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Continuiamo con gioia il nostro viaggio eterno di maestro e discepolo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:58

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Continuiamo con gioia il nostro viaggio eterno di maestro e discepolo

In questo saggio il presidente Ikeda parla dell’unità tra compagni di fede, che trascende la distanza fisica, e dell’unità tra generazioni successive, che trascende la durata nel tempo. In particolare, il legame tra maestro e discepolo basato sul voto – collegato direttamente a Nichiren Daishonin, portato avanti dai tre presidenti della Soka Gakkai e condiviso da tutti noi – è eterno, continua nell’infinito futuro ed è la fonte della nostra forza

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In questo saggio il presidente Ikeda parla dell’unità tra compagni di fede, che trascende la distanza fisica, e dell’unità tra generazioni successive, che trascende la durata nel tempo. In particolare, il legame tra maestro e discepolo basato sul voto – collegato direttamente a Nichiren Daishonin, portato avanti dai tre presidenti della Soka Gakkai e condiviso da tutti noi – è eterno, continua nell’infinito futuro ed è la fonte della nostra forza

C’è qualcosa che il mio maestro Josei Toda considerava come un tesoro, fonte di grande orgoglio: sono i volti sorridenti, traboccanti di felicità e fortuna delle madri e delle donne Soka, e le loro voci rivitalizzanti e colme di compassione. In un’epoca in cui predominavano volti scontrosi e parole offensive e ingannevoli, il maestro Toda esortava fiero: «Guardate i volti sorridenti delle donne Soka! Ascoltate le loro voci!».
Subito dopo essere diventato secondo presidente della Soka Gakkai, il 3 maggio 1951, il maestro Toda fondò i Gruppi donne e giovani donne (rispettivamente il 10 giugno e il 19 luglio, n.d.t.). E ora, settant’anni dopo, è giunto il momento, in Giappone, per questi due Gruppi, di unirsi nel nuovo Gruppo femminile (josei-bu)[ref]Alla terza riunione dei responsabili di centro tenutasi il 18 aprile 2021, il presidente della Soka Gakkai Minoru Harada ha annunciato che, con l’approvazione del presidente Ikeda, i Gruppi donne e giovani donne in Giappone si uniranno nel nuovo Gruppo femminile (in giapponese josei-bu).[/ref].
Proprio perché l’oscurità dei nostri tempi è sempre più profonda, desidero che tutte voi, donne Soka, continuiate a espandere con ancora più gioia il giardino dei fiori dell’incoraggiamento e dei sorrisi radiosi, ognuna con le sue caratteristiche uniche, in accordo con il principio di “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico” (BS, 124), mentre fate risplendere la luce della «grande saggezza imparziale» (RSND, 1, 203) della Legge mistica.

La rete solidale della felicità delle donne

Nichiren Daishonin lodava con tutto il cuore le sue discepole che portavano avanti fino in fondo la loro fede sostenendosi e incoraggiandosi a vicenda.
Tra queste vi erano due donne anziane, la monaca laica Sennichi e la monaca laica di Ko, che vivevano sull’isola di Sado e ricercavano insieme la guida del maestro con «la stessa mente» (RSND, 1, 529), in splendida unità tra loro, facendo brillare le loro vite ricche di preziose esperienze.
In una lettera a un’altra discepola, il Daishonin espresse il profondo desiderio che sua figlia godesse di una vita lunga, felice e in buona salute (cfr. Sul meritorio atto di devozione filiale, RSND, 2, 767).
Non posso fare a meno di percepire ovunque nel Gosho la compassione con cui il Budda dell’Ultimo giorno della Legge avvolgeva le donne assicurando loro che sarebbero diventate assolutamente felici.
Oggi, le donne e le giovani donne Soka avanzano con gioia e in armonia e studiano insieme in piccoli gruppi basandosi sul Gosho, con la massima dedizione. Sono un modello di itai doshin (diversi corpi, stessa mente) in perfetto accordo con lo spirito del Daishonin.
A partire da questi preziosi e profondi legami, esse fanno sorgere in ogni comunità locale il sole della speranza, della felicità e della pace.

