DOMANDA 3. Come possiamo assumerci la piena responsabilità di kosen-rufu, indipendentemente dal ruolo che ricopriamo?
Inoltre, in quanto responsabili, come possiamo valorizzare al meglio ogni persona affinché svolga una funzione vitale per il nostro movimento e, in particolare, come sostenere i giovani nel passaggio al Gruppo uomini o donne? E qual è la funzione dei vice responsabili e dei sostenitori?
Studiando La nuova rivoluzione umana possiamo osservare che quasi ogni pagina contiene la parola “determinazione”, in giapponese ichinen, quel momento in cui ogni cellula del nostro essere è impegnata nel realizzare un obiettivo.
In ogni suo sforzo per realizzare un obiettivo, il presidente Ikeda ha prima di tutto deciso di realizzare la vittoria, e il “come” si è chiarito poi di conseguenza.
Quindi, come può ognuno di noi prendere questa stessa decisione, sviluppare lo stesso ichinen per il bene dell’umanità e decidere di fare della visione del maestro la propria missione? In altre parole, qual è la strada per risvegliare la nostra missione?
La gratitudine è il punto di partenza in questo percorso. Come afferma Sensei:
«Una persona che riconosce i propri debiti di gratitudine è umile, seria e sincera.
Nella sua vita c’è crescita, miglioramento e coraggio.
Una persona che riconosce i propri debiti di gratitudine riesce a rispettare gli altri e a prendersene cura» (NR, 788)
E ancora:
«Nessuno è più forte o nobile di una persona che ha il cuore colmo di gratitudine. Nel Buddismo, la gratitudine è la base di tutto» (NR 486)
Se «la gratitudine è la base di tutto», qual è il modo più naturale per sviluppare una sincera gratitudine?
Possiamo contare sulla nostra pratica quotidiana di Gongyo e Daimoku, approfondendo il significato delle nostre preghiere silenziose in cui esprimiamo gratitudine per il Gohonzon, per Nichiren Daishonin, per Nikko Shonin e per i nostri maestri Makiguchi, Toda e Ikeda, senza i quali non avremmo questa pratica, questa filosofia e la nostra preziosa organizzazione.
Approfondendo la gratitudine come nostro fondamento, possiamo risvegliarci naturalmente alla nostra missione e compiere la nostra rivoluzione umana.
Sensei afferma:
«Kosen-rufu comincia sempre con la rivoluzione umana di un singolo individuo. Una persona prende l’iniziativa con determinazione e incoraggia un’altra a fare lo stesso; poi ne ispirerà un’altra, e poi un’altra ancora. Il coraggio di un individuo richiama il coraggio degli altri. Questa catena di determinazione trasmessa da una persona all’altra, da cuore a cuore, è la chiave per lo sviluppo del nostro movimento. Perciò per l’espansione di kosen-rufu è indispensabile far crescere il maggior numero possibile di persone che si dedicano a realizzare questa grande missione» (NR, 486)
Come sappiamo, la rivoluzione umana significa un cambiamento interiore che determina un cambiamento esterno.
Approfondire questa determinazione o ichinen non dipende dal fatto che abbiamo o meno un ruolo di responsabilità nella nostra organizzazione. Dipende solo dal nostro atteggiamento nella fede e nelle azioni che intraprendiamo, dal decidere di essere “quell’unico discepolo” che fa la differenza, dichiarando: “Non importa quali sfide dovrò affrontare, io sono Shin’ichi Yamamoto!”.
Questa determinazione ci porta anche a voler far crescere altre persone in modo che possano manifestare il loro pieno potenziale, come scrive Sensei:
«Ripagare i nostri debiti di gratitudine è una prova di umanità che portiamo a compimentoquando trasmettiamo alla generazione successiva ciò che abbiamo ricevuto.
In altre parole, ripaghiamo i nostri debiti di gratitudine prendendoci cura, incoraggiando e facendo crescere i nostri giovani successori» (NR, 788)
Riguardo alla fase di passaggio dal Gruppo giovani ai Gruppi donne e uomini, questo è un momento estremamente importante poiché va considerato come un punto di ripartenza per la fede e la vita di una persona.
È importante perciò preparare con cura l’accoglienza da parte dei Gruppi donne e uomini nei confronti di coloro che hanno ricevuto una formazione nel Gruppo giovani.
Dopo il passaggio, potrebbe essere necessario del tempo prima che la persona si adatti alla nuova attività ed è importante che i responsabili uomini e donne continuino a incoraggiarli dialogando con loro.
C’è un passo de L’eredita della Legge fondamentale della vita in cui leggiamo:
«In generale, che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo spirito di “diversi corpi, stessa mente, senza alcuna distinzione fra loro, uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita» (RSND, 1, 190)
In occasione di un corso di studio europeo di qualche anno fa, sulla base di questo brano è stato spiegato che i membri del Gruppo giovani possono essere considerati come i “pesci”, mentre i membri dei Gruppi donne e uomini sono come l’“acqua”.
I giovani possono nuotare in acque molto nutrienti. Grazie al senso di sicurezza generato dalla fiducia riposta in loro dai responsabili adulti, i giovani possono godersi la loro attività in completa libertà, come pesci che nuotano.
Quando si parla di “nutrire i giovani” non basta pensare di “sostenerli”, ma serve assumersi la piena responsabilità affinché ogni giovane della nostra organizzazione possa crescere e vincere nella vita.
Poi, quando i membri giovani passano al Gruppo donne e uomini “si trasformano” in “acqua”. Questa transizione “dall’essere pesce” a “essere acqua” rappresenta spesso una grande sfida.
Possiamo anche applicare l’esempio dell’acqua e del pesce alla differenza di ruolo e responsabilità di ogni persona. Molte volte, il responsabile centrale deve agire come un pesce, mentre i vice responsabili e sostenitori devono agire come l’acqua. Ad alcuni potrebbe sembrare che il ruolo del pesce sia più significativo, ma in realtà senza l’acqua in cui nuota ricca di sostanze nutritive, il pesce morirebbe! Il ruolo “dell’acqua” svolto da sostenitori e vice responsabili è quindi cruciale.
Dobbiamo avere chiaro che la questione di come svolgere al meglio le attività e del giusto atteggiamento come responsabili è inseparabile dall’unità di itai doshin (diversi corpi, stessa mente).
Per quanto riguarda la domanda sulll’atteggiamento da avere come vice responsabili e sostenitori, ne La nuova rivoluzione umana si trovano tanti brani significativi.
Ad esempio:
«Permettetemi di cominciare chiarendo l’atteggiamento che i vice responsabili dovrebbero coltivare. Solo perché non sono responsabili centrali, non dovrebbero tenersi in disparte ed essere passivi nelle attività. Quando ci estraniamo dall’organizzazione, perdiamo il nostro senso di responsabilità. Sentirsi responsabili di kosen-rufu in ogni momento è il vero barometro della fede.
[…] Josei Toda riteneva che l’organizzazione della Soka Gakkai potesse essere considerata il “Budda Soka Gakkai”. La Soka Gakkai è apparsa per ereditare il mandato di Nichiren Daishonin di realizzare kosen-rufu nell’eterno futuro dell’Ultimo Giorno della Legge.
Ecco perché Toda disse che la Soka Gakkai era per lui più preziosa della sua stessa vita.
Molti vice responsabili non possono dedicare alle attività della Gakkai tutto il tempo che desiderano a causa di varie circostanze, per esempio il lavoro. Ma anche se il tempo a loro disposizione è limitato, non devono mai recedere di un solo passo nella loro determinazione» (NRU, 22, 225)
La parola chiave, quindi, è “mai indietreggiare di un solo passo”. Come vice responsabili o sostenitori, molte volte bisogna agire per creare un’unità centrata sul responsabile centrale, ma dentro di noi non dobbiamo mai indietreggiare di un solo passo. Al contrario, come ci esorta Sensei, è necessario assumere la stessa o anche una maggiore determinazione dei responsabili centrali.
Nel seguente brano, Sensei trasmette chiaramente come dovrebbero agire i responsabili centrali:
«I responsabili centrali dovrebbero lavorare a stretto contatto con i loro vice, assicurandosi che possano esercitare le loro capacità al massimo, senza trattenersi e facendo in modo che si sentano completamente coinvolti. Ad esempio, le giovani donne responsabili di capitolo potrebbero pensare che sia sufficiente coordinarsi con le responsabili di settore, invece questo non basta. L’unione degli sforzi delle responsabili centrali e delle vice sarà la forza trainante per rendere l’organizzazione solida, a prescindere da ciò che accadrà.
[…] Si può dire che la forza di un’organizzazione dipenda dalla cooperazione e dallo stretto coordinamento tra i responsabili centrali e i vice. Se i responsabili centrali fanno tutto da soli, si esauriranno e finiranno per bruciarsi. Ma se possono contare su diversi vice responsabili che lavorano insieme a loro e si coordinano con loro, le attività possono essere efficaci.
L’unità dell’organizzazione inizia dall’unità tra i responsabili centrali e i loro vice. Da lì parte l’unità di “diversi corpi, stessa mente” e può essere costruita una solida organizzazione, come le pareti in pietra di un castello inespugnabile» (NRU, 22, 265)
Sensei spesso incoraggia ogni membro ad agire come il presidente della Soka Gakkai. Non sta parlando di ruolo o di livello di responsabilità, ma del fatto che tutti i membri, indipendentemente dal livello di responsabilità, devono agire con la stessa determinazione del presidente della Soka Gakkai sul palcoscenico della nostra missione. Quando ne diventiamo consapevoli, diventiamo i principali protagonisti del movimento di kosen-rufu.
In conclusione, la determinazione dei discepoli a portare avanti la lotta condivisa con il maestro è la chiave per poter essere protagonisti del movimento kosen-rufu.
Per questo è fondamentale vivere mettendo alla base il grande voto condiviso tra maestro e discepolo. Soprattutto, è importante che i membri del Gruppo giovani abbiano lo stesso voto formulato dal nostro maestro perché quando arrivano le tempeste degli ostacoli, il voto formulato in gioventù può sostenere una fede incrollabile in qualsiasi circostanza della vita.
E riferendosi in particolare ai responsabili, nel suo discorso che è stato proiettato all’undicesima riunione dei responsabili di centro Sensei afferma:
«Per quanto riguarda il nostro movimento di kosen-rufu, quando i responsabili progrediscono, tutti progrediscono. Quando i responsabili crescono, tutti crescono. Se invece i responsabili non fanno altro che parlare senza mai agire, non ci sarà vittoria.
Quando un responsabile determina: “Realizzerò la mia rivoluzione umana! Mi rafforzerò e migliorerò!”, e poi agisce prendendo personalmente l’iniziativa, da lì nasce la forza trainante per continuare sempre a vincere. Questa è l’unica formula per essere sempre vittoriosi» (NR, 787)
Con la consapevolezza che solo attraverso il nostro sviluppo e la nostra rivoluzione umana possiamo aprire la strada alla vittoria, miriamo a maggio, mese in cui celebreremo il 50° anniversario della Conferenza europea, e al 18 novembre, che segna il decimo anniversario dell’inaugurazione del Palazzo del grande voto di kosen-rufu!
