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Costruiamo una Soka Gakkai giovane - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 21:34

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Costruiamo una Soka Gakkai giovane

Il messaggio inviato dal maestro Ikeda in occasione della nuova partenza della Soka Gakkai italiana contiene guide dirette a ciascuno di noi, da approfondire giorno dopo giorno. Per il quarto e ultimo punto abbiamo chiesto ad alcuni giovani come mettono in pratica questo messaggio nella vita quotidiana e nell’impegno per kosen-rufu

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Il messaggio inviato dal maestro Ikeda in occasione della nuova partenza della Soka Gakkai italiana contiene guide dirette a ciascuno di noi, da approfondire giorno dopo giorno. Per il quarto e ultimo punto abbiamo chiesto ad alcuni giovani come mettono in pratica questo messaggio nella vita quotidiana e nell’impegno per kosen-rufu

Cosa provi leggendo questo messaggio?

Alessio Indraccolo
Leggendo questo messaggio mi rendo conto di avere una grande responsabilità. Sento che sensei ha un’incrollabile fiducia in me e in tutti i giovani e che si aspetta grandi cose da noi. La descrizione delle esperienze dei pionieri che hanno creato la Soka Gakkai mi ispira profondamente.
Dialogando con loro mi sono reso conto che non erano diversi da come siamo noi giovani di oggi: anche loro erano alle prese con problemi simili e nutrivano il desiderio di realizzare kosen-rufu.
Se loro sono riusciti a costruire tutto questo, noi possiamo espandere ancora di più il nostro movimento per la pace e la felicità!

Monica Falsone
Credo che questo messaggio sia diretto non solo ai giovani ma a tutti i membri della Soka Gakkai, affinché ognuno risvegli il proprio spirito giovanile che arde di passione per la giustizia e per creare un mondo migliore, mirando alla realizzazione della propria missione.

Carlo Abrate
Sento che stiamo vivendo un momento di svolta per la Soka Gakkai italiana. Non a caso sensei richiama alla memoria i giovani pionieri della nascita di kosen-rufu in Italia, e invita tutti a dare completa fiducia ai giovani, nelle nuove generazioni.
Quanto è stata forte la determinazione di sensei, che «tra le rovine di Roma» sentiva già nel 1961 la certezza di quello che si sarebbe venuto a creare! E quanto può essere potente la nostra determinazione!
Se ogni adulto e pioniere infonde speranza e fiducia nei giovani, e questi si assumono la responsabilità di creare qualcosa di grande, possiamo trasformare la società.

Carla Valente
Queste parole mi trasmettono coraggio, il coraggio che nasce dalla speranza. Sono per me come un grande abbraccio.
Mi trasmettono gioia di vivere, la gioia di vivere con un obiettivo. Mi fanno venir voglia di alzarmi con i miei compagni di fede della mia età, più piccoli, più grandi. Insieme con sensei.
Mi trasmettono forza, la forza di costruire un cuore che sa ascoltare, un cuore che si emoziona, forte come un albero dalle radici profonde.

Mirando al 2030, come intendi agire per migliorare la società?

Carlo
Nell’Appello alla resilienza e alla speranza Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda scrivono: «Gandhi esortava le persone a giudicare le proprie parole e le proprie azioni, riflettendo sull’influenza che queste avrebbero esercitato sui più poveri e indifesi, senza dimenticare mai il loro volto». Determino di fare di questo atteggiamento la base della mia vita, verso il 2030 e oltre.
Determino di vivere la mia vita con gioia e fare la mia rivoluzione umana.
Determino di conseguire un dottorato per unirmi in questa lotta a tanti altri giovani all’interno delle università, che come dice sensei sono «porti di speranza e sicurezza nella società» (Proposta di pace 2019).
Determino di continuare a fare esperienze di volontariato in Africa e in altri paesi in via di sviluppo.
Infine, come giovani della “Generazione per la resilienza e la speranza”, facendo dell’Appello il nostro manifesto condiviso, riusciremo a lottare uniti per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro il 2030, creando una forte rete di solidarietà per giungere a una competizione non più basata sull’avidità e l’egoismo, ma una competizione umanitaria basata sul valore della vita.

