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Domande e risposte dal Corso europeo – Parte 3 - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 06:56

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Domande e risposte dal Corso europeo – Parte 3

Continua la pubblicazione della sessione di domande e risposte tenutasi durante il Corso europeo di studio giovani 2023

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Domanda 5

Come possiamo compiere la nostra missione di Bodhisattva della Terra? 

Ikeda Sensei partì per il suo primo viaggio di kosen-rufu mondiale nell’ottobre del 1960, poco dopo essere stato nominato terzo presidente della Soka Gakkai. 
Durante la sua visita a Chicago, rivolgendosi ai membri disse loro che al livello più fondamentale erano tutti Bodhisattva della Terra. 
Questo episodio è descritto in modo dettagliato nel capitolo “Autunno dorato” del primo volume de La nuova rivoluzione umana:

«Tutti gli individui sono fratelli e sorelle dall’infinito passato. Tutti condividiamo la missione di portare pace e felicità nel mondo in cui viviamo. Ciò su cui fondiamo le nostre esistenze ha un’influenza decisiva sul significato delle nostre vite individuali […] Un albero, per esempio, non potrà mai attecchire nel deserto o su un’arida roccia; al contrario, avrà grandi rami pieni di verdi foglie se cresce su un terreno fertile e ricco. Allo stesso modo, se aspiriamo a diventare esseri umani di rilievo, capaci di realizzare una ricca fioritura di umanità e di godere di un futuro glorioso, è essenziale resistere e progredire su qualsiasi terreno ci si venga a trovare. Crearsi delle solide basi di questo tipo vuol dire essere consapevoli della propria missione di Bodhisattva della Terra.
La terra appartiene a tutti in egual misura. Essa dà vita a tutti gli esseri umani – a prescindere dalla razza, dall’etnia o dalla nazione di appartenenza – e favorisce il fiorire della cultura. 
Un flusso perenne di puro altruismo e di benevolenza sgorga vibrante dal suolo.
Se tutte le persone si risvegliassero alla loro missione di Bodhisattva della Terra e agissero in quanto tali, la pace nel mondo e l’armonia fra gli esseri umani verrebbero realizzate senza il minimo dubbio» (NRU, 1, 163)

I Bodhisattva della Terra sono bodhisattva che compaiono nel capitolo “Emergere dalla Terra” del Sutra del Loto. In apertura di questo capitolo i bodhisattva che si erano riuniti nell’assemblea sul Picco dell’Aquila implorano il Budda Shakyamuni di poter propagare dopo la sua estinzione il Sutra del Loto nel mondo corrotto e impuro di saha
Tuttavia Shakyamuni risponde: 

«Desistete, uomini devoti! Non c’è bisogno che voi proteggiate e abbracciate questo sutra. Perché? Perché in questo mio mondo di saha ci sono bodhisattva e mahasattva numerosi quanto le sabbie di sessantamila Gange, ciascuno con un seguito uguale alle sabbie di sessantamila Gange» (SDL, 295)

Dopo che il Budda pronunciò queste parole, tutto il suolo del mondo di saha tremò e si aprì, e da lì emersero nello stesso istante innumerevoli bodhisattva. Poiché questi bodhisattva emersero dalla terra, vengono chiamati “Bodhisattva della Terra”.
Nel Sutra del Loto vengono descritte varie caratteristiche dei Bodhisattva della Terra. 
In breve, i Bodhisattva della Terra sono bodhisattva emersi volontariamente, con coraggio e risolutezza, nell’epoca turbolenta dell’Ultimo giorno della Legge e nel mondo di saha, ovvero un luogo caratterizzato da prove e difficoltà, senza lasciarsi sconfiggere da alcun tipo di prova o avversità. Nel Gosho si legge:

«Se hai la stessa mente di Nichiren, devi essere un Bodhisattva della Terra. […] Non devono esserci discriminazioni fra coloro che propagano i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo nell’Ultimo giorno della Legge, siano essi uomini o donne: se non fossero Bodhisattva della Terra, non potrebbero recitare il Daimoku. Dapprima solo Nichiren recitò Nam-myoho-renge-kyo, ma poi due, tre, cento lo seguirono, recitando e insegnando agli altri. La propagazione si svilupperà così anche in futuro» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, RSND, 1, 341)

