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Con la consapevolezza della nostra missione - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:35

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Con la consapevolezza della nostra missione

Verso il 50° anniversario della Conferenza europea

Tra pochi giorni, il 13 maggio, ricorrerà il 50° anniverario da quando il presidente Ikeda ha istituto la Conferenza europea, creando la rete che unisce tutti i Paesi del nostro continente e che ha permesso un grande sviluppo di kosen-rufu fino a oggi. In questo articolo pubblichiamo una tavola rotonda con i giovani italiani che fanno parte del Comitato euorpeo giovani (EYC), in cui parlano dell’importanza di questo anniversario e del significato che ha nella loro vita, condividendo le loro esperienze e determinazioni

Il Comitato europeo giovani
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Qual è il significato del 50° anniversario della conferenza europea?

Alice. Quest’anno cade il 50° anniversario della Conferenza europea, fondata il 13 maggio 1973 su proposta di Ikeda Sensei per rafforzare la solidarietà e la cooperazione dei membri e delle organizzazioni della Soka Gakkai che stavano crescendo in vari paesi europei.
Come scrive il presidente Ikeda nel Capitolo “Cittadella della gente” nel volume 17 de La nuova rivoluzione umana:

«Se la Soka Gakkai di ogni paese fosse rimasta isolata, non avrebbe avuto stimoli e trovato ispirazione. Le singole organizzazioni nazionali hanno bisogno di avere contatti stretti fra loro, condividendo le loro vittorie e sostenendosi reciprocamente. Questo è il solo modo di crescere e svilupparsi. Se si raggiunge un simile livello di cooperazione, ciascuna nazione può manifestare una forza cinque o anche dieci volte maggiore di quella che ha dimostrato agendo da sola. La solidarietà è potere» (pag. 232)

A quel tempo la Conferenza contava tredici paesi: Francia, Germania Federale, Regno Unito, Italia, Belgio, Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Svizzera, Austria, Spagna e Grecia.  
Il compito della Conferenza era quello di operare come “un’alleanza umanistica su base europea”, dedita alla felicità e alla pace dell’umanità. 

Chiara: Ora il punto è come utilizzeremo questo 50° anniversario: il suo significato risiede nella nostra capacità di mettere le cause per trasformare un’epoca di guerra in una di pace, a partire dalle nostre relazioni più strette. 

Pietro: Siamo noi, le personi comuni di ogni Paese europeo, che possiamo trasmettere alle persone gli ideali di pace e speranza. Il 50° anniversario della Conferenza Europea ci ricorda quanto abbiamo fatto fino a oggi ma soprattutto che siamo ancora all’inizio del cammino e che non dobbiamo esitare o lasciarci scoraggiare, bensì avanzare creando nuovi legami di amicizia in Europa, superando i limiti di lingua e cultura che solo apparentemente ci allontanano.
Questo anniversario rappresenta un’occasione per celebrare lo sviluppo di kosen-rufu in Europa e lanciarci in un nuovo progresso per realizzare la pace mondiale. È un punto di partenza verso i prossimi cinquant’anni.
È dunque evindente che coloro che renderanno questo progresso una realtà saranno i giovani e le prossime generazioni. È cruciale sostenerli in ogni modo possibile!
Allo stesso modo, ogni Paese – così come ognuno e ognuna di noi – può accelerare la propria crescita approfondendo la consapevolezza del proprio eterno legame karmico con il maestro.
L’anniversario della Conferenza europea che è alle porte ci permette di sviluppare una profonda determinazione: noi, in quanto discepoli di Ikeda Sensei, abbiamo la missione di trasformare la nostra epoca, porre fine alla guerra che attualmente infuria nel nostro continente e creare le condizioni per la pace.

Quali attività stiamo portando avanti in Europa in questo “Anno dei giovani e del trionfo” e in vista del 50° anniversario della Conferenza europea?

Alice. Quest’anno a livello europeo stiamo portando avanti diverse iniziative per continuare a costruire la nostra unità come compagni di fede. Già da qualche anno si stanno organizzando degli appuntamenti affinché tutti i membri d’Europa abbiano la possibilità di unirsi davanti al Gohonzon recitando Daimoku nella stessa fascia oraria.

