Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Cosa significa essere "Bodhisattva della Terra"? - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:49

456

Stampa

Cosa significa essere “Bodhisattva della Terra”?

In questa tredicesima puntata Daisaku Ikeda analizza dettagliatamente cosa vuol dire essere un “bodhisattva” in quest’epoca e come costruire concretamente una rete di persone comuni decise a cambiare il mondo con la forza dell’unità e del dialogo

Dimensione del testo AA

In questa tredicesima puntata Daisaku Ikeda analizza dettagliatamente cosa vuol dire essere un “bodhisattva” in quest’epoca e come costruire concretamente una rete di persone comuni decise a cambiare il mondo con la forza dell’unità e del dialogo

«Dapprima solo Nichiren recitò Nam-myoho-renge-kyo, ma poi due, tre, cento lo seguirono, recitando e insegnando agli altri. La propagazione si svilupperà così anche in futuro. Non vuol dire ciò “emergere dalla terra”?»
(Il vero aspetto di tutti i fenomeni, RSND, 1, 341).

Quali sono i punti fondamentali per vincere? Una fervida preghiera e l’unità fra i discepoli.
Il mio maestro Josei Toda asserì: «Noi Bodhisattva della Terra siamo emersi per guidare kosen-rufu, un evento senza precedenti. La missione di ciascuno è nobile e fondamentale, e impegnarsi per realizzarla è il miglior modo di vivere la propria esistenza. Risvegliando il nostro coraggio, senza nutrire rancori e gelosie reciproche, avanziamo uniti lungo la strada della vittoria».
L’unità che caratterizza la Soka Gakkai non è legata al vantaggio personale. La nostra è una solidarietà basata su ciò che insegna Nichiren Daishonin: condurre l’umanità verso la felicità. Avanziamo verso questo obiettivo, realizzando concretamente questa rete in cui ciascuno ha la propria missione.
Nel Gosho Il vero aspetto di tutti i fenomeni il Daishonin dichiara: «Dapprima solo Nichiren recitò Nam-myoho-renge-kyo, ma poi due, tre, cento lo seguirono, recitando e insegnando agli altri. La propagazione si svilupperà così anche in futuro. Non vuol dire ciò “emergere dalla terra”?» (RSND, 1, 341). Sono parole importanti per il cammino verso kosen-rufu.
Tutte le nostre lotte fanno parte della marcia dei bodhisattva che hanno come bussola questo passo del Gosho. In occasione dell’ottantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai, desidero che si riparta verso kosen-rufu, approfondendo ancor di più la consapevolezza di che cosa significa essere un bodhisattva, in modo che ciò pervada completamente il nostro cuore.
Il vero aspetto di tutti i fenomeni è stato scritto dal Daishonin nel 1273 all’età di cinquantadue anni dall’isola di Sado, e il destinatario è Sairen-bo. Nel passo citato egli sottolinea che il fulcro essenziale per la salvezza del genere umano è Nam-myoho-renge-kyo e che all’inizio solo Nichiren lo recitò, ma dopo, due, tre, cento lo seguirono, recitando e insegnando agli altri. Anche nell’epoca dell’Ultimo giorno della Legge (mappo) vale la stessa cosa; questo s’intende quando si parla di “Bodhisattva della Terra”.

Primo: alzarsi da soli

Vorrei approfondire il significato di essere “Bodhisattva della Terra” dal punto di vista della nostra pratica.
È essenziale la decisione dei discepoli di proseguire la lotta iniziata da Nichiren con lo spirito di ripagare il proprio debito di gratitudine. Maestro è un altro modo di chiamare un precursore. In qualsiasi campo, grazie all’esistenza di un maestro, è stato possibile aprire la strada per la crescita degli esseri umani. Il Buddismo, in particolare, è la Legge fondamentale che illumina l’oscurità della vita attraverso i tre tempi di passato, presente e futuro, per tutta l’eternità. Nichiren Daishonin che ha chiarito questa Legge fondamentale si può considerare il maestro del genere umano.
Provare gratitudine verso questo maestro e cominciare a lottare, anche se all’inizio si è da soli, per ripagare il proprio debito di gratitudine: così agisce un discepolo autentico. Rispondendo alla profezia del Budda, in Giappone nel ventesimo secolo sono apparsi il primo presidente Tsunesaburo Makiguchi e il secondo presidente Josei Toda, uniti dal legame di maestro e discepolo. E contemporaneamente anche la Soka Gakkai, un’armoniosa comunità di credenti (sans.: samgha) direttamente legata al volere del Budda. Toda disse con fierezza: «Propagando ampiamente la grande Legge, noi ripaghiamo il debito di gratitudine verso il Budda e facciamo voto di salvare tutto il genere umano dalla caduta nei tre cattivi sentieri. È per questo che siamo apparsi e abbiamo deciso di agire, “alzandoci da soli”».
Non dobbiamo mai dimenticare il debito di gratitudine verso i due maestri che hanno portato avanti la lotta dei Bodhisattva della Terra con lo spirito di “alzarsi da soli”. Non dobbiamo perdere questo spirito per l’eternità. Io, animato unicamente dal desiderio di ripagare questo debito di gratitudine, ho gridato al mondo la verità su entrambi i maestri. Alzarsi da soli col desiderio di ripagare il debito di gratitudine verso il maestro. Questo è il primo significato di essere Bodhisattva della Terra.