Il Daishonin afferma che coloro che recitano Nam-myoho-renge-kyo nell’epoca dell’Ultimo giorno della Legge e propagano la Legge mistica sono “Bodhisattva della Terra”.
Alla luce del Gosho, non c’è dubbio che tutti i membri della Soka Gakkai sono Bodhisattva della Terra.
È stato il secondo presidente Josei Toda a dimostrarlo chiaramente con la sua stessa vita. Durante la guerra, fu arrestato e imprigionato per un crimine che non aveva commesso, mentre Makiguchi Sensei, che fu imprigionato con lui, morì in carcere.
Nella cella di isolamento in cui era stato rinchiuso, Toda recitò costantemente Daimoku e studiò a fondo il Sutra del Loto, riflettendo profondamente sulle parole in esso contenute.
In questo modo si risvegliò alla profonda consapevolezza di essere un Bodhisattva della Terra e determinò risolutamente di dedicare il resto della sua vita a propagare la Legge.
Ikeda Sensei si è impegnato con tutto se stesso affinché i membri della Soka Gakkai in Giappone e nel mondo intero incidessero nel loro cuore la consapevolezza della missione di essere Bodhisattva della Terra e la facessero propria. In termini concreti, ha esortato tutti a conquistare come membri della Soka Gakkai la fiducia delle rispettive comunità locali e a diventare buoni cittadini.
Attualmente, anche in Europa ci sono innumerevoli coraggiosi campioni emersi dalla Terra. È davvero fantastico! Si tratta di qualcosa che non è mai stato realizzato prima nella storia del Buddismo. A prescindere dal fatto di esserne consapevoli, noi siamo nati insieme nell’Ultimo giorno della Legge come Bodhisattva della Terra, con il desiderio e il voto di trasmettere la grandezza di questa fede e abbiamo scelto volontariamente di emergere qui, nel luogo in cui ci troviamo.
Come possiamo raggiungere la consapevolezza della nostra identità di Bodhisattva della Terra e fare nostra questa missione?
Il punto fondamentale è condurre un’esistenza basata sul voto di kosen-rufu.Nel capitolo “Protezione assoluta” de La nuova rivoluzione umana vi è una scena in cui Shin’ichi Yamamoto parla della caratteristica essenziale dei Bodhisattva della Terra:

«“La caratteristica essenziale di un bodhisattva è il voto. Il voto dei Bodhisattva della Terra è quello di propagare il Sutra del Loto. Ecco perché è importante recitare con tutto il cuore per realizzare l’obiettivo di trasmettere la felicità intorno a noi. Per essere ancora più espliciti, il Daimoku recitato senza questo tipo di decisione alla base non è il Daimoku di un Bodhisattva della Terra. Il voto del bodhisattva è traboccante della forza vitale del Budda, e ci permette di conseguenza di trionfare sulle funzioni demoniache”. 
Shin’ichi voleva che ogni singolo membro sperimentasse grandi benefici, fosse in grado di superare qualunque tipo di sofferenza, che si trattasse di malattia o di povertà, e diventasse felice. Il voto di realizzare kosen-rufu è la chiave per esaudire qualsiasi preghiera.
Tutti noi abbiamo problemi e dispiaceri. Ma il nostro impegno per kosen-rufu è determinante per poterli superare. Per esempio, se una persona è malata e decide di guarire per avere la forza e l’energia vitale necessarie a impegnarsi per kosen-rufu, dimostrando agli altri il potere della pratica buddista, quel voto gli darà una forza immensa per superare la malattia.
Recitare Daimoku porta di sicuro tanti benefici. Ma quando la nostra preghiera, per esempio: “voglio vincere la mia malattia”, viene permeata da un profondo senso di missione, sperimentiamo una trasformazione sostanziale nella vita e nel profondo del nostro essere: quel voto ha innescato un meccanismo per trasformare il karma. Quando recitiamo seriamente col desiderio di realizzare kosen-rufu emerge lo stato vitale dei Bodhisattva della Terra e comincia a pulsare in noi la vita di Nichiren Daishonin: possiamo manifestare la nostra Buddità innata. È una rivoluzione vera e propria della nostra condizione vitale, che rende possibile una radicale trasformazione del karma.
Quando recitiamo e ci sforziamo di diffondere il Buddismo per vincere nelle nostre lotte per kosen-rufu, inoltre, stiamo già manifestando lo stato vitale dei Bodhisattva della Terra. Se pratichiamo in questo modo, ognuno di noi sarà in grado di superare e risolvere tutti i suoi problemi personali. Quando sorge il sole luminoso dello stato vitale dei Bodhisattva della Terra, il buio della sofferenza viene dissipato e siamo in grado di camminare con coraggio ed energia lungo il cammino sicuro della felicità» (NRU, 24, 140)

