Il Buddismo di Nichiren Daishonin è una religione che permette alle persone di costruire uno stato vitale indistruttibile di felicità in mezzo alle realtà della vita. A tal fine è della massima importanza impegnarsi pienamente nelle sfide e nelle responsabilità della vita quotidiana mentre si persevera nella fede e nella pratica buddista. La fede consiste nel processo di sviluppare e migliorare la propria vita al livello più profondo.
In tal senso il Buddismo di Nichiren Daishonin è una religione che ci insegna che la vera vittoria per gli esseri umani sta nello sviluppare al massimo la propria umanità.
Per tale ragione è importante concretizzare nel nostro comportamento la saggezza e la forza vitale che coltiviamo attraverso la pratica buddista, guadagnandoci così la fiducia degli altri.
In questa parte approfondiremo vari concetti che sono al centro della pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin: “la causalità di beneficio e perdita”, “gli dèi celesti e le divinità benevolenti”, “l’unità di diversi corpi, stessa mente”, “fede uguale vita quotidiana” e l’importanza del proprio “comportamento come essere umano”.
1) La causalità di beneficio e perdita
Se crediamo e abbracciamo correttamente Nam-myoho-renge-kyo, la Legge fondamentale della vita e dell’universo, godremo costantemente del beneficio illimitato inerente a questa Legge.
E il beneficio fondamentale che traiamo dalla Legge mistica è il conseguimento della Buddità, che consiste nello stabilire uno stato vitale di felicità imperturbabile. Iniziando a credere nella Legge mistica e a praticarla, ci imbarchiamo in un viaggio che conduce a quella condizione vitale di felicità assoluta che si chiama Buddità. Basando la nostra esistenza sulla Legge mistica arriveremo naturalmente a vivere in modo appropriato e a sviluppare questa felicità autentica.
Nichiren Daishonin afferma: «L’elemento ku nella parola kudoku [benefici] significa buona fortuna o felicità. Si riferisce anche ai meriti ottenuti eliminando il male, mentre l’elemento toku o doku si riferisce alla virtù che si acquisisce operando il bene» (Raccolta degli insegnamenti orali, cfr. BS, 118, 52). Quando ci impegniamo nella pratica buddista possiamo spazzare via le funzioni negative che avvolgono la nostra vita interiore – i desideri e gli impulsi illusori, la sofferenza e l’ansia – e far emergere qualità buone e positive come la saggezza, la serenità e la gioia.
Subito prima, il Daishonin afferma: «La parola “benefici” (kudoku) significa la ricompensa rappresentata dalla purificazione dei sei organi di senso. In generale possiamo dire che ora Nichiren e i suoi seguaci, che recitano Nam-myoho-renge-kyo, stanno compiendo la purificazione dei sei organi di senso» (Ibidem).
La purificazione dei sei organi di senso indica la purificazione degli occhi, delle orecchie, del naso, della lingua, del corpo e della mente – cioè di ogni aspetto della nostra vita – in modo che possano svolgere appieno le loro intrinseche funzioni positive. Come effetto, rimarremo imperturbabili davanti a qualsiasi tipo di difficoltà, non ci faremo sviare e riusciremo a schiudere e rivelare dalla nostra interiorità il potente stato vitale di Buddità. La pratica buddista ci permette di attingere alla nostra natura di Budda e di manifestarla; la prova visibile di ciò apparirà come beneficio nelle nostre attività quotidiane e nel corso della nostra esistenza.
Saremo certamente in grado di vivere ogni momento pieni di felicità e fortuna.
A questo proposito il Daishonin afferma: «Credi profondamente in questo mandala [Gohonzon]. Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito di un leone. Quale malattia può quindi essere un ostacolo? È scritto che coloro che abbracciano il Daimoku del Sutra del Loto saranno protetti dalla madre dei fanciulli demoni e dalle dieci fanciulle demoni. Assaporeranno la felicità del re di saggezza Ardente di Desideri e godranno della fortuna del re celeste Vaishravana. Ovunque tua figlia possa saltare e giocare, non le accadrà niente di male; potrà andare in giro senza paura come il re leone» (RSND, 1, 365).
Ciò significa che, grazie al potere della recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, saremo anche protetti dagli dèi celesti e dalle divinità benevolenti, supereremo i problemi e le difficoltà che incontreremo nella vita e godremo di felicità e fortuna. Ovunque saremo, avremo uno stato vitale paragonabile a quello del re leone che non conosce la paura.