“Quando si accende una torcia per qualcuno”

In Lettera da Sado, scritta nel mezzo di aspre persecuzioni, il Daishonin cita la monaca laica di Sajiki, oltre a Toki Jonin e Shijo Kingo.
Si ritiene che la monaca laica di Sajiki sia la monaca laica Myoichi, a cui fu indirizzato il famoso Gosho L’inverno si trasforma sempre in primavera.
Senza dubbio questa donna era una delle figure chiave per l’unità tra i credenti e il Daishonin riponeva in lei una profonda fiducia, certo che, grazie a discepoli come lei, la giustizia avrebbe sempre trionfato, anche attraverso gli inverni delle persecuzioni più dure.
Guardando indietro alla storia del Buddismo, fin dai tempi di Shakyamuni molte donne diventarono sue discepole, fino a formare un gruppo. Queste donne, incoraggiate dal maestro a «cercare la compagnia di buoni amici» (SDL, 130), fecero proprio il motto “diventiamo persone a cui piace stare in contatto con gli amici”. Si dedicavano con grande impegno alla pratica buddista e avevano molto a cuore gli scambi e l’interazione con i compagni di fede, momenti in cui poter dialogare su numerosi argomenti e ispirarsi a vicenda.
Anche il movimento di kosen-rufu mondiale nel ventunesimo secolo continuerà a crescere e a svilupparsi senza limiti, insieme al grande progresso delle donne Soka che fanno proprie queste parole del Daishonin: «Dovete rispettarvi l’un l’altro come fecero Shakyamuni e Molti Tesori» (Le quattordici offese, RSDN, 1, 671).
Il prossimo autunno in Giappone verrà pubblicata la tanto attesa nuova edizione del Gosho Zenshu (La raccolta completa degli scritti di Nichiren Daishonin). Questa nuova edizione includerà trentadue Gosho inediti. Inoltre, per quanto riguarda alcuni Gosho già pubblicati, sono stati inseriti ulteriori passi [come risultato di nuove scoperte nell’ambito della ricerca]. Tra questi, vi è un passo dal significato molto profondo nel Gosho I vestiti e il cibo, indirizzato a una sua discepola[ref]Nota della redazione della newsletter della SGI: questa nuova parte è già inclusa nell’edizione inglese e italiana del secondo volume de La raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin.[/ref]: «Quando si accende una torcia per qualcuno di notte si fa luce non solo a quella persona, ma anche a se stessi. Così, quando si ravviva la carnagione degli altri si ravviva anche la propria, quando si dà loro forza se ne dà anche a se stessi, quando si prolunga la loro vita si prolunga anche la propria» (RSND, 2, 1002).
Con queste parole il Daishonin spiega che se facciamo luce alla persona che ci è di fronte, se diventiamo noi stessi una luce per la nostra comunità e incoraggiamo e infondiamo vitalità agli altri, in questo modo illuminiamo allo stesso tempo anche la strada di fronte a noi e veniamo incoraggiati, sentendoci ricaricati e pieni di energia.
Tutto questo rispecchia perfettamente le attività nella Soka Gakkai e il comportamento delle donne Soka che si impegnano ogni giorno con una «fede come l’acqua […] senza mai retrocedere» (I due tipi di fede, RSND, 1, 798).

Lo spirito di non indietreggiare mai

Il professor Helwig Schmidt-Glintzer, supervisore della versione tedesca del primo volume de La raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, in una recente intervista ha sottolineato la ferma determinazione del Daishonin a non indietreggiare mai.
Inoltre ha osservato con perspicacia che il Daishonin, desiderando trasmettere questo spirito, esortava i suoi discepoli a riconoscere i pericoli dei tempi e a non lasciarsi sviare dai falsi insegnamenti. Ora, come ha affermato il professore, in quest’epoca di crisi in cui l’obiettivo della pace e della prosperità per tutta l’umanità è in pericolo, l’ottimismo, la speranza e la consapevolezza che possiamo trasformare il karma manifestando la Buddità, possono aiutarci nella nostra vita e aprire nuove prospettive.
Poiché crediamo fino in fondo nella Buddità, ovvero nell’infinito potenziale di cui noi stessi e gli altri siamo intrinsecamente dotati, noi crediamo in un futuro colmo di speranza, senza mai dubitare, a prescindere dalle circostanze che stiamo affrontando.
Noi andiamo avanti instancabilmente sulla strada della creazione di valore. Come membri della Soka Gakkai, questa è la nostra filosofia e la nostra pratica che sempre più persone stanno ricercando.
Vi esorto a essere sempre fieri e fiduciosi che il nostro impegno costante aprirà la strada a un futuro di umanità e coesistenza pacifica per la società globale.