In questo incoraggiamento sono racchiusi tutti i punti essenziali della pratica buddista in termini concreti. Non è di nulla di speciale o al di fuori della nostra portata: si tratta di impegnarsi con la determinazione di superare i nostri problemi e le nostre sofferenze, trasformare il karma e mostrare agli altri quanto siamo riusciti a rivitalizzare la nostra vita. 
In questo modo diffonderemo speranza alle persone intorno a noi e riusciremo naturalmente a trasmettere quanto la nostra pratica sia meravigliosa.
La nuova rivoluzione umana è di per sé la storia dei compagni di fede di tutto il mondo che si sono risvegliati alla missione di Bodhisattva della Terra. Per questo è fondamentale studiarla seriamente.
Abbiamo il compito estremamente importante di diffondere il significato della missione dei Bodhisattva della Terra, specialmente tra i giovani, mentre rafforziamo la nostra determinazione di compiere noi stessi questa missione, fino in fondo!

Domanda 6

Come possiamo impegnarci per vivere come discepoli di Sensei e realizzare la sua visione?

Riguardo al legame di maestro e discepolo, ci sono due punti importanti da tenere in mente. 
Il primo è che in questo legame tutto è determinato dalle azioni dei discepoli. 
Un altro punto chiave è che ciò che conta non è la vicinanza fisica tra il maestro e il discepolo, ma la vicinanza tra i loro cuori. 
Adesso sia in Giappone che in tutto il mondo, sono pochi i membri del Gruppo giovani che hanno incontrato direttamente il maestro Ikeda. Ciononostante, i giovani di ogni paese stanno studiando La nuova rivoluzione umana, traendo una profonda ispirazione dal modo di vivere di Shin’ichi Yamamoto. I giovani considerano Ikeda Sensei come il loro maestro e stanno facendo progredire vigorosamente kosen-rufu
Nel Buddismo, il legame tra maestro e discepolo non è un legame dove il maestro decide chi è il discepolo. Infatti, ciò che più conta è come i discepoli, basandosi sul Gosho e sulle guide di Sensei, agiscono concretamente per kosen-rufu. In altre parole, la cosa più importante è sempre e comunque la determinazione del discepolo.
Lo stesso Ikeda ha sempre continuato a impegnarsi come discepolo del presidente Toda. C’è un episodio da cui traspare il cuore di Ikeda Sensei come discepolo. Nel febbraio del 2000, quando Sensei prese parte a delle sessioni di foto commemorative con gli studenti delle scuole Soka del Kansai, fu organizzata un incontro di domanda e risposta. 
Una studentessa di diciotto anni gli chiese: «Sensei, qual è il suo sogno?». Sensei sorrise e rispose: «Sono talmente impegnato che non ho nemmeno il tempo di pensare ai miei sogni». Ma poi spiegò da vari punti di vista e prospettive l’importanza di avere dei sogni in gioventù. E continuò:

«Il mio sogno è realizzare il sogno di Toda Sensei. Lui è il mio maestro e lo sarà sempre, questo non cambierà mai, nel modo più assoluto. La Legge buddista non è stata creata dall’essere umano, non è qualcosa che può essere comprovata o smentita dalla sola ragione. 
È una legge assoluta, la legge costante e immutabile dell’universo, certa come il sorgere del sole e della luna o il passaggio dal giorno alla notte. Nam-myoho-renge-kyo è l’essenza di questa Legge universale. L’intero universo si muove a ritmo di Nam-myoho-renge-kyo. 
Il mio maestro e io siamo uniti dal ritmo di Nam-myoho-renge-kyo. Ed è per questo che io devo realizzare il suo sogno e i suoi ideali, è per questo che devo continuare a impegnarmi con tutto me stesso. Se i vostri sogni non vi aiutano a crescere e a migliorarvi, potrebbero diventare nient’altro che desideri egoistici e vuoti. Un nobile sogno abbraccia e racchiude la felicità, la verità e la giustizia, l’altruismo e la pace. I sogni di autentico valore e significato sono proprio quelli volti a realizzare questi obiettivi, ovvero la felicità, la verità e la giustizia, l’altruismo e la pace» (traduzione dal libro Discussion on youth, World Tribune Press, pag. 421)

L’essenza del modo di vivere di maestro e discepolo nella Soka Gakkai è racchiusa in questa guida, che mostra il desiderio del nostro maestro di trasmettere alle future generazioni il più autentico e corretto modo di vivere.

Domanda 7

Siamo in un momento cruciale della storia dell’umanità. Stiamo affrontando l’intensificarsi di violenza, intolleranza, odio e paura. Per contrastare questo scenario, come dovremmo agire per diventare veri protagonisti e portatori del cambiamento e costruire una società basata sul rispetto della dignità della vita?

Il Buddismo è la forza che trasforma la realtà. Nichiren Daishonin si angustiava a causa dei vari fenomeni che tormentavano la società e si alzò con la determinazione di trasformare quelle circostanze a qualunque costo, iniziando la sua battaglia per “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”. Dopo la Seconda guerra mondiale, anche la Soka Gakkai si è alzata con l’obiettivo di diventare protagonista del cambiamento e come risultato è stata oggetto di calunnie e persecuzioni da parte di altre scuole buddiste e da parte delle autorità. La storia della Soka Gakkai è quella di un movimento fatto da persone che si sono risvegliate e che portano avanti il cambiamento della società.
Dunque, come dovremmo agire per diventare veri protagonisti e portatori del cambiamento per costruire una società basata sul rispetto della dignità della vita? 
Per rispondere a questa domanda possiamo riconfermare il significato di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” indicato dal Daishonin.
Il capitolo “Rissho ankoku” del volume 4 de La nuova rivoluzione umana racconta di quando nell’agosto del 1961, in occasione di un corso estivo, Shin’ichi Yamamoto, pseudonimo di Daisaku Ikeda, tenne una lezione sul Gosho Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese. Shin’ichi lesse dei passi del Gosho e tenne una lezione con grande energia e passione: 

«Il motivo per il quale Nichiren Daishonin scrisse questo trattato fu di salvare le persone afflitte dalla sofferenza, colpite da terremoti, inondazioni, carestie, epidemie. Egli stabilì che l’unico modo per raggiungere questo scopo era di propagare la filosofia buddista che insegna alle persone a essere autenticamente umane e a compiere una rivoluzione interiore. Intendeva, in pratica, dare battaglia al male insito nel cuore e nella mente degli esseri umani, mettere in luce la saggezza latente nella vita al fine di trasformare l’egocentrismo in altruismo, l’inclinazione a distruggere in creatività. 
Perché scelse questo approccio? Lo fece perché le persone sono la base di tutto. Le piante crescono su terreni fertili. Nello stesso modo, se si coltiva il terreno della vita umana, pace e cultura vi cresceranno forti e solide» (NRU, 4, 198)

Inoltre Shin’ichi citò il passo del Gosho:

«Se vi preoccupate anche solo un po’ della vostra sicurezza personale, dovreste prima di tutto pregare per l’ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese» (Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, RSND, 1, 25)

E nel citare questo passo, Shin’ichi rivolge un appello risoluto ai partecipanti: 

