Rispondere al maestro
Tamotsu Nakajima, presidente della Soka Gakkai Italiana
Il 6 giugno, giorno del compleanno di Makiguchi, si sono riuniti a Roma un migliaio di giovani per il lancio dell’”Appello alla resilienza e alla speranza” di Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda, rivolto ai giovani di tutto il mondo. Sessant’anni fa, il 16 marzo 1958, avveniva il passaggio del testimone di kosen-rufu ai giovani da parte del maestro Toda. Probabilmente adesso non riusciamo a capire fino in fondo l’importanza di questo appello rivolto ai giovani, affinché riescano a cambiare il mondo. La nostra società sta peggiorando, sempre più preda dei tre veleni. Come creare il cambiamento? Solo con la rivoluzione umana di ogni singola persona. Bisogna decidere: come rispondiamo a questo appello? È meraviglioso sentire quanta aspettativa c’è da parte del presidente Ikeda nei nostri confronti! Giovane è chi ha la forza, la passione, non è questione di età ma di spirito, di decisione.
In Italia, grazie all’impegno di tutti i membri, abbiamo realizzato prima l’Intesa, e adesso il lancio di questo appello mondiale. Siamo veramente fortunati, è un’opportunità per tirare fuori tutta la nostra forza e la nostra decisione per portare avanti questa impresa, per kosen-rufu.
Non perdiamo tempo a litigare, siamo nati per essere felici, quindi divertiamoci superando tutte le difficoltà!
L’obiettivo di 20.000 giovani
Non dimentichiamo che il nostro obiettivo di quest’anno è realizzare ventimila giovani in Italia, questo è lo scopo fondamentale.
Come? Ognuno di noi deve migliorare nella propria rivoluzione umana.
In un editoriale sul Seikyo Shinbun (vedi box pag. 23), si legge che la partenza in ogni cosa è recitare Daimoku. Una persona che si sfida stringendo i denti di fronte alle difficoltà riesce a tirare fuori il potere di una “preghiera disperata”. Preghiera significa il coraggio di non rinunciare. Il Daishonin scrive: «Adesso però siamo entrati nell’Ultimo giorno della Legge e il Daimoku che io, Nichiren, recito è differente da quello delle epoche precedenti. Questo Nam-myoho-renge-kyo comprende sia la pratica per sé sia l’insegnamento agli altri» (RSND, 2, 925).
Quindi avanziamo praticando insieme, facendo conoscere il Buddismo agli altri. Fare shakubuku vuol dire avere il desiderio che le persone diventino felici, invece di essere sottomesse al loro karma. Le difficoltà sono tante, ma la soluzione è sempre il Daimoku. Recitare Nam-myoho-renge-kyo è il punto di partenza per qualsiasi cosa.
Avere grandi difficoltà è un’occasione. Chi non ha grandi difficoltà non ha nemmeno l’opportunità di fare un vero cambiamento.
Alcuni non amano mettersi un obiettivo numerico, ma è assolutamente indispensabile. Quando miri con una freccia, dove va a finire se non c’è un bersaglio? Sensei ci chiede di avanzare insieme a lui. Da soli non andiamo da nessuna parte, mentre uniti a lui sicuramente arriviamo al traguardo. Questo è il significato del legame di non dualità con il maestro. Cerchiamo inoltre di creare unità con i compagni di fede, senza pensare a chi ha ragione o chi ha torto: non è questo il punto. L’importante è avere sempre e comunque l’atteggiamento di creare unità.
• • •
Fiducia totale nei giovani
Anna Conti, responsabile nazionale donne
Credo che il significato fondamentale di questo appello sia credere nei giovani, nel loro potenziale illimitato che è la forza per trasformare il mondo, per superare tutte le sfide che ci troviamo davanti.
È un appello a diventare più forti, affrontando quel che c’è da affrontare. Sono sicura che ognuno di noi può tirare fuori ancora più fiducia nei giovani.
Adesso è il momento di fare un salto di qualità nella fede per rispondere alle aspettative del nostro maestro. Come fare?
Tutto parte dal Daimoku. Se preghiamo con il desiderio di sostenere i giovani con tutto il cuore, allora riusciamo a creare delle attività insieme, una volta andremo a fare una visita con loro, altre volte un incoraggiamento personale…
La mia sfida, adesso, è riuscire a fare shakubuku ai giovani. Voglio ricordarmi di quest’anno come l’anno in cui sono riuscita a contribuire alla campagna Io sono Shin’ichi Yamamoto portando un giovane a ricevere il Gohonzon. Tutti i giorni, voglio fare ancora più Daimoku per realizzare questo scopo. Rinnoviamo insieme questa determinazione e recitiamo Daimoku per realizzare assolutamente! In una recente puntata de La nuova rivoluzione umana sensei ci assicura che «non esiste, nel modo più assoluto, un karma che non possa essere superato attraverso la fede» (Vol. 30, cap. 6 “Il voto”, p.ta 48). Quando viviamo con tutte le forze per kosen-rufu, le nostre sofferenze si trasformano in tesori del cuore. Sensei ci sta incoraggiando a coltivare questa fede basata sul voto per realizzare kosen-rufu.
• • •
Un anno senza rimpianti
Chiara De Paoli, responsabile nazionale studenti
Mi ha colpita, leggendo l’appello di Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda, l’idea dell’amicizia come di qualcosa che è necessario alimentare e proteggere per realizzare la pace.