Chiara: Nonostante la pandemia di Coronavirus, dal 2020 al 2022 siamo stati molto fortunati a poter comunque continuare a tenere online i corsi giovani e studenti europei, raggiungendo in questo modo tantissimi giovani. Nel 2023 si terranno in presenza il corso europeo studenti (a Francoforte, dal 21 al 23 luglio) e il corso di studio europeo giovani (a Milano, dal 25 al 27 agosto). In particolare, quest’anno ricorre il 20° anniversario da quando fu tenuto il primo corso europeo di studio. Come giovani europei, in questo anno cruciale vogliamo riconfermare con forza questa tradizione di dedicarci ad uno studio attivo del Gosho e de La nuova rivoluzione umana.

Cosa significa far parte del Comitato europeo giovani? E in che modo riuscite a far coincidere questi impegni con la vostra vita personale e con le altre attività locali?

Alice. Sono veramente entusiasta di far parte del Comitato europeo giovani! Il principale obiettivo di questo Comitato è quello di creare dei sinceri legami di amicizia tra noi e tra i giovani membri d’Europa, realizzando in questo modo lo sviluppo di kosen-rufu nei nostri rispettivi paesi, in Europa e nel mondo intero. Siamo stati tutti incoraggiati a portare avanti questa attività risvegliandoci alla nostra natura di eterni discepoli di Sensei, coltivando ogni giorno il nostro personale rapporto con Sensei.
Questa attività mi permette di tirare fuori una grande energia ed entusiasmo che mi fanno rideterminare su tutte le attività che porto avanti. Durante il primo incontro del Comitato europeo giovani che abbiamo tenuto in presenza a Francoforte, ho sentito che è solo mettendo al centro l’obiettivo di creare amicizia tra noi che possiamo far avanzare con gioia tutte le attività per kosen-rufu.

Pietro: Sono pienamente d’accordo con te! Un aspetto che mi sta incoraggiando molto è la cura reciproca che stiamo mettendo al primo posto. L’occasione di far parte di un gruppo come l’EYC risiede proprio nel mettere in pratica esperienze di amicizia che rompono barriere linguistiche e culturali mettendo al centro il legame con Sensei. Le occasioni di attività Europea sono i momenti di cui faccio tesoro per rinnovare il mio legame con sensei.

Chiara: Far conciliare tutto è sempre una sfida! Condivido le riflessioni di Alice e Pietro e aggiungo solamente che per me questa attività è anche una grande occasione di confronto con i responsabili europei donne e uomini, degli esempi meravigliosi di sostegno ai giovani. Percepisco costantemente il loro Daimoku alla base di ogni azione nei nostri confronti, cosa che mi commuove e mi incoraggia. Ho determinato di riuscire a sviluppare un cuore forte per diventare, in futuro, un membro del Gruppo donne capace di sostenere i giovani con una simile cura e convinzione. 

Qual è il punto di origine del vostro legame con il maestro Ikeda?

Alice. Il punto d’origine del mio legame con il maestro Ikeda è senz’altro la decisione di realizzare il voto di kosen-rufu. Questa decisione e questo legame li ho potuti approfondire durante un momento di profonda crisi e dubbio su cosa avrei voluto realizzare nella mia vita dopo essermi laureata. Proprio durante il mio primo corso studenti europeo a cui partecipai, grazie agli incoraggiamenti ricevuti ho potuto sperimentare una gioia senza limiti mentre recitavo Daimoku. È stato un momento importante in cui sentito di dialogare apertamente con Sensei e che ero totalmente libera nel poter scegliere la mia strada e dedicarmi senza paura alla realizzazione di me stessa e di kosen-rufu.

Pietro: Ricordo quando all’inizio della pratica, grazie allo studio del La rivoluzione umana, mi risvegliai al fatto di avere una missione che potesse dare un senso alla mia vita. Così iniziai a studiare e praticare il Buddismo con sempre più vigore e spirito di ricerca. Poco dopo ho preso coscienza della mia missione come discepolo, ovvero impegnarmi per kosen-rufu, per diventare felice insieme agli altri. Questi due momenti rappresentano il mio punto di origine del legame con Sensei.

