Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Daimoku, Daimoku e ancora Daimoku - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:48

439

Stampa

Daimoku, Daimoku e ancora Daimoku

Gloria Alanis, Milano

Non avevo niente da perdere e provai. Il primo, grande beneficio fu quello di sentire una profonda gioia, una forza e una fiducia impensabili in quella difficile situazione

Dimensione del testo AA

Non avevo niente da perdere e provai. Il primo, grande beneficio fu quello di sentire una profonda gioia, una forza e una fiducia impensabili in quella difficile situazione

Mi sono avvicinata a Nam-myoho-renge-kyo in un momento in cui la sofferenza era talmente profonda da pensare al suicidio. Tutto cominciò nel 1990 con l’inaspettata e dolorosa morte in Messico del mio adorato fratello maggiore Josè per un incidente stradale e una settimana dopo, a causa del grande dolore per la perdita del nipote che lei aveva cresciuto come un figlio, morì anche mia zia. Quattro anni dopo ci lasciò anche il mio amato padre.
A seguito di questi tragici fatti, mio fratello Miguel, diventò un alcolista cronico e ogni giorno la sua vita era appesa a un filo. Per me, vivere in Italia, sapendo che in Messico mia madre [con Gloria nella foto, n.d.r.] viveva sola e con mio fratello in gravi condizioni era davvero difficile. Con questo profondo dolore nel cuore, cercavo di sopravvivere.
Conobbi un bell’uomo che sposai nel 1991; due anni dopo nacque Yasmeen, la nostra meravigliosa figlia, ma purtroppo nel 1998 scoprii che mio marito mi tradiva. Da quel momento ho aspettato tre anni prima di intraprendere il faticoso iter giudiziario della separazione e questo in parte per la condizione di estrema dipendenza economica da lui, ma principalmente perché non volevo che il matrimonio finisse. Mia figlia all’epoca aveva otto anni e non volevo vederla soffrire. Mio marito reagì duramente, ostacolandomi in tutti i modi possibili, tanto che non potevo più contare sul sostegno di nessuno: mi sentii profondamente tradita e sola. La mia vita era diventata un vero e proprio incubo. Dovendo vivere con il solo assegno di mantenimento stabilito dai giudici contavo i centesimi ogni giorno; non potevo cercare lavoro altrimenti mia figlia sarebbe rimasta sola e mio marito avrebbe potuto dimostrare che non ero in grado di accudirla. Nel 2004 rividi una mia vecchia amica e mi colpì il suo enorme cambiamento: non era più la donna pessimista che avevo conosciuto in passato, ma era serena, fiduciosa e solare. Mi parlò del Buddismo e del suo grande potere; mi disse una frase che ormai è diventata il mio motto: «Con questa pratica chi è triste diventa felice e chi è già felice diventa ancora più felice. Non porre limiti alle tue aspettative, esagera!».
Non avevo niente da perdere e provai. Il primo grande beneficio fu quello di sentire una profonda gioia, una forza e una fiducia impensabili in quella difficile situazione. Pregai per la salute di mio fratello, considerato irrecuperabile, per la mia situazione economica e sentimentale e per realizzarmi nel lavoro… e le risposte non tardarono. Mio fratello iniziò in modo lento e inaspettato a migliorare e la sua situazione si trasformò completamente: smise di bere e ritornò a vivere. Nel marzo 2005 ricevetti il Gohonzon e due mesi dopo conobbi Nino che da subito ha amato me e mia figlia con tutto il cuore.
Fu uno dei periodi più belli della mia vita ma, un anno dopo il nostro incontro, al mio compagno venne diagnosticato un grave tumore al polmone. La notizia fu un vero e proprio pugno nello stomaco. Decisi di reagire alla paura e determinai che entro un anno tutto si sarebbe risolto. Pregavo per la sua completa guarigione e per vincere i pensieri negativi che mi spingevano a pensare di non avere speranza. Secondo i medici l’unica soluzione era quella di asportare completamente il polmone e, se tutto andava per il meglio, avrebbe vissuto con quella menomazione per il resto dei suoi giorni.