Monica
Vorrei che sempre più persone si risvegliassero al proprio potenziale e decidessero di prendere la responsabilità del cambiamento, ognuno nel proprio ambito. Mi piacerebbe che si diffondesse l’idea dell’unicità di persona e ambiente e di quanto sia doveroso rispettare ciò che ci circonda.
Concretamente, da qui al 2030 vorrei vedere un’educazione di qualità nelle scuole italiane e che la nostra Costituzione diventasse il riferimento per formulare proposte per un’Italia migliore.
Per contribuire a tutto ciò prometto di dedicarmi a migliorare me stessa e il mio ambiente, di non smettere mai di chiedermi come incoraggiare al meglio gli altri e di portare avanti il voto formulato dall’infinito passato insieme a sensei.
Prometto di impegnarmi al massimo nei miei studi per poter mettere la mia conoscenza al servizio delle persone, soprattutto quelle che non hanno potuto studiare.

Carla
Per migliorare questa società sto partendo da me, dal migliorare me stessa.
Attualmente sto scrivendo un progetto teatrale, un lavoro che parte dalla mia vita e diventa un messaggio universale.
Nonostante le tante difficoltà ho deciso di fare l’attrice, perché sento che questa è la mia missione.
Faccio shakubuku, mi sfido ogni giorno: parlare agli altri della pratica è il più grande tesoro che ho, condividendo il mezzo più potente per diventare felice. Sinceramente non so proprio dove sarei ora senza il Buddismo!
La società la miglioro così, credendo nei miei sogni e nei sogni delle persone a me vicine e impegnandomi per renderli concreti.

Alessio
Quando ho deciso di riprendere gli studi universitari, ho fatto il voto di utilizzare la mia passione per l’arte mettendola a servizio della società e delle persone, per mezzo dell’arte-terapia.
Grazie all’arte possiamo tirare fuori la bellezza che abbiamo dentro. Possiamo esprimerci, abbattere ogni tipo di discriminazione e sentirci uniti con le altre persone. Ogni persona può farlo! Il mio sogno è far sperimentare questo a più persone possibili, soprattutto ai giovani.
Di fronte alle sfide di questi ultimi anni, la decisione di indirizzare i miei studi verso kosen-rufu mi ha fatto tirare fuori una forza e una determinazione che mai avrei creduto di avere.
Inoltre vorrei contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda2030, partendo dal coinvolgimento del mio ateneo in questa impresa.

Secondo te come possiamo costruire una Soka Gakkai giovane?

Carla
Bella domanda! Io vorrei che i giovani fossero messi al centro. Per me fidarsi dei giovani vuol dire far fare a loro le cose concretamente, con gli adulti che sostengono dietro le quinte proprio perché hanno più esperienza.
In questo momento noi giovani ci stiamo formando, dobbiamo rafforzarci. In futuro saremo noi gli adulti e con spirito giovanile sosterremo i nuovi giovani. Così creiamo una Soka Gakkai sempre giovane!

Carlo
Nel novembre 2018, durante il Corso europeo giovani in Giappone, il responsabile giovani del Tohoku ha risposto a una domanda riportandoci una guida di sensei.
La domanda era: «Spesso i giovani si allontanano dalle attività o sono difficili da coinvolgere, cosa possiamo fare per creare delle oasi piene di giovani?».
Ci ha risposto che sensei ci incoraggia sempre a creare un’atmosfera gioiosa, divertente e ricca di allegria in cui ognuno si trovi a proprio agio. Penso che la Soka Gakkai possa riversare questo spirito giovanile anche nelle attività nella società, portando così un grande valore aggiunto.

Monica
Penso che dobbiamo eliminare il più possibile le barriere tra giovani e adulti, che portano a inutili giudizi o paragoni.
Spesso dagli adulti sento frasi come: «Per te è facile che sei giovane, invece per me…», o anche: «Io sono più grande e ho più esperienza a differenza di te…», o ancora: «È facile da dire per te che sei giovane e non hai questi problemi…».
Ma sento anche frasi da parte dei giovani come: «Gli adulti non riescono a capire…», «Che pesantezza fare attività con gli adulti…».
Credo che siano frasi deleterie che alla base non hanno un’intenzione di unità, bensì di separazione tra “noi” e “loro”.
Dovremmo creare invece fiducia reciproca, impegnandoci al massimo per kosen-rufu e focalizzandoci insieme sulla crescita del Gruppo futuro, i nostri successori che già dai primi passi nella società si confrontano con un sistema che non apprezza le diversità. Dobbiamo proteggerci l’un l’altro e lodarci costantemente.

Alessio
La Soka Gakkai sta entrando sempre più nella società, andando incontro ai bisogni delle persone.
Una Soka Gakkai italiana giovane per me vuol dire proprio questo: essere i primi a capire quali sono i bisogni delle persone ed essere veloci ad agire per sostenerle, collaborando attivamente con le altre organizzazioni e confessioni religiose che si impegnano per la pace e i diritti umani. Immagino una Soka Gakkai innovativa e creativa!

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