Come possiamo realizzare zadankai allegri e gioiosi?
I suggerimenti per gli zadankai che da diverso tempo troviamo su Il nuovo rinascimento vogliono essere solo uno spunto di partenza per stimolare il dialogo durante le nostre riunioni, fondamento della Soka Gakkai.
Ciò che conta è dialogare insieme, creare con saggezza e flessibilità un’atmosfera accogliente e calorosa in cui tutti possano raccontare liberamente le proprie esperienze di fede.
Da La nuova rivoluzione umana (NRU, 18, 228) abbiamo estratto delle linee guida indicate dal presidente Ikeda per rendere l’atmosfera delle nostre riunioni vibrante e positiva.
La prima cosa che risulta chiara è che, a prescindere dalle circostanze, tutto dipende dalla determinazione dei responsabili di gruppo.
1. L’importanza degli incontri personali
«È importante andare a trovare i membri nel periodo precedente e in quello successivo allo zadankai e incoraggiarli personalmente, cosicché si sentano ispirati a partecipare spontaneamente alle riunioni. L’incontro personale consente al responsabile di ascoltare i desideri e le opinioni dei membri, i loro interessi e i punti di forza; è l’occasione per venire a conoscenza dei loro problemi e dei benefici che hanno ottenuto con la fede».
2. Tutti i partecipanti sono protagonisti
«Il successo di una riunione dipende sempre dall’unità di tutti, perciò non solo i responsabili ma anche i membri devono sentirsi pienamente protagonisti, condividendo liberamente la gioia della fede e la grandezza del Buddismo».
3. Condividere esperienze di fede
«Il successo di una riunione si vede da quante persone raccontano le loro esperienze e i loro benefici. Chi racconta la propria esperienza trabocca sempre di gioia ed energia. La sua gioia contagia tutti gli altri, rendendo l’atmosfera vibrante e positiva. Come responsabili, dobbiamo essere fermamente determinati e agire affinché ciascun membro ottenga benefici. Potrà sembrare un percorso lungo e tortuoso, ma in realtà è il sentiero diretto per rendere vivaci e piene di energia le riunioni».
4. Innanzitutto recitare Daimoku con impegno
«Innanzitutto, è importante recitare Daimoku con impegno, dedicandosi con tutto il cuore alle attività della Gakkai e accumulando benefici, per poi raccontare con gioia le proprie esperienze agli altri».
5. Impegnarsi con coraggio per far conoscere il Buddismo
«Impegniamoci con tutti noi stessi per far conoscere il Buddismo alle persone intorno a noi, aiutandole a rafforzare la propria fede e a sviluppare la propria vita. Per non cadere nella routine, non dobbiamo lasciarci vincere dalla pigrizia, ma agire con coraggio».
(cfr. NRU, 18, 228)
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Facciamo brillare il luogo in cui ci troviamo
Dall’editoriale di gennaio 2019 di Daisaku Ikeda (pag. 4)
Quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo facciamo brillare la nostra persona come «la torre preziosa stessa» (RSND, 1, 264), e il luogo in cui ci troviamo come «la dimora della torre preziosa» (Ibidem, 265).
Nel momento in cui siamo convinti di ciò, realizziamo che non esiste alcun motivo di sminuirsi, umiliarsi o inseguire utopie in qualche luogo lontano.
Il Daishonin scrive: «Perché dovremmo desiderare di abbandonare questa terra per andare a cercare altrove? Perciò i praticanti del Sutra del Loto dovrebbero pensare che la pura terra è il posto in cui si trovano» (RSND, 2, 140).
Come ci insegna Nichiren Daishonin, possiamo costruire una terra preziosa della luce tranquilla proprio nel luogo dove ci troviamo ora.
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La trasformazione del cuore cambia il mondo
D. Ikeda, BS, 175, 49
L’insegnamento del Sutra del Loto ci incoraggia a rivelare in questa vita il supremo stato vitale che esiste dentro di noi, a purificare il mondo reale in cui viviamo e a costruirvi un regno di pace e felicità. Il Sutra del Loto insegna che l’essere umano svolge un ruolo determinante nel corso della propria esistenza in questo mondo dilaniato dalla sofferenza.
[…] Ciò in cui abbiamo fede indica ciò che riteniamo più prezioso, i valori che abbracciamo. E stabilisce lo scopo fondamentale e la direzione della nostra vita.
In pratica dovremmo chiederci se a guidare le nostre azioni sono l’egoismo e la ricerca della nostra felicità personale, a esclusione e a scapito di altri, oppure un atteggiamento compassionevole che si preoccupa allo stesso modo del nostro benessere e di quello degli altri, e si rifiuta di costruire la propria felicità sulle disgrazie altrui. L’accento è sulla trasformazione del nostro cuore, dei nostri valori.
È la rivoluzione umana del singolo individuo, senza la quale non si può realizzare l’adozione dell’insegnamento corretto per la pace nel paese.