Nell’Ultimo giorno della Legge è inevitabile che coloro che diffondono il Sutra del Loto incontrino grandi difficoltà.
Nichiren Daishonin propagò il Sutra del Loto e, per questo motivo, incontrò gravi persecuzioni, proprio come il sutra aveva predetto. In tal modo egli “lesse” il Sutra del Loto con la sua stessa vita svolgendo il ruolo di “devoto del Sutra del Loto” che prova la validità degli insegnamenti del sutra.
1. Il devoto del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge
Nichiren Daishonin si definì il “devoto del Sutra del Loto”, cioè l’autentico praticante del sutra che ne porta avanti gli insegnamenti esattamente come esso insegna, affrontando e superando gravi persecuzioni per propagare la Legge mistica.
Il Sutra del Loto spiega che chiunque crede nel Sutra del Loto e ne pratica e diffonde gli insegnamenti dopo la morte di Shakyamuni incontrerà vari tipi di ostacoli e persecuzioni.
1) Essere oggetto di odio e gelosia
Nel decimo capitolo del Sutra del Loto “Il maestro della Legge” vi è il passo: «E poiché odio e gelosia nei confronti di questo sutra abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?» (SDL, 255). Nell’Ultimo giorno della Legge solo Nichiren Daishonin subì persecuzioni suscitate da odio e gelosia così intensi da superare quelle indirizzate a Shakyamuni nella sua epoca.
2) Le sei azioni difficili e le nove azioni facili
L’undicesimo capitolo del Sutra del Loto “L’apparizione della torre preziosa” parla delle sei azioni difficili e delle nove azioni facili. Attraverso questi esempi Shakyamuni sottolinea la grande difficoltà di accettare e diffondere il Sutra del Loto nell’epoca successiva alla sua morte ed esorta i bodhisattva a far voto di propagare il sutra dell’Ultimo giorno della Legge.
Le sei azioni difficili sono: 1) propagare ampiamente il Sutra del Loto; 2) copiarlo e farlo copiare da qualcun altro; 3) recitarlo anche solo per poco tempo; 4) esporlo anche a una sola persona; 5) ascoltarlo, accettarlo e porre domande sul suo significato; 6) mantenere la fede in esso.
Le nove azioni facili comprendono imprese come “afferrare il monte Sumeru e scagliarlo oltre innumerevoli terre di Budda”, “mettere il globo terrestre su un’unghia del piede e con questo ascendere al cielo di Brahma”, “caricarsi dell’erba secca sulla schiena e passare attraverso una prateria in fiamme senza bruciarsi”, “predicare ottantaquattromila insegnamenti”. Le nove azioni “facili” in realtà sembrano di una difficoltà impossibile, eppure sono considerate facili se paragonate alla difficoltà delle sei azioni che riguardano la diffusione del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge.
Propagare il Sutra del Loto è così arduo perché fa emergere difficoltà assai concrete sotto forma di opposizione e persecuzioni.
Spiegando questo fatto tramite le sei azioni difficili e le nove azioni facili il sutra sta esprimendo con forza l’intento di Shakyamuni nell’incoraggiare la propagazione dei suoi insegnamenti – l’impresa più difficile di tutte – nell’epoca successiva alla sua morte.
3) I tre potenti nemici
Il tredicesimo capitolo del Sutra del Loto, “Esortazione alla devozione”, contiene un passo noto come la “strofa di venti versi” che descrive tre tipi di persone che perseguiteranno accanitamente coloro che diffondono il sutra dopo la morte di Shakyamuni. Sono chiamati i tre potenti nemici: laici arroganti, preti arroganti e falsi santi arroganti.
Il primo dei tre potenti nemici, i laici arroganti, sono persone ignoranti in materia di insegnamenti buddisti che attaccano i praticanti del Sutra del Loto. Poiché il Daishonin cercava di diffondere il Sutra del Loto, queste persone lo calunniavano e lo attaccavano con spade e bastoni proprio come il sutra aveva predetto.
Il secondo potente nemico, i preti arroganti, è costituito da membri del clero buddista che perseguitano i praticanti del Sutra del Loto. Ai tempi del Daishonin i preti buddisti attaccati alle loro idee e interpretazioni superficiali offendevano il sutra e perseguitavano il Daishonin.
Il terzo potente nemico, i falsi santi arroganti, indica preti buddisti d’alto rango che si fanno credere saggi o santi e usano la loro influenza e posizione per perseguitare i praticanti del Sutra del Loto.
Al tempo del Daishonin, il prete Ryokan del tempio Gokuraku fu una figura che corrispondeva esattamente a questa descrizione del falso santo arrogante. Tutte le persone di Kamakura lo veneravano come un santo, ma in realtà egli era interessato principalmente al proprio profitto e cercava con malignità di distruggere il devoto del Sutra del Loto. Così si ingraziò le mogli di alcuni funzionari governativi e diffuse in mezzo a loro voci tendenziose e false accuse nei confronti di Nichiren Daishonin e dei suoi seguaci, complottando per influenzare le autorità e indurle a prendere misure repressive nei confronti del Daishonin. Ciò condusse alla persecuzione di Tatsunokuchi, un tentativo fallito di giustiziare il Daishonin, e al suo successivo esilio sull’isola di Sado.
Poiché fu esiliato due volte – la prima a Ito, sulla penisola di Izu, e la seconda sull’isola di Sado – Nichiren Daishonin afferma di aver letto con la sua stessa vita il passo del capitolo “Esortazione alla devozione” che recita: «Saremo esiliati più e più volte» (SDL, 272).
