L’8 settembre è stata pubblicata l’ultima puntata de La nuova rivoluzione umana, l’opera che il presidente Ikeda ha portato avanti instancabilmente, giorno dopo giorno, per venticinque anni.
Aveva appena completato i dodici volumi de La rivoluzione umana quando decise di intraprendere la stesura di questo nuovo romanzo in trenta volumi: «Sarà una sfida estrema portarla a termine nel tempo che mi rimane da vivere», scrive nella prefazione.
Era il 6 agosto del 1993, e da allora sensei non ha mai smesso di scrivere le puntate che sono uscite ogni giorno sul quotidiano Seikyo, come “lettere di incoraggiamento” rivolte a ciascuno di noi, ritagliando i momenti liberi tra un’attività e l’altra o durante i suoi viaggi per espandere kosen-rufu nel mondo.
Nel corso della trentasettesima riunione di centro il presidente della Soka Gakkai Minoru Harada, che da giovane collaborava con il Seikyo Shimbun, ha raccontato: «Un giorno, dopo aver ricevuto il testo di una puntata, cominciai immediatamente a copiarlo, ma quando ancora non ero a metà del lavoro arrivarono altri testi, uno dopo l’altro. Questo accadeva spesso. Ero davvero stupito dall’energia e dalla velocità di sensei! Una volta aveva la febbre a causa di una polmonite, e tuttavia continuò a scrivere. Altri giorni era talmente affaticato da non riuscire a tenere una matita in mano e allora registrava il testo a voce, oppure lo dettava direttamente a un giornalista che lo trascriveva».
È difficile immaginare quanto possa essere stato faticoso portare fino in fondo questo impegno. La determinazione di sensei era di lasciare una “prova documentaria” della grandezza di Josei Toda, e al tempo stesso il “diario dorato” dell’impresa da lui compiuta come discepolo per realizzare il sogno che gli era stato affidato dal suo maestro.
Adesso tocca a noi ripagare il debito di gratitudine nei confronti del nostro maestro con uno studio serio e appassionato de La rivoluzione umana e La nuova rivoluzione umana, facendo nostre le sue parole e sforzandoci di metterle in pratica ogni giorno.
Con questi due romanzi sensei ci ha lasciato un “manuale della fede” nel quale ha infuso tutta la sua vita. Dipende da noi, suoi diretti discepoli, realizzarne la visione e trasmetterla correttamente alle generazioni future.
Il “grande poema epico della vittoria delle persone comuni” non finisce con l’ultima puntata, ma continua con la prova concreta della rivoluzione umana di ognuno di noi.
Grazie sensei!
Ora in tutto il mondo si sta avviando un movimento di studio de La nuova rivoluzione umana.
Pubblichiamo in queste pagine due articoli del Seikyo Shimbun dalla serie La grande strada di kosen-rufu mondiale: impariamo dal romanzo La nuova rivoluzione umana.
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Un impegno instancabile che attraversa mezzo secolo
In questo articolo del Seikyo Shimbun vengono ripercorse le tappe della “battaglia di parole” sostenuta da sensei per oltre mezzo secolo per completare la stesura de La rivoluzione umana e de La nuova rivoluzione umana
Il maestro Ikeda afferma: «Ne La nuova rivoluzione umana è scritta l’autentica storia della Soka Gakkai, che solo io conosco».
Nel romanzo La nuova rivoluzione umana è rappresentata la storia di kosen-rufu mondiale. Considerando anche le puntate de La rivoluzione umana (1.509), ne sono state pubblicate un totale di 7.978: è un’impresa incredibile, che risplenderà nell’infinito futuro. Sensei ha affermato: «La stesura de La rivoluzione umana e de La nuova rivoluzione umana, il lavoro di tutta una vita, non è altro che la concretizzazione della promessa fatta nel mio cuore al maestro Josei Toda».
Per il maestro Ikeda, scrivere e lasciare alle generazioni future un romanzo biografico sul suo maestro Toda, costituiva un voto formulato fin dalla giovinezza. Questo suo desiderio diventò ancora più forte quando, nella primavera del 1951, il maestro Toda gli mostrò il romanzo che aveva scritto, dal titolo La rivoluzione umana, e poi nell’estate del 1954 quando lo accompagnò ad Atsuta, il suo paese natìo, in Hokkaido.
