Domanda 1
Nichiren Daishonin afferma che non esiste preghiera che non ottenga risposta. Come dovremmo pregare e agire quando non riusciamo a realizzare un grande obiettivo che ci siamo posti, personale o relativo alla propagazione? Come possiamo rafforzare ancora di più la nostra determinazione di realizzare il nostro obiettivo di crescita entro la fine dell’anno?
Nell’impresa di far avanzare kosen-rufu, ognuno si pone un obiettivo insieme ai compagni di fede e si sfida nel condividere il Buddismo con gli altri. Pregare seriamente per la felicità degli amici e continuare a incoraggiarli è ammirevole, è l’azione del Bodhisattva.
Queste stesse sfide possono diventare fonte di crescita. Ogni singola sfida ha un significato.
Nel capitolo “Luce brillante” de La nuova rivoluzione umana, Shin’ichi Yamamoto propone ai responsabili europei di avanzare con l’obiettivo di riunire mille membri in Europa:
«Per far progredire kosen-rufu, signor Kawasaki, è sempre importante avere un obiettivo. Senza un obiettivo, diventiamo pigri e le nostre attività perdono di significato. Con un obiettivo, invece, saremo pieni di speranza per il futuro e la forza scaturirà dalla nostra vita. Quando ognuno è determinato a realizzare a qualunque costo un obiettivo prefissato, l’unità sorgerà naturalmente. Ma quando i responsabili mancano di forza vitale e non hanno lo spirito di sfidarsi, tendono a stabilire obiettivi discutibili e facili da raggiungere, e poi cercano di imporli ai membri. In questo caso i membri non si sentiranno ispirati a fare del loro meglio. Per questo è cruciale che gli stessi responsabili siano disposti a intraprendere qualunque sfida e abbiano la vitalità per farlo. Devono anche avere un senso di responsabilità incondizionato e la risoluzione di realizzare l’obiettivo anche se dovessero farlo da soli. Uno spirito e una determinazione di questo genere galvanizzeranno i membri spingendoli all’azione» (NRU, vol. 9, pag. 193)
Tutto dipende dalla determinazione dei responsabili, se sono determinati a prendere l’iniziativa e a sfidare se stessi; la determinazione dei responsabili si trasmetterà direttamente ai membri che li circondano. La sfida di fare shakubuku e sostenere le attività della Soka Gakkai inizia sempre da una profonda preghiera.
Ne La nuova rivoluzione umana viene descritto un episodio in cui Shin’ichi dà un incoraggiamento basato sul suo sincero desiderio di far progredire kosen-rufu:
«Shin’ichi sottolineò principalmente l’importanza di eliminare gli attaccamenti e i pensieri illusori. Infatti, gli ostacoli alla realizzazione di kosen-rufu sono di natura interna e non esterna. Noi stessi poniamo dei limiti alla nostra vita attraverso la viltà e la debolezza, tendenze che generano un atteggiamento disfattista e ci inducono a pensare che non avremo mai successo. L’arroganza porta alla negligenza e all’indolenza, causando la rovina. Per questo motivo è cruciale superare queste tendenze negative e spazzare via le illusioni. Fare ciò richiede una grande determinazione. Occorre essere fortemente determinati a raggiungere gli scopi e recitare davanti al Gohonzon con il fermo proposito di realizzare kosen-rufu. Inoltre, dobbiamo intraprendere azioni coraggiose. Agire genera slancio ed energia» (NRU, vol. 17, pag. 65)
A meno che non ci alziamo risolutamente e prendiamo noi stessi l’iniziativa, la nostra determinazione non sarà trasmessa ai nostri compagni di fede. Anche Ikeda Sensei si è alzato da solo per primo e poi, con questo spirito, ha intrapreso ogni campagna.
Spesso viene detto che il principio base delle attività della Soka Gakkai è “decidere, pregare e agire”. Quando continuiamo a pregare seriamente, la nostra determinazione diventa irremovibile.
