Con il desiderio di rinnovare profondamente la propria determinazione, i responsabili nazionali e regionali si sono riuniti al Centro culturale di Roma per ripartire insieme mirando al 18 novembre e dare un nuovo slancio verso la realizzazione dei nostri obiettivi, in particolare l’obiettivo di shakubuku in ogni gruppo!
Nell’incoraggiamento del 7 settembre il maestro Ikeda ha scritto:
«Siamo entrati nell’autunno, la stagione in cui compiere un grandioso balzo in avanti! Poniamoci obiettivi chiari e sfidiamoci fino in fondo per espandere kosen-rufu, così da aprire ed elevare la nostra condizione vitale! Arriviamo al giorno della fondazione della Soka Gakkai senza alcun rimpianto» (Ai miei amici)
Per rinnovare la decisione di avanzare da qui alla fine dell’anno con una determinazione incrollabile, che non lascia il minimo spazio al dubbio o alla preoccupazione, dai partecipanti è emersa la consapevolezza che anche se le difficoltà sono tante, tutti desideriamo profondamente fare questo “grandioso balzo in avanti”, sfidandoci con gioia, con allegria e divertendoci insieme in tutte le attività che facciamo, con una condizione vitale elevata e aperta agli altri.
Parlando con un ragazzo del Gruppo futuro, una volta il maestro Ikeda disse che la determinazione dura solo tre giorni ma se la rinnoviamo dieci volte, questo significa che l’avremo mantenuta per trenta giorni, ovvero un mese intero!
Per dare un forte impulso alle attività di propagazione, i partecipanti hanno determinato fortemente di andare avanti uniti, pieni di gioia e di convinzione, consapevoli che in questo modo si creerà un flusso di persone felici, che a loro volta porteranno altre persone in un vortice di incoraggiamento reciproco!
Gli interventi dei responsabili nazionali
La nostra vita ha un potere immenso
Andrea Ciccorelli, responsabile nazionale giovani uomini

A settembre dell’anno scorso siamo ripartiti con l’obiettivo di realizzare un nuovo giovane in ogni gruppo. C’è un incoraggiamento del presidente Ikeda da La nuova rivoluzione umana che mi ha molto colpito, sembra scritto apposta per noi:
«Se decidete di realizzare un obiettivo difficile, non avrete altra scelta che pregare seriamente davanti al Gohonzon. Non solo otterrete grandi benefici ma acquisterete fiducia nel potere della fede. È meglio avere sempre grossi traguardi» (NRU, 3, 271)
Poiché abbiamo una missione grande, è normale che emergano difficoltà. Ma ciò che conta è la nostra decisione. È la convinzione che abbiamo nel cuore di impegnarci veramente insieme a Sensei. La lamentela, la paura, il dubbio sono tutte funzioni negative che ci ostacolano. Il punto è partire da una profonda preghiera e tirare fuori la luce che c’è dentro ognuno di noi. Per trasformare il nostro karma recitiamo Daimoku, facciamo attività nella Soka Gakkai e apriamo la nostra vita condividendo il Buddismo con gli altri. In questo modo sconfiggiamo l’oscurità e vinciamo, insieme a tutti i membri!
Nel portare avanti le attività ci confrontiamo a volte con pensieri negativi come: “Quella zona è complessa…”, “Quella riunione non è abbastanza incoraggiante…”. E a volte ci ritroviamo a dirci: “Non posso risolvere da solo questa situazione!”, ma è proprio in pensieri come questi che si nasconde la sconfitta.
Infatti, alla luce del Buddismo, la nostra vita ha un potere immenso. La nostra vita e l’intero universo hanno lo stesso potere, e per manifestarlo bisogna recitare Daimoku.
Ora siamo davanti a questo grande obiettivo. Sembra impossibile realizzarlo, ma proprio per questo è bellissimo poterci dedicare a questa sfida. Da oggi parte la nostra “rimonta”, e come si dice, “per vincere la partita serve fare gol”!
Come giovani uomini ci impegneremo a fare più gol possibili, cioè a creare un movimento di persone felici, con la consapevolezza che recitare Daimoku e diffondere il Buddismo sono azioni che creano felicità e vittoria!
Concludo con questo passo da La raccolta degli insegnamenti orali:
«Emettere il ruggito del leone (giap. sa-shishiku): “il primo shi della parola shishi, o “leone”, [che significa “maestro”], è la Legge meravigliosa che è trasmessa dal maestro. Il secondo shi [che significa “figlio”] è la Legge meravigliosa ricevuta dai discepoli. Il “ruggito” [ku] è il suono del maestro e dei discepoli che recitano all’unisono. Il verbo sa, “emettere” o “ruggire”, va interpretato col significato di dare inizio o fare uno sforzo. Si riferisce al dare inizio a Nam-myoho-renge-kyo nell’Ultimo Giorno della Legge» (BS, 116, 55)
Diventiamo gli alleati di chi sta soffrendo di più
Rosanna Sorelli, responsabile nazionale donne

Vorrei sottolineare che il punto cruciale per noi adesso è tirar fuori la nostra determinazione.
