C’era una volta un samurai che non era come tutti gli altri perché era timido e con poca fiducia in se stesso. Un giorno gli venne affidato un compito di grande responsabilità in un villaggio nemico, ma essendo poco incline al combattimento, l’unica cosa che riuscì a fare era guardare le vie di fuga. L’attacco al villaggio non andò come previsto e i suoi compagni batterono in ritirata. Chi riuscì a portare tutti in salvo? Proprio lui. Aveva infatti preparato in ogni dettaglio una eventuale fuga.
Questa storia, citata dal presidente Ikeda, ci introduce all’appuntamento con la Divisione futuro. Questo mese i protagonisti sono i ragazzi e le ragazze della Campania, che hanno trovato la sorgente delle loro esperienze in questo atteggiamento di rispetto verso la propria personalità.
«L’attività con la Divisione futuro ci aiuta a capire quanto valore c’è in ognuno di noi. Questi giovani Budda ci ricordano l’atteggiamento di guardare al di là dei limiti, puntando a realizzare l’impossibile. Qualunque problema affrontiamo, partire da noi è la chiave per vincere», raccontano i responsabili.
«La vita a volte è faticosa fa eco Raffaele, uno dei ragazzi che abbiamo incontrato , ma noi la affrontiamo, così come siamo».
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Per conoscere il Gosho
«Il cuore del Sutra del Loto è la rivelazione che si può ottenere la suprema Illuminazione nella propria forma presente senza alterare la propria condizione di persona comune: senza gettar via gli impedimenti karmici si può entrare nella via del Budda» (Dal Gosho Risposta a Hakiri Saburo, RSND, 1, 410)
Alessandro: Questa frase racchiude tutto ciò che penso prima di mettermi davanti al Gohonzon. L’Illuminazione non la vedo come qualcosa di distante da me; una volta un’amica che praticava da poco mi chiese come si sarebbe accorta di aver ottenuto l’Illuminazione. Io le risposi che non è una cosa che si raggiunge dopo un percorso lunghissimo o facendo qualcosa di straordinario ma che vive attraverso le piccole cose. Per me è importante concentrarsi su ciò che siamo, senza avere l’obiettivo di diventare qualcosa di diverso da noi. Per realizzare qualsiasi desiderio dobbiamo decidere di esprimere al meglio le nostre potenzialità, ognuno così com’è.
Rossella: Quando sono rilassata e sono me stessa capita che le persone mi dicano che sono in gamba. Quando invece cerco di cambiare per gli altri cercando di essere qualcun’altra, le persone percepiscono che non sono naturale e alla fine non mi apprezzano. Come spiega questo Gosho è “illuminando” la parte di noi che crediamo negativa, senza gettarla via, che possiamo far emergere la nostra Buddità.
Rino: Anch’io mi uniformavo alle persone che frequentavo oscurando il mio vero essere. Poi praticando ho capito che così facendo mi stavo allontanando da me e quindi anche dagli altri e ho cominciato ad accettarmi per quello che sono, a farmi meno problemi e a dire quello che penso con più sincerità. Adesso mi sento meglio e a mio agio in tutte le situazioni.
Totta: La cosa che mi ha colpito maggiormente di questo passo del Gosho è che Nichiren ha usato il verbo “potere”. Nonostante tutto, avremo sempre la possibilità di ottenere l’Illuminazione, ognuno di noi può farcela indipendentemente dalla forma presente, non sarebbe giusto negarcela.
Mirella: La Buddità esiste già dentro di noi insieme ai nostri difetti e alle nostre paure. Bisogna semplicemente farla emergere, perché anche se abbiamo le nostre oscurità la Buddità si vede comunque!
Martina: Il Daishonin con questa frase ci ricorda che possiamo essere Budda così come siamo perché la Buddità è una qualità che abbiamo tutti: io ho i capelli castani? Va bene, posso essere un Budda anche con i capelli castani.
Luca: Questa frase per me significa che non si deve essere una persona importante o una rockstar per essere felici.