E, come ci assicura il Daishonin con le parole: «Coloro che credono nel Sutra del Loto attireranno la fortuna da diecimila miglia lontano» (RSND, 1, 1009), una persona che pratica la Legge mistica riuscirà a trarre fortuna e felicità da qualsiasi situazione o circostanza.
Inoltre afferma: «La fortuna viene dal cuore e ci fa onore» (Ibidem, 1008) e «[Coloro che credono nel Sutra del Loto] sono come il legno di sandalo con il suo profumo» (Ibidem, 1008-1009). Quest’ultima frase ci dice che, proprio come il legno di sandalo emana dall’interno il suo profumo, coloro che abbracciano e praticano la Legge mistica emanano la fragranza della felicità e della virtù, saranno amati dagli altri e godranno della loro fiducia, riceveranno protezione e sostegno nelle loro attività quotidiane e per tutto il corso della vita.
Al contrario, coloro che offendono o disprezzano l’insegnamento corretto del Buddismo e vanno contro il principio di causa ed effetto incideranno cattive cause nelle profondità del loro essere e sperimenteranno una perdita concreta nell’ambito della loro vita quotidiana1. Si potrebbe dire che tale perdita è una “prova concreta” che può servire da avvertimento che ci stiamo avviando su una strada, o seguendo una tendenza, che conduce all’infelicità.
Divenendo consapevoli dei nostri errori, riflettendo su di essi e ricercando l’atteggiamento corretto nella fede e nel modo di vivere, possiamo trovare la determinazione di praticare la Legge mistica più profondamente e sinceramente.
Visto da un’altra prospettiva, il fatto che coloro che agiscono in contrasto con la Legge mistica sperimentino una perdita è una delle qualità meravigliose della Legge, perché può servire a condurli sul sentiero corretto e a godere nuovamente dei benefici della pratica buddista. In tal modo il Buddismo di Nichiren Daishonin ci dà una spiegazione chiara del beneficio che ricevono coloro che credono e abbracciano la Legge mistica, e della perdita che subiscono coloro che la disprezzano.
2) Dèi celesti e divinità benevolenti
L’espressione “dèi celesti e divinità benevolenti” si riferisce ai meccanismi e alle funzioni che proteggono una persona che pratica l’insegnamento buddista corretto. Nella letteratura buddista sono personificate da dèi e divinità che proteggono e sostengono le persone che abbracciano e praticano l’insegnamento e vigilano sul luogo in cui vivono.
Gli “dèi celesti” sono esseri che abitano nel “regno del cielo” e le “divinità benevolenti” sono quelle che sostengono e proteggono gli esseri umani. Il Buddismo utilizzò l’immagine degli dèi per renderla facilmente accettabile dai vari popoli delle terre in cui si diffuse, ma in realtà possiamo pensarli come una rappresentazione delle funzioni protettive dell’ambiente.
Gli dèi celesti proteggono chi ha una forte fede
Se pratichiamo l’insegnamento buddista corretto e facciamo del bene agli altri, l’ambiente e le persone intorno a noi inizieranno a operare per proteggerci e sostenerci, cioè svolgeranno per noi la funzione degli dèi celesti e delle divinità benevolenti. Le scritture buddiste descrivono l’insegnamento corretto come la sorgente della forza di tali dèi e divinità, definendola “il gusto”, o nutrimento, della Legge.
Il Daishonin afferma: «La protezione degli dèi dipende dalla forza della fede di una persona» (RSND, 1, 846). La forza della protezione che riceviamo dipende dalla forza della nostra fede e della nostra pratica nell’abbracciare e proteggere la Legge mistica.
3) Diversi corpi, stessa mente
“Diversi corpi, stessa mente” è il principio e la linea guida più essenziale per costruire un’unità basata sulla fede con lo scopo di far avanzare kosen-rufu.
“Diversi corpi” (o “molti nel corpo”) significa che il nostro aspetto, la nostra natura, le qualità e i talenti, la posizione sociale e le circostanze individuali differiscono da una persona all’altra. “Stessa mente” significa che condividiamo la stessa intenzione e lo stesso scopo.
Lo scopo fondamentale della nostra pratica buddista, il grande desiderio del Budda, è kosen-rufu, cioè insegnare e diffondere ampiamente la Legge mistica per realizzare la pace e la felicità di tutte le persone. La “mente” di “stessa mente” indica la fede, e “stessa mente” (o “uno nella mente”) significa unire i nostri cuori e menti nella condivisione del grande desiderio, o voto, di realizzare kosen-rufu.
