Il 6 giugno è l’anniversario della nascita del primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi. Il giorno successivo, il 7 giugno, ricorre la fondazione del Gruppo scuole superiori del Giappone, avvenuta nel 1964.
Quel giorno si tennero diverse riunioni inaugurali in tutta Tokyo e io, traboccante di entusiasmo, partecipai a una di esse, durante la quale mi rivolsi ai nuovi membri del Gruppo scuole superiori con queste parole: «Spero che tutti voi approfondiate la vostra fede recitando Nam-myoho-renge-kyo con dedizione, e che alla base della vostra vita vi sia sempre la meravigliosa filosofia del Buddismo di Nichiren Daishonin». Ancora oggi io stesso tengo fede a queste parole.
In seguito, proprio quell’anno mi accinsi a una nuova impresa per il futuro dei nostri giovani successori: la stesura de La rivoluzione umana. Il 2 dicembre, sei mesi dopo aver fondato il Gruppo scuole superiori, iniziai a scrivere il mio romanzo a Okinawa, determinato a fare di quel luogo un nuovo punto di partenza per la pace.
Sono trascorsi più di cinquant’anni da quando intrapresi questa “battaglia della penna”. Ora (giugno 2018, n.d.r.), sto per completare il capitolo intitolato “Il voto”, che conclude il trentesimo e ultimo volume de La nuova rivoluzione umana [il seguito del romanzo La rivoluzione umana], nell’intento di lasciare a voi, miei cari amici, una testimonianza scritta del nostro movimento. Il tema comune dei due romanzi è il seguente: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità».
La pace inizia con la trasformazione della propria vita. Mentre ci prendiamo cura della persona che abbiamo di fronte, possiamo trasformare il nostro ambiente, il futuro e il mondo.
Come primo passo concreto in questa direzione, ho sempre esortato il Gruppo futuro a comportarsi bene con i propri genitori e con chi si prende cura di loro, mostrando gentilezza e gratitudine.
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Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, esortava spesso i giovani a considerare Nanjo Tokimitsu, il giovane discepolo di Nichiren Daishonin, come un modello da cui trarre ispirazione, in particolare riguardo all’atteggiamento nei confronti dei genitori.
Dopo la morte del padre, quando ancora era bambino, Nanjo iniziò a prendersi cura e ad aiutare sua madre.
Il Daishonin gli scrisse: «Una persona che sostiene il Sutra del Loto sta ripagando il debito di gratitudine verso suo padre e sua madre. E anche se in cuor suo non pensa di riuscire a farlo, può ripagare il proprio debito grazie al potere di questo sutra» (Le quattro virtù e i quattro debiti di gratitudine, RSND, 2, 602).
Nanjo aveva circa sedici anni quando ricevette questa lettera. In seguito, essendo venuto a mancare anche suo fratello maggiore, divenne il giovane pilastro della sua famiglia. Il Daishonin lo incoraggiò dicendo che il fatto di abbracciare con convinzione la fede nella Legge mistica lo avrebbe portato a illuminare la propria famiglia con la luce della buona fortuna e della vittoria.
Nella lettera il Daishonin spiega con un esempio concreto come mostrarsi gentili con i propri genitori: «Comportarsi da bravi figli nei confronti dei genitori significa che […] siamo sempre attenti a procurare loro ogni sorta di cose buone o, quando è impossibile farlo, a rivolgere loro almeno due o tre sorrisi al giorno» (Ibidem, RSND, 2, 600).
Alcuni di voi potrebbero avere difficoltà a sorridere ai genitori. Altri forse si infastidiscono quando brontolano o dicono loro cosa fare. Tuttavia, ricordatevi che l’unica preoccupazione dei vostri genitori è la vostra crescita e felicità. Ecco perché non possono fare a meno di insistere su certe cose, a volte.
Un vostro sorriso può renderli incredibilmente felici. Un semplice sorriso può riempire la vostra famiglia di gioia e permettere sia a voi che ai vostri genitori di avanzare sul cammino della speranza.
In alcune circostanze, alcuni di voi potrebbero trovare difficile mostrare gentilezza e apprezzamento ai genitori. Ma vi prego di non preoccuparvi. È un percorso che potrebbe durare anche tutta la vita, se non l’eternità.
La vostra gratitudine arriverà senza dubbio ai loro cuori.
Inoltre, tutti voi siete in grado di recitare Nam-myoho-renge-kyo: non dimenticate mai che il vostro Daimoku raggiunge perfino i vostri familiari defunti.
La rivoluzione umana non è qualcosa che avviene al di fuori della vostra vita quotidiana. Può essere tanto semplice quanto riuscire a dire “grazie” ai vostri genitori, se prima non eravate in grado di farlo, o prestare aiuto nelle faccende domestiche che prima detestavate.
Tutti questi cambiamenti sono esempi di rivoluzione umana e renderanno sicuramente felici i vostri genitori. Sono certo che saranno profondamente toccati da questo genere di sforzi da parte vostra.
Molti dei vostri genitori si stanno impegnando duramente per offrire il loro contributo alla comunità locale e alla società. I vostri gesti di gentilezza e apprezzamento li faranno sentire rinvigoriti, e a loro volta essi daranno il loro contributo per rivitalizzare ulteriormente la comunità locale e la società. Questo è il profondo principio della rivoluzione umana.
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L’argomento del comportamento filiale mi riporta alla mente il bellissimo rapporto tra l’ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov e sua figlia Irina.
Quando incontrai Gorbaciov, nel novembre del 2001, in occasione di un suo viaggio in Giappone, sua figlia Irina lo accompagnava. Due anni prima sua moglie Raissa era venuta a mancare a causa di una forma grave di leucemia. Mi rivolsi a Irina, che aveva superato il profondo dolore per la perdita della madre e ricopriva il ruolo di vice presidente della Fondazione Gorbaciov, con queste parole: «Il ricordo di sua madre rimarrà sempre con noi, nel nostro cuore. Non svanirà mai. La prego di continuare a prendersi cura di suo padre in sua vece. Prendersi cura di suo padre equivale a prendersi cura del mondo, perché lui è un grande leader mondiale».
Gorbaciov, felice, rivolse il suo sguardo a Irina, che annuiva sorridendo in risposta alle mie parole.
Con l’augurio che continuassero ad avanzare insieme, condivisi con loro un aneddoto sul grande scrittore russo Lev Tolstoj (1828-1910) e la sua amata figlia Alexandra.
Tolstoj un giorno disse a sua figlia che coloro che sanno che l’autentica felicità si trova nella crescita spirituale sono persone libere, e nessuno potrà mai privarle di quel tipo di felicità.
La crescita spirituale non è altro che la rivoluzione umana. Quando decidete profondamente di crescere e svilupparvi come persone, per quanto difficili possano essere le circostanze, il luogo in cui vi trovate, qualunque esso sia, diventa il palcoscenico della vostra rivoluzione umana.
In un freddo giorno d’inverno, Josei Toda offrì della zuppa di noodle ad alcune giovani donne incoraggiandole con queste parole: «Spero che avrete un cuore pieno di calore, proprio come questa zuppa. I giovani, in particolare, dovrebbero avere un cuore gentile e generoso ed essere bravi figli». Avere un cuore accogliente e generoso è davvero la chiave per prestare aiuto a molte persone.
Essere bravi figli è il cammino della rivoluzione umana e il sentiero per diventare persone d’eccezione.
Oggi, ancora una volta, portiamo avanti la nostra rivoluzione umana con ottimismo, saggezza e buon umore, con un sorriso sempre pronto per i nostri genitori e i nostri familiari!
(1 giugno 2018)