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Domanda e risposta - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:55

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Domanda e risposta

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Masaaki Morinaka ha risposto a molte domande, grazie alle quali i partecipanti hanno potuto chiarire i loro dubbi e approfondire i temi delle lezioni. Ne riportiamo alcune

D: Quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere un responsabile della SGI?

R: Ci sono due caratteristiche principali per i responsabili della SGI:
• Essere il fulcro dell’unità di itai doshin (diversi corpi, stessa mente);
• Dare continui incoraggiamenti a ogni persona.
Riguardo alla prima caratteristica, un’organizzazione unita nello spirito di “diversi corpi, stessa mente” può svilupparsi sicuramente anche se si trova in circostanze difficili. D’altra parte se un’organizzazione è caratterizzata da “diversi corpi, diverse menti” non potrà creare nessun avanzamento per kosen-rufu.
Se realizziamo l’unità di “diversi corpi, stessa mente” sicuramente le nostre attività saranno più piacevoli. Tuttavia, non possiamo aspettarci di creare automaticamente questo tipo di unità, senza alcuno sforzo.

Riconfermiamo sette importanti linee guida per creare un’organizzazione di “diversi corpi, stessa mente”
1) Raccogliere il coraggio per creare unità.
2) L’unità sarà creata attraverso la nostra preghiera.
3) Proteggere le figure centrali.
4) Rispettarci reciprocamente e mantenere una stretta comunicazione e report regolari.
5) Fare attenzione a non provare odio e gelosia.
6) L’unità è la prova della nostra rivoluzione umana e la trasformazione della nostra condizione vitale.
7) Andare avanti mettendoci in guardia l’un l’altro per evitare qualunque azione che possa distruggere l’unità.
Ne La nuova rivoluzione umana il presi­dente Ikeda scrive: «Per spiegare il giusto atteggiamento nella fede, Nichiren Dai­shonin utilizza il passo del Sutra del Nirvana che dice: “Basati sulla Legge e non sulla persona”.
La nostra fede deve sempre basarsi sulla Legge. Per realizzare kosen-rufu e necessario unirci con l’unico scopo di promuovere le nostre attività. Coloro che sono incapaci di praticare in unita con la figura centrale a causa di un’avversione personale, non si stanno basando sulla Legge ma sulle proprie emozioni. Questo e egoismo. Ciò significa essere sconfitti dalla propria mente.
Alla fine, chi si comporta in questo modo devierà dal retto sentiero della fede. D’altro canto, se proteggiamo la figura centrale saremo protetti a nostra volta. Questa e la legge di causa ed effetto.
Allo stesso tempo, spero che coloro che sono stati nominati responsabili si prendano veramente cura dei membri dell’organizzazione e lo facciano senza darsi arie o assumere comportamenti autoritari.
I responsabili esistono per “servire” i membri. Coloro che lavorano per kosen-rufu sono tutti Bodhisattva della Terra, sono tutti Budda. Possiamo accumulare grandi benefici solo nella misura in cui lottiamo per incoraggiare gli altri e ci sforziamo per il bene dei nostri amici membri.
Per favore, rispettatevi e abbiate fiducia l’uno nell’altro, compensate reciprocamente i vostri difetti e aiutatevi come buoni compagni. Cosi facendo, creerete un’unita ferrea, che costituirà la vostra più grande forza.
Il Daishonin scrive nel Gosho che “quando fra le persone prevale lo spirito di diversi corpi, stessa mente, realizzeranno tutti i loro scopi, mentre se hanno ‘uno stesso corpo e diverse menti’ non possono ottenere niente di notevole” (RSND, 1, 550). Se vi unirete con lo spirito rivolto allo scopo di kosen-rufu, ogni vostro sforzo porterà alla vittoria» (NRU, 7, 79).

La forza motrice del progresso
Ne La nuova rivoluzione umana leggiamo: «Essere un responsabile non autorizza in alcun modo una persona a essere autoritaria o a tiranneggiare i propri compagni di fede. Un vero responsabile e sempre sincero, incoraggia gli altri con tutto il cuore ed e al servizio dei membri, che sono i figli del Budda. Inoltre riesce a mettere tutti a proprio agio.
Un responsabile autoritario e colui che guarda gli altri dall’alto in basso, alza la voce e li fa sentire a disagio. Un vero responsabile della Gakkai, d’altro canto, e una persona in presenza della quale gli altri si sentono rinvigoriti e a proprio agio, pieni di speranza e di coraggio.
La forza motrice del progresso di kosen-rufu e l’armoniosa unita delle persone che lavorano insieme sulla base del rispetto reciproco. I membri non devono mai risentirsi, odiarsi, sminuirsi o invidiarsi tra loro. Ciò equivarrebbe a una grande offesa alla Legge, e chi la commette riceverà effetti negativi, danneggerà l’organizzazione e in definitiva distruggerà kosen-rufu» (NRU, 9, 261).

