Ciò che il Buddismo definisce come vittoria o sconfitta è legato alle piccole e grandi battaglie che ciascuno conduce nella propria esistenza. La vita è un susseguirsi di tensioni dinamiche fra forze distruttrici o edificatrici. Senza dimenticare che la vittoria più importante si consegue dentro di noi
«La legge del Budda riguarda principalmente la vittoria o la sconfitta, mentre la legge del re si basa su ricompensa o punizione»
dal Gosho L’eroe del mondo
L’espressione “il Buddismo è vincere o perdere” potrebbe sembrare in contraddizione con l’idea di un approccio buddista pacifico alla vita. Con questa frase non si intende certo l’antagonismo tra individui, piuttosto ci si riferisce alla lotta spirituale che avviene nelle nostre coscienze. Come afferma Daisaku Ikeda: «L’universo, questo mondo e le nostre stesse vite sono il palcoscenico di una lotta incessante tra odio e compassione, tra gli aspetti distruttivi e quelli costruttivi della vita». La sfida individuale, momento per momento, è continuare a sforzarsi per creare il massimo valore, non essere mai sconfitti e non arrendersi, a prescindere dagli ostacoli che si possono incontrare.
Questa lotta incessante può riguardare sia gli aspetti più banali della vita quotidiana che i più rilevanti, ma la sfida essenziale è sempre la stessa e consiste nel superare, al momento opportuno, le debolezze, le paure, l’inerzia e riuscire a fare l’azione migliore per il bene e la felicità nostra e altrui.
Quale contributo può offrire il Buddismo nel combattimento di ogni giorno? Idealmente non c’è separazione tra vita quotidiana e pratica buddista. Il Buddismo non esiste nel regno della teoria e, come spiega Nichiren Daishonin «il vero significato dell’apparizione in questo mondo del Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, sta nel suo comportamento da essere umano» (RSND, 1, 756).
Nichiren sottolinea spesso che ciò che più conta è la vittoria riportata in quanto esseri umani – includendo sia i benefici tangibili sia i risultati spirituali che possono essere invisibili agli occhi degli altri – e non i riconoscimenti in forma di promozioni o ricompense da parte della società. Nel Giappone del tredicesimo secolo, le persone dipendevano totalmente dalle decisioni dei governanti e dei signori, e ci voleva un grande coraggio per stabilire e realizzare obiettivi autonomi.
Nel Gosho L’eroe del mondo il Daishonin scrive: «La legge del Budda riguarda principalmente la vittoria o la sconfitta, mentre la legge del re si basa su ricompensa o punizione. Per questa ragione un Budda ha il titolo di “eroe del mondo”, mentre un re viene chiamato “colui che governa a suo arbitrio”» (RSND, 1, 741).
Il valore della vittoria ottenuta dipende anche dal tipo di sfida affrontata. Per un campione di bodybuilding sollevare una valigia pesante non costituisce un grande successo. Solo quando ci spingiamo oltre i nostri limiti il risultato acquista un significato diverso e può essere riconosciuto anche all’esterno. Vivere un’esistenza “tranquilla e sicura” attenti solo a non infrangere le regole della società equivale a sottrarsi a sfide maggiori. In questo modo non si potrà esprimere pienamente la creatività e il positivo potere di influenza, né contrastare energicamente quelle forze che causano sofferenza e violenza.
Sia che stiamo lottando per un miglioramento nel campo lavorativo, sia che stiamo incoraggiando un amico a superare un momento di depressione, per realizzare qualsiasi obiettivo abbiamo bisogno di coraggio, perseveranza e forza d’animo. Nichiren ammonisce che chi non ha coraggio fallirà: la sua vita ci fornisce l’esempio della manifestazione del coraggio supremo di fronte a opposizioni e persecuzioni; la pratica buddista che egli stabilì aiuta ciascuno a chiarire gli obiettivi fornendo anche gli strumenti con i quali realizzarli. Attraverso la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo che attiva il nostro più alto potenziale, si può così approfondire la determinazione di realizzare i nostri obiettivi e sviluppare la forza necessaria per vincere su ogni ostacolo, interno o esterno, che può impedire il progresso personale.
E così, ogni volta che sperimentiamo l’efficacia della combinazione di una preghiera forte e determinata e di un’azione coraggiosa, ogni volta che vediamo concreti risultati positivi nelle nostre vite, ci sentiamo incoraggiati a osare intraprendere sfide maggiori e possiamo essere d’ispirazione agli altri per affrontare i problemi con rinnovata speranza.
Daisaku Ikeda scrive: «Quando il Daishonin afferma che il Buddismo riguarda la vittoria o la sconfitta sta riferendosi a questa lotta che avviene nel profondo del nostro cuore. Perciò dobbiamo guardarci severamente dal soccombere alla sfiducia e alle azioni sbagliate. La strada maestra per la vittoria sta nel mantenere una fede risoluta nella Legge mistica e un comportamento ragionevole, basato sulla fede» (NR, 335, 19).