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Costruiamo un mondo ideale con le nostre mani - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:11

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    Costruiamo un mondo ideale con le nostre mani

    In questo articolo del 2 gennaio 2023, pubblicato su The free press journal, il presidente Ikeda afferma: «Vedendo gli effetti positivi delle azioni di questi 3000 giovani sulla vita di così tante persone, sono convinto che, per quanto la situazione mondiale possa apparire grave, si stanno piantando i semi del cambiamento, verso un futuro migliore»

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    Quest’anno siamo a metà strada nell’applicazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite che mira a costruire un mondo in cui nessuno venga lasciato indietro.
    Nonostante ci siano stati vari sviluppi positivi da quando è stata varata l’Agenda nel 2016, la pandemia di Covid-19, il cambiamento climatico e la crisi ucraina hanno influenzato negativamente i progressi verso la realizzazione dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), causando battute d’arresto e rallentamenti. 
    Questa crisi combinata ha accresciuto il numero di persone che vivono in condizioni di povertà estrema spingendo alla fame, secondo le stime, una persona su dieci a livello mondiale e aggravando le già profonde disuguaglianze esistenti riguardo l’accesso all’educazione.
    In questo contesto, nel settembre 2022 si è tenuto a New York il Summit delle Nazioni Unite “Transforming Education” nel quale si è sottolineato il ruolo cruciale dell’educazione per realizzare gli SDGs. Sono stato particolarmente colpito dalla Dichiarazione dei giovani sulla trasformazione dell’educazione che è stata presentata al segretario generale dell’ONU Antonio Guterres.
    Questo documento, che raccoglie le voci di 450.000 giovani di tutto il globo, è la prima dichiarazione a livello internazionale su questo tema da parte delle giovani generazioni. Afferma che «allo scopo di cambiare lo stato del mondo, dobbiamo anzitutto trasformare lo stato dell’educazione» ed esprime il forte impegno da parte dei giovani a essere i leader che trasformeranno questa epoca.

    «Noi continuiamo a essere solidali con i giovani di tutto il mondo in tutta la loro diversità, in particolare le giovani donne e le bambine, i giovani LGBTQIA+, i giovani con disabilità, i giovani rifugiati e migranti, i giovani indigeni e gli altri gruppi vulnerabili ed emarginati, verso una trasformazione dell’educazione».

    Quando vedo giovani determinati a rendere il mondo in cui vivono un posto migliore tramite le loro azioni e il loro impegno solidale, mi torna alla mente una scena descritta in un testo buddista.
    Un giorno numerosi giovani fecero visita al Budda Shakyamuni da un paese vicino. Ognuno di loro era determinato non solo a lottare per una vita migliore, ma anche a costruire un mondo migliore. Il loro leader chiese al Budda come avrebbero potuto creare una terra ideale. Shakyamuni rispose che coloro che sono afflitti dalle difficoltà non devono essere lasciati indietro nella creazione di un mondo ideale, e incoraggiò i giovani a realizzare il loro sogno attraverso i propri sforzi per condurre gli altri alla felicità.
    Oggi questo messaggio, secondo cui un mondo ideale non esiste da qualche parte lontano ma deve essere gradualmente costruito con le nostre mani, riveste un grande significato.
    Anche se realizzare gli SDGs è un compito arduo, noi siamo in grado di far fiorire la speranza nel nostro ambiente più prossimo mentre agiamo per determinare un cambiamento, cercando di stare vicino alle persone che soffrono. E soprattutto i giovani sono in grado di raccogliere questa sfida. 
    I giovani di tutto il mondo stanno già lavorando in modo solidale, uniti per la risoluzione dei problemi globali, come si può vedere dalle loro iniziative per affrontare la crisi climatica.

    Anche la generazione più giovane sta portando avanti progetti ambiziosi per promuovere gli SDGs. Ad esempio, ci sono 3000 giovani che stanno lavorando per portare avanti gli SDGs in 200 università di tutto il mondo grazie al programma della Millenium Fellowhip (Compagnia del Millennio), svolto in collaborazione con l’UNAI (United Nations Academic Impact)[1].
    I loro sforzi per risolvere i problemi a livello locale stanno avendo un impatto positivo sulla vita di oltre un milione e mezzo di persone. Solo in India, che spicca tra gli altri paesi, ci sono più di 770 “compagni del millennio” distribuiti in 41 università.
    Vedendo gli effetti positivi delle azioni di questi 3000 giovani sulla vita di così tante persone, sono convinto che, per quanto la situazione mondiale possa apparire grave, si stanno piantando i semi del cambiamento, verso un futuro migliore.
    Se questi sforzi continueranno, credo che il progresso verso la realizzazione degli SDGs possa riprendere e che una strada basata sulla protezione della vita, dei mezzi di sostentamento e della dignità delle persone di tutto il mondo ci condurrà verso un futuro più luminoso.


    [1] Iniziativa delle Nazioni Unite per creare legami fra università, borse di studio, fondi ricerca e l’ONU

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