Partecipare insieme alle attività permette di alleggerire lo spirito quando emergono sofferenza e pesantezza. È normale che in un gruppo ci siano opinioni differenti, ma è il desiderio di realizzare kosen-rufu che permette, attraverso la fede, di superare le divergenze e nutrire rispetto reciproco
Con questa puntata si conclude il secondo capitolo del volume 26, pubblicato sulle pagine del Seikyo Shimbun. Il testo è disponibile anche su www.ilvolocontinuo.it
Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto
La fede è una lotta spirituale con il dubbio, in altre parole con un cuore titubante. È la lotta per infrangere l’illusione e la mancanza di fiducia che ci porta a pensare che non possiamo diventare felici, o che non abbiamo alcuna speranza. Vuol dire costruire una convinzione assoluta e far sì che il potere della Legge mistica sgorghi dall’interno della nostra vita.
Shin’ichi Yamamoto disse: «Da un punto di vista economico viviamo tempi difficili; ma proprio per questo bisogna risvegliare una fede salda e potente, per quanto difficile possa essere la situazione, e dare una prova concreta nella vita quotidiana, sul posto di lavoro e nella nostra comunità, basandoci su una fede incrollabile. Nichiren Daishonin scrive: “Tutti i fenomeni sono manifestazioni della Legge buddista” (WND, 2, 841). Perciò, come praticanti del Buddismo di Nichiren, la nostra missione è dimostrare nella società i benefici della pratica buddista. Per questa ragione esorto ognuno di voi, tramite la fede nella Legge mistica, a sfidarsi più degli altri studiando, lavorando sodo, ingegnandosi e utilizzando le capacità personali nei rispettivi ambiti.
«È inoltre importante creare relazioni umane come persone di cui gli altri si fidano, forgiando se stessi e migliorando il proprio carattere. Le persone sono influenzate e ispirate da altre persone, seguono coloro che sanno essere gentili, onesti, sinceri e pieni di calore. Individui di questo tipo, con queste qualità, probabilmente hanno successo anche negli affari, e gli altri saranno disposti ad ascoltarli quando parlano di Buddismo. Al contrario, le persone non si sentiranno attratte da chi si mostra sgradevole, sgarbato, egoista e freddo. Con una personalità del genere, piuttosto che promuovere la Legge si finirà per denigrarla. Ecco perché desidero ricordare che la propria rivoluzione umana, cioè il miglioramento del proprio carattere, è la chiave di ogni cosa, sia in relazione al lavoro che a kosen-rufu».
I “tesori del cuore” che accumuliamo grazie alla pratica buddista risplenderanno nella nostra condizione vitale e nel carattere. Essi contribuiscono più di ogni altra cosa alla realizzazione di kosen-rufu. Il poeta americano Walt Whitman (1819-92) scrisse in Foglie d’erba: «La riforma è necessaria? Con la tua azione? Maggiore è quella fondamentale riforma, più grande è la personalità atta a realizzarla».
Solo quando, poco dopo le otto, ebbe termine la cerimonia di Gongyo che celebrava il diciottesimo anniversario della fondazione del capitolo Matsuyama, Shin’ichi riuscì a cenare. Per farlo andò nella stanza del custode e quando ebbe finito fu raggiunto da Akie Sasaki, responsabile della Divisione donne della regione Shikoku, da Yoshie Tabuchi, responsabile della Divisione donne della prefettura di Ehime e da altre persone.
Una delle responsabili disse: «La ringrazio infinitamente per aver incontrato tutti quei membri di Ehime, sia ieri alla riunione dei responsabili di prefettura che alla cerimonia di Gongyo di oggi. Erano tutti molto felici. Ci sono ancora molti membri che vorremmo farle incontrare: potremmo chiedere ad alcuni di loro di venire domani, al momento della partenza?». Il giorno successivo, il 18 gennaio, Shin’ichi aveva programmato di recarsi dalla prefettura di Ehime a quella di Kagawa sempre sull’isola di Shikoku.
Shin’ichi domandò: «Riuscirete a contattarli in tempo per domani?». «Sì, non sarà un problema!», rispose la donna. Shin’ichi annuì e chiese a Kazumasa Morikawa, responsabile generale della regione, a che ora era il treno. Morikawa rispose che era previsto per le 14.23. «In tal caso, se siete d’accordo, organizziamo una cerimonia di Gongyo per la Divisione donne, a mezzogiorno di domani». Le due responsabili sorrisero felici. Anche se l’agenda di Shin’ichi era già molto fitta, egli decise di dedicare a quell’incontro il tempo normalmente riservato al pranzo.