È chiaro che Nichiren Daishonin incontrò gravi persecuzioni per mano dei tre potenti nemici esattamente come il sutra afferma che sarebbe toccato al suo devoto o vero praticante.
Poiché, per aver propagato il Sutra del Loto, egli incontrò persecuzioni che corrispondono a quelle predette nel sutra stesso, il Daishonin scrive in La scelta del tempo: «Non può esserci dubbio che io, Nichiren, sia il supremo devoto del Sutra del Loto in tutto il Giappone» (RSND, 1, 516).
Nello stesso scritto afferma: «Io, Nichiren, sono il più importante devoto del Sutra del Loto dell’intero continente di Jambudvipa» (Ibidem, 492),
Alla luce di questo, il Sutra del Loto è la scrittura buddista che predice l’apparizione e il comportamento del Daishonin nell’Ultimo giorno della Legge; leggendo il Sutra del Loto con la sua stessa vita, cioè adempiendo le predizioni in esso formulate, il Daishonin dimostrò che il sutra stesso non era in alcun modo falso, attestando così la validità delle parole di Shakyamuni.
2. Il Bodhisattva Pratiche Superiori
Nichiren Daishonin fu il primo ad alzarsi da solo e rischiare la vita per diffondere la Legge mistica come devoto del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge. In tal modo dimostrò che la sua missione e il suo comportamento erano in accordo con quelli del Bodhisattva Pratiche Superiori al quale Shakyamuni, nel Sutra del Loto, affidò la propagazione dell’insegnamento del sutra nell’Ultimo giorno della Legge.
Il capitolo “Poteri sovrannaturali” spiega che, essendo stata loro affidata la propagazione dell’insegnamento del sutra dell’Ultimo giorno della Legge, Pratiche Superiori e gli altri Bodhisattva della Terra saranno come il sole e la luna, in quanto illumineranno e dissolveranno l’oscurità e le tenebre che avvolgono le persone che vivono in mezzo alle realtà di questo mondo.
Inoltre, nel capitolo “Emergere dalla terra”, i Bodhisattva della Terra sono paragonati al fiore di loto che, senza essere contaminato da questo mondo impuro, o turbato dalle illusioni e i desideri che affliggono le persone, fa sbocciare ed emergere il frutto dell’Illuminazione.
Ciò significa che Pratiche Superiori è il maestro illuminato dell’Ultimo giorno della Legge, che fa le veci di Shakyamuni insegnando e conducendo le persone di quest’epoca alla Buddità.
Il Daishonin si diede il nome “Nichiren”, che significa “sole-loto”, e come devoto del Sutra del Loto perseverò nei suoi sforzi per salvare le persone dalla sofferenza.
L’aver scelto questo nome esprime la sua convinzione di stare svolgendo il ruolo di Pratiche Superiori la cui funzione, nei capitoli “Poteri sovrannaturali” e “Emergere dalla terra”, è paragonata al sole, alla luna e al fiore di loto.
Se con il suo comportamento il Daishonin stava svolgendo la funzione di Pratiche Superiori, a un livello più profondo – cioè per la sua condizione vitale intrinsecamente illuminata – egli era il Budda di gioia illimitata sin dal tempo senza inizio, il Budda capace di rivelare pienamente la profonda dignità che la vita intrinsecamente possiede. Quando si crede nel Gohonzon di Nam-myoho-renge-kyo e si rivela la Legge di Nam-myoho-renge-kyo inerente alla propria vita, si può manifestare lo stato vitale del Budda dal tempo senza inizio. Ciò significa che le persone comuni svolgono concretamente le azioni di quel Budda nella loro vita quotidiana e nella società.
Nichiren Daishonin, come devoto del Sutra del Loto, superò numerose grandi difficoltà e persecuzioni. Il 12 settembre 1271, quando uscì vittorioso dalla persecuzione di Tatsunokuchi, abbandonò la sua identità transitoria di persona comune gravata dal karma e dalla sofferenza e simultaneamente dischiuse e rivelò la sua vera identità, il suo stato vitale originale di Budda di gioia illimitata dal tempo senza inizio. (Questa trasformazione si chiama “abbandonare il transitorio e rivelare l’originale”).
Il Daishonin espresse poi questo stato vitale fondamentale di Buddità nella forma di un mandala, il Gohonzon, in cui raffigurò la Cerimonia nell’Aria[ref]Una delle assemblee descritte nel Sutra del Loto, durante la quale tutti i presenti sono elevati e sospesi nell’aria. Durante la cerimonia Shakyamuni trasferisce l’essenza del Sutra del loto specificamente ai Bodhisattva della Terra guidati da Pratiche Superiori, affidando loro la sua propagazione nell’Ultimo giorno della Legge. Il nucleo della cerimonia consiste nella rivelazione da parte di Shakyamuni della sua Illuminazione originale e il trasferimento dell’essenza del sutra ai Bodhisattva della Terra.[/ref] del Sutra del Loto, istituendolo come oggetto di culto in cui tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge dovevano credere e che dovevano abbracciare per conseguire la Buddità.
I membri della SGI pregano davanti a questo Gohonzon che è una rappresentazione, o uno specchio, della loro Buddità innata e si impegnano a condividere questo insegnamento con gli altri. Così facendo manifesteranno, come Nichiren Daishonin, la Legge mistica nella loro vita, rivelando lo stato di Buddità e godendo dei benefici e della fortuna che l’accompagnano.
(continua)