Quest’anno abbiamo un obiettivo molto ambizioso. Sicuramente in questo periodo stiamo affrontando tante difficoltà nella nostra vita e nelle nostre attività di propagazione.
A volte sembra un circolo vizioso, dove non realizzando gli scopi nell’attività non realizziamo neanche quelli nella nostra vita. È lì che entra in gioco la nostra missione come responsabili, che è quella di incoraggiare ogni persona, in particolare chi sta soffrendo di più.
Come abbiamo approfondito durante il Corso europeo di studio, per capire come incoraggiare chi sta soffrendo possiamo imparare dall’esempio di Nichiren Daishonin e di Sensei, che sono rimasti costantemente vicini a tutti i discepoli che affrontavano situazioni disperate.
Riguardo alle difficoltà, Sensei scrive:
«Praticando il Buddismo di Nichiren con purezza e dedizione cambia radicalmente il nostro punto di vista sulle difficoltà della vita. Non le vediamo più come condizioni negative da evitare, bensì come occasioni positive che, quando vengono affrontate e superate, ci avvicinano di un passo al conseguimento della Buddità» (Cos’è la rivoluzione umana, Esperia, pag. 80)
Se viviamo delle grandi difficoltà è normale avere paura. Ma ciò che conta è avere qualcuno accanto. Noi abbiamo Nichiren Daishonin e Sensei, e allo stesso modo possiamo incoraggiare anche gli altri a stringere una relazione diretta con Nichiren Daishonin e con Sensei.
E nel frattempo possiamo stare accanto alle persone, partecipando alla loro crescita, impegnandoci con gioia insieme a loro.
È proprio come afferma il maestro Ikeda:
«Il Buddismo è il principale alleato delle persone che soffrono ed esiste per aiutare chi affronta grandi avversità a conquistare la suprema felicità. […] Per conseguire la Buddità in questa esistenza è indispensabile intraprendere una dura lotta per cambiare il nostro karma e respingere gli attacchi che sorgono dai tre ostacoli e i quattro demoni e dai tre potenti nemici. Le prove dell’inverno sono inevitabili se vogliamo andare incontro a una brillante primavera basandoci sulla fede» (Gli insegnamenti della speranza, Esperia, pag. 94-99)
Possiamo fare la differenza immedesimandoci nelle difficoltà dell’altra persona. Insieme possiamo lottare e fare un passo avanti nella nostra rivoluzione umana.
Sensei parla di “empatia”: significa comprendere più profondamente la persona che abbiamo davanti. È un allenamento, perché a qualcuno può non piacere sentire così profondamente la sofferenza altrui e a volte entriamo in contatto con situazioni così complesse e dolorose da farci rimanere interdetti. Ma noi abbiamo le guide di Sensei, abbiamo il potere della Legge mistica. Portiamo sempre con noi le parole del presidente Ikeda e il Gosho. E portiamo con noi le nostre esperienze, che condividiamo con gli altri quando parliamo del Buddismo.
Sensei scrive nella sua lezione su L’apertura degli occhi:
«Per un buddista la sconfitta non consiste nell’avere difficoltà ma piuttosto nel non affrontarle. Se fuggiamo dalle difficoltà senza lottare, esse diventano veramente il nostro karma o destino. Fino a quando siamo vivi dobbiamo combattere. Dobbiamo vivere e lottare tenacemente fino alla fine. La filosofia del cambiamento del karma esposta da Nichiren spiega questa fondamentale essenza della vita ed è un insegnamento rivoluzionario, perché rappresenta un superamento radicale del modo in cui le altre scuole buddiste tendono a vedere le difficoltà.
Praticare il Buddismo di Nichiren significa vivere con l’incrollabile convinzione che le situazioni più dure e dolorose sono l’opportunità per cambiare il karma e per fare la rivoluzione umana e che, per quanto difficile sia la situazione in cui ci troviamo, alla fine riusciremo senza dubbio a trasformarla in qualcosa di positivo» (Esperia, pag. 232)
Questa è la nostra missione!
La decisione di realizzare una promessa
Francesco Geracitano, responsabile nazionale uomini

A proposito dell’obiettivo che ci siamo posti, è importante sottolineare che il grande impegno di questi mesi sta portando alla luce la meravigliosa crescita che stanno facendo i giovani. Si stanno sfidando tantissimo e stanno facendo numerose esperienze di fede. Questi non sono dettagli, ma sono un effetto dell’obiettivo che stiamo portando avanti insieme.
Sono convinto che riuscire a realizzare una promessa, come Sensei ha sempre fatto con Toda, ha a che vedere con una decisione individuale. E riuscire a realizzare un obiettivo per kosen-rufu non dipende dalle proprie capacità ma dalla fede. Dipende dalla preghiera, o meglio dal modo in cui preghiamo.
La rivoluzione umana del singolo consente un grande cambiamento.
Pensando alla visione che Sensei ha dell’Italia e, allo stesso tempo, osservando le difficoltà che stiamo vivendo a ogni livello nella nostra società, mi sento stimolato a dare il massimo perché mi rendo conto che tutto dipende dalla determinazione.