Poi aggiunse: «Potete anche invitare membri di altre Divisioni, se desiderano partecipare. Non ci sono problemi. Domani però è un giorno feriale e molti di loro dovranno lavorare. Mi raccomando, non chiedete di prendere un giorno di ferie per partecipare. Se fosse possibile, vorrei incontrare di persona tutti i nostri compagni di fede. Poiché sono il presidente di tutti i membri, è naturale mettermi al loro servizio: questo è il significato della responsabilità nella Soka Gakkai. I responsabili esistono perché ci sono i membri, non viceversa: la nostra organizzazione andrà in rovina se i responsabili traviseranno questo punto».
La Gakkai è una comunità di Bodhisattva della Terra che sta realizzando nell’epoca moderna la pratica del Bodhisattva Mai Sprezzante; di conseguenza le sue fondamenta spirituali si trovano nel rispettare ogni persona, nel pregare e adoperarci per la felicità di tutti e fare il massimo per aiutare e sostenere gli altri. Nella società attuale l’indifferenza verso gli altri sta predominando. L’atteggiamento di sincera umanità è caduto in disuso, mentre tendono a dominare le relazioni basate sull’interesse egoistico e sul potere. Proprio per questa ragione bisogna costruire una società ricca di calore umano e caratterizzata dal rispetto reciproco, dalla fiducia e dal sostegno. È questa la missione della Soka Gakkai e i responsabili devono prendere l’iniziativa in tal senso. Una rivoluzione nella condizione vitale e nel carattere dei responsabili, quindi, è la più grande forza trainante del movimento di kosen-rufu.
Sin dalle prime ore del mattino del 19 gennaio, Shin’ichi sedeva di fronte a una pila immensa di libri e cartoline illustrate, intento a scrivervi delle “calligrafie” di incoraggiamento per i compagni di fede. Poco prima di mezzogiorno, dopo aver incontrato nell’atrio del Centro culturale diversi membri impegnati in prima linea nella società insieme alle loro famiglie, partecipò alla cerimonia di Gongyo della Divisione donne. Riuniti per l’occasione non c’erano solo i membri della Divisione donne, tra cui persone della zona che erano venute con i loro figli, ma anche rappresentanti delle Divisioni uomini e giovani uomini.
«Benvenuti!» esclamò Shin’ichi, salutando tutti con un sorriso. «Grazie di essere qui oggi, nonostante i vostri numerosi impegni». Nel suo breve discorso volle parlare della differenza tra la “fede come l’acqua” e la “fede come il fuoco”.
«La fede come il fuoco – disse – è come una fiamma che sussulta e brucia per breve tempo. Noi la sperimentiamo quando abbiamo uno scoppio di entusiasmo e ci impegniamo pregando e diffondendo il Buddismo di Nichiren con serietà. Proprio come una fiamma, questo tipo di fede non dura a lungo. Al contrario, la fede come l’acqua ricorda un fiume che fa il suo corso con costanza e decisione. È la fede di una persona che, nonostante le sue azioni possano non essere appariscenti o straordinarie, ha un’incrollabile determinazione e un profondo senso di missione, e continua a sfidarsi nella fede, nella pratica e nello studio per tutta la vita.
«È importante mantenere una fede come l’acqua che scorre. Ma come riuscirci? Continuando a praticare il Buddismo insieme agli altri, nella Soka Gakkai. L’organizzazione è fondamentale. Quando gli esseri umani, le persone comuni, sono da soli, si indeboliscono e possono facilmente cadere vittima di visioni egocentriche e arbitrarie, smettendo di impegnarsi per crescere».
«Non far parte di un’organizzazione potrebbe sembrare una condizione più libera e piacevole, ma la fede viene nutrita grazie ai compagni di fede, i “buoni amici” che si incoraggiano e si ispirano a vicenda, creando una “competizione” positiva». Shin’ichi continuò dicendo che le riunioni della Gakkai svolgono un ruolo importante nell’aiutarci a mantenere una fede pura come l’acqua che scorre. Parlò anche del comportamento dei responsabili. Illustrando a tutti i presenti il modello di una buona leadership, li esortò a lavorare insieme per costruire a Ehime un’organizzazione esemplare.
