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Coltiviamo lo spirito di non lasciarci sconfiggere dalle difficoltà - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:10

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Coltiviamo lo spirito di non lasciarci sconfiggere dalle difficoltà

Daisaku Ikeda

Pubblicato sul “Seikyo Shimbun” del 21 febbraio 2023

Foto di Daisaku Ikeda, Tokyo, aprile 2021
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facciamo sbocciare nelle nostre comunità fiori di amicizia!

Febbraio è il mese della nascita di Nichiren Daishonin e Josei Toda. Credo fermamente che le azioni coraggiose dei discepoli Soka del Giappone e del mondo intero, volte a realizzare kosen-rufu e l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”, siano il modo migliore per ripagare il nostro debito di gratitudine nei confronti di Nichiren Daishonin e di Toda Sensei.
Questo mese l’ondata di dialogo nata dalla determinazione di realizzare una nuova campagna di febbraio si sta diffondendo in modo dinamico e vivace in ogni parte dell’arcipelago giapponese, dall’isola di Hokkaido a nord, fino a Okinawa, a sud.
Per la Soka Gakkai, febbraio è un mese tradizionalmente legato allo shakubuku. Persino le origini del nostro grande Kansai possono essere fatte risalire alla campagna di febbraio del capitolo Kamata di Tokyo, avviata nel 1952 con l’incrollabile decisione di ripagare il nostro debito di gratitudine.
In quello stesso periodo, un responsabile del capitolo Kamata, Giichiro Shiraki, si trasferì a Osaka per motivi di lavoro; Toda Sensei colse immediatamente l’occasione e lo nominò responsabile del capitolo Osaka. Già a febbraio, Shiraki riuscì ad accompagnare una persona a ricevere il Gohonzon, compiendo così il primo passo verso la costruzione di una “cittadella della gente” nella regione del Kansai.
Esattamente un anno dopo, nel febbraio del 1953, Toda Sensei consegnò ufficialmente al signor Shiraki la bandiera del capitolo e istituì formalmente il Gruppo donne e il Gruppo giovani uomini del Kansai.       
Sono trascorsi settant’anni da quando il vessillo del “voto di maestro e discepolo” è stato innalzato con la determinazione di eliminare la miseria e l’infelicità tra le persone comuni della mia amata regione del Kansai e di tutto il pianeta. 
Oggi, l’espressione “sempre vittorioso” è un motto condiviso dai compagni di fede del mondo intero.
Come è stato possibile costruire un “castello dorato[1]” di felicità così maestoso? 
Ne parlai una volta a una riunione dei massimi responsabili negli Stati Uniti, ed emersero i seguenti punti fondamentali:

1. Nel Kansai vi è più armonia che in qualsiasi altro luogo. 
2. Si respira un’atmosfera familiare in cui le persone possono parlare apertamente di qualsiasi cosa. Pertanto, sono tutti sempre allegri e vivaci.
3. Soffia sempre una brezza primaverile di fiducia.
4. Nel cuore dei membri pulsa lo spirito Soka.

Si tratta proprio della stessa armonia e unità di cui parla il Daishonin nel Gosho L’eredità della Legge fondamentale della vita, scritto l’11 febbraio 1272 sull’isola di Sado: 

«In generale, che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, senza alcuna distinzione fra loro, uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita» (RSND, 1, 190) 

Quanto più difficili erano le prove e le avversità, tanto più i membri della nostra famiglia Soka del Kansai si incoraggiavano a vicenda affrontandole insieme, «senza alcuna distinzione fra loro, uniti come i pesci e l’acqua».
Anche durante le attività di recupero e ricostruzione dopo il grande terremoto di Kobe (nel 1995), sono diventati i pilastri delle loro comunità, impegnandosi con estrema dedizione.
Grazie alla Legge mistica, siamo uniti in un legame da vita a vita, costituito dalla non dualità di maestro e discepolo e dall’unità di itai doshin. Insieme ai nostri giovani successori, abbiamo reso questo legame sempre più forte e profondo. 