Il presidente Ikeda scrive:
«Gli ostacoli alla realizzazione di kosen-rufu sono di natura interna e non esterna. Noi stessi poniamo dei limiti alla nostra vita attraverso la viltà e la debolezza, tendenze che generano un atteggiamento disfattista e ci inducono a pensare che non avremo mai successo. L’arroganza porta alla negligenza e all’indolenza, causando la rovina. Per questo motivo è cruciale superare queste tendenze negative e spazzare via le illusioni. Fare ciò richiede una grande determinazione. Occorre essere fortemente determinati a raggiungere gli scopi e recitare davanti al Gohonzon con il fermo proposito di realizzare kosen-rufu. Inoltre, dobbiamo intraprendere azioni coraggiose. Agire genera slancio ed energia» (NRU, 17, 65)
Ognuno di noi può decidere di far sua questa guida. Perché ognuno di noi ha tutte le potenzialità per ottenere un grande risultato!
Condividiamo con gioia il Buddismo e le nostre esperienze
Jasmina Cipriani, responsabile nazionale giovani donne

Lo scorso luglio abbiamo avuto l’occasione di incontrare Hirotsugu Terasaki, vicepresidente della Soka Gakkai, e gli abbiamo posto una domanda rispetto al nostro obiettivo di crescita e al desiderio di rispondere alle aspettative di Sensei.
Terasaki ha condiviso con noi quello che considera uno degli aspetti più importanti nel dialogare con gli altri: condividere con gioia la nostra esperienza con la pratica! Quando parliamo di Buddismo non dobbiamo farlo con la faccia seria o cupa, ma con allegria e sorridendo. Le persone sono attratte dove sentono gioia e felicità.
Quando dialoghiamo in questo modo ci rendiamo conto di quanto sia divertente farlo, e i responsabili dovrebbero essere i primi a divertirsi!
Non importa se l’interlocutore inizia o meno a praticare, perché questo dipende da lui e non da noi. Comunque, l’importante è che le nostre attività di propagazione non creino situazioni spiacevoli o scontri. La cosa migliore è raccontare le proprie esperienze di fede, non c’è niente di più convincente della prova concreta.
Il fatto che abbiamo delle difficoltà nel raggiungere i nostri obiettivi, ci ha incoraggiato Terasaki, va visto come un trampolino di lancio. Questo è il momento di riflettere e analizzare bene la situazione, osservandola da tanti punti di vista per poi rilanciare.
Ci sono degli aspetti fondamentali nelle attività della Soka Gakkai che vanno coltivati costantemente: andare a trovare ogni singola persona incoraggiandola a mettersi lo scopo di vincere sulle proprie difficoltà impegnandosi nello shakubuku, ossia nei dialoghi per la felicità degli altri. Il vero beneficio della pratica buddista è apprezzare il valore di ogni singola persona. Facciamo tesoro di questi consigli!
Mancano 113 giorni al 31 dicembre, possiamo realizzare delle bellissime attività divertendoci, così da arrivare alla fine dell’anno senza rimpianti, riportando a Sensei una grandissima vittoria. Grazie di cuore per ogni singolo sforzo in questo impegno condiviso che stiamo portando avanti insieme!
Studiamo La raccolta degli insegnamenti orali
insieme al maestro Ikeda
Mauro Ciullo, responsabile del Comitato di studio nazionale, ha presentato il programma delle riunioni di studio mensili nei gruppi

Nelle riunioni di studio mensili nei gruppi stiamo approfondendo insieme le più recenti lezioni di Daisaku Ikeda dalla serie “Il Buddismo del sole”, pubblicate su Buddismo e società.
Il nostro maestro sta continuando a redigere lezioni e approfondimenti con instancabile dedizione e siamo felici di annunciarvi che, sempre nell’ambito della serie “Il Buddismo del sole per illuminare il mondo”, Ikeda ha cominciato un ciclo di lezioni su La raccolta degli insegnamenti orali, dandoci l’occasione di approfondire insieme a lui anche quest’opera del Daishonin.
Dal punto di vista della produzione editoriale di Ikeda, questo ciclo di lezioni rappresenta un ulteriore, preziosissimo lascito del maestro a noi discepoli.
Cogliamo questa occasione per rimanere a ritmo con Sensei anche nello studio, consapevoli del privilegio che questo rappresenta! A partire da ottobre, quindi, utilizzeremo queste lezioni sugli Insegnamenti orali per le nostre riunioni mensili di studio nei gruppi. È davvero una grande fortuna!
In occasione del recente Corso europeo di studio giovani, il viceresponsabile del Dipartimento di studio della SGI, Hideyuki Takano, ha risposto a una domanda riguardo la fortuna e il privilegio di poter essere discepoli che praticano il Buddismo insieme a Sensei e di poter ricevere ancora da lui guide, saggi e incoraggiamenti e come poter aiutare tutti i praticanti a riconoscere e apprezzare questa fortuna.
Takano ha risposto sottolineando che ci sono membri che danno per scontato di poter ricevere gli scritti e le lezioni del nostro maestro, mentre altri le ricevono con il cuore colmo di gratitudine, come se fossero scritte da Ikeda appositamente per loro. La relazione con il maestro – ha aggiunto – dipende da come il discepolo riceve l’insegnamento del maestro. Questo determina anche un atteggiamento nella fede passivo o attivo.
