Leggendo il poema di Daisaku Ikeda “Il nuovo brillante secolo dell’Italia”
In un discorso tenuto presso il Teachers College della Columbia University nel 1996, il presidente Ikeda sottolinea che per essere davvero cittadini del mondo occorre sviluppare tre qualità essenziali: saggezza, coraggio e compassione. Tali qualità possono essere sviluppate solo se rafforziamo «la consapevolezza dell’interdipendenza di tutti i fenomeni».
Mi viene in mente una parabola buddista, che racconta di una rete sospesa sopra la reggia del dio Indra, simbolo delle forze naturali che nutrono e proteggono la vita. A ognuno dei nodi della rete è legato un gioiello. Ogni gioiello riflette l’immagine di tutti gli altri, rendendo la rete meravigliosamente luminosa. Questa parabola spiega uno dei più importanti principi buddisti, quello dell’interrelazione di tutti i fenomeni e di tutti gli esseri senzienti e insenzienti (giapponese: engi).
Rafforzando la consapevolezza dell’interdipendenza possiamo, come afferma Daisaku Ikeda, «costruire la valida base per sviluppare una saggezza che aiuti a percepire come tutti i fenomeni e gli esseri viventi siano tra loro collegati; acquisire il coraggio di non temere né di negare la differenza, cercando di rispettare e capire diverse persone e culture e di crescere grazie all’incontro con esse e ancora sviluppare una compassione tale che permetta di mantenere un pensiero aperto e solidale, in grado di estendersi al di là del proprio ambiente abituale, fino a raggiungere anche chi soffre in situazioni e luoghi lontani da sé» (DuemilaUno, n. 81, pag. 12).
Attraverso le tre qualità di saggezza, coraggio e compassione scopriamo che in realtà tutti gli esseri che ci circondano sono splendidi gioielli e nasce dentro di noi un sentimento di “solidarietà” con ogni forma di vita.
Saggezza e compassione, secondo Ikeda, sono strettamente collegate e si sostengono vicendevolmente. La compassione mi permette di capire che anche chi non mi piace ha delle qualità. Riconoscerle mi consente di sviluppare la mia umanità, mentre la consapevolezza dell’interdipendenza mi fa desiderare di contribuire in tutte le maniere al benessere e alla felicità degli altri.
Il presidente Ikeda nel poema scrive:
Cosmopolita della Legge mistica!
Per realizzare questo grande ideale
inizia da dove ti trovi adesso.
C’è una storia che mi aiuta a comprendere ancor di più questo punto che ritengo fondamentale. È la storia della regina Shrimala, vissuta ai tempi del Budda Shakyamuni, la quale, dedicandosi all’educazione e in particolare a far emergere con cura materna il potenziale presente in ognuno, formulò dieci voti tra cui uno dei più significativi era:
«Se vedrò persone sole, che abbiano perso la libertà perché incarcerate ingiustamente, o malate o povere non le abbandonerò mai. Porterò loro conforto materiale e spirituale» (Ibidem, pag. 13).
Grazie allo sviluppo delle qualità di saggezza e compassione posso trovare il coraggio di riconoscere il valore della differenza, evitando al tempo stesso di temerla.
Daisaku Ikeda, in una lezione tenuta all’Università di Harvard nel 1993, parlava del pericolo di porre un’irragionevole enfasi sulla differenza che esalta le divisioni e impedisce di vedere gli aspetti comuni a tutti: «L’essenza della pratica del bodhisattva consiste invece nel superare tale egoismo e acquisire un senso più ampio e solidale della propria identità» (ibidem, pag. 14).
Si legge ancora nel poema :
Colui che supera sia i confini geografici
sia quelli del proprio mondo interiore
è il cosmopolita.
Makiguchi «guardava al di là dei limiti dello stato-nazione, ai nuovi orizzonti di una comunità umana; già pensava a un individuo cittadino del mondo, in grado di creare valore a livello universale». E ancora affermava: «Devo ammettere a me stesso che i risultati di questa linea di pensiero non possono essere realizzati nel corso della mia vita. Nondimeno io ardo sempre più del desiderio di fare qualcosa e al più presto possibile» (ibidem, pag. 17).
Non dovrebbe forse il bodhisattva, precursore in un certo senso del cittadino del mondo, “ardere” del desiderio di dedicarsi senza sosta alla felicità degli altri?
Questo è il mio desiderio e la mia determinazione.