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Decisione, Daimoku e azione - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:11

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Decisione, Daimoku e azione

Il 27 e 28 ottobre si è tenuta a Roma la Consulta nazionale. Riportiamo la sintesi di alcuni interventi focalizzati sui temi dello shakubuku, della crescita dei giovani e dell’unità della famiglia Soka

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Il 27 e 28 ottobre si è tenuta a Roma la Consulta nazionale. Riportiamo la sintesi di alcuni interventi focalizzati sui temi dello shakubuku, della crescita dei giovani e dell’unità della famiglia Soka

Il tempo della propagazione
Tamotsu Nakajima, presidente della Soka Gakkai italiana

Con l’Intesa la nostra responsabilità nei confronti della società, come membri della Soka Gakkai, è molto aumentata. Bisogna essere consapevoli di ciò che significa far parte della Soka Gakkai; il Gohonzon funziona, il Daimoku funziona perciò si deve vedere la differenza nel comportamento dei praticanti.
Nichiren Daishonin ci ha lasciato il Gohonzon e il Daimoku. Ora, settecento anni dopo, la Soka Gakkai sta portando avanti il desiderio del Budda di far star bene tutti. Toda affermava che la Soka Gakkai è un gruppo di persone che fanno shakubuku: questa è la pratica buddista per ottenere l’Illuminazione, è lo scopo delle nostre attività. Toda diceva che sulla strada di kosen-rufu ci saranno tante difficoltà, ma il punto è mettere sempre il Gohonzon al centro e andare avanti con tutta la forza per ottenere l’illuminazione in questa vita, per realizzare kosen-rufu. «Questa forza», diceva, «viene fuori facendo Gongyo mattina e sera con sicurezza e convinzione».
Quando Toda diventò presidente, la Soka Gakkai contava solo tremila membri, ma dopo sei anni e mezzo, nel dicembre del 1957, aveva superato le settecentocinquantamila famiglie di praticanti. In seguito, sotto la guida di sensei, in due anni e sette mesi si arrivò a un milione e mezzo di famiglie, e nel febbraio del 1963 a tre milioni.
Noi a volte abbiamo paura di fare shakubuku, ma è l’unica strada per cambiare la nostra vita, non ce n’è un’altra. Sono passati cinquantasei anni dalla prima visita del presidente Ikeda in Italia e c’è ancora tanto da fare. Attualmente la situazione è molto difficile, i giovani vanno all’estero per trovare lavoro; anche in Giappone, nel dopoguerra, la situazione sociale era drammatica, ma con l’aumentare del numero di praticanti le cose via via sono cambiate.
Ogni membro deve ottenere benefici. La legge di causa ed effetto funziona: se vuoi star bene tu devi fare in modo che stiano bene gli altri. Non basta il desiderio che gli altri siano felici; deve esserci la decisione, il Daimoku e l’azione.
Abbiamo avuto la fortuna di incontrare il Gohonzon: come lo stiamo utilizzando? Se una persona ha davvero voglia di migliorare, sicuramente ci riesce. Noi non possiamo cambiare gli altri, ma possiamo cambiare noi stessi, e in questo modo anche il nostro ambiente cambia. Siamo qui per trasformare la tendenza della società, non per adeguarci. Per questo non bisogna mai pensar male o litigare: solo lodare e incoraggiare.
Anche lo studio del Buddismo è fondamentale, è necessario studiare, anche solo un po’, ogni giorno per approfondire la fede, per trovare la spinta ad agire.
Ora stiamo vivendo una nuova partenza come religione mondiale. Il giorno della fondazione della SGI, il 26 gennaio del 1975, sull’isola di Guam il presidente Ikeda lanciò un messaggio di speranza per il pianeta: «Il tempo per la propagazione del Buddismo in tutto il mondo è arrivato. Spero che dedicherete la vostra vita a diffondere i semi della Legge mistica per realizzare la pace nel mondo intero. Io farò altrettanto» (NR, 323, 9).
Oggi il Buddismo di Nichiren Daishonin è diffuso in 192 paesi e territori, tuttavia rispetto ai sette miliardi di persone che abitano su questa Terra siamo ancora una piccolissima parte. Perciò, attimo per attimo rinnoviamo la nostra determinazione di realizzare velocemente kosen-rufu. Quanti semi lasciamo dopo di noi? Se ben curati questi semi diventeranno grandi alberi. L’arma vincente ce l’abbiamo – il Daimoku e il Gohonzon – ma senza unità non si fa nulla. Il nostro obiettivo è creare una famiglia Soka veramente unita per poter gioi­re insieme della vita.