La cosa importante per aiutare i compagni di fede che non percepiscono questa fortuna è trasmettere loro il nostro spirito appassionato, essere noi stessi di ispirazione per gli altri.
In merito a questo ha ricordato di una volta in cui Sensei fece l’esempio di un particolare tipo di pesce, detto comunemente razza, che riesce a “elettrificare” gli altri pesci (esistono particolari pesci in grado di creare un campo elettrico, n.d.r.) solo perché è a sua volta elettrificata.
Lo sviluppo della Soka Gakkai – ha concluso Takano – è avanzato grazie all’espansione dei membri che sentono l’energia del loro maestro e la trasmettono a loro volta agli altri.
Ci sono molte persone che comprendono il privilegio di vivere insieme Sensei, altre invece no.
La differenza tra queste persone si riduce a quanto queste percepiscono la bellezza e la fortuna di poter vivere per kosen-rufu.
Ognuno di noi è stato ispirato dal maestro e da altri compagni di fede, ora è il momento di fare lo stesso con gli altri e farli sentire a loro volta in grado di trasmettere questa energia ad altri.
Corso mondiale dei giovani in Giappone
Dal 30 agosto al 4 settembre si è tenuto a Tokyo il Corso mondiale dei giovani, il primo in presenza dopo quattro anni dalla pandemia. Vi hanno partecipato 104 giovani della SGI da 44 paesi, di cui 22 dall’Europa, la maggior parte membri del Comitato Giovani Europeo (EYC)
A cura di Chiara De Paoli, Pietro Bazzechi e Jasmina Cipriani



CHIARA DE PAOLI
La cerimonia di apertura del corso si è aperta con un messaggio di Sensei, molto commovente e significativo:
«Giovani leader di tutto il mondo, grazie per essere giunti fin qui da così lontano, dopo aver superato innumerevoli sfide e difficoltà per partecipare a questo corso. Grazie per i vostri sforzi, grazie infinite!
Io vi proteggo da vicino, seguendo ogni vostro passo mentre vi avvolgo in un forte abbraccio perché le nostre vite sono indissolubilmente unite.
Vi prego di dialogare con gioia ed entusiasmo con i compagni di fede riuniti qui insieme a voi, con cui condividete un profondo legame mistico, e di far sì che questo sia un corso di cui vi ricorderete con la massima soddisfazione.
Quest’anno ricorre il sessantacinquesimo anniversario del Giorno di kosen-rufu, quando Toda Sensei affidò l’intero futuro di kosen-rufu ai giovani successori.
Ora, voi vi siete alzati con il mio stesso spirito e, con il cuore ardente del voto di kosen-rufu, state espandendo nei vostri rispettivi paesi e territori la nobile e preziosa rete solidale dei Bodhisattva della Terra. Quanto è profonda la missione di ciascuno di voi, e quanto è grande la vostra fortuna!
Nichiren Daishonin afferma: «Questo sutra è superiore a tutti gli altri. È come il leone, il re di tutti gli animali che si muovono sulla terra, come l’aquila, il re di tutti quelli che volano nel cielo» (Il sutra della vera riconoscenza, RSND, 1, 826).
In un contesto globale dominato da caos e incertezza, tutti voi sostenete la filosofia della dignità della vita e propagate la Legge mistica per trasformare le divisioni in coesistenza pacifica, l’inquietudine in speranza e la distruzione in costruzione: siete davvero nobili re e regine della giustizia, siete re e regine di fortuna e saggezza. A prescindere da tutte le prove e sofferenze indescrivibili che state affrontando desidero che, qualunque cosa accada, recitiate un Daimoku potente come il ruggito del leone e che, mentre dispiegate le ali della compassione e della saggezza, continuiate ad avanzare vittoriosi, con gioia e coraggio, insieme alla Soka Gakkai, la nostra meravigliosa rete solidale delle persone comuni.
In vista del centenario della fondazione della Soka Gakkai apriamo ulteriormente, con ferma determinazione, il grande cammino di kosen-rufu che equivale alla pace nel mondo, che conduce l’intera famiglia globale verso la felicità!
Mia moglie e io continuiamo a pregare con tutto il cuore per la buona salute e la crescita, l’armonia in famiglia e la felicità e la vittoria nella vita di ognuno di voi, grandi leader da cui dipenderà il futuro del XXI secolo»
L’ultima sera abbiamo partecipato a una cena commemorativa con alcuni responsabili giapponesi, tra cui Hiroko Ogushi, responsabile giovani donne della SGI, che riguardo alla natura della relazione di maestro e discepolo ha affermato che per sviluppare una forte fede e conoscere veramente chi abbiamo davanti è importante avere curiosità. Questa è stata la lotta di Sensei per far avanzare kosen-rufu. Non c’era una formula fissa, Sensei ha costruito tutto cercando di conoscere la persona che aveva di fronte, aprendo il suo cuore. Ed ha aggiunto: «Quando leggo le guide di Sensei mi sento sollevata come se lui riuscisse a portarsi via tutte le mie preoccupazioni».