Secondo: il risveglio della natura di Budda propria e altrui

Il secondo significato è promuovere la lotta per risvegliare la condizione vitale di Budda e bodhisattva prima in una persona, poi in due, tre, cento persone. I Bodhisattva della Terra sono quegli infiniti bodhisattva che emergono dalla terra danzando e si riuniscono attorno a Shakyamuni, come viene descritto nel quindicesimo capitolo del Sutra del Loto, “Emergere dalla terra”. Sono numerosi come i granelli di sabbia del fiume Gange. Li accompagnano altri bodhisattva, sessantamila volte più numerosi dei granelli di sabbia, che emanano una luminosità incredibile e richiamano altri infiniti bodhisattva, i quali a loro volta emergono da ogni punto della terra in un’unità esemplare.
[Dice il Gosho:] «… lo seguirono, recitando e insegnando agli altri». Come questi bodhisattva, il numero di amici che svolgono la pratica per sé e per gli altri e pregano la Legge mistica aumenta sempre di più. Questo è il movimento che risveglia la natura di Budda e di bodhisattva insita nella vita delle persone attraverso le parole, spiegando il Buddismo a una persona dopo l’altra, a un amico dopo l’altro.
«Immensa condizione vitale di bodhisattva, emergi dalla vita dei miei amici e dalla mia!». Con il cuore fermamente orientato in questa direzione incontriamo le persone, dialoghiamo e creiamo legami umani. Anch’io, ovunque sia andato, ho sempre fatto così.
Senza preoccuparmi se fossero persone esterne o interne alla nostra organizzazione, con tutti coloro che ho incontrato ho realizzato dialoghi su dialoghi, con sincerità e col desiderio di risvegliare la natura di Budda dell’interlocutore, quasi a voler scuotere la parte più profonda del suo animo. Tutt’oggi mi sto impegnando in questo modo.
Una preghiera seria, un dialogo promosso con coraggio: queste sono le condizioni per far emergere dalla profondità della vita delle persone la condizione vitale di bodhisattva. Per realizzare ciò è necessario un Daimoku recitato con voce chiara e risonante in modo da risvegliare innanzitutto il grande stato vitale di bodhisattva insito nella nostra vita.
«Quando con la bocca recitiamo la mistica Legge, la nostra natura di Budda viene richiamata e immancabilmente emergerà. La natura di Budda di Brahma e di Shakra, richiamata, ci proteggerà» (Come coloro che inizialmente aspirano alla via, RSND, 1, 789). Inoltre, «recitando e insegnando agli altri» la Legge mistica, con la condizione vitale di bodhisattva totalmente votato a tale missione, emerge un’enorme forza che permette di creare legami tra le persone.
Il suono delle vostre voci che dialogano con i familiari, con i compagni di fede della zona e con tutti gli amici, richiama e mette in moto la Buddità insita nelle vostre vite, permettendo agli altri di creare un diretto legame col Budda. Questa è la forza celata nel dialogo promosso dai bodhisattva.
La vasta rete dei bodhisattva inizia dall’unione a livello di cuore. Questo è un altro aspetto importante del significato di essere bodhisattva.
L’esperto di religioni Harvey Cox, dell’Università di Harvard, con cui ho realizzato dei dialoghi, afferma che la parola religione significa “legare ancora”. In altre parole ricreare nuovamente il legame tra persona e persona. È convinto che in ciò consista il ruolo che dovrebbe svolgere la religione nell’epoca moderna e ha espresso l’aspettativa che la SGI si impegni in quest’opera.