«Tutti i membri della Gakkai fanno del loro meglio per non arrivare in ritardo alle riunioni; ma talvolta, a causa del lavoro o dei numerosi impegni non riescono ad arrivare puntuali. I responsabili devono tenere in considerazione le situazioni di queste persone ed evitare di rimproverarli o sgridarli. Dovrebbero invece lodarli e apprezzare gli sforzi sinceri e la fede di questi membri che, anche se in ritardo, vengono comunque alla riunione».
Shin’ichi parlò poi di quanto sia importante che i responsabili stiano attenti a distinguere chiaramente tra questioni personali e organizzative: «Offrendo una guida personale nella fede, i responsabili devono fare attenzione a non farsi coinvolgere personalmente nelle questioni private dei membri, proprio perché sono compagni di fede. Né dovrebbero mai utilizzare la loro posizione nella Gakkai per sfruttare i membri per questioni personali. Un simile comportamento finirebbe con alimentare solo sfiducia nel cuore di coloro che state cercando di far crescere come persone di valore. Sarebbe come calpestare un germoglio che sta sbocciando».
La Soka Gakkai stava realizzando una nuova partenza verso la seconda fase di kosen-rufu, attraverso il nuovo “sistema dei capitoli”. Shin’ichi, quindi, desiderava parlare di tutti gli aspetti che potevano far sorgere domande o dubbi nei membri, affinché questi potessero avviarsi verso il futuro con totale fiducia e sicurezza.
Continuò dicendo: «Alcuni di voi forse si stanno domandando come poter risolvere i contrasti che spesso nascono nelle riunioni di settore o di capitolo, quando emergono opinioni differenti». Tutti annuirono con energia.
«Quando si riuniscono molte persone, è semplicemente naturale che si manifestino delle divergenze di opinione» disse Shin’ichi Yamamoto con un sorriso. «La Soka Gakkai è un’associazione di individui tra loro diversi – continuò – che forma una comunità armoniosa di uomini e donne di tutte le età, di diverse generazioni, occupazioni, ambienti e luoghi di origine. Sarebbe davvero strano se avessero tutti la stessa opinione!». Scoppiarono tutti a ridere. «Ma per noi è sempre possibile essere uniti nello spirito se ci basiamo sulla fede nella Legge mistica e ogni volta ripartiamo dal nostro obiettivo più grande: kosen-rufu. Quando facciamo così, anche se possiamo avere piccoli disaccordi su come realizzare le nostre attività, riusciamo a rispettarci l’un l’altro e ad abbracciare tutti.
«Spesso, all’interno di altre organizzazioni nella società, idee diverse sul modo migliore di fare le cose possono creare antagonismo e persino spaccature; ma nella Gakkai, se ci basiamo sulla fede, possiamo superare simili differenze. Questa è la forza della nostra unità di itai doshin (diversi corpi, stessa mente). Reagire nei confronti degli altri in maniera emotiva o con ostilità significa farsi sconfiggere dalle funzioni demoniache. Quando c’è qualche problema, dovremmo sempre tornare al punto di origine, cioè alla fede nel Gohonzon».
Shin’ichi guardò tutti i presenti e si soffermò su una donna con la quale il giorno prima aveva avuto un incontro informale. Si ricordò che era turbata perché una persona alla quale aveva fatto conoscere il Buddismo di Nichiren aveva smesso di praticare e lasciato la Soka Gakkai.
Shin’ichi si espresse anche su questo argomento: «Ci sono molti membri nella Soka Gakkai e tra loro potrebbero esserci anche persone che smetteranno di praticare il Buddismo. È estremamente difficile continuare a sostenere e a praticare l’insegnamento corretto nell’Ultimo giorno della Legge. Nichiren Daishonin scrive: “La pratica [del devoto del Sutra del Loto] è ostacolata, proprio come i rami del pino sono piegati o spezzati dal vento” (RSND, 1, 418). Anche molti discepoli di Nichiren Daishonin abbandonarono la fede. Egli scrive che, durante il periodo tra la persecuzione di Tatsunokuchi e l’esilio di Sado, “novecentonovantanove persone su mille […] abbandonarono la fede” (RSND, 1, 415)».
Quando ci prendiamo cura delle persone che abbiamo avvicinato al Buddismo e ci impegniamo per aiutarle a diventare persone di valore, ci possono essere momenti in cui le cose non vanno come ci aspettiamo, nonostante i nostri sforzi.
