Vi presentiamo un estratto delle sessioni di domanda e risposta tenute da Yumiko Kasanuki, vice presidente della SGI e responsabile delle Divisioni donne e giovani donne della SGI, durante la sua visita in Italia lo scorso gennaio a Firenze e Milano
Quali sono i punti fondamentali per non allontanarsi mai dal cuore di sensei?
Il Daishonin in vari Gosho ci esorta ad avanzare nella fede e a rafforzare la nostra determinazione giorno dopo giorno; a volte, però, questa si indebolisce nonostante tutto.
Una volta una giovane donna gli chiese: «Non riesco a mantenere la mia determinazione. Come posso far sì che la mia decisione di realizzare kosen-rufu non vacilli?». Egli rispose: «È importante che tu lotti con me, al mattino, durante il giorno e alla sera. Anche se fisicamente non siamo insieme, mantieni nel cuore la decisione di lottare per kosen-rufu insieme a me». E aggiunse: «Nel mio cuore c’è sempre il presidente Toda. Ogni giorno continuo a lottare insieme al mio maestro, dialogo continuamente con lui».
È importante determinare ogni mattina di “partire” insieme a sensei, per avanzare in ogni aspetto della vita, decidendo di portare a termine i nostri compiti, di incoraggiare ogni singola persona e di impegnarci nello shakubuku. Questa è la via per stare sempre insieme al nostro maestro. Ciò che conta è la nostra decisione.
“Non dualità di maestro e discepolo” significa avere sempre il maestro nel cuore. Come si legge nel Gosho La strategia del Sutra del Loto: «È il cuore che è importante» (RSND, 1, 889).
In un articolo del Seikyo Shimbun un’attrice inglese, responsabile di settore, racconta che quando recita Daimoku le sembra di dialogare con sensei, e quando legge le sue guide sente che sono lettere indirizzate proprio a lei. Pur non avendolo mai incontrato, ha sempre il maestro nel cuore. Siccome possiamo essere degli esempi per gli altri, è importante impegnarsi ogni giorno tenendo sensei nel cuore.
La gioventù è il periodo in cui si pongono le basi della nostra esistenza. Come possiamo creare queste basi in famiglia, al lavoro, con gli amici… senza sentire di dover rinunciare a qualcosa?
Nel Daibyakurenge di gennaio c’è una sezione intitolata Per i giovani in cui il presidente Ikeda incoraggia ricordando che la gioventù è un periodo pieno di sofferenza, ma grazie a questi momenti ci si può rafforzare. Ci sono giorni che sembrano i più difficili e sfortunati al mondo, ma voltandoci indietro ci accorgeremo che sono stati i più preziosi. La strada per uscirne non è scappare di fronte alle difficoltà, piuttosto affrontarle con coraggio e continuare ad andare avanti. Anche se vi sentite tristi o sole, date valore a quelle sensazioni, a quella tristezza, non fate finta che non ci siano, abbiate pazienza e fate di quella sofferenza l’occasione per la vostra crescita, utilizzandola come nutrimento per la vita, altrimenti il cuore si inaridisce. Anche i fiori hanno bisogno del sole per sbocciare, perciò diventate un sole per gli altri. Gli esseri umani, come i fiori, hanno bisogno di acqua per nutrirsi. Chi riesce a incoraggiare se stesso, soprattutto quando si sente scoraggiato, è una persona meravigliosa e riuscirà a sostenere gli altri.
Che tipo di atteggiamento dobbiamo sviluppare noi donne per sostenere le giovani donne senza schiacciarne la personalità?
Ne La nuova rivoluzione umana il presidente Ikeda scrive che le giovani donne sono i tesori preziosi della Soka Gakkai, sono i giovani successori Soka che avranno la responsabilità del futuro. Le Divisioni uomini e donne devono prestare la massima attenzione per sostenerle e consentire a ciascuna di loro di manifestare il proprio potenziale. L’appoggio della Divisione donne è cruciale per la loro crescita. Potranno esserci momenti in cui è necessario il supporto delle responsabili donne su problemi delicati: la loro esperienza e la loro saggezza sono una risorsa preziosa in questi casi.
Spesso le parole delle donne sono rassicuranti anche quando le giovani donne desiderano condividere il Buddismo con i loro amici. E quando un giovane decide di entrare nella Soka Gakkai, il loro aiuto può essere indispensabile per ottenere l’appoggio dei genitori. È necessario che le donne incoraggino con sincerità le giovani donne, tenendo presente il loro ruolo di “sorelle maggiori” o di “madri”. A volte può essere utile che le responsabili donne accompagnino le responsabili giovani donne quando vanno a incoraggiare le giovani» (cfr. ilvolocontinuo.it, NRU, vol. 24, capitolo 3, p.ta 7).
Sensei sottolinea l’importanza che donne e giovani donne facciano attività insieme. Una volta disse, scherzando, che per quanto le donne spendano soldi per il trucco, non potranno mai “comprare” la luminosità che emanano le giovani donne e, attraverso il contatto costante con le giovani, possono purificare il loro cuore.
