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Crescere senza invecchiare - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:26

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Crescere senza invecchiare

In un discorso rivolto ai neolaureati dell’Università Soka, il presidente Ikeda ricorda alcuni punti basilari per la fede e per la vita

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In un discorso rivolto ai neolaureati dell’Università Soka, il presidente Ikeda ricorda alcuni punti basilari per la fede e per la vita

Walt Whitman (1819-92), uno dei miei poeti favoriti, scriveva:
Quando indago la gloria conseguita dagli eroi, e le vittorie dei grandi
generali, non invidio i generali,
né il presidente durante la sua presidenza, né i ricchi nei loro superbi
palazzi,
ma quando sento la comunione tra gli amanti, di come vissero,
di come trascorsero uniti la vita, superando pericoli, inimicizie, senza
giammai mutare per anni e anni,
durante la gioventù, e la mezza età e la vecchiaia, come rimasero fedeli,
innamorati, costanti,
allora divengo pensoso – rapido m’allontano, pieno della più amara invidia.

E Albert Einstein (1879-1955) era convinto che «a lunga scadenza la tirannia non può trionfare». Le bugie vengono sempre smascherate e le tirannie finiscono sempre in briciole. Einstein affermava anche: «La mia eternità è adesso. C’è solo una cosa che mi interessa: adempiere al mio scopo qui dove mi trovo adesso». Vincere adesso, vincere ora, questo era lo spirito di Albert Einstein.
Il pedagogista svizzero Johann Pestalozzi (1746-1827) lodava gli studenti dell’accademia che aveva fondato dicendo che nelle loro sopracciglia, nei loro occhi, nei loro sguardi, in tutto il loro essere egli vedeva libertà, coraggio e lo sforzo di elevarsi a un piano di esistenza più alto e nobile. Oggi, col cuore pieno di emozione, anch’io voglio lodare tutti i brillanti laureati della 29a classe della Soka University e della 17a classe del Soka Women’s College.
In ogni ambito dell’attività umana ogni tre decenni si giunge a un punto cruciale, un punto in cui o c’è ristagno e degenerazione oppure si apre una nuova strada di crescita e di sviluppo. Abbiate la consapevolezza che ora ci troviamo a questo punto di svolta. E, grazie all’energia rivitalizzante degli studenti che si impegnano sinceramente e che amano e apprezzano la propria alma mater, la Soka University ha iniziato una grande avanzata verso il suo secondo trentennio.
Rabindranath Tagore (1861-1941) il grande poeta asiatico, fondatore di una università, scrisse: «È fonte di turbamento, ancor più di questi disastri [la carestia e le epidemie che affliggono il nostro paese], la mortale rassegnazione che ottunde i nostri cuori». E aggiunge: «Ma io non dispero… Il mio cuore innalza un canto per annunciare l’avvento di un gande futuro che è già prossimo a noi». Giovani, per quanto tetra sia l’epoca non disperate mai, non fatevi mai sconfiggere! Mantente viva nei vostri cuori la speranza del futuro! Qualsiasi cosa sia accaduta in passato o stia accadendo nel presente costruite un futuro di pace e di prosperità grazie ai vostri sforzi! Questo era l’incoraggiamento del grande poeta indiano ai giovani.
Oggi sono con noi il sottosegretario generale delle Nazioni Unite Anwarul K. Chowdhury e la moglie Mariam Chowdhury, entrambi originari del Bengala, la terra natale di Tagore.
Con lo sguardo rivolto al futuro, Chowdhury si è adoperato per tutelare i diritti dell’infanzia, migliorare la condizione femminile e portare maggior benessere ai paesi in via di sviluppo. È un compito enormemente difficile. Come ha fatto Chowdhury a non disperare, a non arrendersi? Perché, egli afferma, crede fermamente che questa sia la sua missione e la sua responsabilità individuale per l’edificazione di una cultura di pace. E i notevoli risultati che lui e sua moglie hanno conseguito attestano che non c’è vita più forte e profonda di quella dedicata a realizzare la propria missione e la propria responsabilità.
Ciò che conta è quanto profondamente riusciamo a essere consapevoli della nostra missione individuale. Questo è il metro di paragone che determina la profondità e la grandezza delle nostre vite. Essere consapevoli della nostra missione fa nascere forza e speranza e diventa l’energia trainante che ci permette di avanzare in mezzo alle difficoltà della vita. Ognuno ha una missione nella vita. Non c’è essere umano che non ne abbia una. Ciò che determina il corso della vita è l’essersi risvegliati o meno alla propria missione.
La prima cosa da fare quando entrerete nel mondo del lavoro sarà conquistarvi la fiducia e la stima delle altre persone dimostrando l’alto livello qualitativo dei laureati Soka. Poi dovrete trovare qualcosa, qualsiasi cosa, che possiate affermare con sicurezza di aver realizzato al meglio delle vostre capacità e che possiate offrire come contributo alla generazioni future. Spero che sarete fieri di vivere così.