La determinazione di scrivere La rivoluzione umana divenne salda nell’agosto del 1957, durante un dialogo tra maestro e discepolo che si svolse a Karuizawa, nella prefettura di Nagano.
Erano passati dieci anni dal loro primo incontro. Il maestro Ikeda ha affermato di aver compreso in quell’occasione che trasmettere correttamente lo spirito del suo maestro alle generazioni future era la sua missione.
Il 2 aprile del 1958 Josei Toda morì. In seguito, sensei scrisse nel suo diario: «Lotterò per provare al mondo intero la grandezza del mio maestro. Avanzerò, andrò sempre avanti. Lotterò risolutamente, cavalcando le onde violente degli ostacoli e dei demoni» (Diario giovanile, esperia, pag. 660).
Nell’aprile del 1964, durante la cerimonia per l’anniversario della morte di Toda, sensei annunciò che avrebbe iniziato a scrivere il romanzo La rivoluzione umana.
Offrire incoraggiamenti ai compagni di fede
Il 2 dicembre del 1964, il maestro Ikeda iniziò a scrivere La rivoluzione umana sull’isola di Okinawa.
La ragione di questa scelta è che Okinawa è una terra che ha sopportato le peggiori privazioni e gli stenti della guerra, e il tema principale del romanzo è che il cambiamento del destino dell’umanità ha inizio dalla rivoluzione umana di un singolo individuo.
Nella prima puntata del capitolo “Alba”, pubblicata sul Seikyo Shimbun del 1 gennaio 1965, dopo l’incipit «Nulla e più barbaro della guerra. Nulla e più crudele» (RU, 1, 1), viene descritta la scena in cui Josei Toda esce dalla prigione.
Il romanzo che il maestro Toda aveva scritto dietro lo pseudonimo di Myo Goku, intitolato anch’esso La rivoluzione umana, si chiude con la scena in cui il protagonista, Gankutsuo [tradotto come “Il Conte di Montecristo”, n.d.t.] in carcere si risveglia alla sua missione di Bodhisattva della Terra e determina di dedicare la sua vita a kosen-rufu.
Nella prefazione a La rivoluzione umana, sensei spiega che il suo romanzo rappresenta la continuazione de La rivoluzione umana scritta dal suo maestro Toda.
La stesura di questo romanzo è stata una grande sfida per il presidente Ikeda, che doveva utilizzare tutti i momenti liberi tra i suoi numerosi impegni. Anche in occasione dei viaggi all’estero o nelle varie zone del Giappone, approfittava di ogni momento libero per delinearne mentalmente la trama e poi, appena possibile, scrivere le puntate.
Nel 1970 scoppiò una questione su presunte violazioni della liberta di parola e di stampa da parte della Soka Gakkai [che si trasformarono in violenti attacchi contro l’organizzazione] (cfr. NRU, 13, pag. 210). Nel mezzo di quegli eventi, sensei si espose in prima persona per proteggere i membri.
In quel periodo, le condizioni fisiche del presidente Ikeda si erano aggravate al punto che c’erano giorni in cui non riusciva a tenere in mano la penna. Nonostante tutto, però, dettava a voce il contenuto delle puntate, che veniva registrato su dei nastri nei quali si può sentire tutto l’impegno profuso in ogni singola parola.
Anche nelle peggiori condizioni di salute, sensei ha continuato a portare avanti la sua lotta per scrivere La rivoluzione umana e fare arrivare il suo incoraggiamento a tutti i compagni di fede.
Sensei è stato sempre sostenuto nella stesura del romanzo da sua moglie, la signora Kaneko.
All’interno del volume 9, in particolare nei capitoli “Scintilla” e “Il dibattito di Otaru”, vi sono molti fogli manoscritti con la calligrafia della signora Kaneko, e in molti di questi sensei ha annotato a margine: «Poiché il mio corpo è un po’ affaticato, mia moglie ha scritto sotto mia dettatura».
La scrivania che Kaneko utilizzava per trascrivere ciò che sensei le dettava, è stata chiamata “scrivania Kaneko”.
La forza del contrattacco
Nell’aprile del 1979, nel mezzo della prima questione sorta con il clero della Nichiren Shoshu – quando i preti e le persone che avevano tradito la Soka Gakkai cospiravano contro l’organizzazione – il maestro Ikeda diede le dimissioni dalla carica di terzo presidente. Questi individui volevano far sì che il legame tra maestro e discepoli venisse reciso. Il 3 maggio dello stesso anno, sulla copertina del manoscritto del settimo volume de La rivoluzione umana, sensei scrisse:
“C’è il maestro / c’è il discepolo / c’è kosen-rufu”.
Coloro che avevano ordito il complotto stavano limitando i movimenti e le azioni di sensei, mentre i compagni di fede continuavano imperturbabili a sopportare insistenti calunnie e maldicenze.
«Se le cose continuassero ad andare avanti in questo modo ricadrebbero sui compagni di fede, e questo mi dispiacerebbe troppo. Diamo dunque il via alla pubblicazione delle puntate de La rivoluzione umana! Mi addosserò io tutte le critiche e le accuse che verranno mosse per questo».
Così, a settembre dell’anno seguente, il 1980, il maestro Ikeda riprese a scrivere l’undicesimo volume de La rivoluzione umana, dopo due anni di sospensione della pubblicazione.
Il titolo del primo capitolo fu Il punto di svolta. Era la forza del contrattacco della Gakkai, che incoraggiò tutti i membri.
Nel 1990 avvenne il secondo incidente con il clero. Per via dei viaggi per la pace compiuti all’estero e dei numerosi dialoghi con studiosi e personalità di tutto il mondo, La rivoluzione umana non era stata pubblicata per un lungo periodo. Sensei riprese la pubblicazione delle puntate e, attraverso la sua “battaglia di parole” per la giustizia, riuscì a colpire risolutamente la natura malvagia del clero.
L’ultima puntata de La rivoluzione umana venne pubblicata l’11 febbraio del 1993, giorno in cui si commemorava il novantatreesimo anniversario della nascita del maestro Toda.
Sensei scrisse: “Dedicato al mio maestro Josei Toda / il [suo] discepolo Daisaku Ikeda”.
Una storia per l’infinito futuro
Il romanzo La rivoluzione umana si conclude con la scena in cui Shin’ichi Yamamoto viene nominato terzo presidente della Soka Gakkai. Tuttavia sensei comprese che narrare l’espansione del Buddismo in tutto il mondo realizzata dopo la morte di Josei Toda avrebbe costituito la testimonianza della reale grandezza del suo maestro, l’espressione della “formula” eterna di kosen-rufu.
Animato da questo desiderio, il maestro Ikeda decise di iniziare a scrivere La nuova rivoluzione umana, come continuazione de La rivoluzione umana. A quel tempo aveva sessantacinque anni. Consapevole che sarebbe stata una sfida estrema portarla a termine nel tempo che gli rimaneva da vivere (cfr. NRU, prefazione al vol. 1), intraprese una nuova “battaglia di parole”. Sensei iniziò a scrivere La nuova rivoluzione umana a Karuizawa, nella prefettura di Nagano, dove anni prima aveva deciso di scrivere un romanzo sulla vita del suo maestro. Era il 6 agosto del 1993, ed erano passati solo sei mesi da quando aveva completato il romanzo La rivoluzione umana. Era lo stesso giorno in cui si commemorava l’esplosione della bomba atomica sulla città di Hiroshima, ed è molto significativo perché uno dei temi de La nuova rivoluzione umana è proprio la pace.
Mentre La rivoluzione umana si apre con la frase «Nulla e più barbaro della guerra. Nulla e più crudele» (RU, 1, 1), La nuova rivoluzione umana inizia con le parole: «Niente e più prezioso della pace. Niente porta maggiore felicita» (NRU, 1, 1).
Successivamente viene descritto il primo viaggio all’estero di Shin’ichi Yamamoto.
Insieme al tema della pace, un altro dei temi conduttori di tutto il romanzo è “il mondo”.
Oltre alle puntate de La nuova rivoluzione umana, il presidente Ikeda ha scritto anche molti saggi su La nuova rivoluzione umana (in totale settecentotrenta).
La pubblicazione delle puntate de La nuova rivoluzione umana, che sensei ha continuato sempre a scrivere in ogni momento libero, si è conclusa lo scorso 8 settembre.
Sensei ha completato l’ultima puntata lo scorso 6 agosto, esattamente venticinque anni dopo il suo inizio, mentre si trovava presso il Centro culturale di Nagano.