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L’unità della famiglia Soka
Anna Conti, responsabile nazionale donne

Grazie per tutti gli sforzi che state facendo, quasi ogni giorno arrivano report di attività da tutta Italia, sensei e Kaneko stanno applaudendo tutti i nostri sforzi. In una puntata recente de La nuova rivoluzione umana, sensei risponde a una giovane che gli chiede come può espandere la comprensione del Buddismo nella sua zona: «Non devi preoccuparti. Non ci sei forse tu? Tutto ha inizio da una singola persona. L’importante è che tu stessa diventi una presenza amata da tutti nella tua comunità. Quando vi è un solo grande albero, le persone vi si raccolgono attorno nelle afose giornate estive alla ricerca di un po’ di fresco, e nelle giornate di pioggia in cerca di riparo. La misura in cui tu che hai abbracciato il Buddismo, come un grande albero ti farai amare e conquisterai la fiducia di tutti, si trasformerà in simpatia verso questo Buddismo e porterà alla propagazione della Legge. Ti prego di crescere come un forte arbusto. Diventa tu stessa un meraviglioso albero nella tua comunità!» (NRU, vol. 30, cap. 4, p.ta 49).
In queste puntate, pur raccontando del suo viaggio in Europa dell’81, sensei ci sta trasmettendo il suo messaggio, le sue “istruzioni” per il momento presente e per il futuro.
Ora abbiamo questo grande obiettivo lanciato dai giovani per il 18 novembre del 2018, di arrivare a 20.000 membri giovani in Italia! Questo obiettivo non è solo dei giovani, è lo scopo di tutta la famiglia Soka italiana, unita. In un’altra puntata dedicata all’Italia, sensei afferma: «Kosen-rufu è un lavoro di squadra la cui realizzazione dipende dall’unità» (Ibidem, p.ta 31). Anche per questo abbiamo deciso di non utilizzare più il termine “divisione”: d’ora in poi parleremo di “Gruppo donne”, “Gruppo uomini”, “Gruppo giovani donne” e “Gruppo giovani uomini”. Questo ci aiuta a superare la separazione fra noi per realizzare quel “lavoro di squadra” di cui ci parla sensei, per creare una famiglia Soka che lavora unita nella stessa direzione. Possiamo inventare tante iniziative per dialogare sul Buddismo con i giovani! Quando ci sentiamo scoraggiati apriamo il Gosho, le guide di sensei, e riaccendiamo la scintilla della determinazione nel nostro cuore. Perché dialoghiamo con le persone che ci circondano? Per aiutarle a diventare felici. Questo è lo spirito fondamentale del Buddismo fin dai tempi di Shakyamuni. Kosen-rufu ha inizio dal dialogo cuore a cuore tra due persone. Prima della storica campagna di Kamata, nel 1952, l’attività andava a rilento e Toda disse: «Di questo passo ci vorranno 50.000 anni per realizzare kosen-rufu!». Sensei rispose immediatamente al suo desiderio decidendo: «Ribalterò la situazione, lancerò una campagna di propagazione così vasta che ne rimarrà stupito. Stia tranquillo e lasci fare a me!» (di prossima pubblicazione, BS, 187).
Sensei è un maestro di shakubuku, quindi il modo migliore per ripagare il nostro debito di gratitudine nei suoi confronti, adesso, è creare una grande ondata di shakubuku, in particolare ai giovani.