Arrivare a quel livello, acquisire la capacità di riuscire a toccare il cuore della persona che abbiamo di fronte e alleggerirla: questa è la nostra sfida come responsabili. È un processo, ci vuole tempo e allenamento. Sensei si è allenato tutta la vita.
Ogushi ha aggiunto che lei punta tutto sulle visite a casa, la via diretta per sviluppare kosen-rufu.
Tornando alla cerimonia di apertura, abbiamo ricevuto un incoraggiamento dalla responsabile donne e giovani donne della SGI, Yumiko Kasanuki, che ci ha augurato di vivere questo corso sentendoci a nostro agio, vicini al cuore di Sensei e della signora Kaneko, “come se tornaste a casa nella vostra famiglia Soka”.
A questo proposito ho fatto una bella esperienza durante la cerimonia del grande voto al Daiseido, di cui quest’anno ricorre il decimo anniversario dalla fondazione, avvenuta nel 2013.
Nel video proiettato all’inizio della cerimonia c’è un incoraggiamento di Sensei che rivolgendosi ai giovani dice:
«Negli ultimi cinquant’anni ho dedicato tutta la mia vita a kosen-rufu. Ora chiedo a voi che siete i miei successori di impegnarvi per i prossimi cinquant’anni a fare lo stesso»
Allora ho pensato: “Ok, tra cinquant’anni ne avrò ottantaquattro, è fattibile… Sarà sicuramente molto impegnativo dedicare una vita intera, ma posso sempre tornare qui!”.
Ho sentito che per quanto faticoso potrà essere, ci sarà sempre una casa a cui tornare, proprio come diceva la signora Kasanuki: “Come se tornaste a casa nella vostra famiglia Soka”.
È proprio così che dovrebbero essere le nostre attività, dovrebbero far “tornare ogni volta a casa” le persone, così che possano impegnarsi in prima linea per sempre. A questo dovremmo mirare.
Dopo la cerimonia del grande voto siamo stati tutti coinvolti in un turno di protezione con i sokahan e le byakuren del Daiseido per accogliere le persone che arrivavano: è stato meraviglioso vedere l’emozione negli occhi dei membri giapponesi che in noi vedono la vittoria di Sensei e la realizzazione di kosen-rufu nel mondo.
Inoltre abbiamo partecipato a una lezione del responsabile del Dipartimento di studio, Seiichiro Harada, sulla serie “Ai miei cari amici del Gruppo giovani” suddivisa in cinque temi: il coraggio, lo spirito invincibile, i successori, l’umanesimo e kosen-rufu.
Uno degli obiettivi del corso è stato quello di unire i giovani di tutto il mondo in vista del 16 marzo 2024, settantesimo anniversario della nomina di Sensei a coordinatore del Gruppo giovani, quando aveva ventisei anni. Quella nomina coincise con la vittoria di Sensei nelle campagne di Osaka e di Yamaguchi, che furono fondamentali per rivelare la missione eterna della Soka Gakkai.
Il responsabile dei giovani, Mitsuo Nishikata, ha rivolto un appello a ogni partecipante: «La cerimonia del 16 marzo 1958 si è svolta sotto la guida di Ikeda Sensei. Anche voi avete scandito la vittoria dei vostri paesi fino a questo momento. Adesso che abbiamo superato la pandemia, come giovani del mondo intraprendiamo una nuova lotta mirando al 16 marzo del prossimo anno, in cui si terrà un Festival della pace dove si riuniranno i giovani di ogni paese del mondo. Noi giovani ci sforzeremo di far crescere persone di valore mirando a questo importante incontro. Con lo spirito di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” impegniamoci per trovare soluzioni concrete nelle nostre rispettive zone, a partire dal superamento della crisi climatica e dalla lotta alle armi nucleari. Spero che tutti voi aprirete una nuova epoca alzandovi da soli con fermezza. Qual è la missione dei giovani che hanno abbracciato la Legge mistica? Cosa possiamo fare per i nostri rispettivi paesi? Parliamone assieme scambiandoci attivamente le nostre opinioni».
Il 16 marzo è sicuramente una data a cui mirare nel nostro Daimoku e nella nostra determinazione condivisa di trasformare questa società complessa e instabile in una società in cui la dignità della vita venga rispettata prima di ogni altra cosa.
PIETRO BAZZECHI
Un punto per me fondamentale di questo corso in Giappone è la gioia di aver sperimentato una profonda gratitudine per Sensei e per tutti i membri che stanno portando avanti il movimento di kosen-rufu nel mondo.Un evento straordinario è stato il Summit mondiale dei giovani: noi partecipanti della SGI, insieme ai responsabili giovani giapponesi, ci siamo riuniti e abbiamo ascoltato alcuni report di attività su come la Soka Gakkai si sta impegnando nella società. A seguire ci sono stati dei momenti di microfono libero dove i partecipanti hanno fatto domande ai relatori o raccontato le proprie sfide nei rispettivi paesi riportando le loro attività in ambito sociale. Il responsabile dei giovani della SGI ha condiviso questa determinazione:«Ognuno di noi è coinvolto nella società, ci sono molte crisi e oggi il rischio delle armi nucleari è altissimo, anche la crisi climatica è impellente. Si stanno già facendo diversi sforzi ma sono convinto che se noi della Soka Gakkai – una delle più grandi organizzazioni giovanili del mondo – ci uniamo, potremo manifestare un potenziale maggiore. In tal senso vorrei che creassimo una grande onda di trasformazione sociale verso il 16 marzo del prossimo anno. Adattate alle circostanze reali le vostre iniziative. È importante che noi giovani collaboriamo attivamente con organizzazioni al di fuori della Soka Gakkai. Inoltre, il cambiamento sociale parte da vicino, avendo cura di tutte le persone con cui interagiamo». Questa determinazione è frutto dell’esortazione espressa nel messaggio del maestro Ikeda alla quindicesima riunione di centro, in cui cita una guida di Toda:
«I giovani Soka, sostenendo la filosofia della non dualità tra la nostra vita e l’universo, ovvero la consapevolezza che il sole, la luna e le stelle esistono dentro di noi, dovrebbero impegnarsi a espandere ampiamente la loro condizione vitale e diventare la forza trainante per la pianificazione e la realizzazione di ogni aspetto di kosen-rufu. […] Desidero che creiate una sempre più grande e magnifica rete solidale che risplenda della luce della rivoluzione umana! Con la passione e la forza dei giovani, vi prego di proteggere il diritto dell’umanità alla vita e di illuminare l’esistenza delle persone e la società!» (NR, 826)
Tra i report dei vari paesi mi ha colpito quello dei giovani del Brasile che ci hanno raccontato dell’Istituto Soka dell’Amazzonia, che quest’anno compie dieci anni dalla sua fondazione e che, in accordo con lo Statuto della Soka Gakkai, si impegna nel rimarcare la coesistenza tra umanità e natura, e il rispetto e la dignità della vita.
A seguire i giovani della Malesia hanno raccontato dell’annuale maratona per la pace denominata Run for Peace, nata nel 2005 con l’obiettivo di eliminare le armi nucleari, che acquisisce di anno in anno ulteriori tematiche sociali, tra cui la sostenibilità e il clima.
Anch’io ho avuto la possibilità di prendere la parola e fare un breve report delle attività in Italia di Senzatomica!
La giornata del Summit si è conclusa con un incoraggiamento da parte del vicepresidente Hiromasa Ikeda in merito a La nuova rivoluzione umana. Un aspetto che mi ha colpito del suo discorso è la colossale entità dell’opera del nostro maestro riassunta nei trenta volumi.
Hiromasa ci ha invitato a riflettere sulla struttura temporale dell’opera e anche sulla passione dei membri che aspettavano con trepidazione la pubblicazione delle singole puntate per poterle leggere insieme, come fossero lettere inviate personalmente a ognuno.
Inoltre ha sottolineato che i volumi de La nuova rivoluzione umana che vanno dal 1° al 29° descrivono nel dettaglio i primi diciannove anni delle attività di Sensei come terzo presidente e la nascita di kosen-rufu mondiale, mentre il 30° volume racchiude i successivi ventidue anni. Questo può risultare un po’ sbilanciato, tuttavia il significato profondo è che il 30° volume racchiude l’incoraggiamento da parte di Sensei a prendere in mano il testimone di kosen-rufu mondiale.
Il corso per me è stato un momento in cui riscoprire, fortificare e instaurare amicizie, ma soprattutto consolidare la decisione di non retrocedere mai nella fede e non lesinare la mia vita per kosen-rufu. Forse per la prima volta ho aperto senza giudicarmi il cuore al mio maestro e sono stato inondato di forza e speranza, ogni dubbio si è volatilizzato e ho visto chiaramente la forza e la coerenza di chi lotta sinceramente per kosen-rufu.
Durante la riunione di centro, quando è stato proiettato il video di Sensei, è come se avessi visto la mia vita andare avanti a velocità accelerata: ho visto chiaramente le sofferenze, le gioie, le criticità che la vita potrà mettermi davanti e ho sentito profondamente la certezza che se non mollerò mai nella fede, tutto acquisirà un colore e un’intensità magnifici.
In quel momento era come se stessi dialogando con Sensei e gli stavo promettendo che avrei fatto del mio meglio per non deluderlo.
Per concludere vorrei condividere un momento dell’ultima sera dove ho avuto l’opportunità di cenare, insieme ad altri giovani, con il signor Terasaki. Abbiamo avuto la possibilità di dialogare con lui e fare svariate domande su come portare avanti le nostre sfide personali e di attività. In particolare, gli ho chiesto come far crescere il Gruppo futuro e come fare a condividere il Buddismo con i giovanissimi. Terasaki ha sottolineato che sono i membri del Gruppo futuro che fanno shakubuku ai loro coetanei. Inoltre ha affermato che è importante incoraggiare i loro genitori a diventare modelli di felicità, in famiglia e in ogni aspetto della vita.
JASMINA CIPRIANI
Vedere i giovani della SGI da tutto il mondo, uniti nell’obiettivo di riportare una vittoria a Sensei in questo “Anno dei giovani e del trionfo”, è stato commovente! In vista del corso avevo recitato Daimoku per approfondire il significato e la determinazione di realizzare gli obiettivi per espandere kosen-rufu in Italia e per affrontare le sfide personali che abbiamo condiviso tra compagni di fede. Arrivata in Giappone ho sentito che quello stesso desiderio era nel cuore di ogni partecipante, di tutti i giovani giapponesi e degli staff che ci hanno accolto. Abbiamo avuto l’occasione di partecipare a degli zadankai e io mi sono trovata insieme ai membri di Indonesia, Tailandia, Svizzera, Olanda, Inghilterra e Austria. È stato bellissimo sentire come ognuno sta agendo per realizzare un’espansione di pace nella società tramite il Buddismo, ad esempio in Indonesia, paese musulmano, hanno un progetto con il Ministero dell’educazione grazie al quale stanno portando nelle scuole la mostra “I semi del cambiamento”. Mi hanno rivolto molte domande su come in Italia riusciamo a diffondere così tanto il Buddismo, nonostante sia un paese cattolico. Ci siamo confrontati anche su altri temi, come le vicende con la Nichiren Shoshu e come abbiamo iniziato a praticare.
Durante Gongyo al Daiseido ho sentito la certezza che siamo tutti Bodhisattva della Terra, con un potenziale infinito e in profonda connessione con l’universo; che abbiamo un maestro ineguagliabile e una meravigliosa rete basata sul voto di kosen-rufu. Siamo infinitamente preziosi e degni di rispetto.
Mancano 190 giorni al 16 marzo: miriamo a questa data con l’obiettivo di sperimentare più profondamente che non esiste una preghiera senza risposta! Davanti alle difficoltà, rafforziamo la nostra fede nel Gohonzon con la fiducia che recitando Daimoku sinceramente non c’è un obiettivo che non possiamo realizzare e non c’è sfida in cui saremo sconfitti!
Sono stata molto incoraggiata dal report dei giovani della Malesia, che dal 2020 sono cresciuti di 5.800 membri, il 65% dei quali sono giovani! Ascoltando la loro esperienza, nel mio cuore è nata la speranza che, se ce l’hanno fatta loro, possiamo riuscire anche noi a fare emergere tanti giovani!
Il leitmotiv di tutto il corso è stato lo spirito di iniziativa dei giovani e l’incoraggiamento a diventare tutti Shin’ichi Yamamoto aprendo una nuova era del Gruppo giovani.
Durante la cerimonia di chiusura il vicepresidente Yoshiki Tanigawa ha condiviso la sua esperienza di quando nel marzo del ‘90 fu nominato responsabile dei giovani. In quella occasione Sensei disse:
«La gioventù è sinonimo di lotta, e se i giovani non decidono di lottare come se ogni momento fosse una questione di vita o di morte, in realtà hanno già perso il loro spirito.
Né le parole, né le apparenze o la prudenza sono importanti: solo la fede lo è realmente. Voi pregate, mettete degli scopi, agite e vi impegnate per aprire una strada in ogni campo, con la consapevolezza di avere la piena responsabilità della realizzazione di kosen-rufu, e proprio questa è la tradizione del Gruppo giovani e il vero spirito della Soka Gakkai. Il secondo presidente Josei Toda era solito dire: “Una persona che con i suoi sforzi ha fatto sviluppare un settore o un capitolo è veramente grande”. Non dovete assolutamente illudervi che il solo fatto di stare ai vertici di un’organizzazione che occupa a sua volta un posto di prestigio nella società corrisponda a lottare duramente. Nichiren Daishonin afferma nel Gosho: “Non dovete trascorrere questa vita invano e rimpiangerlo per i prossimi diecimila anni” (RSND, 1, 554). È sbagliato pensare che il momento in cui dovrete veramente sforzarvi verrà, un giorno o l’altro, nel futuro: quel momento è adesso. Spero che, manifestando il vero spirito della Soka Gakkai, creiate in forte unità un nuovo e coraggioso Gruppo giovani grazie a vigorosi sforzi individuali» (NR, 102, 4)
Sensei aggiunse che, anche se ancora giovani e con poca esperienza, anche se supportati da compagni più o meno esperti, senza aspettare di avere accumulato abbastanza forza è importante lanciarci ora, così come siamo, a capofitto, senza remore. Come fece lui stesso con il suo maestro Toda.
Dopo quella riunione di centro Ikeda propose di dare il via a un movimento per riunire due milioni di giovani in Giappone e, nonostante fosse un numero considerevole, i giovani responsabili non avevano altra scelta che decidere di realizzarlo.
In occasione di una riunione giovani che collegava tutti i Centri culturali del Giappone, Tanigawa salì sul palco come nuovo responsabile, citando la guida di Sensei: “La gioventù è sinonimo di lotta, senza intraprendere una lotta accanita perderete lo spirito stesso della gioventù”, ma Sensei lo interruppe e chiese: «Cosa vuol dire accanita, senza risparmiare la vita?» e dopo un po’ di tempo senza risposta, aggiunse: «Così sembrano parole vuote!».
Tanigawa, dopo essersi scusato, continuò: “Secondo la proposta di Sensei ci impegneremo per riunire due milioni di giovani che si distinguono nelle attività”, ma Sensei lo interruppe nuovamente dicendo che non aveva detto esattamente quelle parole… Dalla sala gremita di giovani risuonarono delle voci e Tanigawa non sapeva come comportarsi.
A quel punto Sensei disse con forza: «Non si può parlare di lotta se qualcuno ti dice di farla, la lotta si fa da soli, assumendosi la piena responsabilità!».
Tanigawa riformulò il discorso: «Con la decisione e la piena responsabilità del Gruppo giovani, ci impegneremo per riunire due milioni di giovani attivi».
E Sensei chiese: «Ce la farai davvero? Nelle promesse fatte a Toda non gli ho mai dichiarato qualcosa che poi non ho realizzato. Ho realizzato tutti gli scopi. Tu ce la farai?».
Tanigawa rispose con tutte le sue forze: «Ce la farò assolutamente!».
Sensei aggiunse: «E poi?».
Tanigawa disse: «In ogni caso mi metterò io in prima linea per condurre questa attività».
Sensei con entusiasmo affermò: «Ecco quello che volevo sentire, proprio così!».
In questo modo incoraggiò i giovani di tutto il paese trasmettendo loro che per realizzare la non dualità di maestro e discepolo non contano le parole ma le azioni concrete.
Una giovane donna dell’India ha poi rivolto una domanda al vicepresidente Tanigawa: «Vogliamo allenare le generazioni future in India raggiungendo un milione di membri nel 2030. Come possiamo assicurare dei giovani forti nel futuro, un flusso stabile di leader capaci per riportare una vittoria a Sensei?».
Egli ha risposto che formare successori è una sfida enorme, la più importante, qualcosa in cui Sensei ha riposto tutte le sue energie. Se non ci sono successori, infatti, non si trasmette la Legge. Come fa Sensei a far crescere i membri del Gruppo futuro?
Innanzitutto, rispettando la loro individualità, li valorizza, li ama, sfrutta ogni occasione per incoraggiarli. Questo per noi significa incontrarli per ascoltarli e cercare di conoscerli bene, e pregare per la loro crescita e sviluppo. Ognuno è diverso, viene da famiglie diverse e ha diversi interessi. Conoscere bene ogni membro del Gruppo futuro ci dà gli strumenti per incoraggiarli a manifestare, a far emergere le loro migliori qualità.
Le qualità per diventare grandi leader di kosen-rufu si acquisiscono stando a contatto con persone che si prendono cura di noi con affetto e che interagiscono con noi sulla base del desiderio di sostenere la nostra missione per kosen-rufu. Non sono qualità che si acquisiscono in una normale relazione come a scuola o al lavoro. I membri del Gruppo futuro si ricorderanno per sempre di questo legame.
Un giovane uomo del Belgio ha posto un’altra domanda: «Il motto della nostra nuova campagna europea è: “La mia nuova rivoluzione umana, senza lasciare indietro nessuno”. Come possiamo applicare questo spirito di non lasciare nessuno indietro nella nostra vita quotidiana?»
Tanigawa ha spiegato che la cosa importante è diventare persone capaci, sforzandoci noi per primi. Lo spirito della Soka Gakkai è lo spirito di lavorare insieme, ma è prima di tutto lo spirito di alzarsi da soli, stando in prima linea.
È importante motivare gli altri ma è più importante ancora iniziare noi per primi, a costo di essere soli dobbiamo metterci alla guida della campagna.
Non lasciare nessuno indietro significa incontrare i membri, andare da una persona dopo l’altra. Allo stesso modo, sostenere gli altri significa incontrarli. Questo è il punto principale. Incontrando le persone possiamo dialogare con loro, così potremo conoscerle meglio.
Incoraggiarli non ha niente a che vedere con l’esporre concetti difficili: è far sentire le persone alleggerite. Dobbiamo incoraggiare quella persona così che si senta ispirata positivamente e sia felice. In questo modo farà emergere la determinazione di sfidarsi anche se ha problemi di salute o di lavoro.
Vogliamo fare tante cose per gli altri, ma se non si riesce ad affrontare le proprie sfide, non c’è speranza. Dobbiamo far emergere da noi stessi e dalle persone che incontriamo questo spirito combattivo. Questo significa non lasciare nessuno indietro.
In chiusura il responsabile dei giovani uomini della SGI ha incoraggiato i partecipanti ad abbracciare il voto di kosen-rufu come giovani di tutto il mondo.
Nonostante il rientro a casa significhi affrontare nuovamente il nostro karma, la situazione familiare e sociale, è importante ricordare di essere parte di una rete meravigliosa di discepoli di Ikeda Sensei, dove ognuno si sfida con lo spirito di alzarsi da solo. Anche se nessuno ci vede, anche se siamo soli, è importante essere consapevoli che ogni passo verso la nostra rivoluzione umana porterà inevitabilmente a un cambiamento nell’ambiente e porterà alle soluzioni dei problemi globali.
