Hideaki Takahashi, presidente della SGI europea, ha incoraggiato i partecipanti a tirare fuori il coraggio del leone, il coraggio di maestro e discepolo, per far progredire kosen-rufu
Per comprendere bene lo spirito con cui affrontare il 2020, Anno del progresso e delle persone capaci, vi incoraggio a leggere e rileggere il poema del maestro Ikeda dal titolo Chi fa crescere persone capaci è un’autentica persona capace (pag. 9).
Nella lotta per kosen-rufu appaiono molti imprevisti, la chiave per affrontarli e risolverli è tirare fuori il cuore del re leone! Questo è il mio motto.
Per combattere e vincere noi abbiamo bisogno del coraggio del re leone. Per capire più profondamente vorrei condividere con voi due passi del Gosho.
Primo: «Ognuno di voi deve raccogliere il coraggio di un leone e non soccombere di fronte alle minacce di chicchessia. Il leone non teme nessun altro animale e così neppure i suoi cuccioli. Quelle persone [che offendono la Legge] sono come sciacalli ululanti, ma i seguaci di Nichiren sono come leoni ruggenti» (Le persecuzioni che colpiscono il santo, RSND, 1, 885).
Il Daishonin scrive: «Ognuno di voi deve raccogliere il coraggio di un leone», ciò significa che questo coraggio del re leone esiste originariamente nel cuore di ognuno di noi! Dobbiamo farlo emergere attraverso una preghiera forte, chiara e potente.
Secondo: «Solo sconfiggendo un potente nemico si può dimostrare la propria vera forza. Quando un governante malvagio si allea con preti che sostengono insegnamenti errati, per distruggere l’insegnamento corretto e liberarsi di un uomo sapiente, chi ha un cuore di leone conseguirà sicuramente la Buddità.
Così ha fatto Nichiren. Non dico questo per arroganza, ma perché sono animato dalla forte volontà di preservare il corretto insegnamento» (Lettera da Sado, RSND, 1, 267).
Per me è una frase indimenticabile perché nel 1966 io lessi questo passo di fronte a sensei durante le lezioni di Gosho che teneva per il Gruppo futuro.
Sensei ci spiegò qual è il vero significato del cuore del re leone sottolineando due punti:
1. Il cuore del re leone si manifesta in un comportamento attivo e non passivo.
Fece un esempio: anche se recitate una o due ore di Daimoku, se avete un atteggiamento passivo non ci sarà un grande risultato.
Se invece avete uno scopo chiaro allora il risultato sarà sicuramente evidente. Fino a che sarete passivi le vostre vere capacità e il vostro vero potenziale non appariranno.
2. Continuate ad andare avanti anche se doveste restare da soli.
Se anche tutti i vostri amici e compagni dovessero allontanarsi e abbandonare la fede, non sentitevi mai sconfitti. Pensate: «Fino a che sarò in vita, io terrò alto il vessillo di giustizia del mio maestro e combatterò fino alla fine». Questo è lo spirito del re leone.
Qualche giorno dopo aggiunse un altro punto: «La strada per kosen-rufu è lunga e quindi nel futuro potreste vedere i più anziani nella pratica abbandonare la fede e andare contro la Soka Gakkai.
Fino a che voi avrete questo spirito del re leone per favore andate avanti per kosen-rufu innalzando il vessillo di maestro e discepolo.
Sensei citò anche l’ultima frase del Gosho Lettera da Sado: «Allo stesso modo, i discepoli rinnegati dicono che Nichiren è il loro maestro, ma che è troppo rigido ed essi propagheranno il Sutra del Loto in modo più tranquillo»: queste cose potrebbero accadere nel futuro, ma anche oggi nella Soka Gakkai e nelle nostre attività potremmo incontrare queste situazioni.
In quel momento dobbiamo tornare al punto primario: qual è il cuore del re leone, qual è l’intento del nostro maestro?
Tutti noi stiamo andando verso una nuova era basandoci sul legame diretto con sensei.
Può accadere che gli ostacoli emergono in modo confuso, non chiaramente identificabili.
Come facciamo a prendere la giusta decisione? Che criterio usiamo?
In un modo concreto, per far sviluppare kosen-rufu in Italia è necessario creare unità con lo spirito del re leone, intorno alle figure centrali del movimento di kosen-rufu in Italia, il presidente Alberto Aprea e la responsabile donne Anna Conti, nominati dal maestro Ikeda.