Cordoglio per le vittime del terremoto in Turchia e Siria

Il devastante terremoto in Turchia e Siria verificatosi il 6 febbraio ha causato il crollo di innumerevoli edifici in entrambi i paesi e la morte di tante, troppe persone. Desidero esprimere le più sentite condoglianze per le vittime del disastro; al tempo stesso, prego ogni giorno per la sicurezza e l’incolumità dei sopravvissuti e di tutti coloro che li soccorrono e offrono loro aiuti e assistenza.
In quanto membri della stessa “famiglia globale”, preghiamo con ancora più forza per la pace e la sicurezza del mondo intero!

La crescita della SGI nel Sud America nell’arco di trent’anni

Mi tornano in mente le parole colme di fiducia che Austregésilo de Athayde (1898-1993), che fu per molti anni presidente dell’Accademia brasiliana delle Lettere e contribuì alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti umani, rivolse a noi membri della Soka Gakkai:

«È importante sottolineare che la felicità delle persone di tutto il mondo non si crea con la forza, ma con la ragione, che trascende forza e potere. La SGI è l’organizzazione che più di ogni altra si concentra su questo»

Incontrai il presidente Athayde a febbraio del 1993, durante la mia visita in Sud America. Ci accolse con così tanto calore e affetto che mi sembrò di incontrare Toda Sensei in persona, che era della stessa generazione.
In quell’occasione mi recai in Colombia, Brasile, Argentina, Paraguay e Cile, il cinquantesimo paese da me visitato nel corso dei miei viaggi. Ovunque mi recassi, i compagni di fede traboccavano della determinazione di realizzare kosen-rufu.
Era giunto il momento di spezzare le catene che ci tenevano legati al clero corrotto e dare inizio al Rinascimento Soka. Sono trascorsi trent’anni da allora. Oggi, la rete solidale di Bodhisattva della Terra in Argentina è cresciuta di sei volte, quella del Paraguay è più che triplicata e quella del Cile quintuplicata. Si tratta di risultati straordinari.
Anche la Colombia, dove fu istituito un capitolo durante la mia visita, continua a sfidarsi per raggiungere l’obiettivo di mille giovani.
I compagni di fede del Brasile, che si impegnano con la determinazione di essere campioni di kosen-rufu mondiale e che quest’anno mirano allo scopo di centomila membri del Gruppo giovani, stanno avanzando con sempre più entusiasmo.
Nichiren Daishonin afferma: 

«Com’è gratificante! Vi siete intrattenuto con un amico nella stanza delle orchidee e vi siete raddrizzato come l’artemisia che cresce fra la canapa» (RSND, 1, 24)

Facendo proprie queste parole e questo nobile spirito, i nostri preziosi Bodhisattva della Terra in ogni parte del mondo si stanno lanciando con gioia e coraggio in dialoghi volti a realizzare l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”. 
Per quanto caos e ostilità possano travolgerci, l’amicizia che noi, maestro e discepoli, abbiamo stretto e ampliato con sincerità e dedizione nella “stanza delle orchidee” non verrà mai distrutta. Sono certo che presto giungerà un futuro di felicità e di pace per la società globale, pervaso dalla soave fragranza della dignità della vita. 

Con i piedi saldamente ancorati nella realtà

A più di tre anni dallo scoppio della pandemia di Coronavirus, un disastro che ha colpito l’intera umanità, chi è stato in grado di proteggere con risolutezza il “castello della luce di felicità” delle persone comuni e di sostenere i preziosi compagni di fede nel mezzo di una situazione di crisi senza precedenti?
Non sono altri che i responsabili di settore e tutti i responsabili impegnati in prima linea nella nostra organizzazione. In un periodo di continui cambiamenti e restrizioni inaspettate, hanno continuato a incoraggiare i nostri preziosi membri con la saggezza e la creatività scaturite da una profonda preghiera. Non riuscirò mai a ringraziarli abbastanza. Mia moglie e io mandiamo Daimoku ogni giorno ai compagni di fede di ogni settore e ogni zona. 
Rosa Parks (1913-2005), nota come la madre del movimento per i diritti civili degli afroamericani, una volta elogiò con le seguenti parole un giovane che le aveva chiesto come poteva dare il suo contributo alla società: 

