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Diffondiamo la Legge mistica nelle nostre comunità - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:11

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    Diffondiamo la Legge mistica nelle nostre comunità

    Da oggi, mirando al 18 novembre 2020, in unità con il nostro maestro, creiamo una nuova ondata di shakubuku per risvegliare la Buddità nella vita di più persone possibili e stabilire una società pacifica

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    Da oggi, mirando al 18 novembre 2020, in unità con il nostro maestro, creiamo una nuova ondata di shakubuku per risvegliare la Buddità nella vita di più persone possibili e stabilire una società pacifica

    Il maestro Ikeda scrive: «Il Buddismo originò dall’azione di Shakyamuni di comunicare la verità alla quale si era risvegliato. Egli cominciò a condividere la propria Illuminazione andando a trovare cinque suoi vecchi compagni. Conversò a lungo con loro e alla fine uno di essi comprese il suo messaggio. Poi, uno alla volta, anche altri lo seguirono. Perché diffondiamo la Legge? Shakyamuni così si rivolgeva ai suoi discepoli: “Andate avanti per il bene dei molti, per la felicità dei molti”. La nostra pratica non termina con l’Illuminazione personale; il suo scopo è realizzare la nostra e l’altrui felicità. Questo è ciò che fa del Buddismo una religione veramente umanistica» (BS, 197, 40).

    Nichiren Daishonin dichiara: «Da quando sono nato a oggi, io, Nichiren, non ho avuto un momento di tregua: ho solo pensato a propagare il Daimoku del Sutra del Loto» (Persecuzione con spade e bastoni, RSND, 1, 857).

    Il nostro unico pensiero, come buddisti, è come incoraggiare e sostenere gli altri, come infondere in loro la forza per vincere nella vita. Il Daishonin scrive anche: «Il Sutra del Loto è il seme, il Budda il seminatore e la gente il campo» (Gli elementi essenziali per conseguire la Buddità, RSND, 1, 664).

    Perciò, la cosa più importante è piantare il seme della Buddità nella vita di ogni persona. Si tratta semplicemente di creare un contatto umano e di comunicare agli altri, così come siamo, i benefici che derivano dalla pratica buddista.

    Il Daishonin ci assicura che una volta piantato, il seme della Buddità non verrà mai distrutto: «Se si riesce a stabilire una relazione anche con una sola frase della Legge meravigliosa [Nam-myoho-renge-kyo], questa relazione continuerà ininterrotta per un milione di kalpa» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 124, 59).

    Il trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese è scritto in forma di dialogo tra il padrone di casa (Nichiren Daishonin) e un viaggiatore (Hojo Tokiyori). Il loro confronto ha inizio da una “preoccupazione condivisa”: come riuscire a salvare le persone che stanno soffrendo. Al termine dell’incontro, l’ospite esprime la determinazione di avviare nuovi dialoghi con altre persone: in altre parole, un dialogo costituisce il punto di partenza del dialogo successivo.

    Quindi l’ospite non si limita ad abbracciare la fede, ma decide di impegnarsi concretamente nella pratica dello shakubuku.

    In questo senso, lo shakubuku non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza per un altro shakubuku. Una persona immersa nella sofferenza che si risveglia alla dignità della vita accenderà a sua volta la fiamma della speranza in molte altre persone.

    Il movimento di kosen-rufu inizia da una singola persona che si alza e agisce per trasformare la comunità in cui vive.

    Il maestro Ikeda scrive: «Fin da quando ero giovane, ho sempre considerato la comunità di cui ero responsabile come la terra della missione affidatami direttamente dal Daishonin. […] In tutte le cose il primo passo fondamentale è la preghiera sincera davanti al Gohonzon. Il Gohonzon è stato iscritto per permetterci di conseguire la vittoria. Questa è sempre stata la mia grande convinzione. In ogni luogo dobbiamo lottare per trasformare la comunità e “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”» (NR, 506, 7).

    Il prossimo anno segnerà il novantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai e il sessantesimo dalla nomina di Daisaku Ikeda a terzo presidente (1960).

    Da oggi, mirando al 18 novembre 2020, in unità con il nostro maestro, creiamo una nuova ondata di shakubuku per risvegliare la Buddità nella vita di più persone possibili.

    Qualunque difficoltà stiamo affrontando, continuiamo a piantare i semi della Legge mistica nelle nostre comunità, con fiducia e con coraggio. La realizzazione di 100.000 membri felici in Italia non sarà un punto di arrivo ma un nuovo punto di partenza per un ulteriore sviluppo di kosen-rufu in Italia, per creare una società pacifica a partire dal luogo in cui ci troviamo.

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    La chiave è la determinazione

    di Daisaku Ikeda

    «Qual è la chiave per far praticare gli altri? È la determinazione. Fin quando lei sarà fermamente determinato, potrà trasformare qualunque situazione.

    […] Per prima cosa, è importante pregare il Gohonzon con tutto il cuore di essere capace di condividere gli insegnamenti del Buddismo con gli altri. Quando lei prega in questo modo, le persone che stanno cercando il Buddismo appariranno nel suo ambiente. È anche fondamentale parlare della pratica buddista al maggior numero possibile di persone.

    Ovviamente, non c’è nessuna garanzia che qualcuna di loro si converta immediatamente. Ma ciò che conta è che lei continui tenacemente ad approfondire i legami di amicizia con quelle persone, pregando ogni giorno per la loro felicità e continuando a dialogare con loro. Se lei pianta i semi e li nutre con cura, sicuramente un giorno fioriranno e daranno frutti. Non c’è alcun bisogno di essere impazienti.

    Inoltre, anche se i suoi amici non hanno ancora deciso di unirsi alla Soka Gakkai, lei può sempre invitarli alle riunioni o studiare e recitare Daimoku assieme a loro.

    È importante lasciare che le cose accadano naturalmente. In ogni caso, tutti i suoi sforzi per far conoscere agli altri il Buddismo del Daishonin le torneranno indietro come fortuna.

    Che l’altra persona cominci a praticare oppure no, lei sta comunque creando le cause per conseguire la Buddità»

    (Tratto da La nuova rivoluzione umana, vol. 13, cap. 2 “Stella guida”, pag. 156)

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