Aiutiamo gli altri a creare un legame con il Buddismo

Uno dei Gosho inediti che verranno pubblicati nella nuova edizione giapponese de La raccolta completa degli scritti di Nichiren Daishonin, dal titolo Risposta a Kawai, è la parte finale di una lettera che contiene il seguente passo: «Se incontri una persona per caso, dovresti rivolgerti a lei anche se non vorresti. Sorridi, anche se non c’è niente di cui sorridere» (traduzione provvisoria).
Tra coloro che incontriamo per caso nel corso della vita potrebbero esserci delle persone che di primo impatto ci risultano poco piacevoli.
Tuttavia, il Daishonin ci esorta a mostrare grande tolleranza, saggezza e comprensione anche nei loro confronti, e a rivolgerci loro con un sorriso amichevole.
In un’epoca corrotta, piena di odio e gelosia, il Daishonin afferma di aver incontrato un gran numero di persone, a differenza di molti altri, nel corso della propagazione del suo insegnamento (cfr. Condoglianze per un marito defunto, RSND, 2, 734).
Il Daishonin era consapevole delle difficoltà dei suoi discepoli, e pertanto li incoraggiava ad aiutare le persone a stringere un legame con il Buddismo e a farlo sempre con gioia e con il sorriso, per quanto difficile potesse essere. Questa è l’essenza dell’insegnamento buddista, una filosofia umanistica estremamente aperta e profonda.
In quest’epoca malvagia dell’Ultimo giorno della Legge, l’unico modo per aiutare ogni singola persona a diventare felice è portare avanti dialoghi basati sulla fede, con sincerità e tenacia, con «una mente gentile e paziente» (SDL, 238) come esposto nel Sutra del Loto.

“Un milione di cuori uniti come se fossero uno solo”

Ogni giorno sul nostro quotidiano Seikyo possiamo ammirare i volti sorridenti e colmi di saggezza dei cittadini globali Soka di tutto il mondo.
Quanto sarebbe felice il maestro Toda di ammirare questo risultato che adorna meravigliosamente il settantesimo anniversario della fondazione del Seikyo Shimbun! Non finirò mai di ringraziare tutti coloro che continuano a sostenere il nostro quotidiano, a cominciare dai lettori. In particolar modo, prego ogni giorno con sempre più forza per la salute, la lunga vita e l’assoluta incolumità dei “re e regine senza corona” che portano avanti la loro nobile missione di consegnare ogni giorno il Seikyo Shimbun.
Ricordo con affetto di quando sul nostro quotidiano fu pubblicato a puntate il romanzo dal titolo Takasugi Shinsaku, dello scrittore giapponese Sohachi Yamaoka (1907-1978).
Yamaoka scrisse anche un’opera che ha come protagonista Mori Motonari, l’eroe del cosiddetto “periodo degli Stati Combattenti” del Giappone (1467–1615), che unificò la regione del Chugoku durante un’epoca caratterizzata dalla guerra. Della vita di Motonari, di cui quest’anno si commemora il quattrocentocinquantesimo anniversario della morte, sono giunti fino a noi molti episodi, tra cui quello delle “tre frecce” che diede ai suoi tre figli[ref]Si narra che Motonari diede a ciascuno dei suoi tre figli una freccia da spezzare, sottolineando che mentre una può essere rotta facilmente, ciò non accade nel caso di tre unite come se fossero una sola, n.d.t.[/ref].
Presso le rovine del Castello Yoshida-Koriyama, nella città di Akitakata, nella prefettura di Hiroshima, si erge un monumento in pietra collegato alla famiglia Mori, su cui è iscritta la frase “Un milione di cuori uniti come se fossero uno solo” (in giapponese hyakuman isshin). I caratteri sono incisi in modo molto particolare, così che possano essere letti anche “un giorno, una forza, un cuore”, il che significa, in altre parole, che tutto può essere realizzato se uniamo il nostro tempo, le nostre forze e i nostri cuori.
Nel romanzo di Yamaoka, Mori Motonari afferma: «“Un milione di cuori uniti come se fossero uno solo” rappresenta l’unità nello spazio (orizzontale). Ma l’unità nello spazio non è sufficiente per raggiungere un obiettivo. È essenziale anche l’unità nel tempo (verticale), che trascende la durata, ovvero quella di “cento generazioni unite in un solo cuore”. Se manca questo tipo di unità, non si può ottenere nulla di importante».