Ad esempio in Giappone le donne, per sostenere le attività delle giovani, hanno deciso di incontrare insieme a loro quelle non attive nell’organizzazione al fine di incoraggiarle a partecipare alle attività della Gakkai. Sono certa che anche in Italia troverete il modo migliore per collaborare.
Da tempo il nostro Paese sta attraversando una grave crisi economica che ha provocato sfiducia e perdita di lavoro. Come possiamo trasmettere fiducia e speranza agli altri?
Il presidente Ikeda ci ricorda che non dobbiamo soffermarci sull’ambiente, sulle circostanze esterne: è necessario concentrarci su ciò che facciamo noi. Un pensiero di questo tipo emerge solo nel momento in cui ci sentiamo protagoniste in prima persona. La vita è in continuo mutamento. Il cambiamento può essere positivo o negativo, è importante perciò decidere di utilizzare ogni situazione per porre cause positive. Sensei ci ricorda che «la rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità» (Prefazione de La rivoluzione umana). Quindi il cambiamento di una singola persona riesce a trasformare una famiglia, la società e il mondo intero.
Come si legge nel Gosho: «Quando accade un grande male, seguirà un grande bene» (RSND, 1, 992), perciò bisogna accogliere tutte le cose che sembrano negative e utilizzarle come una grande occasione. Sensei spiega che la preghiera è determinazione, è la decisione di realizzare assolutamente, ed è proprio nelle difficoltà che possiamo sperimentare il potere della fede.
Con l’assoluta convinzione di poter realizzare qualsiasi cosa, continuiamo a pregare fino a ottenere la vittoria. Anche la signora Kaneko afferma che è importante pregare fino in fondo, per non essere sconfitte in nessuna circostanza.
Noi donne siamo solite utilizzare la preghiera e l’attività per risolvere i problemi della vita quotidiana. Col passare degli anni corriamo il rischio di chiuderci all’interno della Soka Gakkai, distaccandoci dalla società. Come si fa a mantenere un equilibrio tra questi due aspetti?
Il solo modo per superare i nostri limiti è sperimentare lo spirito di shakubuku decidendo i nostri obiettivi e ampliando la cerchia di amicizie. Per espandere la nostra vita è fondamentale avere cura e incoraggiare ogni singola persona. Noi siamo Bodhisattva della Terra, la nostra missione è pregare per la nostra e l’altrui felicità. Sensei dice che vivere una vita felice dipende da quante persone riusciamo a rendere felici. Quante più persone aiutiamo a essere felici, tanto più sentiremo gioia nella nostra vita. Per questo è importante compiere fino in fondo la nostra missione.
Come incoraggiare una donna che ha perso un figlio?
Perdere familiari a noi molto cari è una sofferenza grande; anche se riusciamo a comprendere razionalmente, ci vuole tempo per superare una tale perdita. Nichiren Daishonin ci esorta a recitare Daimoku per i nostri defunti finché non sentiamo che il nostro cuore è tranquillo.
Ci possono essere casi di morte per malattia o per incidente. Tuttavia, se la morte avviene mentre la persona si sta impegnando per kosen-rufu, è certo che ha trasformato il suo karma. Anche se non ha praticato, se è stata avvolta dal Daimoku dei familiari raggiungerà la stessa condizione vitale.
Le persone che hanno un forte legame si incontreranno anche dopo la morte, vita dopo vita. È un legame eterno. Il presidente Toda perse sia la moglie che una figlia ancora piccola, e affermò che proprio grazie a quella sofferenza era potuto diventare presidente della Soka Gakkai. Anche il presidente Ikeda ha perso il secondo dei suoi tre figli quando aveva solo ventinove anni. Egli comprende bene la sofferenza di chi ha perso un figlio. Da una parte dice: «Basta anche un solo Daimoku per i nostri defunti», dall’altra consiglia ai familiari di pregare fino a che riescono a sentire tranquillità, serenità.
Essendo parte della stessa famiglia, noi e i nostri cari defunti siamo uniti da una relazione karmica che attraversa le tre esistenze di passato, presente e futuro; vita e morte sono parte della nostra esistenza. È importante che noi diventiamo felici, perché la nostra felicità arriva anche ai nostri defunti e, senza essere sopraffatti da questa sofferenza, continuare a vivere con gioia anche per coloro che non ci sono più.
Quando si decide di promuovere le attività di shakubuku, è difficile mantenere nel tempo una forte determinazione. Come fare?
Durante la riunione generale del 19 gennaio a Milano, il presidente Harada ha incoraggiato tutti a realizzare l’obiettivo di due nuovi membri in ogni gruppo. Ha chiesto espressamente di impegnarci nello shakubuku [cfr. NR, 575, 20, n.d.r.].
