Impegnarsi, agire, stancarsi, ripartire: questa è la lotta quotidiana. Partendo da un atteggiamento positivo si può trasformare l’apatia in energia, gli ostacoli e le illusioni in opportunità e riscoprire in se stessi un infinito potenziale
«Cosa si intende per questa”saggezza”? È l’entità del vero aspetto di tutti i fenomeni e dei dieci fattori della vita che conducono tutti gli esseri alla Buddità. Che cos’è dunque questa entità? È Nam-myoho-renge-kyo»
Le illusioni e i desideri sono Illuminazione, RSND, 1, 281
Non c’è nulla al di fuori della nostra vita. Nella Saggezza del Sutra del Loto il presidente Ikeda ci trasmette l’Illuminazione di Josei Toda che sembra spieghi questa frase di Gosho: «Il Budda è la vita! È l’espressione della vita! Il Budda non è fuori di noi, sta nella nostra vita. No, esiste anche al di fuori, è la vera entità della vita cosmica!» (Saggezza, 1, 23).
Leggendo queste parole mi sento più grande, mi elevo. Le frasi del Gosho come le parole di Toda hanno un potere rivitalizzante, che mi fa venir voglia di agire. E lo faccio. Però basta un niente, un attimo e già le sento sfuggire. Poi mi dico che è questa la lotta quotidiana, cioè afferrare attimo dopo attimo la grandezza della vita in tutti i suoi fenomeni, belli o brutti che siano le cose e i fatti quotidiani. Gioire di tutto al di là dell’emozione che lì per lì provo. È anche accarezzare col pensiero e con lo sguardo persone diverse da me, magari antipatiche, ma che in fondo, se so accettarle così come sono usando il mio infinito talento, le trovo belle, interessanti, tenere. So che devo sempre ricominciare, che voglio rialzarmi senza farmi abbattere dall’oggi in cui magari sono caduta.
Lo slogan di quest’anno “Anno dello sviluppo dinamico nella nuova era di kosen-rufu nel mondo” mi trasmette un senso di forza e di saggezza. La saggezza di non fermarsi mai, di accogliere la vita nella sua pienezza, ricca di occasioni. Mi viene l’immagine di una corsa in avanti, col vento in faccia, ridendo, respirando a pieni polmoni l’aria frizzante. Quante volte stanca degli impegni che cerco e di cui poi mi lamento ho desiderato riposarmi, dormire di più, non fare niente. Ho fatto tanto ora mi merito un po’ di riposo, mi dico. E ogni sacrosanta volta che lo faccio alla fine mi sento uno straccio. Mi sento molto peggio di quando corro tutto il giorno. Perché? Mi chiedo. E la risposta che proprio in questi giorni mi sono data è perché non ho goduto appieno della vita, l’ho recintata in uno spazio piccolo. La vita che è grande e piena di infinite possibilità l’ho ristretta, coi miei pensieri, in quello che chiamo piccolo io. Ma ora ho capito e non ci casco più! E invece eccomi di nuovo col pensiero là a sognare di fermarmi. Ma ora mi sorrido da sola. Sono una persona con tutti i suoi dieci mondi, è normale pensare così, la differenza la faccio sorridendo di me – senza critica ma con benevolenza – e nel ricominciare come fosse la prima volta, trovando nuova energia, nuova gioia, occupandomi degli altri. Se sono stufa della continua altalena tra chiusura e apertura devo cambiare i miei pensieri, allinearmi al maestro, credere ancora di più nell’infinito potenziale della vita e so che questo desiderio prima o poi diventerà realtà come tante altre cose che ho realizzato. Che bello alzare lo stato vitale, nel profondo, e far diventare la mia apatia energia vitale e vivere sentendo che la vita è il Budda, come ci ha detto il nostro maestro. Mi sento fortunata ad avere questa grande occasione di correre e di contribuire al bene della società e del mondo intero. E so che tutto ciò che è la mia vita – desideri, illusioni, sogni, ostacoli – fa parte della saggezza universale e dell’infinito potenziale che è in me. Come sono curiosa di conoscermi ancora! Di scoprire le migliaia di Giovanna che ancora non si sono svegliate.