Decisi che avrei vinto a tutti i costi, non mi importava quello che la mia realtà mi diceva. Recitavo tanto Daimoku, mi impegnavo nell’attività del mio gruppo e in quella di propagazione; ero convinta che grazie a tutto questo avrei vinto. Esattamente un anno dopo Nino era completamente guarito e senza bisogno di alcuna operazione: una vittoria completa. Fu così che ci sposammo, celebrando la nostra unione anche al Centro buddista di Milano, alla presenza di Tadayasu Kanzaki. Un momento indimenticabile!
Avevo realizzato tutto, mancava solo l’aspetto lavorativo. Era giunta l’ora di trasformare anche questo. Desideravo costruire qualcosa di mio – anche se non avevo assolutamente idea di cosa potessi fare – dopo aver concluso la mia carriera di modella e una breve esperienza come imprenditrice. Mi sentivo come uno specchio appannato in cui non si riflette nulla, ma avevo imparato che già il solo fatto di avere un grande obiettivo e di affidarsi completamente al Gohonzon significava indirizzare la mia vita verso la mia affermazione. Decisi che avrei realizzato anche questo obiettivo entro un anno: volevo innanzitutto chiarezza e non mancò di manifestarsi una risposta che mai avrei potuto immaginare.
Avendo vissuto molti anni nella moda, la mia vita non poteva che riportarmi in quell’ambiente e una sera, per caso, conobbi quello che sarebbe poi diventato il mio socio in una società di abbigliamento. Mi buttai in quella esperienza pur non sapendo cosa fare, ero guidata solo dalla mia fede e da una grande gioia che l’attività e le parole di Ikeda mi davano ogni giorno. Ebbi un ruolo nel consiglio di amministrazione di questa società: la mia avventura era iniziata.
Decidemmo di aprire un negozio della nostra piccola catena a Miami, nel centro commerciale più esclusivo degli USA. Il proprietario del centro rimase stupito della nostra richiesta, dato che non avevamo alcuna credenziale per poter anche solo ambire ad avere uno spazio nel suo centro. Prima di noi, una piccola e sconosciuta real­tà italiana, c’era una lista di attesa di ben duecento case e marchi internazionali, e in cento anni di storia nessun marchio sconosciuto al mercato statunitense era mai entrato in quel centro.
Per i miei soci fu un duro colpo; io invece, forte delle esperienze precedenti, dissi: «Entro un anno saremo in quel centro commerciale!». Ovviamente non fui presa molto sul serio!
La mia fu una preghiera determinata e senza dubbi. Sapevo cosa fare: Daimoku, Daimoku e ancora Daimoku nonché attività per gli altri e tanto shakubuku. Esattamente un anno dopo, per strade inaspettate, riuscimmo a entrare in quell’esclusivo centro commerciale. Dopo due soli mesi, siamo stati premiati, con un rimborso economico rilevante, come il quarto negozio per numero di vendite, e il migliore, a detta di tutti, per immagine e stile. Nell’ultima rilevazione di maggio 2009 abbiamo conquistato addirittura il primo posto come numero di vendite. Anche questa volta l’impossibile si è trasformato in possibile grazie alla fede. Oggi provo un’enorme gratitudine per la mia vita, la pratica, il presidente Ikeda e per tutti gli ostacoli, che mi hanno permesso di approfondire la fede. Ora riesco perfino a provare gratitudine per il tumore che colpì mio marito: mai come allora fui in grado di capire e percepire il grande valore e potere della fede.
In futuro voglio portare avanti il desiderio di kosen-rufu insieme a sensei e alla Soka Gakkai e voglio far conoscere il Buddismo a un numero sempre maggiore di persone. A giugno anche mia madre, all’età di ottantadue anni, ha ricevuto il Gohonzon in Messico. In cinque anni di pratica ho accompagnato ventiquattro persone a ricevere il Gohonzon e oggi alcuni di questi sono ottimi responsabili. Durante tutto l’arco del 2009 nel mio gruppo, che nel frattempo si è diviso per la terza volta, sono stati consegnati quarantadue Gohonzon. La gioia che deriva da tutto ciò mi sembra infinita, come è infinito il potere del Gohonzon.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata