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Con il ruggito del leone, diffondiamo la luce della speranza tra le persone - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:45

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Con il ruggito del leone, diffondiamo la luce della speranza tra le persone

Non c’è luogo di questo pianeta in cui la luce del Buddismo di Nichiren Daishonin non possa diffondersi grazie al potere universale della parola, scritta e parlata, superando qualsiasi ostacolo

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Non c’è luogo di questo pianeta in cui la luce del Buddismo di Nichiren Daishonin non possa diffondersi grazie al potere universale della parola, scritta e parlata, superando qualsiasi ostacolo

La mattina del 28 settembre, sotto un meraviglioso cielo azzurro, ho visitato insieme a mia moglie il nuovissimo Centro mondiale Seikyo della Soka Gakkai.
Ho recitato Gongyo e Daimoku nella Sala Genron (sala della lotta attraverso le parole), che si trova all’interno dell’edificio, con un’intensa e profonda preghiera basata sul voto di kosen-rufu.
Da questa nuova roccaforte della “lotta di parole” di maestro e discepolo, creiamo una nuova ondata di kosen-rufu mondiale!
Tenendo alto il vessillo dell’umanesimo e della sacralità della vita, diffondiamo sempre più la luce della speranza, la luce della felicità eterna e la luce della pace!
Questo era il forte desiderio racchiuso nella mia preghiera.
Ho pregato anche per la buona salute e la felicità di tutti coloro che hanno un legame con il quotidiano Seikyo, a cominciare dai lettori e le lettrici del Giappone e del mondo intero.
Ma più di ogni altra cosa, ho recitato seriamente Daimoku affinché “i re e le regine senza corona” che distribuiscono ogni giorno il Seikyo Shimbun possano compiere la loro attività senza alcun incidente.
Nella biblioteca-archivio all’interno dell’edificio, ho ammirato i meravigliosi video promozionali del Seikyo Shimbun. In questa sala è possibile consultare i quotidiani, le riviste e i libri della nostra organizzazione di ogni parte del mondo.
Grazie alla piattaforma digitale “Seikyo online”, inoltre, è possibile accedere ai contenuti del Seikyo Shimbun da centonovantotto paesi e territori.
Quanto ne sarebbe felice il maestro Toda, che ha sempre desiderato che il quotidiano Seikyo potesse essere letto da tutte le persone del Giappone e del mondo intero!
Il Seikyo Shimbun fu fondato nel 1951, poco prima che il maestro Toda venisse nominato secondo presidente della Soka Gakkai.
All’epoca il giornale veniva realizzato presso gli uffici dell’azienda di Toda, a Hyakunincho, una zona del quartiere di Shinjuku, a Tokyo; poco dopo fu trasferito in un edificio nel quartiere di Ichigaya.
Durante la nostra visita al Centro mondiale Seikyo della Soka Gakkai, ho ricordato con profonda emozione insieme a mia moglie i momenti difficili di quel periodo, ma anche quelli gioiosi, quando trascorrevo ogni giorno in quella stanza così piccola adibita a redazione, realizzando il giornale sotto la guida del maestro Toda.

Progredire, progredire e ancora progredire

Il 28 settembre è il giorno in cui, nel 1970, si svolse la cerimonia per il completamento di quella che fino a ora è stata la sede centrale del Seikyo Shimbun. Misticamente, sono trascorsi proprio cinquant’anni da allora.
In quel periodo, in seguito alla questione su “presunte violazioni della libertà di parola e di stampa da parte della Soka Gakkai”, la nostra organizzazione si trovò a subire aspre critiche e accuse dovute a una mancanza di comprensione da parte della società.
La sede centrale del Seikyo Shimbun, completata in tali circostanze difficili, rappresentò un castello della rinascita che si ergeva maestoso respingendo intrepido i venti più furiosi.
In occasione della cerimonia inaugurale dell’edificio, dichiarai: «Intraprendiamo una nuova partenza con uno spirito completamente rinnovato. Il requisito fondamentale per realizzare un giornale eccellente è combattere e sconfiggere ogni giorno la propria inerzia e pigrizia. È una lotta quotidiana, da intraprendere ogni singolo giorno. È fondamentale progredire, progredire e ancora progredire».
Ora che è trascorso mezzo secolo, con lo spirito di realizzare ognuno una “nuova” rivoluzione umana, desidero trasmettere ancora una volta la speranza e il coraggio che nascono da un nuovo progresso.

La spada per sconfiggere il male

Nell’iscrizione collocata all’ingresso del Centro mondiale Seikyo – “Canto di vittoria di maestro e discepolo” – ho inciso queste parole: «Sono fermamente convinto che da questo luogo, che costituisce la grande roccaforte della lotta attraverso le parole per la realizzazione di kosen-rufu e dell’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”, si diffonderà eternamente il ruggito del leone della lotta condivisa di maestro e discepolo».
L’espressione “il ruggito del leone” viene utilizzata nel tredicesimo capitolo del Sutra del Loto, “Esortazione alla devozione”, nel momento in cui i discepoli di Shakyamuni si presentarono al suo cospetto e, «emettendo il ruggito del leone, pronunciarono un voto» (SDL, 270).
In altre parole, il ruggito del leone rappresenta il voto formulato dai discepoli del Budda, che promisero con forza di propagare il Sutra del Loto in tutti i mondi delle dieci direzioni dopo l’estinzione del Tathagata (cfr. Ibidem).
Nichiren Daishonin, il Budda dell’Ultimo giorno della Legge, spiegò il significato profondo di questo passaggio, che è riportato all’interno della Raccolta degli insegnamenti orali: «Il primo shi della parola shishi, o leone, [che significa “maestro”] è la Legge meravigliosa che è trasmessa dal maestro. Il secondo shi [che significa “figlio”] è la Legge meravigliosa ricevuta dai discepoli. Il “ruggito” è il suono del maestro e dei discepoli che recitano all’unisono» (BS, 116, 55).
Il ruggito del leone, quindi, non è altro che l’azione di recitare la Legge mistica con lo spirito di non dualità di maestro e discepolo, dichiarando a gran voce l’insegnamento corretto.
Cosa esprimono dunque i discepoli emettendo il ruggito del leone nel capitolo del Sutra del Loto “Esortazione alla devozione”? Si tratta del voto di continuare a lottare fino alla fine con lo spirito di dedicare la propria vita alla propagazione della Legge mistica, senza mai piegarsi di fronte alle persecuzioni dei tre potenti nemici.
Come hanno studiato i cari amici del Gruppo giovani per i recenti esami di Buddismo in Giappone, i tre potenti nemici sono i seguenti: il primo tipo di nemico è costituito dalle «persone ignoranti che maledicono, parlano male e attaccano con spade e bastoni [coloro che propagano il Sutra del Loto]» (cfr. SDL, 270); in altre parole, si tratta delle persecuzioni da parte dei “laici ignoranti”.
Il secondo nemico è costituito dai «monaci di saggezza perversa […], che saranno arroganti e presuntuosi» (Ibidem); rappresenta quindi le persecuzioni da parte dei “preti arroganti”.
Il terzo tipo di nemico, infine, è costituito dai «monaci che fingono di essere santi» (L’apertura degli occhi, RSND, 1, 244), ovvero preti che, avidi di vantaggi materiali, si sono alleati con le figure più influenti della società, e vengono rispettati e riveriti dal mondo come se fossero monaci virtuosi; si tratta quindi delle persecuzioni da parte dei “falsi santi”, monaci presuntuosi e arroganti che fingono di essere santi.
Noi maestri e discepoli Soka, direttamente collegati a Nichiren Daishonin, abbiamo continuato a lottare contro questi “tre potenti nemici” con determinazione e con lo spirito di itai doshin (diversi corpi, stessa mente), riuscendo a smascherare anche i monaci presuntuosi e arroganti che fingono di essere santi.
Questa è la grande lotta attraverso le parole che ogni singolo compagno di fede porta avanti fino in fondo con coraggio, tenacia e perseveranza impugnando il Seikyo Shimbun come la «sacra spada» (La scelta del tempo, RSND, 1, 511) della giustizia e della verità.
Noi abbiamo trionfato in modo assoluto. Abbiamo intonato gioiose grida di vittoria per aver confutato l’erroneo e rivelato il vero.
La nostra rete solidale di pace, cultura ed educazione che si è sviluppata in centonovantadue paesi e territori nel mondo sta acquisendo sempre più autorevolezza e importanza; tutto ciò rappresenta il canto di vittoria del Buddismo delle persone comuni, che risplende per sempre nella storia.
Sono fermamente convinto che la realizzazione del Centro mondiale Seikyo della Soka Gakkai proprio ora, in questo periodo storico così significativo, rappresenti la prova più grande che Nichiren Daishonin, il Budda dell’Ultimo giorno della Legge, ci sta lodando e sta vegliando su tutti noi maestri e discepoli Soka.
La nostra roccaforte della “lotta attraverso le parole” sarà per sempre il grande castello del ruggito di leone della lotta condivisa di maestro e discepolo.
Nichiren Daishonin afferma: «Ognuno di voi deve raccogliere il coraggio di un leone e non soccombere di fronte alle minacce di chicchessia. […] Quelle persone [che offendono la Legge] sono come sciacalli ululanti, ma i seguaci di Nichiren sono come leoni ruggenti» (Le persecuzioni che colpiscono il santo, RSND, 1, 885).
Proprio come affermano queste auree parole, continuiamo sempre ad avanzare e a vincere insieme facendo risuonare in tutto il mondo il più potente ruggito del leone, spazzando via qualsiasi tipo di sofferenza e disperazione dalla società e dalla vita delle persone.