Ma come si crea l’unita tra i membri?
«La chiave e la preghiera, recitare Daimoku con impegno. Quando incontriamo qualcuno con cui è difficile relazionarsi, dobbiamo pregare sinceramente per quella persona.
Quando litighiamo o ci scontriamo con qualcuno, significa che la condizione vitale di entrambi e bassa. Pregare per la felicita dell’altro ci aiuterà a elevare il nostro stato vitale.
I conflitti emotivi sono frequentemente causati da malintesi, perciò e importante che parliamo l’uno con l’altro senza preconcetti. Bisogna avere il coraggio di dialogare tra noi. Non c’e alcuna ragione per cui due persone di fede che condividono lo scopo fondamentale di kosen-rufu non possano risolvere le loro divergenze.
Non importa quanto i membri siano capaci presi singolarmente, se non sono in grado di andare d’accordo gli uni con gli altri l’organizzazione nel suo complesso non potrà manifestare il suo pieno potenziale.
Un’organizzazione armoniosa, d’altra parte, moltiplica di parecchie volte la forza di ogni individuo» (Ibidem). A volte pensiamo: “Se non ci fosse quella persona, sarebbe meglio…”. Siamo esseri umani, quindi è naturale avere questo tipo di pensiero. Ma l’unico modo per avanzare è elevare la nostra condizione vitale. La chiave risiede nel fare la nostra rivoluzione umana piuttosto che aspettare che siano gli altri a elevare il loro stato vitale.

L’unità parte dalla rivoluzione umana
Nel capitolo Luce di felicità de La nuova rivoluzione umana leggiamo: «I responsabili centrali dovrebbero abbracciare tutti con un animo generoso e tollerante, e lavorare intensamente dietro le quinte per il bene del Buddismo e dei membri.
Allo stesso tempo, devono opporsi energicamente a chiunque cerchi di distruggere o causare problemi all’interno della Soka Gakkai, altrimenti non saranno in grado di sostenere e proteggere i membri, i nobili figli del Budda, che cadranno facilmente in una spirale di infelicità. Senza un ardente spirito combattivo, senza determinazione e coraggio non si può essere un responsabile di kosen-rufu.
[…] In fin dei conti, ciò che è veramente importante è l’unità. Se nella Soka Gakkai non ci sarà più l’unità, si bloccherà la propagazione del Buddismo. Abbiamo bisogno di costruire un’invincibile e indistruttibile cittadella di persone dalla fede incrollabile, che si basino su un’unità solida come la roccia. Per realizzare l’unità, bisogna innanzi tutto portare avanti la propria rivoluzione umana. Non si può creare unità senza superare il proprio egocentrismo ed egoismo (NRU, vol. 25, cap. 1, p.te 16-17).

Il fulcro è la relazione maestro e discepolo
«Qual è il requisito fondamentale per creare unità nel mondo della Soka Gakkai? Per tutti noi il requisito fondamentale è rimanere ben saldi al principio cardine di maestro e discepolo, sforzandoci insieme per il bene di kosen-rufu. Questa è la base dell’unità nella Soka Gakkai. L’atteggiamento di “diversi corpi, stessa mente”, o unità di itai doshin, va trovato unicamente ricercando lo spirito di maestro-discepolo e compiendo azioni in accordo con la visione del nostro maestro.
Se vi impegnate seriamente nel realizzare l’unità, non dovreste criticare alle spalle o parlar male dei compagni. Questo dà solo modo alle funzioni negative di formare una fessura attraverso la quale poter entrare e creare poi divisioni all’interno dell’organizzazione, che potrebbero portare in seguito alla distruzione del Buddismo del Daishonin. Toda spesso diceva che per lui la Soka Gakkai era più importante della sua stessa vita, perché è l’unica organizzazione nel mondo che agisce in accordo con la volontà e il desiderio del Budda di realizzare kosen-rufu. Di conseguenza dobbiamo proteggerla assolutamente. È naturale che a volte i responsabili abbiano tra loro opinioni diverse. In quei frangenti dovrebbero parlarsi direttamente, ascoltando con attenzione le parole dell’altro, senza perdere le staffe o farsi prendere dall’emotività.
[…] Il motore di kosen-rufu inizierà a viaggiare spedito solo quando tutti saranno uniti nello spirito e sarà ingranata la marcia della solidarietà e dell’unità, senza alcun indugio. Criticare o parlare male dei membri alle loro spalle, anche se fatto impulsivamente, è di fatto un’offesa alla Legge. Delle quattordici offese elencate nel Sutra del Loto, le ultime quattro sono “disprezzare, odiare, invidiare e serbare rancore” in particolare nei confronti dei compagni di fede che si sforzano sinceramente nella loro fede e pratica buddista.
[…] Di fatto calunniare gli altri membri distrugge lo spirito di unità necessario per far avanzare kosen-rufu e crea confusione nel cuore delle persone, privandole della loro forza per poter andare avanti. Come scrive Nichiren Daishonin: “Né i non buddisti né i nemici del Buddismo possono distruggere il corretto insegnamento del Tathagata, ma i discepoli del Budda possono senza dubbio farlo. Come dice un sutra, solo i vermi nati dal corpo del leone stesso possono cibarsene” (RSND, 1, 267). Questa è una lezione che bisogna incidere profondamente nei nostri cuori» (NRU, vol. 25, cap. 1, p.te 16-17).
Sforziamoci sempre di creare un’unità armoniosa e non lasciamo alcuno spazio alle funzioni demoniache.
Creiamo una solida organizzazione che sia un modello dell’unità di “diversi corpi, stessa mente”.