Shin’ichi sapeva bene quanto poteva essere difficile aiutare ogni nuovo membro a costruire una fede salda. Ecco perché desiderava incoraggiare le persone a non prendersela con se stessi e a non soffrire se qualcuno a cui avevano fatto conoscere il Buddismo abbandonava la Soka Gakkai. «Ci sono casi in cui facciamo tutto il possibile e ci dedichiamo con tutto il cuore per seguire una persona, ma questa decide comunque di smettere di praticare. A ogni modo, questo risultato non è responsabilità di chi ha introdotto quella persona alla pratica buddista. Ad esempio, immaginiamo che qualcuno abbia costruito un ponte che conduce alla felicità e voi suggerite a un amico di attraversarlo. Questi inizia a compiere la traversata, ma a metà strada torna indietro. La scelta di non provare ad attraversare il ponte è di quell’amico. La decisione è sua. Stando così le cose, non avete bisogno di sentirvi scoraggiati da un risultato di questo genere. Il fatto che vi siate impegnati a fondo nello shakubuku, spinti dal desiderio di realizzare la mia missione di inviati del Budda, rimarrà inciso per sempre nella vostra vita e farà sbocciare i fiori dei benefici. Avete sicuramente aperto la strada della felicità. Vi prego di essere profondamente convinti di questo e di continuare con coraggio a impegnarvi nella propagazione, con spirito rinnovato e con ottimismo».
Lo scopo dell’incoraggiamento nella fede è sollevare il carico pesante che opprime il cuore dei membri e permettere di praticare con gioia a coloro che si stanno impegnando mirabilmente nelle attività per kosen-rufu.
«Per concludere, desidero dedicare questa poesia ai miei amati e preziosi compagni di fede di Ehime:
La strada della felicità
della Legge mistica
conduce all’Illuminazione.
Scaliamo quindi tutte le montagne
in questo lungo viaggio,
certi di realizzare benefici infiniti.
Shin’ichi poi iniziò a suonare alcune canzoni al pianoforte per rallegrare i presenti. Dopo la riunione uscì nel giardino del Centro culturale e volle fare una foto commemorativa con gli staff che avevano lavorato dietro le quinte, e fino al momento della sua partenza, alle 13.50, continuò a incoraggiare tutte le persone presenti.
Shin’ichi Yamamoto salì sul treno espresso Shiokaze n. 2 che partì dalla stazione di Matsuyama alle 14.23, diretto a Takamatsu nella prefettura di Kagawa, nella regione dello Shikoku. Dal finestrino, le acque immobili del mare interno di Seto si estendevano in lontananza sotto cieli nuvolosi. Alcune isole verdi di diverse grandezze punteggiavano il mare: sembrava un meraviglioso paesaggio dipinto.
«Adesso tocca a Kagawa!» pensò Shin’ichi tra sé, pieno di entusiasmo. «La vita è come un taccuino. Ogni giorno volto una nuova pagina, e un foglio bianco si apre davanti a me. Continuerò con tutte le forze a comporre un grande poema epico. Desidero incoraggiare ogni giorno una persona dopo l’altra, abbracciandola e creando legami cuore a cuore. Indicando il sentiero della felicità, camminerò insieme a loro. Questo è kosen-rufu! Questa è la mia vita!».
Con l’introduzione del nuovo sistema dei capitoli nella seconda fase di kosen-rufu, Shin’ichi desiderava che tutti i membri potessero rinnovare la loro determinazione e scrivere nel taccuino dell’esistenza le loro vittorie. In cuor suo si rivolse a tutti gli amati compagni di fede: «Vi sto sostenendo e sto vegliando su tutti voi. Se siete deboli, diventate forti. Se siete timidi, diventate coraggiosi. Cominciate esattamente da ciò che siete. Niente è più nobile e fonte di ispirazione di una persona così coraggiosa da prendere l’iniziativa tenendo in alto il vessillo della Legge. Tutte le storie importanti iniziano dalle difficoltà. Vincere l’esitazione è il primo passo nell’affrontare qualunque sfida. Le avversità esistono affinché noi possiamo sperimentare una profonda gioia. Con fiducia, fate un vigoroso passo avanti: questo è il momento!».
Shin’ichi immaginò i discepoli coraggiosi che si impegnavano nella seconda fase di kosen-rufu innalzando i vessilli della missione. Con commozione si ricordò di una poesia che Toda gli aveva scritto:
In un momento cruciale
non dimenticate
la mia esortazione
ad aprire la strada
innalzando il vessillo.