Terzo: la dimostrazione con la prova concreta

Infine, il terzo significato: «La propagazione si svilupperà così anche in futuro». Il Daishonin è sicuro che la corrente da cui emergono i Bodhisattva della Terra, non cambierà neanche in futuro, e la crescita dei bodhisattva dediti a kosen-rufu continuerà per tutta l’eternità.
«Ci sono i miei veri discepoli che ho tenuto nascosti nella profondità della terra per tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi» (Risposta a Niiama, RSND, 1, 414).
In altri termini i Bodhisattva della Terra sono i discepoli diretti di Shakyamuni che ottenne l’Illuminazione nel remoto passato, e che egli ha tenuto accuratamente nascosti. Per questa ragione essi riescono a realizzare la visione del loro maestro. Leggendo in modo approfondito e coerente i capitoli “Emergere dalla terra” e “Durata della vita”, è chiaro che i Bodhisattva della Terra non emergono perché viene rivelato il luogo d’origine del Budda. Piuttosto, l’emergere dei discepoli dimostra l’eternità della vita del maestro. Perciò, i Bodhisattva della Terra, insieme al loro maestro, anzi precedendo il maestro, continuano ad avanzare dal remoto passato fino all’infinito futuro, offrendo una prova concreta di vittoria dello spirito di non dualità di maestro e discepolo.
In sintesi i Bodhisattva della Terra sono:
Discepoli “che succedono al mae­stro”, cioè che ispirati dal desiderio di ripagare il debito di gratitudine verso di lui, prendono l’iniziativa “alzandosi da soli”.
Discepoli “che imprimono una grande crescita”, cioè che propagano l’insegnamento del maestro e si impegnano nel risvegliare la natura di Budda delle persone.
Discepoli “che vincono”, cioè che continuano ad avanzare per l’eternità insieme al maestro, dando prova concreta della verità.
Il vero aspetto di tutti i fenomeni spiega il significato di essere Bodhisattva della Terra sottolineando le caratteristiche immutabili dei discepoli che avanzano lungo la strada della non dualità di maestro e discepolo.
L’organizzazione costruita dai moderni bodhisattva per far sì che le persone di tutto il mondo possano avanzare a testa alta lungo la strada corretta e realizzare kosen-rufu, è la Soka Gakkai.
Per questa ragione la cosa più importante è l’unità dei Bodhisattva della Terra. Senza unità non può esservi una vera successione, e nemmeno un vero sviluppo e una vera vittoria.
Parlando del tipo di fede e di organizzazione necessarie per costruire la nostra rete di bodhi­sattva, Toda disse: «La Soka Gakkai è divenuta la magnifica organizzazione odierna poiché ha messo al centro della sua fede il Gohonzon, dimostrando quanto sia attuale e in accordo con la scienza. La sua forza è un esempio per il mondo, è qualcosa di stupefacente per il mondo intero!».

L’armoniosa comunità dei credenti

Per lo sviluppo della fede e del movimento di kosen-rufu è essenziale l’esistenza di un’organizzazione dove le persone s’incoraggiano e si proteggono reciprocamente perché, nell’epoca malvagia dell’Ultimo giorno della Legge (mappo), è impossibile portare avanti da soli la fede, la pratica, lo studio e la propagazione.
Sotto la guida del maestro e grazie al sostegno e all’incoraggiamento di buoni compagni di fede è possibile proseguire insieme lungo il percorso verso il conseguimento della Buddità. Questo è il significato dei principi dei “buoni amici” e della “armoniosa comunità dei credenti”. Perciò una pratica egoistica e capricciosa non porterà da nessuna parte. La relazione fra maestro e discepolo è come l’ordito, e la trama è il legame tra i compagni di fede; attraverso il loro intreccio si realizza kosen-rufu, cioè il tessuto composto dalla felicità e dalla vittoria di ognuno.
Mantenendo il legame con l’armoniosa comunità dei credenti è possibile condurre un’esistenza di felicità e di vittorie indistruttibili. Ne sono un esempio i membri della Gakkai che vivono fedeli alla loro missione per tutta la vita.
Una volta Toda asserì: «Se ogni singola persona riuscirà a manifestare il proprio massimo potenziale e a crescere sempre di più mirando ai propri obiettivi, si realizzerà spontaneamente una profonda unità».
L’organizzazione di kosen-rufu non è piramidale. Bensì è una serie di cerchi concentrici con al centro il maestro da cui si sviluppa la rete. Di fronte al Gohonzon siamo tutti uguali. I livelli di responsabilità non sono altro che differenze di ruoli. Tutti possediamo allo stesso modo una nobile missione e siamo compagni bodhisattva inestimabili. Perciò non si deve nutrire rancore e gelosia verso i compagni di fede. Poiché nel momento in cui nutriamo rancore verso i compagni di fede o li offendiamo, cancelliamo la fortuna.
Nichiren ci ammonisce a non «disprezzare, odiare, invidiare e serbare rancore» (Le quattordici offese, RSND, 1, 670). Non dobbiamo nutrire disprezzo, odio, invidia e rancore nei confronti dei nostri compagni di fede; quando accade vuol dire che nel nostro cuore ha preso il sopravvento l’oscurità che ci fa dimenticare il nostro grande obiettivo. Lasciandosi sopraffare dal pregiudizio e dall’arroganza si finisce col generare confusione all’interno dell’organizzazione o creare fazioni; alla fine non c’è dubbio che riceveremo le severe retribuzioni del Budda.
Josei Toda ammoniva spesso: «Non dimenticate di vivere per kosen-rufu, sommo obiettivo! Se si sovverte questo unico punto allora anche tutto il resto verrà sconvolto. All’interno della Soka Gakkai non ci possono essere persone del mondo di Animalità, che si dimenticano di aver imparato il Buddismo dalla Gakkai e del loro debito di gratitudine, e la tradiscono, rivoltandosi contro il maestro».
La Soka Gakkai è la stessa vita del Budda originale e del Daishonin. Il castello Soka, costruito dai primi tre presidenti, legati dalla relazione maestro e discepolo, che hanno dato la vita per questo e l’hanno protetto fino alla fine, non deve essere distrutto per tutta l’eternità. Se non si lotta contro il male non si è Bodhisattva della Terra.
Il vero bodhisattva coraggioso è quella persona che protegge e fa crescere la Gakkai, lottando con perseveranza e infinita capacità di sopportazione. Naturalmente poiché siamo tutte persone comuni, ci possono essere attriti a causa dei differenti caratteri e dell’emotività. Però, grazie a questo, possiamo sviluppare ulteriormente la nostra condizione vitale. Un leader di kosen-rufu anzitutto dovrebbe prendere l’iniziativa e alzarsi da solo, sforzarsi più di chiunque altro, vivere svariate esperienze e aprire nuove strade. Solo allora, come un “grande condottiero”, potrà guidare tantissimi amici. Toda disse anche: «È importante andare in ogni angolo della nostra organizzazione, sforzandoci di incoraggiare i compagni di fede e di dialogare con gli amici. Poiché solo in questo modo possiamo affermare di conoscere la fede genuina e la vera Gakkai».
Come possiamo valorizzare i punti di forza di ogni persona? Come possiamo guidare tutti verso la crescita personale, la felicità e la vittoria? Queste preoccupazioni sono nobili, sono le stesse preoccupazioni del Budda. «Il senso di responsabilità porta all’Illuminazione. Se il responsabile manca di senso di responsabilità, tutto alla fine crollerà», affermava con severità Toda.
È nel ripetere più e più volte l’esperienza di assumersi l’importante scopo per kosen-rufu, preoccuparsi, soffrire, pregare per esso e infine vincere, che emerge dalla nostra vita il grande potere del Bodhisattva Pratiche Superiori. Non solo, anche l’incredibile saggezza e gli incommensurabili benefici del Budda emergeranno sempre di più.

