In questa puntata della serie “Impariamo da La nuova rivoluzione umana”, pubblicata sul Seikyo Shimbun del 27 maggio 2020, il vicepresidente Hiromasa Ikeda evidenzia alcuni punti salienti del diciannovesimo volume
Punti principali:
- Custodire nel cuore un arcobaleno di speranza
- L’orgoglio di essersi laureato all’“università Toda”
- Stabilire una filosofia umanistica nella società
Nel primo capitolo del diciannovesimo volume de La nuova rivoluzione umana, dal titolo “Arcobaleno di speranza”, viene descritta in modo dettagliato la prima visita di Shin’ichi Yamamoto nella prefettura di Okinawa dopo la sua reintegrazione dagli Stati Uniti al territorio giapponese, avvenuta nel maggio 1972 (la visita di Shin’ichi ebbe luogo nel febbraio 1974, n.d.t.). Superando i pregiudizi e la mancanza di comprensione nei confronti della Soka Gakkai, i membri di Okinawa avevano fatto avanzare in modo sorprendente il movimento di kosen-rufu nelle loro rispettive comunità locali. Oltre all’isola principale di Okinawa, Shin’ichi visitò anche le altre isole dell’arcipelago, con l’obiettivo di accendere «nel cuore di tutti i membri di Okinawa, la fiamma dell’ispirazione che li avrebbe spronati alla crescita dinamica» (pag. 2).
Come per celebrare il forte legame tra Shin’ichi e i membri di Okinawa, luminosi arcobaleni adornarono il cielo durante ciascuna delle sue visite nelle isole di Ishigaki e Miyako, e nella città di Nago, sull’isola principale.
In quelle occasioni, Shin’ichi per incoraggiare i membri utilizzò proprio l’immagine dell’arcobaleno che attraversando il cielo crea un meraviglioso dipinto paesaggistico: «Non importa quanto sia profonda l’oscurità, o quanto forte soffi il vento, io spero che voi custodiate un arcobaleno di speranza nel vostro cuore e avanziate con uno spirito gioioso e indomito. L’arcobaleno è il simbolo della speranza, degli ideali e delle intenzioni più nobili. E la fede è la fonte di tutte queste cose» (pag. 75).
Proprio quando affrontiamo momenti difficili, è fondamentale custodire un arcobaleno nei nostri cuori e creare a nostra volta “un arcobaleno di speranza” nel cuore degli altri: questo è lo spirito sincero di Okinawa e della Soka Gakkai.
In questo mese di maggio (2020), “l’arcobaleno dell’incoraggiamento” Soka sta diffondendo il suo splendore sempre più radioso, disperdendo l’oscurità che la società si trova ad affrontare in questo periodo.
Puntando al 3 maggio, giorno della Soka Gakkai, i giovani hanno lanciato Utatsuku, un progetto collaborativo che li vede impegnati a creare insieme delle canzoni tramite piattaforme online. Animati dal desiderio di trovare un modo per infondere speranza nelle persone in questo periodo difficile causato dalla pandemia di Covid-19, giovani di diverse età e di vari paesi del mondo si sono incontrati virtualmente per creare una nuova canzone, che è stata intitolata Step Forward (Un passo avanti).
Il testo esprime il desiderio condiviso dei giovani di costruire un arcobaleno di speranza nel cuore delle persone: «Non abbiamo bisogno della pioggia / per far fiorire il domani. / La speranza per il futuro è in te e in me».
Dal 5 maggio al 30 giugno, i ragazzi e le ragazze del Gruppo futuro in Giappone sono stati incoraggiati a partecipare a un nuovo progetto chiamato Rainbow Challenge Toward 2030 (La sfida dell’arcobaleno verso il 2030).
Poiché i bambini attualmente trascorrono la maggior parte del tempo a casa, questo progetto costituisce un’opportunità per loro di crescere ulteriormente, affrontando “sette sfide”, proprio come i colori dell’arcobaleno. Tra queste vi è la sfida di approfondire ulteriormente la storia della loro famiglia in merito alla fede. Questa è anche una preziosa occasione per i genitori di condividere con loro il proprio punto di origine della relazione maestro e discepolo, nonché di trasmettere la storia delle attività per kosen-rufu nella loro famiglia.
Nel primo capitolo del diciannovesimo volume, “Arcobaleni di speranza”, Shin’ichi sottolinea lo sforzo necessario per far crescere i bambini e nutrire la loro vita: «È facendoci coinvolgere attivamente nella vita dei nostri figli, incoraggiandoli con molta cura e dando il nostro massimo per insegnare loro ciò che devono sapere che essi si formano come persone» (pag. 32).
Il futuro sviluppo di kosen-rufu inizia dal creare un “arcobaleno di successori Soka” nelle nostre famiglie.
Il secolo della vita
Il diciannovesimo volume de La nuova rivoluzione umana descrive anche le visite di Shin’ichi Yamamoto presso varie università d’oltreoceano, tra cui l’Università di Panama, l’Università Nazionale Maggiore di San Marco in Perù e l’Università della California, Los Angeles (UCLA), con le quali intraprese di propria iniziativa importanti scambi educativi. Alla base di tutto ciò vi era la profonda convinzione di Shin’ichi Yamamoto per cui le università sono il fondamento di una nazione e che «gli scambi fra le università di tutto il mondo si sarebbero trasformati in un grande, eterno fiume di pace e cultura» (pag. 91).
Il 1 aprile 1974 Shin’ichi tenne la sua prima lezione ufficiale presso un’università al di fuori del Giappone, l’Università della California, Los Angeles (UCLA). In questa storica lezione, intitolata Verso il ventunesimo secolo, Shin’ichi dichiarò: «Il ventunesimo secolo sarà un’epoca in cui la nostra attenzione si focalizzerà sull’essenza della vita stessa o meglio, questo dovrà essere il nostro imperativo» (pag. 161).
Il suo discorso basato sulla filosofia buddista mette in evidenza la natura essenziale della civiltà contemporanea, governata da desideri e attaccamenti, e fornisce inoltre importanti linee guida per tutta l’umanità che si trova ad affrontare miriadi di sfide nel ventunesimo secolo.
In quanto discepoli del maestro Ikeda, vorrei che tutti noi incidessimo profondamente nel nostro cuore che a costituire la forza trainante del suo impegno negli scambi educativi è sempre stato il suo orgoglio di essersi laureato a quella che chiama con affetto “università Toda”, dove ha ricevuto un’ampia e approfondita istruzione dal maestro Toda.
Nel terzo capitolo del diciannovesimo volume, dal titolo “Luce del sole”, in una conversazione con i rappresentanti dei giovani degli Stati Uniti, Shin’ichi dichiarò: «Posso affermare che l’università Toda è stata la migliore università del mondo. Ritengo che, come studente di quell’università sia mia responsabilità dimostrarlo ampiamente, cosa che farò certamente» (pag. 206). Poco prima di tenere la sua lezione presso l’Università della California, Shin’ichi Yamamoto si rivolse nel proprio cuore al suo maestro Josei Toda: «Sensei! Oggi, in sua rappresentanza, parlerò di un aspetto della filosofia buddista della vita che ho appreso da lei. Ho intenzione di proclamare al mondo la nostra filosofia Soka. Per favore, osservi il suo discepolo in azione» (pag. 160).
Attraverso azioni concrete, Shin’ichi si impegnò senza sosta per dimostrare che l’università Toda, senza nemmeno un edificio, era davvero la «migliore università del mondo» (pag. 206). Questi suoi sforzi basati sul sincero desiderio di far conoscere a tutto il mondo la grandezza del suo maestro, hanno portato come frutti trentadue inviti a tenere delle conferenze e il conferimento di trecentonovantasei onorificenze, tra cui lauree honoris causa e altri titoli da parte di università e istituzioni di tutto il mondo.
Quest’anno (2020) ricorre il settantesimo anniversario dell’inizio delle lezioni all’università Toda; inoltre, in questo mese di maggio celebriamo anche il quarantacinquesimo anniversario del conferimento della prima laurea honoris causa al maestro Ikeda da parte dell’Università statale di Mosca.
Nel secondo capitolo del diciannovesimo volume, intitolato “Canto di vittoria”, si legge: «Quando Shin’ichi parlava di Toda in qualità di suo discepolo, arrossiva di gioia e orgoglio infiniti» (pag. 94). In effetti, la più grande fonte di coraggio e di gioia si trova nelle nostre azioni per far conoscere a tutti le grandi realizzazioni del nostro maestro.
