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Con lo sguardo al futuro - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:22

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Con lo sguardo al futuro

1975-2005: il 26 gennaio di trent’anni fa nasceva la Soka Gakkai Internazionale nell’isola di Guam. Oggi quella data è diventata un simbolo di pace perché ogni 26 gennaio Daisaku Ikeda redige una Proposta di Pace dedicata all’umanità. Nello stesso spirito che guarda al futuro, è bene ricordare il desiderio che animava i presenti di voler contribuire alla pace, ma ancor più importante è farlo proprio

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1975-2005: il 26 gennaio di trent’anni fa nasceva la Soka Gakkai Internazionale nell’isola di Guam. Oggi quella data è diventata un simbolo di pace perché ogni 26 gennaio Daisaku Ikeda redige una Proposta di Pace dedicata all’umanità. Nello stesso spirito che guarda al futuro, è bene ricordare il desiderio che animava i presenti di voler contribuire alla pace, ma ancor più importante è farlo proprio

Il 2005 è un anno speciale.
«Trent’anni fa, il 26 gennaio 1975, sull’isola di Guam, nell’Oceano pacifico, nasceva la Soka Gakkai Internazionale. Erano presenti i rappresentanti di cinquantuno paesi del mondo. In quel periodo di crescente tensione dovuta alla Guerra Fredda, l’umanità era di fronte alla minaccia incombente della distruzione nucleare. Fu in un simile frangente che il presidente Ikeda, convinto che fosse tempo di dare finalmente voce alle oneste persone comuni che volevano la pace, prese fermamente posizione affermando con coraggio che il ventunesimo secolo doveva essere un secolo di vita. Da allora la SGI, una rete mondiale di persone comuni che hanno preso coscienza della vera dignità e del valore della vita, si è estesa fino a comprendere centonovanta paesi».
Prendendo spunto da queste parole dell’attuale direttore generale della SGI, Yoshitaka Oba, abbiamo scelto, piuttosto che fare la storia della fondazione del nostro movimento su scala internazionale, di celebrare questo trentesimo anniversario al “presente”. Nella SGI gli “anniversari” non dovrebbero avere un valore formale e autocelebrativo. Se li interpretiamo così, non si capisce cosa possa voler dire Daisaku Ikeda quando, come spesso ha ribadito negli ultimi tempi, invita a mirare al 2005, trentennale della SGI, o al 2010, ottantesimo anniversario della Soka Gakkai.
Che senso avrebbe scegliere una data o un lasso di tempo come obiettivo? In realtà le “ricorrenze” sono occasioni per stabilire una profonda continuità fra passato, presente e futuro, lungo un percorso di ricerca e di trasformazione della realtà che è collettivo e individuale al tempo stesso.
Per dirla in soldoni: cosa decisero i primi pionieri di kosen-rufu nel mondo a Guam nel 1975? Quanto abbiamo realizzato fino a ora? E, alla luce del cambiamento della situazione mondiale, cosa decidiamo di fare noi, da adesso in poi, come insieme di singoli individui che vogliono costruire un mondo pacifico? Quali sono le nostre priorità, i punti sui quali riflettere e lavorare individualmente e collettivamente?
Per rispondere alla prima domanda abbiamo pubblicato integralmente la Dichiarazione di pace che i delegati di quei cinquantuno paesi pronunciarono solennemente trent’anni fa. Ma per comprendere meglio gli avvenimenti che facevano da retroterra a quella dichiarazione, pubblichiamo una tavola riassuntiva che illustra i principali eventi mondiali che hanno preceduto la riunione di Guam.
Per riflettere invece sul compito che ci aspetta e comprendere meglio cosa significa che il 2005 è l’Anno dell’espansione e dei giovani, slogan che in due parole sintetizza gli obiettivi che ci attendono, estrapoliamo alcuni brani del testo dei tre messaggi augurali per il Nuovo anno rispettivamente del vicepresidente, del direttore generale e della responsabile della Divisione donne della SGI. I testi integrali possono essere letti sul sito www.sgi-italia.org.
Anno dell’espansione: kosen-rufu significa letteralmente “ampia e diffusa propagazione”.