In altre parole, mentre ognuno di noi esprime liberamente e pienamente la propria individualità e le proprie qualità peculiari, mostrando il proprio potenziale unico al massimo grado, miriamo insieme al nobile scopo di kosen-rufu. Questo è il significato di “diversi corpi, stessa mente”.
Al contrario, quando ognuno è obbligato a sembrare uguale e ad agire nello stesso modo degli altri, ma in realtà ha un’intenzione o uno scopo differente, il risultato è il caos, la condizione che viene chiamata “stesso corpo, diverse menti”.
A questo proposito il Daishonin afferma: «Quando fra le persone prevale lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, esse realizzeranno tutti i loro scopi, mentre se hanno “uno stesso corpo e diverse menti” non possono ottenere niente di notevole. […] Al contrario, sebbene Nichiren e i suoi discepoli siano pochi di numero, poiché hanno lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, realizzeranno sicuramente la loro grande missione di propagare ampiamente il Sutra del Loto» (RSND, 1, 550).
Il Daishonin ci garantisce che, se avanziamo continuando a sforzarci di superare problemi e difficoltà attraverso l’unità nella fede, il Buddismo si diffonderà sicuramente.
Scrive il presidente Ikeda: «In termini moderni “diversi corpi, stessa mente” indica un’organizzazione. “Diversi corpi” significa che ogni persona è diversa dalle altre. Le persone differiscono per aspetto, posizione sociale, condizione di vita e missione individuale. Ma dovrebbero avere un unico cuore, essere unite alle altre nello spirito, avere una “stessa mente”.
Al contrario, se le persone hanno “diversi corpi e diverse menti” non c’è unità d’intenti, mentre se hanno “stesso corpo e stessa mente” vuol dire che sono state costrette a uniformarsi, a pensare tutte nello stesso modo e avere lo stesso aspetto esteriore. Come nel caso del fascismo, dove le persone non hanno libertà e finiscono con l’avere “stesso corpo e diverse menti”: superficialmente sembrano unite e dedite allo stesso scopo, ma nel loro cuore non ci credono veramente.
“Diversi corpi” significa che ogni persona esprime appieno la propria individualità e il proprio potenziale unico. “Stessa mente” significa che ognuna lavora insieme alle altre sulla base della fede, condividendo lo stesso obiettivo e gli stessi intenti. Questa è vera unità»2.
Con l’unità di “diversi corpi, stessa mente” come guida per il proprio comportamento, ognuno di noi può dispiegare pienamente le proprie potenzialità e i propri talenti mentre avanziamo tutti insieme verso la realizzazione della volontà del Daishonin, il raggiungimento di kosen-rufu.
4) Fede uguale vita quotidiana
La religione, pur avendo un posto speciale nella vita spirituale delle persone, spesso sembra aver poco a che fare con le difficoltà della vita e le preoccupazioni quotidiane. Invece nel Buddismo di Nichiren Daishonin fede e vita quotidiana non sono separate.
Il Daishonin disse a un samurai che credeva nei suoi insegnamenti: «Considera il servizio al tuo signore come la pratica del Sutra del Loto» (RSND, 1, 804). Il “servizio al tuo signore” in termini attuali è equiparabile a qualsiasi responsabilità o dovere negli affari, nel lavoro e nella società in generale.
Questo passo insegna che la vita quotidiana è il luogo della pratica buddista.
È il contesto in cui dimostriamo come si vive da individui che si basano sulla fede.
Il nostro comportamento non è altro che un’espressione della nostra vita interiore. E la fede è il potere che ci permette di trasformare e realizzare la nostra vita al livello più profondo.
Nel corso della vita ci imbattiamo in tante questioni e difficoltà, ma quando continuiamo a sforzarci sinceramente di affrontarle basandoci sulla recitazione del Daimoku con fede nel Gohonzon, quelle stesse lotte diventano il motore che fa emergere la nostra innata natura di Budda. In tal modo la realtà quotidiana con le sue difficoltà diventa il palcoscenico sul quale mettiamo in scena la trasformazione dell’essenza della nostra vita.
Inoltre, quando l’energia e il ricco stato vitale che coltiviamo attraverso la pratica buddista diventano la base per le nostre attività e responsabilità, anche le circostanze della vita iniziano naturalmente a cambiare in meglio.