«Dedicato al primo maestro Tsunesaburo Makiguchi, al mio maestro Josei Toda e a tutti i compagni di fede del mondo, nobili emissari del Budda e miei preziosi amici» (NRU, vol. 30, cap. 6, p.ta 139): in queste parole il presidente Ikeda ha riversato tutte le sue emozioni.
La “battaglia di parole” del maestro Ikeda è una “storia per l’infinito futuro” trasmessa alle generazioni a venire.
Sfidarsi nella propria rivoluzione umana imparando da La nuova rivoluzione umana, che rappresenta la storia ufficiale dello spirito Soka: incidiamo nei nostri cuori la convinzione che questo comportamento dei discepoli è in grado di trasmettere alle generazioni future la grandezza del maestro, la verità del Buddismo e la grande via della pace e della felicità.
(Seikyo Shimbun, 11 settembre 2018)
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Incidiamo nel cuore lo spirito di Shin’ichi Yamamoto
In questo articolo il vice presidente della Soka Gakkai Hiromasa Ikeda ci incoraggia a studiare e approfondire La nuova rivoluzione umana facendo nostre le parole del maestro e trasmettendole alle generazioni future
Il maestro Ikeda ha iniziato a scrivere La nuova rivoluzione umana quando aveva sessantacinque anni, un’età che solitamente apre un nuovo capitolo della vita, quello del “pensionamento”.
Sensei, invece, proprio in quel momento ha dichiarato la sua nuova sfida di realizzare l’obiettivo di completare tutti e trenta i volumi del romanzo.
Nella prefazione de La nuova rivoluzione umana, parlando della stesura del romanzo, scrive: «Sara […] una sfida estrema portarla a termine nel tempo che mi rimane da vivere» (NRU, prefazione al vol. 1).
Cosa lasciare ai lettori, ai discepoli e successori che attendono con trepidazione la pubblicazione delle puntate? Proprio questa è la lotta a cui sensei ha dedicato la propria vita.
Sono trascorsi venticinque anni da quando, il 6 agosto 1993, sensei iniziò a scrivere La nuova rivoluzione umana, che ha finito di pubblicare lo scorso 8 settembre.
Facendo ancora un passo indietro, l’avvio della stesura del romanzo La rivoluzione umana risale al 2 dicembre 1964.
Nel primo capitolo del decimo volume de La nuova rivoluzione umana, intitolato “La fortezza delle parole”, si legge: «Era solito leggere il materiale di riferimento per il romanzo e delineare mentalmente la trama durante i suoi spostamenti da un luogo all’altro, per poi scrivere la puntata la mattina presto o la sera tardi» (NRU, 10, 50).
La stesura dei due romanzi La rivoluzione umana e La nuova rivoluzione umana copre un periodo di cinquantaquattro anni.
Sensei ha portato avanti questa sfida anche durante i suoi impegnativi viaggi all’estero, dedicando a quest’opera ogni momento libero. La gratitudine nei confronti di questa sua lotta appassionata non può essere espressa a parole.
Il significato della parola “nuova”
Sensei ha iniziato a scrivere La nuova rivoluzione umana presso il Centro culturale di Nagano, a Karuizawa.
Una volta, in occasione di una mia visita al Centro, venne esposto il foglio su cui sensei aveva scritto di suo pugno le parole «Prevedo che La nuova rivoluzione umana, quando sara completata, contera ben trenta volumi» (NRU, prefazione al volume 1).
A Karuizawa, otto mesi prima di morire, il maestro Toda aveva detto al maestro Ikeda: «Sebbene riesca a scrivere della vita del maestro Makiguchi, nel momento in cui provo a mettere per iscritto la mia vita provo un senso di imbarazzo e non ci riesco».
In quel momento il giovane Ikeda prese la ferma determinazione di scrivere la “continuazione” del romanzo scritto da Toda [anch’esso intitolato La rivoluzione umana, n.d.t.].
La rivoluzione umana del maestro Ikeda ha inizio con la scena in cui Josei Toda esce dal carcere e termina con la scena di Shin’ichi Yamamoto che, dopo la morte di Toda, assume la responsabilità di presidente della Soka Gakkai.
La nuova rivoluzione umana si apre invece con la scena in cui Shin’ichi Yamamoto, cinque mesi dopo la nomina a presidente, parte per il suo primo viaggio all’estero.