Una crescente ondata di attività basata sull’umanesimo buddista
A novembre del 1972, durante la riunione dei responsabili della sede centrale della Soka Gakkai, Shin’ichi aveva esortato i giovani con queste parole: «Le persone di ogni nazione nel mondo possiedono il diritto alla vita […]. È giunto il momento di avviare un movimento di persone risvegliate a questo diritto e per questo conto sul Gruppo giovani» (pag. 227).
Questo discorso ispirò i giovani a dare vita a un progetto di pubblicazioni pacifiste.
I membri del Gruppo giovani di Okinawa furono i primi a sviluppare un piano per implementarlo, e durante la loro riunione generale i giovani di Okinawa, a maggio 1973, definirono le attività da intraprendere in merito, tra cui la pubblicazione delle esperienze di guerra raccontate da coloro che le avevano vissute in prima persona.
In occasione della sua visita a Okinawa nel febbraio del 1974, Shin’ichi diede alcuni consigli al presidente del comitato per le pubblicazioni pacifiste del Gruppo giovani di Okinawa, sottolineando che se la filosofia buddista «diventa parte della vita dei leader mondiali e delle persone in ogni parte della terra, non vi saranno più guerre e problemi come la povertà, la fame, la malattia e la violazione dei diritti umani non sarà più tollerata» (pag. 252).
Egli sottolineò inoltre che il diritto alla vita deve essere sostenuto da una profonda filosofia, facendo notare che il Buddismo pone come suo principio fondamentale proprio la sacralità della vita.
A giugno dello stesso anno, il Gruppo giovani di Okinawa pubblicò Uchikudakareshi Urumajima (Urumajima e la devastazione della guerra), la prima delle pubblicazioni pacifiste del Gruppo giovani della Soka Gakkai. Successivamente, il progetto si è esteso anche a Hiroshima, Nagasaki e altre prefetture del Giappone.
Fin dalla dichiarazione del maestro Toda per l’abolizione delle armi nucleari nel 1957, sono stati i giovani a generare una crescente ondata di attività basate sull’umanesimo buddista, con lo scopo di realizzare la visione del loro maestro.
Ad esempio, nel 2008 il Consiglio della Contea di Allegheny in Pennsylvania ha espresso parole di lode e apprezzamento nei confronti dei giovani degli Stati Uniti per il loro contributo sociale, affermando che, insieme al presidente Ikeda, i giovani della SGI hanno la missione e la responsabilità di stabilire una filosofia umanistica nella società.
Continuiamo a valorizzare i giovani, che hanno una missione incredibilmente grande, ed espandiamo la nostra rete di sostegno e incoraggiamento guidata da loro. Questo è il mezzo concreto per mettere in pratica la seguente guida del nostro maestro: «Il grande obiettivo di realizzare la pace può essere raggiunto solo quando le generazioni più giovani passano all’azione. Per costruire una pace duratura, è necessario sostenere i giovani e il loro potenziale» (pag. 255).
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NRU, volume 19
Contenuti principali
Capitolo “Arcobaleno di speranza”
A febbraio del 1974, Shin’ichi compie la sua prima visita a Okinawa, dopo la reintegrazione al territorio giapponese.
Si reca poi sull’isola di Ishigaki, Miyakojima e Nago, nella parte settentrionale della prefettura.
Capitolo “Canto di vittoria”
Shin’ichi visita Nord, Centro e Sud America. A Panama incontra per la prima volta il presidente Demetrio Basilio Lakas.
Capitolo “Luce del sole”
Shin’ichi tiene la sua prima lezione all’estero, presso l’Università della California, a Los Angeles. Durante occasioni come la riunione generale delle Americhe, si impegna al massimo per far crescere e formare i giovani.
Capitolo “La Torre preziosa”
I giovani di Okinawa, Hiroshima e Nagasaki si attivano per creare un’ondata di pace in ogni zona, attraverso la pubblicazione di scritti contro la guerra, fino ad arrivare a ottanta volumi. Un uomo non vedente partecipa a uno zadankai.