«Bodhisattva della Terra, diamoci da fare!»

Il Daishonin scrive: «[Che i discepoli di Nichiren …], recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, senza alcuna distinzione fra loro, uniti come i pesci e l’acqua» (L’eredità della Legge fondamentale della vita, RSND, 1, 190). Il cuore “che distingue” è quello che crea discriminazioni fra me e gli altri e causa contrasti.
Al suo opposto ci sono “i pesci e l’acqua”, una condizione in cui si è un tutt’uno e si avanza in armonia come compagni di fede. Questo esempio deriva dal Romanzo dei tre regni, dove viene descritto questo meraviglioso legame tra K’ung-ming e Liu Bei. Questo romanzo racconta l’epopea di eroi uniti dallo stesso intento, i cui cuori sono rivolti verso lo stesso obiettivo.
In occasione di un incontro del gruppo Suiko in cui si studiò questo romanzo, Toda ci raccontò del meraviglioso legame che c’era tra Liu Bei, Sun Quan e Zuo Ci: «Tutti e tre conoscevano bene i difetti dell’altro e cercavano di compensarli, sostenendosi reciprocamente; è questo che ha permesso loro di realizzare l’unità. Riconoscere i pregi e i difetti dell’altro permette di conoscere profondamente l’altra persona». E questo è ancor più vero per la nostra invincibile unità nella fede basata sullo spirito di maestro e discepolo.
Il genere umano sta anelando a una filosofia che miri a una convivenza basata sulla pace e la felicità. Il sole del Buddismo di Nichiren Daishonin è la luce che illumina le culture della terra. Il professor Clark Strand, studioso di Buddismo, ha lodato il nostro movimento: «La SGI è un’organizzazione solida e i membri che ne fanno parte riescono a esprimere un notevole potenziale a livello individuale. Se l’organizzazione cerca di costringere i suoi membri in forme precostituite, non si svilupperà. Però se l’organizzazione elimina i suoi confini, finisce col disgregarsi. Sotto questo punto di vista credo che la Soka Gakkai sia riuscita a trovare l’equilibrio giusto».
Toda esclamò: «Bodhisattva della Terra, diamoci da fare!». Noi siamo Bodhisattva della Terra, una speranza per il genere umano. Con questa convinzione conti­nuiamo a vincere grazie a una forte unità.

Anche tu
con gli eterni compagni di fede
riverendoli
restando sempre insieme
con la forza dell’armonia.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata