Raccontare un’esperienza è a sua volta un’esperienza.
Dopo aver trasformato un elemento significativo della propria vita alla luce degli insegnamenti di Nichiren Daishonin, emerge la gratitudine e il desiderio di ringraziare chi ci ha sostenuti lungo il percorso. Inoltre si desidera aiutare chi è impegnato ad affrontare in quel momento le proprie sofferenze, offrendo speranza, coraggio e fiducia. Ma, pur avendo chiaro questo desiderio, tradurlo in azione presenta delle difficoltà. Le più ricorrenti sono l’emotività, la difficoltà di esprimersi in pubblico, la timidezza o il timore che si tratti di avvenimenti irrilevanti agli occhi altrui.
Ovviamente e prima di tutto, come per qualsiasi altro problema, anche per risolvere questi è necessario recitare Nam-myoho-renge-kyo.
Tuttavia, anche se nessuna tecnica può sostituirsi a una condizione vitale elevata, ci sono degli elementi che vanno chiariti per poter condividere con gli altri ciò che si è sperimentato.
Per mettere le altre persone nella condizione di comprendere davvero quello che stiamo cercando di trasmettere, può essere utile ripercorrere il nostro racconto tenendo presenti i seguenti punti:
- quando e come si è manifestato il problema
- quale reazione ha provocato in noi
- quali elementi in particolare ci hanno aiutato ad affrontare in modo costruttivo le varie fasi della sua risoluzione (frasi di Gosho, consigli personali, recitazione del Daimoku, volontà di aiutare gli altri, esperienza di un’altra persona, spiegazioni ascoltate a una riunione, ecc..)
- qual è stata la “svolta”, cioè quale trasformazione interiore è avvenuta
- quali azioni sono seguite a questa svolta
- quali ne sono stati gli effetti
- verso chi e che cosa ci sentiamo grati
- come guardiamo al futuro.
Chiarendo bene a noi stessi, e meglio ancora a qualcuno che ci aiuti nella preparazione, questi passaggi, potremo evitare di fare un resoconto reticente (vedi La tutela della privacy) o confuso (Ieri accadrà) delle circostanze.
Inoltre, dato che il punto centrale è come la trasformazione interiore determini il cambiamento delle circostanze esterne, tutti gli elementi non significativi vanno omessi, perché al centro della scena c’è il potere di Nam-myoho-renge-kyo e non i fatti nostri (Io, io, io con la straordinaria partecipazione del Gohonzon. In comode rate).
Per centrare il discorso sul punto essenziale è molto utile darsi il termine di dieci minuti e impegnarsi a rispettarlo, preparando il racconto dell’esperienza con qualcun altro.
Tutto questo in un linguaggio comprensibile a chiunque, evitando di utilizzare termini in uso solo all’interno della comunità buddista, che escludono quindi gli ospiti (In codice).
Proprio perché si tratta di un cambiamento interiore, anche le esperienze degli altri andrebbero riferite mettendo in luce il percorso di trasformazione più che l’effetto finale, altrimenti si accredita una visione del Buddismo in cui i problemi si risolvono facendo ricorso al Gohonzon come se fosse una bacchetta magica (Per conto terzi).
Le esperienze poi che non provengono da fonte certa, spesso costituiscono delle vere proprie leggende e circolano con varianti di ogni tipo (Un italiano, un tedesco e un francese…). Dato però che trasmettono del Buddismo un’idea lontana dalla realtà, in cui la superstizione e gli effetti speciali hanno la meglio, sarebbe preferibile lasciare che si estinguessero a favore di esperienze reali.
Infine occorre ricordare che l’esperienza si è già conclusa e quindi fa parte del passato. Ora è necessario guardare avanti, alle prove e ai desideri che ci attendono a partire dal momento presente.
Esperienze… da evitare
Sarà capitato anche a voi di ascoltare almeno un’esperienza appartenente alla seguente tipologia. Si tratta di esperienze che, pur nascendo dal desiderio di essere di aiuto e incoraggiamento alle altre persone, ci riescono solo parzialmente per una serie di motivi. Metterli in evidenza può aiutare a chiarire quali siano gli elementi fondamentali perché il racconto della propria esperienza possa arrivare agli altri in maniera efficace.