In un estratto dal capitolo “Risonanze” de La nuova rivoluzione umana, Shotaro Hasebe, che viveva in Francia, chiede consiglio a Shin’ichi Yamamoto riguardo all’acquisto o meno di una casa. Quando Shin’ichi gli risponde di pregare seriamente, Hasebe chiede se ci sia un modo speciale con cui debba recitare Daimoku. Shin’ichi risponde:
«Dovrebbe prendersi l’impegno di realizzare kosen-rufu per la felicità e la prosperità del popolo francese, e recitare con tutto il cuore per questo scopo. Ad esempio, potrebbe decidere, “dedicherò la mia vita a kosen-rufu in Francia. Pertanto, ho bisogno di una casa per ottenere la fiducia della comunità e fornire ai membri un luogo d’incontro. Desidero una casa bella e grande, a questo scopo”. Il Daimoku basato su un voto e sul desiderio di realizzare kosen-rufu e di mostrare alla gente la strada per raggiungere la felicità assoluta è lo stesso tipo di Daimoku recitato da tutti i Budda e dai Bodhisattva della Terra. Quando prega in questo modo, la natura di Budda all’interno della sua vita si aprirà ed eleverà il suo stato vitale al punto da riuscire persino a smuovere l’universo. Quando ciò accade, sarà sicuramente in grado di realizzare il suo desiderio di acquistare una casa. D’altra parte, se prega solo per una casa grande e bella perché la desidera per se stesso, il suo stato vitale non si espanderà molto, e ci potrebbe volere molto tempo per vedere il suo desiderio soddisfatto. Per noi, il fondamento della preghiera è sempre kosen-rufu. Il Daimoku che ha origine dalla determinazione a contribuire a kosen-rufu produce benefici incommensurabili e illimitati» (NRU, vol. 21, pag. 223)
Niente è mai sprecato quando ci sfidiamo nel pregare e agire.
Quando facciamo shakubuku, anche se l’altra persona rifiuta o è restia, dalla prospettiva del Buddismo il seme della Buddità è sicuramente stato piantato nella sua vita. Perciò, anche se lo shakubuku non ha avuto successo in quel momento e anche se non ci sono risultati visibili, non c’è bisogno di scoraggiarsi.
Fintanto che piantiamo il seme della Buddità, sicuramente arriverà il momento in cui questi dialoghi daranno i loro frutti. Questa è la ragione per cui è importante per i responsabili lodare con sincerità ogni sforzo che fanno i compagni di fede nello shakubuku e nell’espansione del nostro movimento.
Quanta rivoluzione umana ogni membro può realizzare e quanti benefici possono ricevere da queste sfide per kosen-rufu! Finché ci ricordiamo questo punto e continuiamo a incoraggiare ogni persona, senza dubbio la nostra organizzazione si svilupperà grandiosamente.
Domanda 2
Come possiamo prenderci cura di ogni persona senza mai perdere di vista l’incoraggiamento vita a vita, che è il cuore del nostro movimento?
La nostra vita quotidiana è scandita da molti impegni, molte riunioni e attività. A volte è più facile che le comunicazioni siano trasmesse elettronicamente. Inoltre, nel corso della pandemia molti gruppi si sono abituati a tenere le riunioni online e non si incontrano ancora in presenza. L’inizio della pandemia, nel 2020, ha avuto un impatto sociale a livello mondiale e anche nelle attività della Soka Gakkai. Infatti sono state limitate le nostre attività di base, come incontrare di persona i compagni di fede e incoraggiare ciascuno. Malgrado le limitazioni, i membri Soka hanno agito con saggezza e sebbene non si potessero incontrare di persona sono riusciti a superare questo periodo di avversità incoraggiandosi a vicenda attraverso telefonate, lettere, social e altre piattaforme online.
La rete di incoraggiamento Soka diffusa in tutto il mondo non si è mai arresa di fronte alle difficoltà della pandemia che ha tenuto in ostaggio l’umanità.
La prima cosa per mettere in pratica concretamente il nostro desiderio di far tesoro di ogni singola persona è pregare ogni giorno per la salute e la crescita dei nostri compagni di fede e dei nostri amici.
Tutti sono Budda e tutti sono persone capaci con una profonda missione per kosen-rufu. Naturalmente alcuni membri possono non essere molto attivi nel praticare, o possono esserci alcuni che rifiutano di incontrarci quando cerchiamo di fargli visita.
Ciononostante, l’importante è credere nel potenziale della persona che abbiamo davanti e pregare con la convinzione che un giorno questa persona si risveglierà alla fede e si alzerà per realizzare kosen-rufu. Inoltre, in quanto responsabili dell’organizzazione, è importante continuare a pregare per la crescita dei compagni di fede che Sensei ci ha affidato e incoraggiarli sinceramente come se fossero i nostri fratelli e le nostre sorelle.
L’incoraggiamento inizia dal conoscere bene una persona, la sua situazione familiare, il lavoro, i suoi hobby, e via via che approfondiamo il legame, lei inizierà ad avere fiducia e a condividere i suoi problemi. In questo senso, è cruciale ascoltare molto attentamente quello che la persona ha da dire.