«Per “quattro quadranti” si intende tutte le direzioni e quindi l’insieme della società. L’argomento era quindi la responsabilità nei confronti della società di chi pratica il Buddismo. Questo brano afferma esplicitamente che se si vuole davvero preservare la propria sicurezza, bisogna anzitutto avere a cuore la stabilità e la pace dell’intera società. Ciò indica con chiarezza l’atteggiamento e la condotta che dovremmo tenere in quanto buddisti. Le persone autenticamente religiose non hanno a cuore soltanto il proprio interesse personale, non si sentono appagate nel ristretto ambito della loro sfera individuale. Essere autenticamente umani significa pregare e agire per trovare soluzione ai problemi che affliggono i nostri simili. Non esiste Buddismo al di fuori della società umana. […] La chiave per stabilizzare la pace e la prosperità nel nostro mondo, come insegna il Daishonin nel suo trattato, risiede nel cuore degli esseri umani – nelle preghiere per la pace e la tranquillità formulate dalla gente – e in ogni persona che forgia una solida identità attraverso la propria rivoluzione umana. Una persona che prega per la pace e ha considerazione per gli altri, diverrà naturalmente conscia della necessità di contribuire attivamente alla società e agirà sulla base di questa consapevolezza. Lo scopo della Soka Gakkai è realizzare la società pacifica che viene descritta nel Rissho Ankoku Ron. La nostra missione è liberare il mondo da ogni genere di sofferenza – guerra, povertà, carestia, malattie e discriminazioni. L’importante poi, una volta chiarito il traguardo, è quali azioni intraprendere materialmente. In assenza di azioni decise, tutto rimane astrazione, pura fantasia. […] È del tutto naturale che le opinioni siano molto diverse quando si affrontano temi che riguardano la società. Non c’è dubbio che su numerose tematiche dovremo saggiare diverse strade. Ma tutte queste attività dovranno fondarsi sulle nostre preghiere per “l’ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese”. Il nostro obiettivo è porre in primo piano la gente, in modo che ognuno di noi possa condurre un’esistenza veramente umana e gustare una vita piena di gioia. Inoltre lo spirito espresso nel Rissho ankoku ron è di far sì che questa filosofia si radichi a fondo nella società per creare, tramite il nostro impegno, un’era radiosa per gli esseri umani» (NRU, 4, 200)

Come afferma Sensei in questa guida, che siano le nostre attività, lo shakubuku o i dialoghi, tutto ciò che noi facciamo nella nostra pratica comincia sempre con il desiderio sincero di creare pace e prosperità nella società, e la base di tutto è il cambiamento del singolo individuo.
Il Gosho Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese è scritto in forma di dialogo. 
Come il Daishonin che risponde attentamente alle domande del padrone di casa per persuaderlo e trasformare il suo cuore, così la nostra arma, dall’inizio alla fine, non è altro che la preghiera e il dialogo sincero basato sulla considerazione per l’altra persona.
È importante cominciare questa battaglia nel nostro ambiente più prossimo, dove ci troviamo adesso. Sebbene possa sembrare una deviazione, è la strada più certa per la pace. In realtà Ikeda Sensei stesso come privato cittadino si è impegnato in una serie di dialoghi con leader di varie nazioni, come l’ex Unione Sovietica e la Cina durante la Guerra Fredda, per il bene della pace e della felicità del mondo. 
Ogni azione intrapresa dal nostro maestro è sempre per la felicità e la pace delle persone comuni.
In Europa, in particolare, dobbiamo desiderare la pace, chiedendoci costantemente cosa si può fare per creare la pace. Mentre attraversiamo questa lotta, ogni giorno preghiamo per la pace e ci impegniamo nel dialogare con le persone; queste azioni di per sé sono davvero straordinarie. 
Impegniamoci ancora di più nel diffondere e coltivare questa condizione vitale umanistica, sforzandoci di portare avanti dialoghi sinceri, che se apparentemente possono sembrare la più ordinaria, sono in realtà la più straordinaria di tutte le attività!

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