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Con un cuore che crede - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:28

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Con un cuore che crede

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«La figura del Conte di Montecristo rappresenta un essere umano coraggioso, di indomabile tenacia, una persona che coltiva una profonda convinzione, che sa perseverare. Kosen-rufu si realizzerà se vi saranno persone di questo tipo. Perciò è necessario continuare ad avanzare risoluti, con fermezza e tenacia fino al raggiungimento dell’obiettivo, senza indietreggiare mai di fronte a qualsiasi ostacolo. Ciò che si frappone in questo cammino è il muro eretto dal nostro stesso cuore, che ci porta a pensare: “Ormai è inutile”, “Non è possibile fare di più”, “Siamo giunti al limite”. Solo abbattendo questo muro, raccogliendo tutte le nostre forze e compiendo con tenacia un altro passo avanti, riusciremo a far risplendere su di noi il sole della vittoria» (NRU, vol. 30, cap. 4, p.ta 43).

È il giugno del 1981, Sensei è a Marsiglia e da una collinetta vede il Castello d’If. In quel momento si augura con forza che nel ventunesimo secolo possano emergere in Europa miriadi di “Conti di Montecristo”.
Quando lessi per la prima volta questa puntata nel 2017 rimasi impressionata da quanto il maestro Ikeda avesse descritto esattamente cosa mi bloccava nei momenti cruciali. Fu come ricevere una lettera indirizzata chiaramente a me. Vivevo un momento molto difficile in ogni ambito della vita, uno di quei periodi dove tutto sembra bloccato e dove ci si sente senza via d’uscita.
“Il muro eretto dal nostro stesso cuore”, questa frase fu come un risveglio. Qualunque ostacolo esterno non era un vero impedimento, il campo di battaglia si spostò istantaneamente da fuori a dentro. E in questo dentro io avevo pieno potere! Iniziai a recitare un forte Daimoku per abbattere quel muro. Mi concentrai a sviluppare “il cuore che crede” a ogni Nam-myoho-renge-kyo che pronunciavo.
Decisi che avrei vinto in quel preciso momento, non nel futuro, non quando le circostanze esterne fossero cambiate.
Grazie a questo incoraggiamento decisi inoltre che dopo aver abbattuto il muro, mi sarei concentrata a non erigerne altri. E così feci. Più volte dopo quella prima lettura mi sono trovata a un punto morto in cui pensavo “ormai è inutile”, mi è capitato nell’attività, mi è capitato nel lavoro, mi è capitato in alcuni rapporti. Ora però torno in fretta a concentrarmi sul mio cuore e in un istante abbatto i primi mattoni e mi lancio nel dialogo con chi mi sta attorno per fare in modo che tutti possano percepire questo potere immenso.
Nel messaggio di Sensei inviato alla quarantasettesima riunione di centro si legge: «Noi della Soka Gakkai, uniti dal legame di maestro e discepolo, siamo determinati a incoraggiare e a far risplendere ogni singolo individuo, […] e promettiamo insieme di impegnarci con coraggio e forza per realizzare la grande vittoria spirituale della trasformazione del karma di tutta l’umanità, una vittoria determinata da quanto ciascuno di noi riuscirà a sviluppare un “grande cuore”» (NR, 685, 8).
Puntando al 2030 sono determinata a realizzare ogni mio voto sviluppando questo grande cuore, un cuore che accoglie e non erige muri, un cuore coraggioso che persevera e non indietreggia.

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