Vinciamo con il cuore del re leone e una mente gentile e paziente!

Nella Soka Gakkai abbiamo l’«unità nello spazio (orizzontale)» nella forma di itai doshin (diversi corpi, stessa mente), ma abbiamo anche il grande voto della non dualità di maestro e discepolo portato avanti dai tre presidenti della Soka Gakkai, collegato direttamente a Nichiren Daishonin e condiviso da tutti i membri. Questa è «l’unità nel tempo (verticale), che trascende la durata», che continua nell’eterno futuro dell’Ultimo giorno della Legge. Questo è ciò che ci rende forti.
Il 3 maggio di settant’anni fa, sotto un cielo limpido, il maestro Toda si fece scattare una foto di cui successivamente mi regalò una copia. Sul retro vi era una poesia waka scritta di suo pugno:

Che mistico legame!
Dividere con te
gioie e dolori,
nel presente e
nel futuro.
(RU, 5, 45)

Coloro che percorrono fino in fondo la via di maestro e discepolo uniti da questo “antico e mistico legame” (cfr. RU, 4, 183), possono far emergere dalla loro vita una forza illimitata. Continuiamo ad avanzare ricordando sempre il contributo e il cuore di tutte le donne e gli uomini pionieri di kosen-rufu che sono venuti a mancare!
Ora, in tutto il mondo, i giovani uomini e le giovani donne della “Generazione de La nuova rivoluzione umana”, le compagne di fede della generazione dei giovani gigli bianchi e tutti i coraggiosi campioni Bodhisattva della Terra di ogni generazione, hanno intrapreso un nuovo viaggio della lotta condivisa di maestro e discepolo, con i cuori che ardono della filosofia della creazione di valore e con il desiderio di scrivere una nuova storia vittoriosa di kosen-rufu.
Anche i membri del Gruppo futuro, “tedofori della giustizia” che hanno scelto di emergere danzando in questo momento storico, stanno realizzando una crescita sbalorditiva.

Una nuova partenza con spirito ardente

Nichiren Daishonin affermò con un ruggito di leone: «Il mio desiderio è che i miei discepoli siano come i cuccioli del re leone e che non si facciano mai deridere dai branchi di volpi» (Il continente di Jambudvipa, RSND, 2, 998).

Un leone è forte.
Un leone non si lascia mai sconfiggere.
Un leone vince assolutamente!

In questo 3 maggio in cui arde lo spirito di maestro e discepolo Soka, insieme, facciamo risplendere il cuore del re leone e intraprendiamo una nuova partenza verso il futuro!
Insieme ai nostri preziosi compagni di fede di tutto il mondo, a cui siamo uniti da legami karmici che attraversano le tre esistenze di passato, presente e futuro, continuiamo con gioia il nostro viaggio eterno di maestro e discepolo. Andiamo avanti, sempre più avanti per realizzare l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese e nel mondo intero”, ovvero la pace nel mondo attraverso i princìpi del Buddismo di Nichiren Daishonin che affermano la sacralità della vita!

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