Quando Daisaku Ikeda si recò al Louvre nel 1961 della piramide, oggi diventata uno dei simboli di Parigi, non c’era neanche il progetto. Per Ikeda il Museo del Louvre era “un santuario del genio creativo” a cui era indispensabile andare a rendere omaggio, perche l’arte «è l’esatto opposto della barbarie che cerca di controllare la gente con la forza militare, la violenza e altri tipi di pressione esterna. È per questo che l’arte può trascendere le restrizioni della politica e, a un livello più profondo, aiutare a formare dei legami di amicizia. È in questo che intuisco il grande potenziale dell’arte per contribuire alla pace mondiale», scrive nell’estratto da La nuova rivoluzione umana.
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