Partendo dai ricordi della “campagna di febbraio”, Ikeda afferma: «La convinzione suscita gioia e coraggio e ispira un rinnovato impegno per il dialogo». E proprio il dialogare con ottimismo, trasmettendo l’essenza del Buddismo attraverso l’esempio, rappresenta il modo più nobile di vivere
Sono davvero ammirevoli
i nostri membri che intrepidi
sfidano i venti dell’inverno!
Mentre il freddo invernale persiste, in tutto il Giappone i nostri membri traboccano di passione per kosen-rufu e intrecciano dialoghi con altre persone, determinati a compiere passi avanti. Sono colmo di gratitudine e rispetto di fronte ai resoconti che ascolto degli incredibili sforzi che i membri della SGI stanno realizzando in ogni regione.
Questo febbraio 2014, non solo Hokkaido, Tohoku, Shin’etsu, Hokuriku e altre zone settentrionali del Giappone, ma anche parti della regione Kanto, incluse le prefetture di Tokyo e Yamanashi, hanno subìto forti nevicate. Ai membri che si stanno sfidando in questa aspra stagione invernale rivolgo i miei pensieri e le mie preghiere più sincere per la salute e la sicurezza di tutti.
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Nel gennaio del 1952 mese precedente alla “campagna di febbraio” che segnò l’avvio della nostra tradizione annuale – il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda ci fece omaggio di questa poesia:
Un gruppo di amici
saldamente uniti,
la Gakkai
è campionessa
nel propagare la Legge.
In accordo con questa dichiarazione del nostro maestro, abbiamo alzato il vessillo di kosen-rufu, orgogliosi di essere i campioni della propagazione della Legge. Nel contempo, Toda diede indicazioni precise affinché in tutto il Giappone fossero i gruppi, la più piccola unità dell’organizzazione, a guidare l’impresa di espandere il nostro movimento.
Sfortunatamente a quel tempo molti responsabili non compresero le sue intenzioni e mancarono di far propria la sua visione. Alcuni la ignorarono del tutto, sostenendo che i gruppi non sarebbero mai riusciti a compiere quell’impresa e continuarono a portare avanti le attività come avevano sempre fatto, soddisfatti per il solo fatto di riunire i membri (a livello di settore o capitolo) per motivarli ad agire.
Nel suo editoriale per il numero di febbraio 1952 della rivista di approfondimento della Soka Gakkai Daibyakurenge, Toda mise in guardia sul fatto che i membri non si sarebbero mai sentiti ispirati a condividere il Buddismo di Nichiren Daishonin con gli altri se i responsabili si fossero limitati a ordinare loro di farlo, invece di aiutarli a comprendere la grandezza della fede e i benefici che si potevano ricevere dalla recitazione del Daimoku davanti al Gohonzon.
Se ciascun membro avesse acquisito fiducia nel potere della fede, sarebbe sorto naturalmente in lui il desiderio di condividerla con i propri amici e di agire in questa direzione. La convinzione suscita gioia e coraggio e ispira un rinnovato impegno per il dialogo.
Spostando l’attenzione sui gruppi, le riunioni sarebbero state dedicate più alle persone che ai cerimoniali; i membri avrebbero assunto un ruolo più importante nelle attività e si sarebbero dati da fare percependo quanta fiducia veniva riposta in loro. Ogni luogo in cui i membri prendono l’iniziativa per coinvolgere con coraggio gli altri in un dialogo sul Buddismo è un palcoscenico vitale e importante per aprire nuovi orizzonti nel nostro movimento per kosen-rufu.
Ecco perché le attività che portai avanti come consigliere del capitolo Kamata di Tokyo durante le attività di febbraio erano indirizzate a un impegno sul campo a livello di base: questo implicava incontrare i membri singolarmente, recitare Daimoku, agire e lottare insieme a loro.
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In quella prima “campagna di febbraio” del capitolo Kamata, abbiamo compiuto un nuovo passo avanti verso l’obiettivo di arrivare a settecentocinquantamila famiglie di membri. Non fu un’impresa guidata dall’alto.
Quando fui nominato consigliere di capitolo avevo solo ventiquattro anni e non conoscevo molti dei membri delle Divisioni donne e uomini di Kamata. Se non li incontravo e non parlavo con loro di persona, come potevo aspettarmi che si fidassero di me? Se non mi dedicavo personalmente allo sforzo di condividere il Buddismo con gli altri, come potevo aspettarmi che si impegnassero al mio fianco?
Così mi sono “tuffato” in mezzo a loro, ho condiviso la loro strenua lotta per superare le difficoltà e trasformare il proprio karma. Ho incontrato persone preziose, ho incoraggiato ciascuno a risvegliarsi alla propria nobile missione e ad assaporare la gioia di dedicarsi al voto di intraprendere la propria rivoluzione umana e realizzare kosen-rufu. Grazie a questi incontri cuore a cuore, ho scoperto nuovi individui capaci e ho continuato a incoraggiarli. In conseguenza di ciò, un numero senza precedenti di membri ha iniziato a condividere il Buddismo del Daishonin con gli altri, avviando dialoghi dovunque si recassero.
In quel periodo lungo un mese, sono sicuro che i membri di Kamata hanno sperimentato migliaia di dialoghi sul Buddismo. La fresca energia di nuovi individui capaci ha portato a innumerevoli scambi umani nei quali ognuno ha fatto scaturire dall’intimo la grande forza di un Bodhisattva della Terra, abbattendo le barriere e aprendo la porta su una nuova fase della nostra storia.
L’autore austriaco Stefan Zweig (1881-1942) scrisse: «Grazie a ogni singola dimostrazione di grandezza da parte di un essere umano, l’umanità acquista una dimensione nuova e più grande».
Tra le duecentouno famiglie che si unirono alla Soka Gakkai durante la “campagna di febbraio”, un uomo iniziò a parlare con gli altri del Buddismo del Daishonin già il giorno dopo essere diventato membro. Imprimendo nel cuore le parole: «Si deve diventare maestri della propria mente e non lasciare che la mente sia la propria maestra» (Lettera ai fratelli, RSND, 1, 447), egli si impegnò con serietà in questo sforzo. Un uomo a cui parlò di Buddismo lo maledì e gli gettò contro dell’acqua, ma nonostante questo il nuovo membro recitò per la sua felicità. Qualche tempo dopo, quando ebbe occasione di incontrarlo ancora, scoprì che si era unito alla Soka Gakkai. L’uomo si scusò sinceramente per come si era comportato e lo ringraziò moltissimo per avergli fatto conoscere gli insegnamenti del Daishonin.
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Il Daishonin era sempre estremamente premuroso con ogni persona. Leggendo le sue lettere, scopriamo spesso che non solo offre una guida al destinatario della lettera, ma esprime anche il suo apprezzamento e i suoi auguri per la moglie e dispensa parole di incoraggiamento ai figli e ai parenti. Venendo a sapere da Toki Jonin che sua moglie era malata, il Daishonin gli scrive: «La malattia di tua moglie, la monaca laica Toki, mi preoccupa come se a essere malato fossi io, e sto pregando gli dèi celesti giorno e notte per la sua guarigione» (Preghiera per la guarigione della monaca laica, RSND, 2, 628). Con profonda compassione, Nichiren entra sempre in comunicazione per sostenere e incoraggiare ogni persona possibile.
L’ambiente umanistico della SGI ha ereditato il suo spirito: in esso i membri condividono tra loro gioie e sofferenze e si sostengono a vicenda con tutto il cuore.
Ora stanno emergendo nuove file di individui capaci, splendida incarnazione della speranza del ventunesimo secolo. Quanto è rassicurante la vista dei giovani uomini, pieni di passione ed energia per creare un nuovo futuro luminoso! E quale grande fonte di ispirazione sono le preziose giovani donne, molte delle quali stanno partecipando alle cerimonie di entrata nel gruppo byakuren [un gruppo della Divisione giovani donne che si occupa della protezione dietro le quinte, n.d.r.] che stanno avendo luogo in tutto il Giappone!
La SGI si basa sull’apprezzamento della persona e sull’azione di rendere ciascuno capace di manifestare il proprio potere illimitato per fare la differenza nel mondo. Questo è il significato di una religione al servizio dell’umanità, una religione che si pone al fianco della gente.
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A Sado, nella prefettura di Niigata, questo mese si è svolto un forum della Divisione giovani sul tema della trasformazione della propria città in un regno di felicità. Le vivaci presentazioni dei giovani relatori, traboccanti di un profondo amore per le loro comunità, hanno ispirato i partecipanti.
Ne L’apertura degli occhi, che compose nel suo esilio a Sado, il Daishonin cita le parole: «Se uno è amico di una persona, ma manca della compassione di correggerla, in realtà è un suo nemico […]. Chi la libera dal male, sta agendo come un genitore» (RSND, 1, 259). Avere lo spirito di condividere il Buddismo significa proclamare con fiducia e coraggio l’insegnamento corretto, spinti da un desiderio sincero per la felicità degli altri.
