Ma se incontrassi il Daishonin, non avrei la premura di offrirgli il meglio che ho per ringraziarlo di tutto ciò che ha fatto per farmi incontrare Nam-myoho-renge-kyo?
In tutte le lettere indirizzate ai suoi discepoli, Nichiren per prima cosa ringrazia delle offerte ricevute. Secondo la tradizione del tempo i monaci che si dedicavano alla Legge venivano materialmente sostenuti dai laici ma, al contrario di altri, per Nichiren non è un atto dovuto e nutre parole di sincero ringraziamento per ogni minimo dono. Il Daishonin dà all’offerta un ulteriore significato, non più finalizzata al mantenimento del monaco, bensì alla propagazione del Sutra del Loto.
Così come Nichiren veniva sostenuto dai suoi discepoli, allo stesso modo noi sosteniamo l’organizzazione che porta avanti il lavoro del Budda, la Soka Gakkai, attraverso l’offerta in denaro. Con il nostro contributo teniamo in vita il frutto del fondatore di questo Buddismo, contribuendo alla continuazione del movimento di kosen-rufu che si è diffuso in tutto il mondo grazie agli sforzi dei nostri tre maestri. In questi termini l’offerta è finalizzata alla propagazione del Sutra del Loto e preserva l’intenzione originaria di Nichiren che considerava il Budda, il comune mortale e il Sutra del Loto come la stessa cosa. A tale proposito, scrive al discepolo Abutsu-bo: «Potresti pensare di aver fatto offerte alla torre preziosa del Tathagata Molti Tesori, ma non è così. Le hai offerte a te stesso. […] Dovresti recitare Nam-myoho-renge-kyo con questa convinzione» (RSND, 1, 264). Tutti noi abbiamo potuto incontrare il Buddismo grazie alla Soka Gakkai e al presidente Ikeda, e grazie a ciò possiamo migliorare la nostra vita. L’offerta è l’espressione della gratitudine che viene dal cuore; in tal senso l’offerta per kosen-rufu non è una questione tecnica, ma è lo spirito stesso della fede. Il cuore di una persona non si vede da fuori, ma l’azione di donare rispecchia la sua vita.
Ho riflettuto a lungo sull’offerta materiale cercando di comprendere il significato di questo gesto al di là del fatto di avere o meno la disponibilità economica. Più volte ho avuto occasione di sentire esperienze bellissime e ho udito di persone che hanno ricevuto benefici incommensurabili, proprio come promette Nichiren, grazie a questa pratica. Eppure riuscire a farla con regolarità, così come offro la casa, il tè e i biscotti ai compagni di fede, non è sempre così automatico. Partecipiamo alle attività buddiste perché mossi dalla gratitudine che nutriamo nei confronti del Buddismo e consapevoli che queste elevano ed espandono il nostro spirito; si tratta solo di inglobare quest’azione nella nostra pratica quotidiana e considerarla alla pari delle altre offerte. Penso che se Nichiren fosse qui e vivesse in cima a uno dei nostri monti, sicuramente faremmo di tutto per sostenere la sua vita, e se una sera venisse a farci visita non esiteremmo a offrirgli le cose migliori che abbiamo per cena. E lo faremmo solo per dirgli grazie, grazie per aver iscritto il Gohonzon per noi, grazie per non aver mai dubitato che anche io un giorno avrei recitato Nam-myoho-renge-kyo, grazie di non aver lesinato la sua vita. Nichiren non ci chiederebbe mai di strapparci la pelle, di bruciarci le braccia o di fare tutte quelle pratiche impossibili per le persone comuni, che nella letteratura buddista venivano riservate ai santi e ai saggi. Più semplicemente ci inviterebbe a comportarci come veri discepoli del Budda. E quello che dovremmo ricercare quando facciamo un’offerta è lo stesso spirito dei discepoli di Nichiren perché è esattamente questo che noi siamo. Noi dedichiamo la nostra vita al Budda e tutto quello che offriamo lo stiamo offrendo al Budda, nonché a noi stessi. «Comunque, che uno sia ricco o no, niente è più prezioso del tesoro che chiamiamo vita», afferma Nichiren nel Gosho L’offerta del riso: «Perciò, se per i santi è giusto offrire concretamente [la propria vita per la Legge], per le persone comuni è giusto offrire teoricamente [dando con sincerità ciò che è importante per la propria vita]» (RSND, 1, 998). In definitiva, quello che più conta è la nostra “determinazione sincera”, ce lo dice Nichiren. Oggigiorno, i soldi sono un bene primario al sostentamento della vita ed è saggio farne buon uso. È proprio la determinazione di offrire ciò che è più importante per noi, con sincerità, che ci permette di conseguire la Buddità.