
In tutto il mondo i nostri compagni di fede traboccano di entusiasmo nel condividere il Buddismo di Nichiren Daishonin con i loro amici. Senza dubbio l’origine di questo spirito appassionato risale alla storica “campagna di febbraio”[1], guidata dal giovane Daisaku Ikeda.
Si tratta della campagna del 1952, in cui egli diede l’avvio a una svolta cruciale che avrebbe portato al raggiungimento dell’obiettivo di 750.000 famiglie di membri stabilito dal suo maestro Josei Toda.
In quell’occasione, Sensei esortò così i compagni di fede:
«Celebriamo febbraio, il mese della nascita del presidente Toda, con un aumento significativo del numero dei membri!»
La passione di quel singolo giovane si diffuse in ogni angolo dell’organizzazione e creò la storia. Il giovane Daisaku si recò in una casa dopo l’altra, ascoltando attentamente i problemi delle persone, forgiando legami e risvegliando ognuno alla propria missione di Bodhisattva della Terra. Questa è una formula per la vittoria che noi, in quanto discepoli del presidente Ikeda, dovremmo decidere con risolutezza di continuare ad adottare nel futuro. L’11 febbraio 1993, anniversario della nascita di Josei Toda, durante una visita in Brasile il presidente Ikeda scrisse l’epilogo de La rivoluzione umana, in cui afferma:
«La mia missione di discepolo era far conoscere al mondo intero le grandi imprese compiute dal mio maestro» (RU, Epilogo, 373)
Quello stesso giorno, nel discorso in occasione della cerimonia di conferimento della laurea honoris causa da parte dell’Università federale di Rio de Janeiro, espresse di fronte a personalità di spicco in vari campi il desiderio di dedicare quel riconoscimento al suo maestro Josei Toda. Si trattò senza dubbio di una dichiarazione della vittoria di maestro e discepolo. Quando venni a conoscenza di tutto questo rimasi profondamente commosso.
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Mentre mi impegnavo nell’attività al fianco del presidente Ikeda ho sempre percepito che il suo spirito era quello di un giovane la cui vita era costantemente unita al suo maestro, come se fossero una cosa sola. Una volta scrisse:
«Ancora oggi dialogo costantemente con il mio maestro. Nella mia mente sono ancora quel giovane in piedi di fronte a lui» (BS, 193)
Allo stesso modo, quando ricerchiamo il maestro nel nostro cuore e rinnoviamo il voto di kosen-rufu, una fresca e potente forza vitale emerge dentro di noi. Questo è di per sé lo spirito dei giovani, lo spirito di ripagare il nostro debito di gratitudine. Abbracciamo questo spirito e condividiamolo nelle nostre comunità locali!
Nichiren Daishonin scrive:
«Occorrono tre cose, un buon maestro, un buon credente e una buona dottrina, affinché le preghiere siano efficaci e i disastri si allontanino dal paese» (Come coloro che inizialmente aspirano alla via, RSND, 1, 782)
Non dobbiamo mai dimenticare che proprio perché abbiamo incontrato un “buon maestro” abbiamo potuto incontrare una “buona dottrina”. E proprio perché ci sforziamo di realizzare gli ideali del nostro maestro possiamo rompere il guscio dei nostri limiti e manifestare la nostra forza vitale intrinseca.
Ora è il momento, per tutti noi, di alzarci come buoni discepoli, saldamente uniti ai giovani, con l’obiettivo di aumentare in modo straordinario il numero dei nostri membri giovani, con la convinzione che – come ci ha insegnato Sensei – la vittoria è il vero cammino dei discepoli!
[1] Campagna di febbraio: nel febbraio del 1952 Daisaku Ikeda, allora consigliere del capitolo Kamata di Tokyo, avviò una campagna di propagazione insieme ai membri di Kamata, che superò il precedente record mensile di circa cento famiglie di nuovi membri e introdusse al Buddismo del Daishonin duecentouno nuove famiglie di praticanti.