Toda disse: «Condividere il Buddismo con gli altri dovrebbe essere fonte di piacere, non di sofferenza». Divertiamoci a farlo; non c’è bisogno di sentirsi tesi o essere sulla difensiva. Armati di un atteggiamento positivo e ottimista, parliamo con chi ci sta intorno e comunichiamo la nostra gioia e convinzione nella fede: questo contribuirà alla nostra personale rivoluzione umana e farà avanzare kosen-rufu.
Diffondere il Buddismo del Daishonin affinché noi e gli altri possiamo diventare felici insieme è in sé il modo più nobile e appagante di vivere.
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Recentemente il presidente della Soka Gakkai Minoru Harada ha condiviso con me la commovente esperienza di un neo membro della Divisione uomini che aveva ascoltato a una riunione di discussione a cui aveva preso parte.
L’uomo si era sentito ispirato a diventare membro di questa organizzazione dopo aver osservato gli esempi altruistici di medici, infermieri e di altri membri della Gakkai che si erano precipitati a offrire la loro assistenza nelle aree del Tohoku colpite dal terremoto e dallo tsunami nel marzo 2011. Egli disse: «Le loro parole erano piene di una sincerità e di una premura che commossero profondamente le vittime del disastro. Ogni volta che li osservavo in azione, gli occhi mi si riempivano di lacrime. Volevo conoscere meglio la fonte di quella loro instancabile passione nell’aiutare gli altri». L’uomo divenne membro della Soka Gakkai con la determinazione di cambiare radicalmente la propria vita. Dopo poco tempo fece conoscere il Buddismo del Daishonin a due suoi amici e ora pratica insieme a loro, percorrendo il sentiero dorato della fede.
Come afferma il Daishonin: «Il vero significato dell’apparizione in questo mondo del Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, sta nel suo comportamento da essere umano» (I tre tipi di tesori, RSND, 1, 756). Non esiste testimonianza più eloquente della grandezza del Buddismo del comportamento dei nostri membri. Le loro azioni sincere per il bene dei loro amici, delle loro comunità e società, hanno permesso a molte persone di stringere legami con il Buddismo in maniera naturale.
L’epoca attuale ha bisogno più che mai dei nostri sforzi per creare valore. Continuiamo a coinvolgere gli altri nel dialogo, senza risparmiare la voce, orgogliosi che la SGI sia un’organizzazione eternamente dedita a diffondere gli insegnamenti del Daishonin. Ricordate sempre: «La voce compie il lavoro del Budda» (BS, 109, 41).
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Questo mese hanno luogo in tutto il Giappone e nel mondo vivaci riunioni di discussione che rendono omaggio alla fiera storia della “campagna di febbraio”.
Facciamo traboccare le nostre riunioni di discussione di gioia e convinzione per la nostra pratica buddista e diamo vita a dialoghi sentiti e significativi. L’esempio armonioso e dinamico di ogni settore e gruppo è in sé lo slancio per creare una nuova era di kosen-rufu nel mondo.
Nella Raccolta degli insegnamenti orali, Nichiren Daishonin dice: «”Gioia” significa che noi e gli altri insieme sperimentiamo gioia». Ogni persona che partecipa alle nostre riunioni di discussione è importante. Assicuriamoci che ogni riunione sia allegra e piena di speranza, affinché tutti si sentano ispirati e felici di aver partecipato.
I miei amici
con coraggio
infrangono
ogni barriera
come pionieri di kosen-rufu!
18 febbraio 2014
(traduzione di Cristina Proto)
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Daisaku Ikeda / Vivere il Gosho ogni giorno
L’autentica ricchezza
«Da un punto di vista sociale, io, Nichiren, sono la persona più povera del Giappone, ma alla luce del Buddismo, sono la persona più ricca di tutto Jambudvipa. Quando considero che tutto ciò avviene perché il tempo è quello giusto, per la grande gioia non riesco a trattenere le lacrime. È impossibile ripagare il mio debito di gratitudine verso il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti» (Istituire i quattro bodhisattva come oggetto di culto, RSND, 1, 868)
La vera ricchezza di una persona non è determinata dal denaro o dallo status, ma dallo stato vitale.
Anche noi che seguiamo la Legge mistica, l’insegnamento del Daishonin, siamo le persone più ricche del mondo. Un’indistruttibile Soka Gakkai è stata costruita dalle persone comuni i cui cuori sono pieni della gioia del propagare la Legge. Continuiamo a diffondere il Buddismo del Daishonin, con la fierezza di coloro che possiedono un’insuperabile ricchezza interiore.