«Ponendo questa domanda, stai già dando un grande contributo. Ti stai domandando qual è il tuo posto nel mondo e cosa puoi fare per gli altri. Tutti coloro che vogliono dare un contributo al mondo, possono iniziare da questo»

Nella mia mente ho l’immagine di tutti voi che vi impegnate costantemente, con sincerità e affetto, nelle nostre attività e nell’incoraggiare i compagni di fede di ogni gruppo e settore, collaborando sempre in stretta unità con i responsabili centrali e i vice, per il bene dei membri e dei nostri amici. Siete davvero persone infinitamente preziose le cui preghiere, la cui voce e il cui comportamento rivitalizzano ogni singolo individuo e fanno prosperare la terra della missione che avete fatto il voto di realizzare dal tempo senza inizio.
Ricordo che, mentre tutti erano in fermento per la notizia del lancio di un satellite artificiale nello spazio, Toda Sensei, che si trovava negli ultimi anni della sua vita, analizzò con la sua solita compostezza la situazione dalla prospettiva della grande filosofia del Buddismo che illumina l’intero universo, affermando: 

«Quello che conta è dove vi trovate ora, ciò che sta sotto i vostri piedi. Qualunque cosa accada, non lasciatevi mai trasportare dalle circostanze esterne; rimanete sempre con i piedi saldamente ancorati alla realtà e tenete alto il vessillo della Legge mistica»

Coloro che si prendono cura del luogo in cui si trovano ora e si dedicano fino in fondo, con la massima saggezza e costanza, a propagare «il Buddismo nella loro provincia» (cfr. RSND, 1, 991), sono i più affidabili e ammirevoli “responsabili della felicità” della loro comunità.

Daisaku Ikeda accoglie Rosa Parks presso l’ex campus dell’Università Soka d’America, gennaio 1993
“Noi vinceremo”

Incontrai per la prima volta Rosa Parks trent’anni fa. Insieme ai compagni di fede l’accogliemmo sulle note della canzone We shall overcome, un inno del movimento per i diritti civili degli afroamericani negli Stati Uniti.
We shall overcome (Noi vinceremo): facendo proprio questo spirito combattivo e indomito, la signora Parks e tutti coloro che presero parte al movimento lottarono per un’epoca in cui potesse risplendere l’uguaglianza e il rispetto della dignità degli esseri umani. 
Il noto boicottaggio dei bus a Montgomery ebbe inizio nel dicembre del 1955, a partire dall’atto coraggioso di Rosa Parks di dire “no” all’ingiustizia della discriminazione razziale sui mezzi pubblici. La protesta fu portata avanti con coraggio e tenacia per oltre un anno, quando finalmente la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarò incostituzionale la segregazione razziale sugli autobus.
Tutto questo accadeva nello stesso periodo della campagna di Osaka, quando le persone comuni della regione del Kansai, intravedendo una speranza per il futuro, emersero come protagoniste di un grande cambiamento sociale.
Nel nostro movimento Soka delle persone comuni arde uno spirito tenace e incrollabile, che risuona nel canto di chi si alza e affronta le difficoltà con la determinazione “noi vinceremo!”; questo spirito, in altre parole, è lo “spirito di non lasciarsi sconfiggere”.

