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Dalla Nuova Zelanda all'Italia per la pace - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:13

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Dalla Nuova Zelanda all’Italia per la pace

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One World with Sensei

di Astrid Klein

Fin da piccola ho sempre viaggiato molto. Mia mamma è italiana, mio babbo statunitense e ho avuto la fortuna di vivere in tre paesi diversi: l’Inghilterra dove sono nata, l’Italia dove ho vissuto fino ai nove anni e poi dai diciannove ai ventitré, e in Nuova Zelanda dove ho vissuto dai nove ai diciannove e dai ventitré ai ventisei e dove ho ricevuto il Gohonzon due anni e mezzo fa. E dove avevo un lavoro ben pagato, a tempo indeterminato, in uno studio legale. Perché, allora, tornare in Italia in questo periodo di crisi? Quello che mi ha spinto è stato l’amore per il mio compagno e per kosen-rufu. Ora vivo a Bologna e mi sono iscritta alla facoltà di Giurisprudenza per realizzare il mio sogno: diventare un avvocato che combatte le ingiustizie, difende le persone più deboli e quindi sostiene la pace nel mondo. Tutto parte dalla rivoluzione umana di ognuno di noi. Ho deciso di sfidare la mia tendenza all’arroganza che si manifesta, insieme all’egoismo, a causa di una mia profonda insicurezza. Non posso certo sostenere kosen-rufu al massimo se prima di tutto non determino di basare le mie azioni sul mondo di Buddità, partendo dalla preghiera e lottando ogni giorno per sconfiggere la parte oscura che esiste nel mio cuore. E così ora, dopo una laurea conseguita alla triennale in Scienze politiche a Bologna, quando avevo ventitré anni, sono di nuovo sui banchi universitari. Studiare con ragazzi più giovani è difficile, ma sto creando dei bellissimi legami di amicizia; voglio cercare anche un lavoro part-time in questo campo per fare esperienza. Mi guidano le parole del presidente Ikeda: «Decidi con forza: io posso farlo!».

Le giovani donne nel parlamento di Wellington

“Aotearoa” è il nome della Nuova Zelanda in lingua maori e significa “terra della lunga nuvola bianca”. La Nuova Zelanda è agli antipodi dell’Italia: la cultura è prevalentemente di origine inglese anche se i maori, cioè la popolazione indigena, rappresentano il 12% degli abitanti e ci sono parecchi immigrati asiatici. È un paese con dinamiche burocratiche e amministrative molto veloci ed efficienti: ad esempio aprire un conto bancario oppure iscriversi all’università richiede pochissimo tempo (quindici minuti circa online); è anche uno dei paesi meno corrotti al mondo. C’è molto lavoro ma anche molto alcolismo e uso di droghe tra i giovanissimi sia di origine europea, sia maori, sia delle isole del Pacifico, e un tasso di suicidi molto alto, credo a causa dell’isolamento e della mancanza di forti legami familiari. Proprio questa mancanza di apertura nelle relazioni rende la missione di kosen-rufu molto importante. In Nuova Zelanda si è pionieri, la popolazione è poca (quattro milioni in tutto), fa freddissimo e si recita tanto Daimoku, ore e ore al giorno. Ho capito, venendo qui a Bologna, che il Daimoku è importante, è alla base di tutto ma, come dice Nichiren, è il cuore che conta. Ora sto imparando a trasformare la mia pratica formale in un Daimoku di fede, più sincero, che provenga dal cuore. Sto imparando tante cose dai membri italiani e ora finalmente inizierò anche a fare attività di protezione al Centro culturale.
In Nuova Zelanda tutti i membri si conoscono tra di loro. Il Centro culturale di Wellington è situato proprio nel mezzo della città, così le persone vanno a recitare Daimoku durante la pausa pranzo. Il 18 novembre 2011 Wellington ha tenuto l’”Oceania Peace Festival”, un festival per la pace, dove si sono riuniti membri da tutta l’Oceania. Sono venuti i responsabili della SGI dal Giappone e durante quell’esperienza ho veramente aperto la mia vita, ho visto chiare le mie tendenze e mi sono sentita davvero vicina a sensei. In questa occasione il meeting del gruppo Ikeda Kayo-kai si è svolto nella sede del Parlamento neozelandese. Abbiamo recitato Daimoku davanti al Gohonzon proprio in Parlamento! È stata un’immensa gioia. Mentre recitavamo davanti al Gohonzon nel Parlamento neozelandese, che per precisare era la “smoking room” dove i parlamentari si riunivano a fumare e a giocare a biliardo e dove nell’Ottocento non erano ammesse le donne, ho sentito con certezza che il movimento di kosen-rufu si sarebbe diffuso sempre di più nel mondo. Mi rendo conto che, anche se i miei genitori sono rimasti in Nuova Zelanda, posso costruire un rapporto di valore anche a distanza, condivivendo con loro le mie sfide e brillando come un sole che illumina tutto. Sono molto grata a tutti i membri di Bologna che mi sostengono e mi spronano a migliorare me stessa. Il mio desiderio è trasformare il mio cuore e lottare in prima fila per la felicità delle persone.

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