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Le nostre storie
Ogni giorno più forte
Federica Kiyomi, 15 anni
Ho cominciato a praticare tre anni fa, all’inizio della terza media. A scuola ero vittima di atti di bullismo e venivo esclusa da tutti i miei compagni di classe: stavo molto male per questa situazione e mi sentivo sempre più sola. I miei genitori mi invitarono a recitare Daimoku e Gongyo con loro tutte le sere e mi incitarono a prefiggermi un obiettivo. Decisi che volevo passare l’anno con serenità, e ogni giorno mi sentivo più forte e determinata a cambiare la situazione. L’estate abbandonai un po’ la pratica ma misi l’obiettivo che a settembre avrei trovato, nella nuova classe, dei compagni che mi volessero bene e non mi discriminassero. Il primo giorno di scuola non conoscevo nessuno, ma con mio grande stupore riuscii a fare amicizia con quasi tutti in pochi giorni. Il secondo anno arrivò una nuova ragazza che mi portò via molti dei miei amici: non ci potevamo vedere. Alcuni mi voltarono le spalle o cominciarono a parlarmi dietro e mi si ripresentò la stessa situazione delle medie. Arrivai al punto di cambiare carattere per piacere ai miei amici, pensando che ci fosse qualcosa di sbagliato in me. Decisi davanti al Gohonzon di voler definitivamente trasformare questa situazione. Con tutto ciò partecipavo alle riunioni del gruppo Futuro e con loro riuscivo a essere me stessa, mi aprivo e mi sentivo ascoltata. Notai che non ero più io a dover sempre cercare gli altri, ma erano gli altri a cercare me: molti si confidavano, volevano consigli, mi raccontavano segreti o semplicemente si sfogavano. Ho completamente trasformato il rapporto con la mia compagna e tutto ciò mi ha dato sicurezza e mi ha fatto vedere il mio valore. Ora ho bellissimi rapporti di amicizia sia con i miei compagni di classe che con i miei amici del gruppo Futuro e non mi sento più esclusa o non amata.
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Le nostre storie
È una questione di calcoli
Giordano, 12 anni
Ok, lo ammetto, non è che io sia la persona più costante del mondo nel praticare; di solito, lo faccio quando si presentano dei problemi e, ultimamente, mi sta capitando molto spesso. Il mio ostacolo più grande è la monotonia, il noioso succedersi di cose sempre uguali, ora dopo ora, giorno dopo giorno. La mia indole è quella di una persona tutt’altro che noiosa e tranquilla, ho sempre voglia di fare esperienze nuove e stimolanti. Praticare mi sta aiutando a vincere questa mia tendenza, mi rilassa molto e, allo stesso tempo, mi fa riflettere; è una sensazione unica. Quando sento che sto per ricadere in quella staticità, pratico, e anche solo dieci minuti mi bastano per dare una svolta… e funziona davvero! È come un esempio matematico: monotonia + pratica = svolta; che sarà uguale a: ragazza che ti piace ma non ti pensa proprio + pratica = ragazza che ti piace e ti contatta! La pratica è un ottimo modo per affrontare tanti problemi; questo è poco ma sicuro.
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L’energia del Futuro
A due anni dalla nascita della Divisione, al Centro culturale di Roma si sono dati appuntamento ragazzi e ragazze provenienti da Lazio e Molise
di Gioia Grossi
La forza dei membri della Divisione futuro è stata trasmessa tramite l’espressione artistica nella quale hanno dato prova concreta del loro stato vitale esplosivo.
In apertura c’è stata l’esibizione musicale di percussioni, chitarra acustica e violino di tre giovani uomini che hanno composto una melodia proprio per questa riunione; su queste note sono stati recitati i versi del Sutra del Loto che parlano della comparsa dei Bodhisattva della Terra e la performance è poi sbocciata in un meraviglioso ballo collettivo generato da una singola persona che si è alzata per prima e ha coinvolto tutte le altre in una danza di libertà. Nella seconda esibizione artistica sono stati rappresentati i dieci mondi attraverso vari stili di danza: travolti dalla Collera e dal suo feroce hip-hop, ammaliati dall’Avidità e la sua danza del ventre, divertiti dall’Estasi che ha ipnotizzato con il tip-tap.
Ecco alcune impressioni: «L’ambiente è allegro: in realtà so che hanno tutti molti problemi e il fatto che si siano messi a danzare così gioiosamente mi ha sorpreso!» (Adriana, 16 anni).
«Non mi aspettavo tutta questa felicità! È la prima volta che partecipo a una riunione e mi sto divertendo moltissimo!» (Diego, 18 anni).
«Sapevo già che la pratica funziona, ma osservando lo stato vitale dei partecipanti mi sono accorto ancora di più dell’energia che si accende stando insieme» (Valerio, 14 anni).
Lo spirito libero e fiducioso dei membri della Divisione futuro è fonte d’ispirazione per tutti; ciò che maggiormente si è sentito è il cuore svincolato dalla paura del giudizio. I volti sinceri ed emozionati, ma fieri e orgogliosi, hanno danzato insieme raccontando con i loro sorrisi il legame che hanno con sensei.