Il regno delle persone felici

Il 28 settembre ho scattato una fotografia del Centro internazionale delle donne, che si erge in tutto il suo splendore in prossimità del Centro mondiale Seikyo.
Da quando è stato inaugurato, nel settembre del 2000, questo prezioso castello del secolo delle donne accoglie le nostre nobili amiche di tutto il mondo. Yurii V. Kostenko, ex ambasciatore dell’Ucraina in Giappone, e sua moglie Liudmyla Skurda, celebre poetessa, che vivono nelle vicinanze del Centro culturale mondiale delle donne, lo hanno definito «un regno in cui si radunano persone dal cuore meraviglioso, persone felici e gioiose». Hanno inoltre elogiato le donne che visitano questo Centro culturale, affermando che «nel momento in cui escono dall’edificio, appaiono ancora più belle e radiose di quando sono entrate».
Tale è il potere benefico dei nostri castelli Soka, che permettono di «intrattenersi con un amico nella stanza delle orchidee» (cfr. RSND, 1, 24).
Lo stesso giorno in cui ho visitato il Centro mondiale Seikyo si è tenuta presso il Centro internazionale delle donne una riunione commemorativa in occasione del quarantacinquesimo anniversario della fondazione del Seishunkai (Gruppo della giovinezza).
Questo Gruppo venne fondato il 28 settembre 1975 riunendo le giovani donne dell’epoca.
Mantenendo vivo nel cuore il voto di dedicare tutta la vita al Daimoku e a kosen-rufu, oggi queste donne rappresentano un grande esempio per le giovani donne perché hanno continuato a impegnarsi insieme incoraggiandosi a vicenda con gioia, riuscendo così ad aprire la strada per le sorelle Kayo di tutto il mondo.
Mia moglie mi ha comunicato con gioia che, attualmente, tutte loro godono di buona salute e sono piene di energia; ho quindi recitato Daimoku affinché possano mostrare sempre più gioiosamente la prova concreta delle parole del Daishonin: «Diventerai più giovane e accumulerai fortuna» (L’unità di marito e moglie, RSND, 1, 410).

