra, nel Giappone ferito a morte dal nazionalismo, all’età di diciannove anni incontrai per la prima volta il mio maestro Toda.
Maestro e discepolo si sono alzati insieme, con decisione, per realizzare quella “rivoluzione incruenta”, quella “lotta per la pace” chiamata kosen-rufu.
Oggi la grande corrente Soka di pace, cultura ed educazione si è estesa in 192 tra aree e nazioni.
Il discepolo, risvegliato a quell’”antico legame che ci unisce” è riuscito a superare ogni tipo di avversità, e insieme a tutti i compagni di fede ha costruito su questo pianeta una grande corrente di pace e di umanesimo.
Nobuyuki Ookuma, un esperto di economia che insegnò anche presso l’Università Soka, formulò osservazioni acute sulla democrazia e la pace nel Giappone del dopoguerra. Per realizzare una pace duratura, in Giappone e nel mondo, è necessario che «ci siano pacifisti che non temono nulla». «È necessario che nasca nei cuori di tutti il desiderio di salvare l’umanità dalla distruzione, dedicando a questo la propria vita, senza rimpianti».
La pace non è una teoria, non è un gioco. Non è pensare solo ai propri interessi, e non è nemmeno uno slogan pubblicitario.
Con lo spirito di “non lesinare la propria vita” per la felicità del genere umano, occorre essere disposti a dedicare la propria vita a questa impresa o, altrimenti, la pace non sarà realizzabile.
Che tipo di filosofia abbraccia un leader? Se la sua visione della vita e della morte è superficiale, nonostante le belle parole, alla fine condurrà la società verso la rovina. Questo è ciò che insegna la storia.
All’inizio del romanzo La rivoluzione umana scrissi: «Niente è più barbaro della guerra. Niente è più crudele. Niente suscita una pietà maggiore di un’intera nazione travolta dalla stupidità dei governanti» (RU, 1, 1).
Il Buddismo di Nichiren Daishonin, che si basa sulle tre esistenze della vita, è la suprema filosofia, capace di condurre il genere umano del ventunesimo secolo verso la pace.
Il primo presidente Tsunesaburo Makiguchi e il secondo presidente Josei Toda, vennero entrambi incarcerati dal governo militarista. Makiguchi perse la vita in prigione. Anch’io, che ho ereditato il loro spirito, sono stato ingiustamente arrestato e incarcerato, affrontando in seguito una battaglia in tribunale. Ma con una decisione simile a quella del Conte di Montecristo, sono riuscito a ottenere una vittoria decisiva.
Nel momento di massima sofferenza, il mio maestro Toda mi disse: «Daisaku, tu e io siamo nati in questa vita per realizzare la stessa missione. Se l’adempiremo fino in fondo, allora certamente verrà il momento in cui sarà realizzato il volere del Daishonin». Io credo fermamente che da ora in poi i giovani, con i quali condivido un profondo legame karmico, erediteranno e porteranno avanti la lotta per la pace realizzando l’ardente desiderio dell’umanità, sulla base della relazione di non dualità di maestro e discepolo che caratterizza la vita dei tre presidenti.
Il 14 agosto è anche il giorno del “gruppo Shin’ichi”. “Successori di Shin’ichi”, prendete l’iniziativa come discepoli uniti dalla non dualità con il maestro! Siate i leader della vittoria! Questa è la promessa fra maestro e discepolo.
Il rettore dell’Università di Mosca Viktor Sadovnich disse: «Mi auguro che la filosofia Soka, ampiamente sviluppata dai tre presidenti, possa espandersi nei cuori della gente in tutto il mondo e continuare a brillare per l’eternità».
Vincere insieme al maestro
Il nostro movimento si trova ora in un momento cruciale nel cammino verso la realizzazione del suo nobile ideale di costruire la pacifica terra del Budda.
Nel Sutra del Loto leggiamo che Shakyamuni si rivolse ai suoi discepoli con queste parole: «Le persone che avevano udito la Legge dimorano in varie terre del Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri» (RSND, 1, 191), e li incoraggiò a procedere con grande diligenza verso questo obiettivo.
Avanzate senza mai fermarvi! Chi realizza ciò sta vivendo la relazione di non dualità tra maestro e discepolo. Questo è il compito che ci ha affidato il Budda.
Jamnalal Bajaj, uno dei discepoli del Mahatma Gandhi, affermò: «Io sono felice. Non ho niente da temere. Ho un solo desiderio: assaporare la gioia suprema di lottare insieme al mio maestro».
Lottiamo e vinciamo insieme! Manteniamo tutti lo spirito di un giovane di diciannove anni, e decidiamo di realizzare qui e ora la relazione maestro-discepolo Soka, adornando di vittorie la nostra vita!
Avanziamo a testa alta
nella nuova era.
Maestro e discepolo uniti
vincono insieme
lasciando il loro segno nella storia.
(13 agosto 2009)