Quando si affronta una lotta è importante il dinamismo della partenza. Durante la campagna di Kamata, nel febbraio del 1952, quando Ikeda era giovane ed era responsabile di capitolo, ha realizzato un record nello shakubuku: 201 nuovi membri in un solo mese! L’anno precedente Toda era stato nominato secondo presidente e aveva determinato di realizzare 750mila famiglie di praticanti prima di morire. A quel tempo erano solo tremila. Sensei è stato l’unico che ha preso a cuore le parole di Toda. L’anno dopo, a gennaio del 1952, Toda gli chiese di andare nel capitolo Kamata: aveva solo ventiquattro anni. Il 30 gennaio il giovane Ikeda partecipò a una riunione di responsabili di gruppo e chiese loro di impegnarsi al massimo nello shakubuku: a febbraio cade il compleanno di Toda, perciò sensei chiese di realizzare due nuove famiglie per gruppo per dare al suo maestro questa gioia enorme.
Il gruppo è l’unità più piccola della Gakkai, perciò sensei cercò di rendere protagonisti tutti i responsabili di gruppo, che a loro volta avrebbero coinvolto tutti i membri.
Da quel giorno, nessuno lo vide più nelle grandi riunioni. Dopo qualche tempo, si sparse la voce che stava facendo visite a casa per incontrare ogni persona e incoraggiarla a trasformare il proprio karma. Così tutti cominciarono a impegnarsi determinati a cambiare la propria vita. E in un solo mese realizzarono 201 nuovi membri (c’erano 99 gruppi, realizzarono quindi tre persone in più)!
Questo tipo di lotta è diventata una tradizione nella Soka Gakkai e ha influenzato anche tanti altri capitoli del Giappone. Fu così che venne realizzato l’obiettivo delle 750mila famiglie. In quel momento sensei diceva: «Decidiamo di ripagare la nostra gratitudine verso il maestro; se facciamo un grande voto possiamo manifestare al massimo le nostre capacità».
Quest’anno, che è il cinquantacinquesimo anniversario della prima visita in Italia del presidente Ikeda, che ne dite di impegnarsi ancora di più nello shakubuku con il desiderio di ripagare il debito di gratitudine verso il nostro maestro?
Come trasmettere alle generazioni future l’importanza del legame tra maestro e discepolo?
Tutto ciò che il presidente Ikeda ha scritto e continua a scrivere è per trasmettere il cuore del suo maestro Toda. Con questo spirito sta scrivendo ogni giorno La nuova rivoluzione umana, i saggi, gli editoriali ecc. In questi scritti possiamo trovare il suo spirito. È quasi impossibile leggere tutto ciò che scrive; ormai, la sua opera omnia conta centocinquanta volumi già raccolti.
Inoltre, ha scritto dodici volumi de La rivoluzione umana e ventotto volumi della Nuova rivoluzione umana. Il primo gennaio di quest’anno ha iniziato a scrivere il ventinovesimo volume. In Cina attualmente più di trenta università hanno fondato un Centro di ricerca in cui si studia il pensiero del presidente Ikeda. Come suoi diretti discepoli, è importante che leggiamo ogni giorno le sue guide, la Rivoluzione umana e la Nuova rivoluzione umana, perché in questi scritti possiamo trovare il suo cuore.
Sicuramente così anche i più giovani potranno approfondire questo legame creando a loro volta un legame personale con il maestro. Anch’io ho iniziato a rileggere la Nuova rivoluzione umana con il desiderio di incidere le sue parole nella mia vita e ho determinato di continuare a studiare per sempre.
Ad esempio nel “Kansai sempre vittorioso” il punto di forza è quello di tornare sempre allo spirito originario della campagna di Osaka di sessant’anni fa, dove sensei incoraggiò più di ottomila persone, e fu così incisivo che ognuno di loro lo trasmise a tante altre persone. Ancora oggi continuano a condividerlo con i giovani e con i nuovi membri.
Anche tra voi ci sono persone che hanno avuto occasione di incontrare sensei personalmente, perciò trasmettete a più persone possibile il suo comportamento e le sue guide, così potrete costruire un’Italia sempre vittoriosa.
Qual è l’atteggiamento migliore verso chi si è allontanato dall’attività?
Anche le piante per mantenersi hanno bisogno di acqua e luce, e di qualcuno che le curi. Quando arriva l’inverno il fiore può morire, a volte gli insetti mangiano i germogli, ma se la pianta ha una forte radice tornerà a fiorire. Mi rendo conto che ci sono membri non attivi nell’organizzazione, ma se voi diventate come l’acqua e la luce del sole torneranno a fiorire anche loro.
Quando sensei incoraggia una persona, non si dimentica mai di lei e continua a incoraggiarla anche dopo venti o trent’anni. Ho sentito tante esperienze di questo tipo, le persone vengono toccate dalla sua compassione e si risvegliano: se percepiscono una profonda compassione esse si risollevano. Bisogna continuare a recitare Daimoku anche per chi ha smesso di praticare affinché diventi felice. Il presidente Ikeda ci mostra con il suo esempio che non bisogna mai smettere di incoraggiare. Impariamo da lui come avere cura di tutti senza dimenticare mai nessuno.