Il Buddismo di Nichiren Daishonin è la filosofia del conseguimento della Buddità di tutte le persone e del rispetto della dignità della vita. Di conseguenza noi rispettiamo al massimo il potenziale di ogni persona e valorizziamo ogni individuo considerandolo insostituibile.
Sebbene possano esserci persone che sono contrarie o non mostrano alcun interesse verso la pratica buddista, è importante continuare a credere che arriverà un tempo in cui si risveglieranno alla pratica.
Anche se possiamo continuare a comunicare o confrontarci utilizzando anche le piattaforme online, kosen-rufu comincia da un dialogo aperto, cuore a cuore. Ora è importante tornare alle basi e andare a trovare i membri di persona, incoraggiandoli attraverso il dialogo.
Ci sono tre punti da tenere in mente quando si fanno le visite a casa
- Il primo punto è “rallegrare i membri”. La persona con cui parliamo è la protagonista della conversazione. Ecco perché è fondamentale l’ascolto e il dialogo come compagni di fede e buoni amici.
- Il secondo punto è chiedere loro come sono diventati membri della Soka Gakkai o qual è stato il loro punto di svolta nella fede. Ogni persona ha la propria unica esperienza nello sperimentare i benefici di questa pratica, come superare una malattia o una situazione difficile al lavoro. Ricordare quei momenti ci porta a rinnovare la determinazione di alzarsi con la fede ancora una volta.
- Il terzo punto è stabilire un obiettivo e sfidarsi insieme. Per questo bisogna sforzarsi costantemente di incoraggiare ogni persona, non basta una sola visita a casa. Nel caso in cui non sia possibile andare a trovarla spesso, possiamo scriverle.
Nel capitolo “Il voto” de La nuova rivoluzione umana, Ikeda Sensei scrive:
«Le visite a domicilio e gli incoraggiamenti personali fanno circolare la linfa vitale della fede e il calore umano in tutta l’organizzazione. È il motivo per cui l’organizzazione della Soka Gakkai, fondata su principi umanistici, si è potuta sviluppare ai livelli attuali. Che si tratti di individui o di organizzazioni, il punto chiave per crescere e svilupparsi in modo dinamico è dare valore a ogni individuo, prendersi cura di ognuno in modo premuroso, sforzarsi costantemente di dialogare e di incoraggiare gli altri» (NRU, vol. 30, pag. 826)
Proprio come afferma Sensei, come responsabili della Soka Gakkai prendiamo l’iniziativa e andiamo a trovare i nostri compagni di fede per incoraggiare sinceramente ognuno di loro!
Domanda 3
Come possiamo incoraggiare un compagno di fede che sta affrontando una situazione difficile a livello economico, emotivo o in qualsiasi altro aspetto della vita, e sente di non essere ancora riuscito a mostrare una prova concreta della pratica?
Quando incoraggiamo i nostri compagni di fede, non dobbiamo mai dimenticare di trasmettere loro la “convinzione nella fede” in modo che possano superare le prove e le sfide che incontrano basandosi sempre sulla fede.
Rivolgendosi ai suoi discepoli, Nichiren Daishonin spiega da vari punti di vista quanto sia potente la Legge mistica in cui crediamo e come possiamo ottenere i benefici.
Il Daishonin è sempre rimasto accanto ai suoi discepoli nei momenti di difficoltà e sofferenza e ha scritto un gran numero di lettere che traboccano della sua sincera convinzione nelle loro potenzialità. Ad esempio, il Daishonin scrisse le seguenti parole alla monaca laica Ueno, la madre di Nanjo Tokimitsu, che era profondamente addolorata per la perdita del marito e successivamente del figlio più piccolo:
«Una volta che una persona è nata, quella persona deve morire; tutti, saggi e stupidi, nobili e plebei sanno che questo è un dato di fatto. Perciò non dovremmo dolerci o spaventarci della morte di una persona. Io so che è così, e insegno agli altri a fare lo stesso. Eppure, quando succede una cosa del genere, mi chiedo se non sia un sogno o un’illusione. E ancor maggiore deve essere il dolore della madre!» (Lettera di condoglianze, RSND, 2, 834)
Il Daishonin, le cui parole esprimono perfettamente il dolore della donna – come se fosse lui in prima persona a sperimentarlo – continuò a incoraggiare più e più volte la monaca laica Ueno. In un’altra occasione le disse:
«Se cento o mille persone abbracciano questo sutra, tutte e cento o tutte e mille, nessuna esclusa, diventeranno Budda» (Wu-lung e I-lung, RSND, 1, 974)
Con queste parole, il Daishonin le sta spiegando che, nel momento in cui si crea un legame con la Legge mistica, chiunque può diventare Budda. Quanta forza deve averle trasmesso!
