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Chi difende la "singola verità" è invincibile - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:31

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Chi difende la “singola verità” è invincibile

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C’è un passo degli scritti di Nichiren Daishonin che ho impresso profondamente nel cuore, insieme al mio maestro e secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda e a tutti compagni di fede a cui sono indissolubilmente unito: «Un solo scroscio di pioggia spegne molti fuochi ruggenti, e una singola verita dissolve molte forze malvagie. Questo principio vale anche per Nichiren e i suoi seguaci» (RSND, 1, 550).
L’unità di “diversi corpi, stessa mente” realizzata sulla base della Legge mistica, anche solo da poche persone, è l’espressione di quella fondamentale “singola verità” al di sopra di tutte le altre. Di conseguenza, queste persone non si piegheranno mai, di fronte a nessuna malvagità o ingiustizia. Questa fu la grande dichiarazione, potente come il ruggito del leone, che il Daishonin pronunciò durante la persecuzione di Atsuhara. Facendo proprio il suo insegnamento, i tre nobili martiri di Atsuhara e tutti i contadini discepoli del Daishonin fecero trionfare il Buddismo della gente. Possiamo dire che attraverso quella persecuzione Nichiren Daishonin raggiunse lo scopo del suo avvento in questo mondo come Budda originale dell’Ultimo giorno della Legge.
A nessun altro, al di fuori di noi, maestri e discepoli Soka, è stata affidata la missione di ereditare ed espandere il movimento basato sulla “singola verità”, che si impegna a realizzare kosen-rufu nel mondo e l’ideale di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” nell’Ultimo giorno della Legge, per l’eternità. Questa è la ragione per cui inevitabilmente incontreremo difficoltà. Prepariamoci quindi a superare le dure prove della vita che si presenteranno incessantemente sul nostro cammino.
Nell’estate del 1957 la Soka Gakkai, mentre affrontava un susseguirsi di avversità tra cui l’incidente del sindacato dei minatori di Yubari e l’incidente di Osaka, sotto la guida del presidente Toda, rafforzava sempre di più l’unità di “diversi corpi, stessa mente”. In quel periodo i nobili compagni Soka parteciparono pieni di entusiasmo a diverse riunioni, tra cui quella per la fondazione della Divisione studenti (30 giugno), le manifestazioni di Sapporo (1 luglio) e di Yubari (2 luglio) nell’isola di Hokkaido, e quelle di Tokyo (12 luglio) e di Osaka (17 luglio). Tutti affrontavano senza alcun timore le avversità che attanagliavano il nostro movimento.
Alla manifestazione di Tokyo tenutasi al Centro nazionale dello sport di Kuramae, di fronte ai circa quarantamila membri che si erano accalcati dentro e fuori lo stadio, Toda rispose alle domande come se si rivolgesse a ogni singola persona, unendo così i cuori di tutti i presenti.
Ricordando la storia della Soka Gakkai che aveva tenacemente continuato a proteggere lo spirito del Daishonin nonostante la forte oppressione subita nel periodo bellico, Toda dichiarò: «È stato Nichiren Daishonin a richiamare la Soka Gakkai affinché emergesse. Nessuna fede al di fuori della Gakkai è in accordo con lo spirito del Daishonin e solo essa consente di ottenere i benefici del Gohonzon. Il Buddismo è una lotta in cui si vince o si perde». Lo spirito del re leone dimostrato da Toda stimolò i discepoli a raccogliere tutte le loro forze e a passare all’azione. Tra i partecipanti a quella manifestazione del 12 luglio c’era mia moglie, che quel giorno festeggiava il suo sedicesimo anno di pratica.
Il 17 luglio, dopo essere stato rilasciato dal carcere dove ero detenuto ingiustamente, mi appellai ai ventimila compagni di fede con i quali avevo condiviso gioie e sofferenze, che dal Kansai e da altre regioni si erano radunati al palazzo municipale di Nakanoshima a Osaka: «L’insegnamento corretto del Buddismo del Daishonin trionferà assolutamente!».
In quella dura lotta di sessant’anni fa i membri della famiglia Soka hanno dimostrato tutto il loro coraggio.
In primo luogo, in un momento così critico, hanno saputo alzarsi insieme con fermezza, facendo proprio il monito del Daishonin: «Non dovrete minimamente vacillare» (RSND, 2, 564).
In secondo luogo, hanno preso la parola con grande coraggio dialogando fino in fondo: «La voce svolge il lavoro del Budda» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 109, 41).
In terzo luogo, hanno trionfato su ogni cosa creando la forte unità descritta dal Daishonin: «Quando fra le persone prevale lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, esse realizzeranno tutti i loro scopi» (RSND, 1, 550).
Ogni giorno mia moglie e io recitiamo Daimoku per i nostri compagni dalla fede sincera che ci commuovono e continuano a impegnarsi strenuamente insieme a noi, oggi come allora, per adempiere al voto formulato dal tempo senza inizio. Preghiamo dal profondo del cuore anche per le loro famiglie e per tutti i loro cari, affinché possano godere di un’immensa, incalcolabile buona fortuna.
Oggi, ancora una volta, uniamo le nostre forze insieme a tutti i compagni per far risuonare in futuro e per l’eternità il canto vittorioso della nuova era di kosen-rufu nel mondo: «Una singola verita dissolve molte forze malvagie!» (Ibidem).

Senza timore,
avanzate,
voi che difendete la “singola verità” della Soka,
impegnandovi insieme
e trionfando insieme.

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