Chiara: Nella mia esperienza, è importante ricercare il “punto di origine” ogni giorno nella preghiera.
Ci sono però alcuni episodi a cui torno spesso nei momenti di difficoltà, in cui sento di aver rinnovato il mio voto. Uno di questi è stato il 22 ottobre 2011, giorno in cui a Roma abbiamo celebrato il 50° anniversario della prima visita di Sensei in Europa. Facevo parte dell’orchestra che accompagnava la riunione, avevo 21 anni ed era la mia prima attività fuori dal capitolo — a pensarci era proprio un’attività europea! Lì mi innamorai della Soka Gakkai e decisi di proteggerla per tutta la vita.
Un altro momento in cui sento di aver approfondito la mia promessa al maestro fu durante il corso mondiale giovani 2015, in Giappone. Era un momento difficilissimo per me e al Daiseido recitai un Daimoku sincero e disperato in cui espressi nel mio cuore a Sensei la paura di non riuscire a reggere la pressione, lasciandomi andare al pensiero di farmi da parte. Fu proprio in quel preciso momento che fermarono la recitazione del Daimoku e ci dissero che Sensei stava arrivando per salutarci di persona. Tuttavia sento di aver incontrato il mio maestro proprio in quel momento, di fronte al Gohonzon, quando a fronte di una preghiera sincera al maestro, la sua vita ha risposto alla mia. Non voglio mai dimenticare questo punto.

 Potreste raccontare una vostra esperienza relativa allo shakubuku?

Alice. In questo momento sento che voglio rideterminare molto sullo shakubuku, partendo dalla preghiera. Grazie a un incoraggiamento di Sensei, tra gli obiettivi di quest’anno ho determinato di coltivare i legami di amicizia. Quest’anno sono riuscita a sostenere quattro amiche incoraggiandole a provare a sperimentare la pratica, e due di loro stanno continuando a recitare Daimoku. E recentemente una mia amica dell’università, che aveva iniziato a praticare nel 2019 poco prima della pandemia, ha deciso di diventare membro e ricevere il Gohonzon. 

Pietro: Da quando ho finito di frequentare l’università il lavoro mi ha portato sempre più a isolarmi e a perdere le tante occasioni di incontri tipiche del periodo universitario. Tuttavia non mi abbatto; infatti sto utilizzando i momenti di confronto con i colleghi per raccontare le mie esperienze. Il mese scorso ho regalato un libro di Sensei a un collega che sta affrontando lotte familiari davvero importanti. Fare shakubuku è un’occasione incredibile che abbiamo per creare solidi e puri legami di amicizia.

Chiara: Mi sto impegnando nel creare anche un solo unico sincero legame di amicizia. In uno dei suoi scritti, Nichiren cita il proverbio: «Uno è la madre di diecimila» (RSND, 1, 117). Da fine gennaio alcuni eventi difficili mi hanno indotta ad aumentare la quantità di Daimoku che recito ogni giorno. In parallelo sono riuscita a creare un forte legame con una ragazza conosciuta pochi mesi fa. Recito per la sua felicità, la ascolto e condividiamo le nostre sfide quotidiane, e senza che quasi me ne accorgessi lei ha iniziato a praticare. Grazie a questa esperienza ho capito che kosen-rufu è una cosa semplice. Desidero continuare a coltivare questo cuore che desidera la felicità degli altri: sono sicura che sarà la chiave per realizzare il mio scopo di shakubuku, contribuendo così alla realizzazione dell’obiettivo della Soka Gakkai italiana di un nuovo giovane per gruppo. 

In un momento in cui nel mondo intero ci sono moltissime altre guerre, e l’Europa ne sta vivendo una al suo interno, quale pensate sia la missione di noi giovani europei?

Alice. Penso che in questo momento la nostra missione come giovani europei è di risvegliarci al nostro voto di Bodhisattva della Terra e contribuire alla pace attraverso legami di amicizia tra i membri di tutta Europa, sostenendoci reciprocamente mentre portiamo avanti le attività della Soka Gakkai per fare in modo che ogni persona si risvegli alla propria unica missione come eterno discepolo di Sensei.

Pietro: Il contesto storico che fa da cornice alle nostre attività in Europa è davvero un’occasione per mettere al centro l’importanza di ogni persona. Questo per me significa non dimenticare che impegnandomi per il benessere degli altri posso raggiungere anche il mio e che ognuno di noi tramite la sua esperienza può stimolare gli altri a fare lo stesso.

Chiara: Fare per primi la nostra rivoluzione umana, così da poterci unire veramente. Lo scambio tra i Paesi europei è prezioso perchè permette un confronto nel quale le differenze si trasformano da motivo di diffidenza a valore aggiunto. L’attività nel Comitato europeo giovani mi sta insegnando questo tipo di amicizia: un’amicizia nella quale l’unità è il risultato di una lotta, di un percorso insieme basato sul voto. Sensei ci insegna che la vera amicizia è il fondamento della pace. Sembra la strada più lunga, ma è l’unica realmente percorribile per realizzare kosen-rufu.

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