Sento che è proprio quello che stiamo facendo con la nostra campagna Io sono Shin’ichi Yamamoto.
Ho sentito che in qualche modo, attraverso questa attività, stiamo già mettendo le basi per realizzare la visione di sensei nel futuro, da qui ai prossimi sessant’anni. In questa prospettiva, quello che stiamo facendo è un primo passo concreto per realizzare la sua visione. Questo pensiero mi ha riportata a concentrarmi sul momento presente, su quello che decido oggi. Ci sono giorni in cui decido di migliorare, e altri in cui me ne dimentico. La differenza a fine giornata è sostanziale. Guardo alle giovani donne con cui sto facendo attività: grazie allo sforzo che ognuna sta facendo per approfondire la fede, stanno emergendo problematiche enormi e commoventi vittorie condivise. Allora, continuiamo a lottare fino in fondo e, come ci ha incoraggiati il presidente Harada nel video della trentacinquesima riunione di centro, concludiamo quest’anno senza rimpianti!
• • •
Giovani e adulti insieme
Daniele Santi, responsabile nazionale giovani uomini
Anche quando nel 1958 si svolse la Cerimonia di successione di kosen-rufu, sicuramente non tutti i partecipanti erano consapevoli della portata di quell’evento. Ora tocca a noi: cosa vogliamo fare per rispondere a questo appello di Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda? Sicuramente è necessario approfondire e studiare cercando di metterlo in pratica, senza pensare che sia qualcosa di diverso da ciò che stiamo già facendo. Il nostro obiettivo fondamentale resta quello dei ventimila giovani in Italia.
L’appello e la campagna di shakubuku non sono due cose separate, e se manteniamo chiaro questo scopo dentro di noi, qualunque sia il nostro contributo, dall’offerta per kosen-rufu allo zadankai, sarà funzionale e sicuramente realizzeremo una vittoria indimenticabile.
Solo mettendo in pratica in prima persona gli incoraggiamenti di sensei posso dire che Io sono Shin’ichi Yamamoto!
Tantissimi giovani hanno iniziato a praticare in questi mesi, perciò adesso uniamoci, giovani e adulti, per sostenere e incoraggiare i principianti e realizziamo insieme il nostro grande obiettivo!
• • •
Il Daimoku è il punto di partenza
dal Seikyo Shimbun
Una persona che si sfida stringendo i denti di fronte alle avversità riesce a dar vita a una “preghiera disperata”. Preghiera significa coraggio di non rinunciare. Gli amici Soka hanno provato sulla loro pelle il potere della preghiera, credendo in se stessi, trasformando l’impossibile in qualcosa di possibile e facendo sì che tutti divenissero degli alleati. Come afferma il Daishonin nel Gosho: «Risveglia in te una profonda fede e lucida con cura il tuo specchio notte e giorno. Come dovresti lucidarlo? Solo recitando Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 1, 4).
Attraverso la pratica della recitazione del Daimoku possiamo lucidare la nostra vita e far emergere un coraggio e una saggezza infiniti che sono dentro di noi. […] Quando una persona sbatte contro un muro, quando sente che sta perdendo, impara che la partenza per sconfiggere le avversità è la preghiera.
Continuare a recitare Daimoku fino alla fine con serietà, studiando il Gosho e incidendo nel cuore le guide di sensei. La preghiera così si trasforma fino a diventare una profonda decisione di trasformare il karma, di realizzare la propria missione per il bene di kosen-rufu. E ci porta a fare azioni coraggiose.
Una donna intervistata [dal Seikyo Shimbun] ha detto radiosa: «Per quanto soffrissi, non ho mai smesso di pregare. Alla mia bambina, fin da piccola venne diagnosticata una grave malattia, tanto che il medico mi disse che non avrebbe camminato né parlato. Lo shock fu tale che non riuscii neanche a piangere. Ma non ho avuto neanche un momento in cui ho pensato di rinunciare. Questo cuore forte era stato coltivato dal Daimoku. Decisi che una volta che fosse stata meglio avrei lottato per kosen-rufu insieme alla mia bambina!».
Questa madre faceva sedere la figlia accanto a sé ogni volta che pregava e ha continuato a recitare basandosi sul voto. Dopo diversi anni, la bambina riuscì a camminare e a parlare e ora recita Daimoku insieme alla madre senza dar peso alla disabilità, e si sta dedicando piena di energia a kosen-rufu. L’altro giorno in occasione della riunione generale giovani ha cantato nel coro.
Se cambia l’ichinen cambia la preghiera, e quindi anche le azioni. Grazie al Daimoku quotidiano emerge la forza di affrontare qualsiasi sofferenza e difficoltà. Sensei afferma che «tutto inizia dalla preghiera». La vera preghiera non è supplichevole. È una preghiera basata su un profondo voto che ci porta a dichiarare: «Dimostrerò di riuscire a superare tutto!». Questo ci permette di aprire una condizione vitale indistruttibile.
• • •
Nuove nomine a livello regionale
Toscana nord
Vice responsabile giovani donne
Linda Starita
Lombardia nord
Vice responsabile giovani donne
Carla Valente
Lombardia sud
Vice responsabile giovani uomini
Pierluigi Panetta
Piemonte
Vice responsabile donne
Paola Garbarino
Lazio 2
Vice responsabile giovani donne
Marta Arduini
Abruzzo
Vice responsabile giovani uomini
Antonio Peretti
Umbria
Vice responsabile giovani uomini
Giandomenico Troiano
Consulta nazionale