Tsunesaburo Makiguchi, fondatore della Soka Gakkai e padre dell’educazione Soka, soleva dire: «Quando giungete a un punto morto, tornate al punto di partenza». Qual è dunque il punto di partenza al quale l’umanità del ventunesimo secolo deve fare ritorno? Credo che sia una cultura di pace, che grazie agli sforzi di Chowdhury, è una delle priorità fondamentali stabilite dalla Nazioni Unite all’inizio del nuovo millennio.
Chowdhury ha evidenziato che l’obiettivo primario di una cultura di pace è dare potere alle persone comuni. Già questa frase basterebbe a far comprendere che Chowdhury è un vero leader, un pioniere della nostra epoca. Inoltre egli ha aggiunto che saranno soprattutto i giovani che giocheranno un ruolo indispensabile nella creazione di una cultura simile, un punto di vista che mi trova pienamente d’accordo.
Uno dei punti essenziali che dobbiamo tenere presenti per la creazione di una cultura di pace è la battaglia verbale, tra la verità e la menzogna. È assolutamente necessario che le persone smascherino e denuncino le bugie delle autorità assetate di potere e del nazionalismo che pensa solo a esaltare se stesso. Il Mahatma Gandhi (1896-1948) diceva: «La menzogna è la madre della violenza». Per questo Martin Luther King (1929-68), che di Gandhi aveva ereditato l’attivismo nonviolento, si rifiutava di accettare le menzogne e insisteva che l’essenza delle vera educazione consisteva nel smascherarle e dissolverle.
Sono felice di dare il benvenuto al vice rettore dell’Università di Sofia, Vladimir B. Petrov e a sua moglie Elena Genadieva Petrov. Petrov è un educatore modello che ha applicato con successo un metodo di studio che attribuisce la massima priorità agli studenti.
L’Università di Sofia è famosa per le battaglie spirituali dei propri studenti. È famoso l’episodio in cui il corpo studentesco si ribellò contro il ritorno di un professore che aveva capeggiato un colpo di stato fascista diversi anni prima. La loro protesta ebbe successo ed egli fu sospeso dall’università.
I professori non devono occupare una posizione di potere rispetto agli studenti; piuttosto gli insegnanti della facoltà e gli studenti dovrebbero unirsi per creare una università ideale. Così secondo me dovrebbe funzionare l’educazione.
Il motto inciso sullo stemma muncipale di Sofia, una delle più antiche città d’Europa, mi ha sempre colpito: «Cresce ma non invecchia». Sono parole che esprimono lo spirito sempre giovane della crescita continua. Ne parlavamo, Toynbee e io, durante un nostro dialogo di trent’anni fa. Il grande storico faceva notare che gli individui, le società e le civiltà hanno sempre problemi da affrontare. La cosa importante, sottolineava, è rispondere a queste sfide e vincerle. E diceva che bisognerebbe mantenere lo spirito della gioventù per tutta la vita, anzi per tutta l’eternità.
Spero che tutti i laureati Soka che si affacciano adesso alla vita pubblica mantengano sempre la ferma determinazione di rispondere positivamente a ogni sfida e diventare vincitori sia nella vita personale che nella società. Sforzatevi sinceramente lì dove siete. Non fatevi sviare dalle mode o dagli eventi passeggeri. Gandhi che condusse un grande movimento nonviolento nella più turbolenta delle epoche diceva: «Dobbiamo impedire che ci manchi il terreno sotto i piedi. Un uomo che sta annegando non può salvare gli altri».
Costruite solide fondamenta per voi stessi, con in mente uno scopo decennale. La mia gioventù coincise con il periodo bellico. Avevo la tubercolosi e non potevo studiare quanto e come avrei desiderato. I miei quattro fratelli furono chiamati alle armi e quando le bombe cominciarono a cadere su Tokyo la mia famiglia perse tutto: prima fu distrutta la nostra casa e poi anche quella in cui ci eravamo trasferiti. Queste esperienze mi hanno reso assolutamente contrario alla guerra.
In seguito nel dopoguerra il mio maestro, Josei Toda, mi istruì personalmente, dandomi lezioni ogni mattina su una vasta gamma di materie. Quello fu il mio “punto di partenza” e quella è stata la base per la mia vittoria personale.
Non c’è assolutamente bisogno di avere fretta. Questo è il segreto per trionfare nella società.
Tagore esortava: «Credi veramente in te stesso… Una volta che avrai superato la sconfitta, scoprirai un ambito di successo senza pari. In mezzo alle varie sofferenze devi avanzare ogni giorno verso quel successo». Non perdete la fede in voi stessi quando incontrate piccole difficoltà e ostacoli momentanei.

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