Credo che il motivo di questa scelta sia che La nuova rivoluzione umana non è semplicemente una narrazione che ripercorre determinati fatti storici, ma è uno scritto che ha come argomento principale “kosen-rufu mondiale”.
Il discepolo è riuscito a realizzare il grandioso progetto di kosen-rufu che gli era stato affidato dal suo maestro Toda. È riuscito magnificamente a diffondere la pratica e la filosofia della rivoluzione umana nella nuova era.
Possiamo affermare che proprio in questo sia racchiuso il significato della parola “nuova” [del titolo La nuova rivoluzione umana, n.d.t.].
Alla base de La rivoluzione umana e de La nuova rivoluzione umana scorre, come un’incessante corrente sottomarina, la filosofia del rispetto e della fiducia illimitata nei confronti degli esseri umani, per cui “la grandiosa rivoluzione umana di un singolo individuo” è in grado di richiamare e risvegliare la natura di Bodhisattva della Terra di molte persone.
All’interno de La nuova rivoluzione umana vi sono innumerevoli scene dove vengono riportate esperienze di persone che, attraverso la trasformazione del karma, realizzano la propria rivoluzione umana.
L’essenza di queste rappresentazioni della rivoluzione umana è costituita dai princìpi del “voto” e di “assumere volontariamente il karma appropriato”.
Riguardo al principio di “assumere volontariamente il karma appropriato”, sensei ha affermato che esso «rappresenta la conclusione della teoria della trasformazione del karma nel Buddismo».
In altre parole, è il modo di vivere basato sul concetto di “trasformare il karma in missione”. Tutto ciò che accade nella vita ha sicuramente un significato.
Il modo di vivere di un praticante buddista sta nel cercare e trovare questo significato.
Le difficoltà che si stanno affrontando in questo momento non sono altro che il “voto del Bodhisattva” di salvare le persone.
La nuova rivoluzione umana descrive questo atteggiamento e questo modo di vivere, forte e incoraggiante, dei membri della Soka Gakkai.
Con lo stesso spirito di Shin’ichi Yamamoto
Nella prefazione a La nuova rivoluzione umana, il maestro Ikeda scrive: «Anche se avessi trovato qualcuno a cui chiedere di raccontare dei viaggi e dei colloqui che ho avuto in questi anni, quella persona non sarebbe certo stata in grado di descrivere il mio stato d’animo nel corso di questi eventi» (NRU, prefazione al vol. 1, pag. IV). Credo che il romanzo sia il genere letterario più indicato per descrivere lo stato d’animo di una persona.
Proprio perché si tratta di un romanzo, infatti, il lettore è in grado di immedesimarsi nella vita del protagonista e ripercorrere le sue esperienze. “Shin’ichi Yamamoto” è uno pseudonimo. Ovviamente si tratta della vita di sensei, ma potremmo dire che costituisca un modello in cui sono condensate le lotte di un discepolo.
In altre parole, ricalcando la vita e gli stati d’animo di Shin’ichi Yamamoto e facendo sì che il desiderio del maestro diventi un tutt’uno con il nostro, possiamo percorrere il cammino della lotta condivisa di maestro e discepolo.
Ognuno di noi ha la possibilità di vivere come Shin’ichi Yamamoto.
Il motto dei membri della SGI indiana, che sta realizzando un grandissimo sviluppo, è “I am Shin’ichi Yamamoto”.
Leggendo La nuova rivoluzione umana e ricalcando gli stati d’animo e le azioni di Shin’ichi che si era alzato in piedi da solo per realizzare kosen-rufu nel loro paese, i compagni di fede dell’India si sono alzati con la convinzione: “Ora, in questo momento, lottiamo con lo stesso spirito di Shin’ichi Yamamoto”.
A partire dal 2010, con la decisione di sensei di non partecipare più di persona alle riunioni, La nuova rivoluzione umana ha assunto un significato ancora più importante.
Attraverso questo romanzo, in cui ripercorre la storia ufficiale dello spirito della Soka Gakkai nonché i suoi stati d’animo, il maestro Ikeda ci ha trasmesso un messaggio forte e incoraggiante.
Con il passare degli anni, le persone che erano a conoscenza degli eventi di quel periodo e che sono descritte all’interno del romanzo, man mano sono venute a mancare. Senza dubbio la loro testimonianza è di grande importanza ma, attraverso La nuova rivoluzione umana, la storia di kosen-rufu e lo spirito della Soka Gakkai, insieme al cuore di sensei, vengono trasmessi di generazione in generazione, per l’eternità.
Questo è un punto fondamentale.
In altri termini, La nuova rivoluzione umana è la “prova documentaria” da cui trarranno beneficio i membri delle generazioni future.
Proprio per questo è importante che noi ora la studiamo in modo serio e approfondito. Credo fermamente che ciò sia strettamente collegato al consolidamento della “natura eterna della Soka Gakkai”.
Anche una sola pagina
Leggere per intero tutti e trenta i volumi de La nuova rivoluzione umana non è certo una cosa semplice. È importante mantenere costantemente questo grande impegno ma, prima di tutto, è fondamentale leggere in modo attento e approfondito anche solo una pagina in cui è rappresentata una situazione che sentiamo a noi vicina, o una parte in cui viene descritta la zona in cui viviamo in questo momento, o il nostro paese natìo, a prescindere dal volume in cui è contenuta.
Ad esempio, nelle parti che narrano i viaggi all’estero di Shin’ichi Yamamoto vengono descritti quei paesi, sconosciuti ai più, che costituiscono “il primo passo verso kosen-rufu mondiale”. Anche per quanto riguarda gli eventi accaduti in Giappone, attraverso gli instancabili sforzi dei pionieri viene rappresentato il “punto di origine” del nostro movimento, che solo sensei sarebbe stato in grado di descrivere. Spero che, approfondendo questi eventi storici, andiate avanti a leggere anche le parti precedenti e successive.
È inoltre importante considerare il momento storico in cui le puntate del romanzo sono state pubblicate, in quanto sensei ha infuso in esse anche lo stato d’animo del periodo in cui le scriveva.
Ad esempio, il capitolo “Luce di felicità”, pubblicato a partire dal 1 settembre 2011, si incentra sul Tohoku, colpito l’11 marzo di quello stesso anno dal violento terremoto e maremoto del Giappone orientale. Attraverso queste puntate, sensei ha continuato con tutto se stesso a inviare incoraggiamenti ai compagni di fede che stavano affrontando difficoltà e tribolazioni; ogni singola frase di quelle puntate avrà sicuramente rappresentato per loro una fonte di luminosa speranza.
La generazione della nuova rivoluzione umana
Nell’epilogo del primo volume de La nuova rivoluzione umana è scritto: «Anche la grande visione del maestro può finire come una pura illusione se non c’è un discepolo che la realizza. Il principio indicato dal maestro avrà il suo valore solo se viene applicato e sviluppato da un discepolo».
Negli anni a venire, la chiave fondamentale sarà come noi, discepoli di sensei, riusciremo ad approfondire e a mettere in pratica La nuova rivoluzione umana, quanto riusciremo a fare nostre le parole scritte dal presidente Ikeda come se fossero parte del nostro stesso corpo, e a trasmetterle correttamente alle generazioni future. In tal senso, possiamo affermare che tutti i membri del Gruppo giovani sono la “generazione della nuova rivoluzione umana” dalla grande missione.
Nel saggio della serie “L’eterna cittadella Soka”, pubblicato lo scorso 22 agosto sul quotidiano Seikyo e intitolato La lotta condivisa basata sul voto, sensei afferma: «Ho scritto La rivoluzione umana e La nuova rivoluzione umana, il grande poema epico della vittoria delle persone comuni, come se stessi condividendo il mio diario d’oro con tutti i miei preziosi amici. Di conseguenza, non si tratta affatto di qualcosa che terminerà una volta che la pubblicazione delle puntate sarà giunta al termine» (di prossima pubblicazione su NR).
Realizzare il voto di kosen-rufu per l’eterno futuro e far prosperare e risplendere la propria vita e quella degli altri: la missione che permette di rispondere a questo desiderio affidatoci dal maestro risiede dentro di noi.
Realizziamo fino in fondo il nostro voto di kosen-rufu continuando ogni giorno a studiare e approfondire La nuova rivoluzione umana.
(Seikyo Shimbun, 3 ottobre 2018)
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Il sommario dei volumi de La nuova rivoluzione umana
Recentemente il Seikyo Shimbun ha pubblicato un articolo che descrive sinteticamente il contenuto de La nuova rivoluzione umana, capitolo per capitolo.
Lo potete trovare in versione pdf sul sito
http://ilnuovorinascimento.org