Per cambiare il mondo occorre cambiare anzitutto le idee che lo fanno muovere e queste non risiedono in qualche astratta istituzione, ma nella testa e nel cuore di tutti noi esseri umani che lo abitiamo. Si tratta di sostituire a un’ideologia di profitto e potere un’altra più interessata alle persone che alle cose, come quella buddista, che mette al centro di tutto il singolo essere umano e la sua felicità e non più strutture o categorie impersonali, come lo stato, la ricchezza, l’informazione, ecc.
«Kosen-rufu mondiale è l’obiettivo fondamentale del Buddismo del Daishonin». Oba ricorda che il presidente Ikeda l’ha perseguito incessantemente facendo proprio l’ardente desiderio del suo maestro di liberare il mondo dall’infelicità. «Ora sta a noi imprimerci dentro il voto del presidente Ikeda e impegnarci con impeto ancor maggiore a realizzare kosen-rufu, dimostrando così la grandezza dell’umanesimo buddista».
Ma cosa significa concretamente: «Ora sta a noi»?
Prosegue Oba: «È la bella unità fra i membri della SGI che illumina di speranza i nostri tempi. Perché questa armoniosa solidarietà esemplificata dal principio di itai doshin (diversi corpi, stessa mente) è un esempio positivo e tangibile di quella pace che tutto il mondo sinceramente desidera».
Ma «Nichiren Daishonin scrive che “la Legge non si propaga da sola; sono le persone a farlo e proprio per questo sono degne di rispetto” (GZ, 856). Il compito di diffondere la Legge e assumersi la responsabilità del nostro movimento in questo secolo è affidata principalmente agli attuali membri della Divisione giovani e della Divisione futuro – precisa Einosuke Akiya, vicepresidente della SGI – per questo è così importante dedicarci col massimo impegno a far crescere i membri della Divisione futuro».
E sottolinea anche un altro punto a cui dare particolare rilevanza quest’anno: «Lo studio del Buddismo è il punto di partenza e la base della nostra pratica. Lo studio approfondisce la nostra conoscenza degli insegnamenti buddisti; è la forza trainante della fede. È anche un mezzo per chiarire il vero significato della fede. “Esercitati nelle due vie della pratica e dello studio – insegna Nichiren Daishonin -. Senza pratica e studio, non può esservi Buddismo” (SND, 4, 235). Ed è particolarmente importante che i giovani studino il Buddismo assiduamente. […] Che si tratti anche soltanto di una riga o di un brano, è importante incidere le parole del Daishonin nel nostro cuore mentre avanziamo con gioia verso kosen-rufu».
Anche la responsabile della Divisione donne, Kayoko Asano, pone l’accento sul «fare tutto il possibile per sostenere i giovani e metterli in grado di dimostrare appieno il loro talento. Preghiamo con tutto il cuore che tutti i giovani della SGI, compresi i nostri stessi figli, possano adempiere alla loro missione unica per kosen-rufu. Facciamo del nostro meglio per farli diventare nostri validi successori nelle iniziative per la pace dando loro la massima fiducia e continuando a sforzarci di stabilire contatti, stringere legami e dialogare con loro».
E conclude facendo osservare che per realizzare gli scopi del 2005, sintetizzati nel titolo dell’anno, occorre un elemento fondamentale: il coraggio. Da una parte, cercare di far conoscere l’umanesimo buddista al maggior numero di nostri amici di per sé già richiede coraggio. Quanti di noi, anche dopo tanti anni di pratica, esitano nella pratica di shakubuku non trovando le parole o il coraggio di parlare del Buddismo alle persone loro care, pur desiderandolo magari con tutto il cuore? Ma il coraggio occorre e occorrerà sempre di più man mano che avanza la propagazione di questa filosofia umanista che mira a rivoluzionare le strutture concettuali su cui il mondo da sempre si fonda.
Nutrire la certezza di poter invertire la direzione di un mondo che più sembra ingiusto e assurdo più appare impossibile da cambiare è un atteggiamento davvero rivoluzionario. Quella stessa certezza che esprimeva Daisaku Ikeda quando si rivolse a quei primi pionieri riuniti a Guam: «”Quando le persone sono unite in itai doshin possono realizzare qualsiasi cosa”. Questo brano del Gosho si può interpretare in vari modi ma, per come lo intendo io, nel suo senso più ampio significa che se i popoli di ogni singola nazione si uniranno sulla base del corretto insegnamento buddista per collaborare e sostenersi reciprocamente, realizzeranno sicuramente una pace che durerà in eterno».