La tutela della privacy
Sto vivendo un periodo difficile con una persona, a causa dei legami che questa persona ha con altre persone. Allora ho tanto recitato, ma con questa persona di questo non si può parlare perché le altre persone non si possono mettere in discussione. Sto recitando per la sua felicità ma a un certo punto questa persona dovrà fare delle scelte. Intanto io sono determinatissima a risolvere entro il sedici marzo!
In codice
In questo periodo il mio karmaccio non mi dà tregua e, ovviamente, ci si mettono anche i demoni a ostacolarmi. È un momento in cui ho un’oscurità pazzesca. Io recito molto Daimoku, ma i demoni sono sempre all’erta. Per fortuna il Gosho spiega bene qual è l’atteggiamento giusto e io cerco di fare proprio così. Grazie al potere della fede mi libererò di questi demoniacci! Ho deciso anche che per risolvere più in fretta farò più shakubuku.
Per conto terzi
Per quanto riguarda il tuo problema, ti volevo raccontare l’esperienza della shakubuku di una mia amica che ha risolto una situazione simile alla tua in poco tempo. È una ragazza giovane, mi sembra, che era ammalata gravemente. Non mi ricordo bene se aveva un tumore o un’altra malattia, ma comunque, recitando tre ore di Daimoku al giorno, è guarita completamente!!!
In comode rate
Non posso raccontare la mia esperienza perché non è ancora conclusa, però, come vi ho già detto l’altra volta, ci sto lavorando da molto. Allora, il mio collega, come vi ho già raccontato, mi ostacola continuamente e io non ho ancora risolto, ma mi sto avvicinando alla conclusione, lo sento. Anche perché è un anno che ci recito e molte cose sono cambiate. Ve l’ho già raccontato di quando mi ha scaricato quel cliente difficile e io sono riuscito a vendergli addirittura un prodotto nuovo? Allora, è andata così. Quel giorno…
Io, io, io con la straordinaria partecipazione del Gohonzon
Quel giorno pioveva, e io sono sempre di cattivo umore quando piove. In più avevo lo yogurt scaduto, la macchina era a secco ed ero in ritardo. Oltretutto non mi ero accorto che la cravatta gialla, che avevo abbinato all’occhiale, aveva una macchia di pomodoro vicino al nodo. Mentre ero in macchina è arrivata la telefonata. Ovviamente ho il viva voce, perché già mi hanno tolto dei punti per eccesso di velocità. Lo so che non si deve correre in macchina, ma che ci posso fare se sono sempre in ritardo? Quella mattina poi volevo fare anche un po’ di Daimoku prima di uscire, ma essendo in ritardo ho fatto Gongyo di corsa e non ho neanche cambiato la frutta sotto il Gohonzon anche se era veramente appassita. Comunque la telefonata è arrivata che stavo parcheggiando nel solito posto…
Un italiano, un tedesco e un francese…
Vorrei raccontarvi l’esperienza pazzesca di quel praticante inglese che si è trasferito con la famiglia in un’altra città. Nella casa che ha comprato, quando ha aperto il Gohonzon, ha sentito che c’era qualcosa di speciale. Pensate che la prima volta che è andato al Kaikan, un responsabile gli ha detto che Ikeda, passando davanti a quella stessa casa, aveva fatto tre Daimoku perché potesse aprirsi un Gohonzon proprio lì!!
Ieri accadrà
La mia esperienza riguarda un problema di salute. Adesso sono guarita, ma tre mesi fa ero ammalata. Allora sono andata dal medico, ma prima devo dire che due anni fa mi era già successo. Quella volta lì ero guarita subito, anche se non praticavo. Questa volta invece la malattia era in forma più grave. È una malattia che si ripresenta quando si è debilitati e fin da bambina mi sono ammalata tante volte. L’ultima volta è quella che vi sto raccontando perché adesso sono proprio guarita. Fra sei mesi andrò a fare il controllo ma mi sento proprio a posto, non come l’anno scorso…