D: Molti di noi hanno stabilito grandi obiettivi quest’anno, sia nella vita personale che per la crescita dell’organizzazione. Poiché ci stiamo avvicinando al 18 novembre, come possiamo avanzare con la convinzione che realizzeremo tutti i nostri obiettivi?

R: Non dovete preoccuparvi, poiché ci sono tutte le condizioni per vincere. Quando lottiamo basandoci sulle guide del maestro Ikeda possiamo assolutamente raggiungere tutti i nostri obiettivi.
Durante la campagna del Kansai, sensei ha vinto ponendo l’accento su due fattori.
Primo: una forte preghiera in tutto il Kansai.
Il presidente Ikeda ha studiato insieme ai membri questo passo del Gosho: «Sto pregando con tanta convinzione come se dovessi accendere il fuoco con legna bagnata o estrarre l’acqua dal terreno riarso, affinché, nonostante questa sia un’epoca di disordini, il Sutra del Loto e le dieci fanciulle demoni proteggano ciascuno di voi» (RSND, 1, 395).
Questo passo esprime la sua accorata preghiera e determinazione di proteggere i suoi discepoli. Attraverso questo Gosho il presidente Ikeda ha trasmesso a tutti i membri che la loro sfida doveva cominciare con una forte e fervente preghiera, allora si sarebbe aperta la strada per la vittoria.
Secondo: avere considerazione di ogni persona, nell’unità di itai doshin.
Gli obiettivi che ci poniamo sono il mezzo per raggiungere questo risultato. Ponendoci sfide più grandi di qualsiasi cosa mai realizzata finora e sforzandoci per vincere possiamo approfondire la nostra fede. E tutti saranno pieni di gioia e felicità. I grandi leader sono coloro che riescono a guidare l’organizzazione in modo che tutti i membri possano sentire una grande gioia. Ciò che conta è quanto possiamo ampliare il numero di persone felici: questo significa aver considerazione di ogni membro. Senza alcun dubbio, la gioia si diffonderà come in un effetto domino.
La forza motrice che sostenne i membri del Kansai fu la gioia di fare shakubuku. Non c’è gioia più grande che aiutare gli altri a diventare felici.
Prima della campagna del 1956, i membri del Kansai non avevano mai provato una gioia simile.
Nel messaggio per il corso europeo sensei cita questa frase degli Insegnamenti orali: «Se in un singolo istante di vita esauriamo le sofferenze e gli sforzi di milioni di kalpa, allora istante per istante sorgeranno in noi i tre corpi del Budda di cui siamo eternamente dotati. Nam-myoho-renge-kyo è una simile pratica diligente» (pag. 16).
Questa è la frase che il maestro Ikeda ha inciso nel suo cuore durante la campagna del Kansai, impegnandosi con tutto se stesso; è stata la forza motrice della vittoria.
L’importante è fare un voto nel nostro cuore, come per dire al maestro: “Stia tranquillo, noi stiamo camminando insieme nello stesso sentiero, per kosen-rufu”. La causa della vittoria esiste già nei nostri cuori. Più di chiunque altro, sensei è convinto della nostra vittoria.

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