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La dichiarazione di pace

Noi, i delegati della Lega Buddista Internazionale, consapevoli che la vita è un diritto inalienabile di ogni essere umano a dispetto di razza, nazionalità, lingua o abitudini e determinati a sostenere la santità della vita nel mondo, siamo decisi a unirci nella causa comune di assicurare una pace duratura all’umanità.

Dal momento che il punto fondamentale per assicurare la pace sta nel riconoscere il valore assoluto della vita umana, siamo determinati a diffondere in lungo e in largo la consapevolezza nel cuore degli uomini che la vita è insostituibile e di valore assoluto.

Per assicurare pace nel mondo, comprendiamo che, prima di stabilire legami economici e politici fra le nazioni, è più urgente rafforzare i legami cuore a cuore fra gli individui; lotteremo sempre per costruire profondi e sinceri legami di amicizia fra i popoli.

Come possiamo contribuire alla pace fra le persone? Poiché la felicità degli esseri umani è necessaria per una pace stabile, ci impegneremo al massimo per contribuire alla gioia di vivere per assicurare la sopravvivenza stessa dell’umanità. E faremo della compassione fra le persone di tutto il mondo, il credo della nostra epoca.

Avendo sofferto gli orrori di due guerre in questo secolo, confermiamo la nostra nobile missione affinché il prossimo ventunesimo secolo sia un “Secolo della Vita”, un’epoca dorata di umanesimo e calore nel quale tutti apprezzino la santità della vita.
Inoltre, lotteremo sotto la bandiera della dignità della vita, per promuovere un rinascimento dell’umanesimo nei prossimi venticinque anni e per creare nuove ondate di pace nel cuore di tutti gli esseri umani. Ribadiamo la nostra decisione a perseguire questi ideali e ad assicurare al mondo una pace stabile.

26 gennaio 1975

Prima conferenza mondiale per la pace
della Lega Buddista Internazionale

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I principali eventi che hanno preceduto la fondazione della SGI

1961 Germania: la RDT inizia la costruzione del Muro di Berlino per separare il settore sovietico della città da quello controllato da USA, Gran Bretagna e Francia
1961 URSS e USA riprendono gli esperimenti nucleari
1963 USA: viene assassinato il presidente John F. Kennedy
1964 Inizio dei bombardamenti americani sul Vietnam del Nord
1967 Terza guerra arabo-israeliana (guerra dei Sei Giorni)
1968 USA: viene assassinato Martin Luther King
1968 Esplode la contestazione studentesca che in Europa prende l’avvio dal Maggio Francese
1968 Le truppe dell’URSS occupano la Cecoslovacchia
1970 Entra in vigore il trattato di “non proliferazione nucleare”
1971 Scoppia la guerra tra l’India (appoggiata dall’URSS) e il Pakistan (appoggiato dalla Cina)
1972 Accordo fra USA e URSS per la limitazione degli armamenti strategici
1973 Ritiro degli USA dal Vietnam e fine della guerra
1973 Cile: un colpo di stato, durante il quale viene ucciso il presidente Salvator Allende, porta a una lunga dittatura militare
1973 Quarta guerra arabo-israeliana (guerra del Kippur)

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