Un’esistenza in cui non ci arrendiamo mai alla sconfitta

L’espressione “lo spirito di non lasciarsi sconfiggere” è molto antica; infatti la ritroviamo già nel Genji monogatari (La storia di Genji), il celebre romanzo storico giapponese dell’XI secolo. Viene quindi tramandata di generazione in generazione da più di mille anni.
Anche Nichiren Daishonin riporta questa espressione nel Gosho. 
In una lettera indirizzata alla monaca laica Toki, al tempo molto malata, il Daishonin le dice che anche Shijo Kingo, un medico eccellente, era molto preoccupato per le sue condizioni di salute, e prosegue esprimendo la profonda fiducia che egli riponeva nel suo discepolo: 

«Shijo Kingo è un uomo che non si arrende mai alla sconfitta e che tiene in gran conto gli amici» (Il prolungamento della vita, RSND, 1, 848)

In un’epoca turbolenta di incessanti conflitti, in cui i discepoli del Daishonin si trovavano ad affrontare ostacoli e demoni che emergevano uno dopo l’altro facendo a gara per interferire, Shijo Kingo mostrò grazie al suo spirito di non lasciarsi sconfiggere, la prova concreta della vittoria nella società, per il bene del maestro e dei compagni di fede, facendo così risuonare i canti di trionfo di maestro e discepolo.
Vorrei condividere con voi un episodio per me indimenticabile, avvenuto subito dopo il cosiddetto “incidente di Osaka”. 
Tornato a casa, nel quartiere Ota di Tokyo, trovai una pioniera di kosen-rufu del Kansai che recitava Daimoku con mia moglie. Questa compagna di fede mi disse con profonda serietà: «Ho rinnovato la mia determinazione, che desidero portare avanti per tutta la vita. Non dobbiamo mai arrenderci alla sconfitta! La Soka Gakkai deve avanzare risolutamente e vincere. Questa è la vera Soka Gakkai!»
Anche mia moglie determinò di vivere un’esistenza in cui non si sarebbe arresa mai alla sconfitta, qualunque cosa fosse accaduta. Questo era il suo ichinen.
Lo “spirito di non lasciarsi sconfiggere” può essere definito anche come il potere della tenacia e della perseveranza. È fondamentale che ognuno di noi manifesti il potenziale latente dei Bodhisattva della Terra, così come esposto nel Sutra del Loto: 

«Risoluti nella volontà e nel pensiero, [sono] dotati di grande capacità di tolleranza» (SDL, 299)

Oggi, i compagni di fede di ogni zona del Giappone e del mondo intero stanno avanzando con il “cuore del re leone” e lo spirito di non lasciarsi sconfiggere. 

Daisaku e Kaneko Ikeda, presso il Centro culturale Ikeda del Kansai, Osaka, novembre 2007
Avanziamo, un passo alla volta

Ciò che crea una svolta in grado di rendere possibile l’impossibile è sempre l’unità basata sullo spirito di non lasciarsi sconfiggere.
Ogni volta che mi informo sulle condizioni dei compagni di fede nelle zone più a nord del Giappone, dove il freddo è ancora intenso, mi viene in mente di quando, in seguito alla mia nomina a terzo presidente, i Gruppi giovani uomini e Giovani donne provenienti dalle “regioni delle nevi”, quali Hokkaido, Tohoku, Shinetsu, Hokuriku e Chugoku, si alzarono con risolutezza.
Ad esempio, le giovani donne dell’Hokkaido presero una mappa dell’isola e determinarono insieme di espandere in ogni direzione la loro rete di sorelle Kayo.
Noi membri della Soka Gakkai innalzeremo sempre di più il vessillo della fede, il vessillo della creazione di valore, il vessillo della speranza di realizzare la rivoluzione umana, che equivale a realizzare l’ideale del Daishonin di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”.
Ora, mirando a realizzare kosen-rufu e tutti i nostri obiettivi – sia individuali che legati al bene degli altri e della società – continuiamo insieme a impegnarci al massimo delle nostre capacità, senza farci influenzare dalle situazioni esterne né lasciarci sfuggire il momento propizio!
L’accumularsi di ciascuno di questi piccoli eppure grandi passi della lotta condivisa di maestro e discepolo condurrà sicuramente a una magnifica vittoria, che ci farà intonare degli splendidi canti di trionfo della primavera.     


[1] Kinshūjō, letteralmente “Castello di Jinzhou”, nome di una fortezza inespugnabile dell’antica Cina, che all’interno della Soka Gakkai è diventato sinonimo del Kansai

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