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Io sono Shin’ichi Yamamoto

Decidere equivale ad agire
Mauro Ciullo, responsabile nazionale giovani

Risvegliamo ventimila giovani bodhisattva in Italia entro il 18 novembre 2018

Ad oggi in Italia ci sono 14.000 membri giovani. Il nostro obiettivo è di arrivare a contarne 20.000 entro il 18 novembre 2018. Questo non è semplicemente lo scopo delle attività dei giovani, ma è un obiettivo di tutta la Soka Gakkai Italiana.
Per realizzare ciò, vogliamo portare tante persone nuove a conoscere il Buddismo all’interno dei nostri zadankai che sono il fondamento dell’attività buddista. Vogliamo collaborare insieme, giovani e adulti, sostenendoci a vicenda, per portare una grande gioia al nostro maestro Daisaku Ikeda, che tante aspettative nutre nei confronti dell’Italia. Vogliamo che lo spirito dei giovani della Soka Gakkai italiana sia quello espresso dalle seguenti parole del presidente Ikeda:
«Dal “grande voto” delle giovani generazioni ha inizio una nuova era. Dall’unità delle giovani generazioni nasce la vittoria. Nel Gosho si legge: “Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo e prima dei tesori del corpo vengono quelli del cuore. Dal momento in cui leggerai questa lettera, sforzati di accumulare i tesori del cuore!”. Quanto è nobile e meraviglioso impegnarsi sin dalla gioventù nella fede, nella pratica e nello studio, e accumulare i tesori del cuore all’interno della Soka Gakkai, il più grande esempio di repubblica umana!» (Daisaku Ikeda, NR, 612, 18).

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Un incontro rivoluzionario
di Niccolò Ugolini, vice responsabile nazionale uomini

Nel 1981, ai tempi della visita del presidente Ikeda eravamo solo 380 membri in Italia, ma avevamo tanta passione e convinzione. C’era tanta voglia di fare, tutti stavano cercando qualcosa. Al primo posto c’era la voglia di incoraggiare gli altri, di fare shakubuku. Non passava giorno senza incontrare una persona per incoraggiarla!
Sensei ci aveva trasmesso una grande libertà interiore, si lottava tutti insieme con gioia, senza fatica… Sicuramente ciò che abbiamo vissuto in quei cinque giorni ha deciso il futuro di crescita di tutta l’Italia per gli anni a venire.

Nel rileggere le puntate de La nuova rivoluzione umana mi sono nuovamente sorpreso della precisione dei fatti descritti, ma soprattutto della straordinaria capacità di sensei di interpretare così esattamente ciò che c’era nel nostro cuore, come un padre che ci conosce perfettamente e desidera in ogni istante allenarci per manifestare la parte più nobile della nostra vita. Mai una parola formale o un gesto casuale. Tutto era rivolto alla creazione di un valore che sarebbe durato nei decenni successivi. Facendo breccia nei nostri cuori sensei è riuscito ad accendere in noi la consapevolezza della nostra missione di Bodhisattva della Terra, la fiducia di poter cambiare il destino nostro e del luogo in cui vivevamo. Ci parlò del romanzo La città eterna e alla costruzione di un mondo ideale fatto di amici eterni pronti a sostenersi senza guardare ai vantaggi o alle circostanze personali, mantenendo sempre al primo posto il voto dei Bodhisattva della Terra e la passione di poter vivere la più preziosa ed emozionante delle vite. Una vita dedicata a portar gioia e felicità alle persone di tutto il mondo, a partire da quelle più vicine. Sensei ci ha allenato a stare uniti, a non lasciare mai nessuno indietro. Come una squadra senza formalità o pregiudizi, tutti indistintamente preziosi, ognuno nobile e unico nella sua diversità.

Grazie sensei per aver cambiato per sempre la direzione delle nostre vite. Non so se abbiamo fatto il massimo fino a oggi, probabilmente no. Ma so per certo che abbiamo scoperto un universo sconosciuto e una passione per la nostra rivoluzione umana da riscoprire ogni giorno e condividere con tutti, ma proprio tutti.

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Nuove nomine a livello regionale

Toscana nord
Responsabile giovani donne
Angela De Gennaro

Toscana ovest
Responsabile giovani donne
Sandy Bargigli
Responsabile giovani uomini
Mario Gambino

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