Un’altra discepola, la monaca laica Myoichi, ricevette il seguente incoraggiamento:
«Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si trasforma sempre in primavera. Non si è mai visto né udito, sin dai tempi antichi, di un inverno che si sia trasformato in autunno, né si è mai sentito di alcun credente del Sutra del Loto che sia diventato un essere comune» (L’inverno si trasforma sempre in primavera, RSND, 1, 477)
Nichiren Daishonin scrisse questo Gosho nel quinto mese dell’era Kenji (1275). Era trascorso circa un anno dal ritorno del Daishonin dall’esilio sull’isola di Sado.
Circa quattro anni prima che questo Gosho fosse scritto, mentre il Daishonin stava affrontando una serie di grandi persecuzioni come quella di Tatsunokuchi e l’esilio di Sado, i suoi discepoli di Kamakura andarono incontro a gravi oppressioni. Tra questi c’erano la monaca laica Myoichi e suo marito, a cui furono confiscati i feudi. Tuttavia, la coppia mantenne una salda fede nel Sutra del Loto.
Il marito di Myoichi venne a mancare prima che al Daishonin venisse concessa la grazia. Myoichi era rimasta sola con due figli malati da accudire ed era lei stessa di costituzione cagionevole. Tuttavia, nonostante simili difficoltà, cercò sempre di proteggere il suo maestro inviandogli dei servitori che potessero aiutarlo, prima a Sado e poi a Minobu.
Fu proprio alla monaca laica Myoichi che il Daishonin inviò un incoraggiamento colmo della convinzione che “l’inverno si trasforma sempre in primavera”. Queste auree parole costituiscono una linea guida che molti dei nostri compagni di fede hanno inciso nel cuore fin dagli albori della Soka Gakkai, e allo stesso tempo indicano in modo chiaro e conciso il modo di vivere dei membri della Soka Gakkai.
Nel Buddismo, le difficoltà sono considerate non come qualcosa da evitare, ma come un’opportunità per espandere la propria condizione vitale. Tuttavia, quando incontriamo delle difficoltà, tendiamo a scoraggiarci. In quei momenti i brani del Gosho, le parole di Ikeda Sensei e gli incoraggiamenti dei compagni di fede costituiscono un sostegno prezioso per andare avanti.
Citando il Gosho L’inverno si trasforma sempre in primavera, una volta Sensei ha affermato quanto segue:
«Il Buddismo è il principale alleato delle persone che soffrono ed esiste per aiutare chi affronta grandi avversità a conquistare la suprema felicità. […] Per conseguire la Buddità in questa esistenza è indispensabile intraprendere una dura lotta per cambiare il nostro karma e respingere gli attacchi che sorgono dai tre ostacoli e i quattro demoni e dai tre potenti nemici. Le prove dell’inverno sono inevitabili se vogliamo andare incontro a una brillante primavera basandosi sulla fede» (Gli insegnamenti della speranza, 94)
È proprio affrontando di petto il karma e lottando per superare le difficoltà che forgiamo e rafforziamo la nostra vita. Pertanto, quando incoraggiamo i compagni di fede che si trovano in difficoltà è fondamentale aiutarli a rendersi conto del fatto che quello è il momento di cambiare il proprio karma e trasformare il veleno in medicina, continuando a incoraggiarli con tenacia.
Le parole di incoraggiamento nascono dalla preoccupazione nei confronti dell’altro e dal nostro forte ichinen di prenderci cura di ogni persona. Quando desideriamo che l’altra persona superi le difficoltà che sta vivendo e diventi assolutamente felice, quando ci immedesimiamo in lei considerando le sue sofferenze e sfide come fossero nostre e siamo determinati ad affrontarle insieme, questo nostro cuore sincero toccherà sicuramente il cuore dell’altra persona.
La SGI è cresciuta fino a diventare un’organizzazione presente in 192 paesi e territori nel mondo proprio grazie al fatto che le persone che sono state incoraggiate hanno portato avanti la propria rivoluzione umana basandosi sulla fede e sono diventate a loro volta “coloro che incoraggiano”, realizzando una magnifica crescita personale.
Tenendo sempre a mente questo punto dedichiamoci ogni giorno, con costanza, alle visite a casa e agli incoraggiamenti personali!
