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Coltivando la mia determinazione giorno dopo giorno - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:33

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Coltivando la mia determinazione giorno dopo giorno

Francesca Castiglia, Roma

Grazie al suo impegno costante nel Daimoku e nell’attività per gli altri, Francesca riesce ad armonizzare ogni aspetto della sua vita e utilizza il periodo della pandemia come occasione per far emergere tutte le sue capacità e far risplendere la sua vita

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Grazie al suo impegno costante nel Daimoku e nell’attività per gli altri, Francesca riesce ad armonizzare ogni aspetto della sua vita e utilizza il periodo della pandemia come occasione per far emergere tutte le sue capacità e far risplendere la sua vita

Ho avuto la fortuna di conoscere questo Buddismo fin da piccola: quando ero alle elementari, i miei genitori sono diventati membri della Soka Gakkai. Negli anni mi incoraggiarono spesso a praticare spiegandomi che la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo mi avrebbe permesso di manifestare la parte più gioiosa della mia vita. Iniziai a recitare Daimoku durante l’adolescenza. In quel periodo ero chiusa in me stessa, sorridevo di rado e sentivo un blocco dentro di me che mi portava insoddisfazione, rabbia e solitudine. Recitando Nam-myoho-renge-kyo sperimentai per la prima volta gioia, apertura e leggerezza e così, nel 2004, anch’io divenni membro della Soka Gakkai. Da quel momento la pratica buddista è diventata centrale per la mia vita e per il mio cambiamento, permettendomi di attraversare anche momenti molto difficili, come la malattia di mio papà che, con tutta la mia famiglia, superammo con spirito coraggioso e determinato.
Negli anni ho avuto molte occasioni di sperimentare il Buddismo, ma in particolare è stato importante per trasformare la mia situazione sentimentale. Era una nota dolente della mia vita: incontravo sempre persone che non riconoscevano il mio valore, con cui creavo un rapporto di dipendenza.
Nel 2007 determinai che avrei trasformato definitivamente questo aspetto, che avrei incontrato una persona di valore con cui condividere la mia pratica buddista e con cui progettare una vita insieme. Recitai Daimoku con questa decisione per tre anni, sembrava che non si muovesse nulla. Capii che dovevo sfruttare quel periodo per far fiorire al massimo la mia vita e costruire una felicità che non dipendesse da altri se non da me. Fu in quel momento che conobbi mio marito: mi colpì la sua sensibilità, la sua dolcezza e la sua determinazione nel voler costruire la nostra storia con fiducia e pazienza. Gli parlai del Buddismo e dopo qualche tempo decise anche lui di diventare membro.
Ci siamo sposati nel 2015 e abbiamo avuto due figli, una di cinque anni e uno di sei mesi, le gioie immense della nostra vita.
In particolare, il desiderio di avere un secondo figlio mi ha portato a vivere un’esperienza di fede importante non essendo, almeno inizialmente, un desiderio condiviso.
Inoltre, temevo che il mio percorso lavorativo si fermasse di nuovo. Infatti, dopo la nascita della prima figlia avevo impiegato molto tempo per rimettermi “in pista”, decidendo, con molto Daimoku, di cambiare settore lavorativo, e con fatica ero riuscita ad avviare una collaborazione con una Onlus attiva nel sociale. Nel frattempo avevo anche studiato molto per ottenere la certificazione di docente di italiano per stranieri, professione che mi appassionava.
Pur essendo felice della mia vita, il desiderio di una seconda maternità si riaffacciava spesso e non mi faceva sentire completamente realizzata. Decisi di chiedere una guida nella fede e mi fu consigliato di praticare per essere felice, perché questo significava non escludere nulla dalla mia vita: tutto poteva armonizzarsi, l’essere mamma, lavorare, occuparmi degli altri e costruire una famiglia felice. Mi dissero di non mettere limiti davanti a me, ma solo il Gohonzon.
A una riunione giovani mamme di dicembre 2019 decidemmo tutte insieme di vivere i giorni che mancavano alla fine dell’anno come un anno intero, rinnovando la nostra decisione di realizzare tutti i nostri obiettivi. Mi impegnai a sostenere le altre mamme e le persone del mio gruppo, coltivando giorno per giorno, con pazienza, la mia determinazione. Decisi che avrei sicuramente realizzato ciò che desideravo.
E così a inizio gennaio 2020 una scuola pubblica di Roma mi ha chiamata per un contratto di insegnamento dell’italiano per stranieri, e ho ricevuto due proposte di lavoro dalla Onlus con cui avevo già collaborato, con una retribuzione superiore al passato. Inoltre, insieme a mio marito abbiamo deciso di lanciarci nel progetto di un secondo figlio, che è nato a ottobre dello scorso anno!
Io avevo deciso che l’arrivo di questo bambino avrebbe portato felicità e armonia per tutta la famiglia: il giorno stesso del parto ho ricevuto il rinnovo dell’incarico lavorativo presso la scuola e così, quando lui aveva tre mesi, ho potuto subito riprendere a lavorare. La sorellina, dopo un’iniziale e comprensibile gelosia, adora il fratello, si fanno compagnia e si scambiano molto affetto.
Sento di aver cambiato una parte del mio karma, poiché il ramo materno era contraddistinto da una lunga storia di figlie uniche.
Sicuramente tra la pandemia, l’impegno di due figli piccoli e il lavoro è una sfida armonizzare tutto, ma è anche l’occasione per far emergere ancora di più tutte le mie capacità e far risplendere la mia vita. Inoltre, ho deciso davanti al Gohonzon di vincere ogni giorno e di essere il sole della mia famiglia, per far crescere i miei figli in un clima armonioso e sereno.
Sono molto grata a Sensei per tutti i suoi incoraggiamenti, e in particolare c’è una frase dal libro I tesori del futuro. Genitori felici, figli felici che mi guida nei momenti più bui: «Un figlio offre l’opportunità di costruire una vita suprema. […] Qualunque sofferenza o difficoltà possiate incontrare, fin quando riuscirete a dire a vostro figlio “Grazie per essere nato”, sia voi che vostro figlio vi dirigerete verso la felicità» (Esperia, pag. 22).

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