Da una singola goccia al grande fiume

Nel Gosho Sul rimproverare Hachiman si legge: «La luna si muove da ovest verso est, un segno di come il Buddismo dell’India si diffuse verso oriente. Il sole sorge a est, un segno propizio di come il Buddismo del Giappone è destinato a ritornare nel Paese della Luna» (RSND, 2, 883).
La Soka Gakkai ha realizzato ciò che Nichiren Daishonin aveva desiderato ardentemente, ovvero il “ritorno del Buddismo a occidente” e “kosen-rufu in tutto Jambudvipa”.
Tra le indicazioni di Nikko Shonin, contenute nell’opera Refutazione dei cinque preti si legge: «Quando verrà il tempo di diffondere ampiamente i sacri insegnamenti di questo paese, i testi giapponesi saranno sicuramente tradotti e diffusi in India e in Cina» (NRU, 11, 175).
Come afferma questo passo, non c’è luogo di questo pianeta in cui la luce del Buddismo di Nichiren Daishonin non possa diffondersi grazie al potere universale della parola, scritta e parlata, superando qualsiasi ostacolo.
Alcuni giorni fa (settembre 2019), una delegazione del Gruppo giovani della Soka Gakkai giapponese si è recata in India, la culla del Buddismo; qui si sono susseguite una serie di cerimonie inaugurali, lieti eventi che hanno portato immensa gioia ai nostri compagni di fede e Bodhisattva della Terra dell’India: tra questi, il completamento della nuova sede centrale della Soka Gakkai indiana a Nuova Delhi, e la realizzazione di un Auditorium all’interno del Soka Bodhi Tree Garden, nelle vicinanze della capitale.
Quando visitai l’India a febbraio del 1979, il numero dei membri non arrivava nemmeno a un centinaio. Tuttavia, incoraggiai i miei amici dalla nobile missione dicendo che “anche il grande fiume Gange ha origine da una singola goccia”.
Da quel momento, i compagni di fede dell’India hanno continuato a piantare in questa terra eterna i semi della Legge mistica della felicità, dell’amicizia e della fiducia, con uno spirito traboccante di coraggio; così facendo, in quarant’anni sono riusciti a far sbocciare oltre duecentoventimila Bodhisattva della Terra, meravigliosi fiori umani.
Anche in Thailandia, conosciuta come “la terra del sorriso”, il movimento di kosen-rufu sta realizzando un meraviglioso sviluppo.
L’anno prossimo, ad esempio, verrà ultimata la costruzione del tanto atteso Training center. Ho esultato più e più volte nel ricevere ogni giorno report dall’India e dalla Thailandia, così come nell’ammirare i sorrisi radiosi dei miei cari amici di questi paesi sulle pagine del Seikyo Shimbun, e ho dedicato loro grandi applausi.
Nel Gosho Sul rimproverare Hachiman, il Daishonin afferma: «La luce della luna non è molto intensa, perché il Budda insegnò [il Sutra del Loto in India] per soli otto anni della sua vita. Ma la luce del sole è brillante, e supera quella della luna, un segno propizio di come il Buddismo del Giappone è destinato a illuminare la lunga oscurità del [l’Ultimo giorno della Legge che ha inizio con il] quinto periodo di cinquecento anni» (RSND, 2, 882).
Kosen-rufu è come un grande emakimono (dipinto tradizionale giapponese realizzato su un rotolo lungo dai dieci ai venti metri, n.d.t.) costituito sia dall’espansione orizzontale, ovvero l’espansione del movimento nel mondo intero, sia dall’espansione verticale, ovvero la trasmissione e l’eredità della missione di kosen-rufu da generazione a generazione.
Col susseguirsi delle generazioni, crescono e si sviluppano persone capaci sempre più forti, che rispecchiano il principio «dall’indaco, un blu ancora più blu» (L’inferno è la terra della luce tranquilla, RSND, 1, 404). Questa è la grande via che porta alla realizzazione dell’intento del Budda di «assicurare che la Legge duri a lungo nel tempo», per l’eternità.

Un nuovo grande castello

Riflettendoci, la prima volta che Toda si firmò con il nome “Josei” fu durante la sua prigionia, una persecuzione subìta per aver dedicato la sua vita alla Legge mistica.
Il mio maestro, una volta liberato dal carcere, si alzò con decisione in vece del primo presidente Tsunesaburo Makiguchi – che non era sopravvissuto alla prigionìa – e costruì il castello della pace, delle persone capaci e della giustizia, con lo scopo di proteggere fino in fondo le persone comuni.
Mi sembra di sentire ancora la voce del mio maestro: «Io mi chiamo Josei, tu Daisaku. Costruiamo insieme un magnifico, grande castello Soka!1
Il carattere sei della parola Seikyo – lo stesso utilizzato per il secondo carattere del nome del mio maestro, Josei – è formato dalla combinazione di tre ideogrammi, che significano rispettivamente “orecchio”, “bocca” e “re”. Ho inciso in modo indelebile nella mia vita il suo significato, quello di essere un re della “lotta attraverso le parole” e un re del dialogo, proprio come il mio maestro Toda.
La facciata del Centro mondiale Seikyo è rivolta a est; si tratta perciò di un grande castello che risplende luminoso insieme al sole che sorge.
Volgendo lo sguardo a questa roccaforte della lotta attraverso le parole, luminosa come il sole, impegniamoci sempre più a diffondere con gioia dialoghi di incoraggiamento nelle nostre comunità locali e nel mondo intero! Insieme, illuminiamo il nostro pianeta rendendolo una Terra pacifica!

(Seikyo Shimbun, 3 ottobre 2019)

1. In giapponese la parola “grande castello” è costituita da due caratteri: il primo è lo stesso Dai utilizzato per il nome Daisaku, mentre il secondo è lo stesso carattere Jo del nome Josei

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