Se paragoniamo la fede alle radici di un albero, la nostra vita quotidiana è costituita dal tronco e dai rami che producono fiori e frutti. Una vita che non ha un fondamento di fede sarà come una pianta priva di radici che si fa facilmente trasportare da ciò che accade nell’ambiente. Il Buddismo del Daishonin ci insegna che più profonde sono le radici della fede, più stabile e sicura è la nostra vita personale. La fede e il modo in cui viviamo sono inseparabili. Per tale ragione le guide della Soka Gakkai comprendono il principio di “fede uguale vita quotidiana” che spiega che la nostra vita è un’espressione della nostra fede e insegna che un praticante del Buddismo di Nichiren Daishonin dovrebbe sforzarsi di godere della fiducia delle persone nella società e vincere in ogni aspetto della sua vita.
5) Il comportamento da essere umano
Il Buddismo è una religione che insegna come sviluppare al massimo la propria umanità. Per gli esseri umani è questa la vera vittoria, come afferma il Daishonin: «Il vero significato dell’apparizione in questo mondo del Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, sta nel suo comportamento da essere umano» (RSND, 1, 756). Shakyamuni apparve in questo mondo ed espose gli insegnamenti buddisti. Il suo scopo (lo scopo del suo avvento) non era niente di misterioso o di speciale, era semplicemente mostrare alle persone la maniera migliore di vivere come esseri umani.
In altre parole, noi mostriamo il potere della fede agendo costantemente con buon senso nella società umana come persone di buon carattere che godono di fiducia e rispetto al lavoro, nella comunità e in mezzo agli altri.
Il comportamento umano più nobile è quello che dimostra rispetto per le persone.
In particolare consiste nel riconoscere la natura di Budda innata nella vita di ogni persona, nell’apprezzarla profondamente e rispettarla. Per far questo è fondamentale vivere con il desiderio e il voto di permettere a ogni persona di manifestare tale natura, cioè di conseguire la Buddità. E questo si esprime nell’apprezzare e prenderci cura della persona che abbiamo di fronte.
Il Sutra del Loto descrive la pratica del Bodhisattva Mai Sprezzante che consisteva nel rispettare il potenziale della Buddità intrinseco in ogni individuo e, per tale ragione, egli venerava ogni persona che incontrava. Anche coloro che non sono consapevoli di avere la Buddità dentro di sé sono dotati della natura di Budda, sono in grado di attingere a quel potenziale e farlo emergere. Perciò lo spirito del Buddismo consiste nell’apprezzare tutti come “figli del Budda”, considerando la vita di ognuno con il massimo rispetto e considerando tutte le persone uguali.
Se questo spirito prevarrà non ci saranno più violenze e azioni che calpestano il benessere degli altri. Sulla base di questa convinzione il Buddismo di Nichiren Daishonin, attraverso il dialogo radicato nel rispetto di tutte le persone, si adopera per realizzare la trasformazione della società.
In quest’epoca malvagia dell’Ultimo giorno della Legge è sempre maggiore la confusione nelle persone. Predomina un modo di ragionare che conduce all’abuso o alla discriminazione nei confronti degli altri o che rende le persone strumenti per la realizzazione dei propri fini egoistici. Per trasformare la tendenza della società alla corruzione ed elevare lo stato vitale delle persone non c’è altro modo se non quello di diffondere la pratica che incarna un comportamento di rispetto per gli altri, di apprezzamento per la vita e di tutela della dignità umana.
Inoltre, per migliorare la società dobbiamo mettere fortemente in discussione quei modi di pensare che alimentano il disprezzo verso le persone e incoraggiano i pregiudizi.
Per tale ragione il comportamento che diffonde il bene e mette in guardia dal male è la pratica centrale del Buddismo e produce una prova visibile di vittoria nella nostra vita di buddisti e di esseri umani.
(continua)
1. Il Buddismo espone il principio di causa ed effetto. Si ricevono effetti positivi o negativi a seconda delle proprie azioni, buone o cattive. Nel Buddismo non c’è un essere trascendente, come un dio o gli dèi, che elargisce ricompense e infligge punizioni. Si ottengono retribuzioni, o effetti negativi, come naturale risultato delle proprie azioni negative.
2. Daisaku Ikeda, Dialoghi con i giovani, (cfr. BS, 187, 42).
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In queste pagine pubblichiamo un testo sui princìpi fondamentali del Buddismo di Nichiren Daishonin realizzato dal Dipartimento di studio della Soka Gakkai. Le puntate precedenti sono state pubblicate in questi numeri:
Cap. 1, Il Buddismo di Nichiren Daishonin, NR, 578, NR, 580, NR, 582
Cap. 1, Il lignaggio e la tradizione dell’umanesimo buddista, NR, 587
Cap. 2, La filosofia buddista della vita, NR, 589, NR, 592
Cap. 3, Fede e pratica, NR, 594, NR, 627, NR, 629