La prima parte è stata pubblicata in NR, 589, 18
DAI SEI SENTIERI AI QUATTRO MONDI NOBILI
I mondi che vanno da quello di inferno a quello degli esseri celesti vengono indicati complessivamente come i sei sentieri e sono facilmente influenzabili dalle circostanze esterne.
Quando i propri desideri sono soddisfatti si prova la beatitudine del mondo degli esseri celesti e quando il proprio ambiente è calmo e stabile si gode della tranquillità propria del mondo degli esseri umani. Ma basta un mutamento nelle circostanze esterne per precipitare rapidamente in una condizione di intensa sofferenza, come quella dei mondi di inferno e degli spiriti affamati. In quanto governati dalle circostanze esterne, gli stati vitali dei sei sentieri non sono veramente liberi e autonomi.
Lo scopo della pratica buddista è trascendere i sei sentieri e sviluppare una condizione di felicità determinata da noi e non controllata dalle circostanze esterne. Le condizioni risvegliate che una persona può sviluppare grazie alla pratica buddista sono chiamate i quattro mondi nobili: il mondo degli ascoltatori della voce, dei risvegliati all’origine dipendente, dei bodhisattva e dei Budda.
7 e 8. I mondi degli ascoltatori della voce e dei risvegliati all’origine dipendente
Tradizionalmente i mondi degli ascoltatori della voce e dei risvegliati all’origine dipendente erano stati vitali che si raggiungevano grazie alla pratica dei cosiddetti insegnamenti hinayana.
Le persone di questi due mondi, conosciuti anche come stati vitali di studio e di realizzazione, sono chiamate “persone dei due veicoli”.
Il mondo degli ascoltatori della voce è lo stato vitale di coloro che acquisiscono un parziale risveglio udendo l’insegnamento del Budda.
Il mondo dei risvegliati all’origine dipendente indica lo stato vitale di coloro che acquisiscono un parziale risveglio grazie alle loro stesse osservazioni e al loro impegno. È chiamato anche regno dei risvegliati da soli.
Il risveglio parziale delle persone dei due veicoli è la comprensione dell’impermanenza di tutti i fenomeni, la realtà che tutte le cose sono in costante mutamento, vengono all’esistenza e si estinguono. Gli ascoltatori della voce e i risvegliati all’origine dipendente, osservando oggettivamente se stessi e il mondo intorno a loro, percepiscono la verità che tutte le cose sorgono in risposta a cause e condizioni, si trasformano al passare del tempo e alla fine cessano di esistere. E si impegnano per superare il loro attaccamento agli oggetti e ai fenomeni transitori.
A volte nella vita quotidiana abbiamo un’intensa percezione dell’impermanenza di tutte le cose, noi stessi compresi. Il Daishonin osserva: «A noi è perfettamente chiaro che tutte le cose del mondo sono transitorie; ebbene, non è forse perché i mondi dei due veicoli sono presenti nel mondo umano?» (RSND, 1, 317). Sta dicendo che anche il mondo degli esseri umani è dotato di questi due mondi, degli ascoltatori della voce e dei risvegliati all’origine dipendente, caratterizzati da questa capacità di percezione profonda.
Coloro che cercano di ottenere gli stati vitali dei due veicoli identificano la causa della sofferenza nell’attaccamento alle cose e ai fenomeni transitori e impermanenti, e si adoperano per sradicare tale attaccamento e altre illusioni e desideri. Tuttavia, proprio per questo, cercano erroneamente di estinguere interamente i loro corpi e le loro menti (l’insegnamento di “ridurre il corpo in cenere e annientare la coscienza”1).
Dalla prospettiva dell’Illuminazione del Budda, il risveglio che raggiungono le persone dei mondi degli ascoltatori della voce e dei risvegliati all’origine dipendente è imperfetto e parziale. Ma coloro che si trovano in questi mondi si accontentano di un’Illuminazione inferiore e non ricercano l’Illuminazione completa del Budda. Pur riconoscendo la superiorità dell’Illuminazione del Budda, il loro maestro, non si ritengono capaci di ottenerla e così rimangono al loro livello inferiore di Illuminazione.
Inoltre, chi si trova nei mondi degli ascoltatori della voce e dei risvegliati all’origine dipendente è incline all’egocentrismo, ricerca solo l’Illuminazione personale e non compie sforzi per aiutare gli altri a fare lo stesso. Questa concentrazione su di sé è il limite di questi due mondi.
9. Il mondo dei bodhisattva
Il termine bodhisattva indica un essere vivente (sattva) che si impegna costantemente per ottenere l’Illuminazione (bodhi) del Budda. Anche se le persone dei due veicoli accettano il Budda come loro maestro, non si ritengono però capaci di conseguire il suo stesso stato vitale. I bodhisattva, invece, non solo considerano il Budda come loro maestro, ma si adoperano per raggiungere la sua stessa condizione illuminata. In più cercano anche di condurre gli altri all’Illuminazione, comunicando e diffondendo gli insegnamenti del Budda.
Ciò che distingue le persone nel mondo dei bodhisattva, o stato vitale di bodhisattva, sono lo spirito di ricerca nei confronti del supremo stato di Buddità e gli sforzi altruistici per condividere i benefici che hanno ottenuto attraverso la pratica buddista.
Lo spirito del bodhisattva, che desidera la propria e l’altrui felicità, è caratterizzato dall’empatia per il dolore degli altri e dalle azioni per alleviare tale sofferenza e trasmettere gioia.
Mentre le persone dei due veicoli, concentrate solo sul proprio benessere, si accontentano di un grado inferiore di risveglio, chi si trova nel mondo dei bodhisattva agisce con un senso di missione per il bene della gente e della Legge.
L’essenza del mondo dei bodhisattva è la compassione. Il termine sanscrito per “compassione” è karuna (giapp. jihi), che a volte si traduce con “amorevole gentilezza” o “misericordia”. Nel suo trattato L’oggetto di culto per l’osservazione della mente il Daishonin scrive: «Anche una canaglia senza cuore ama la moglie e i figli; anche in lui esiste una parte del mondo di bodhisattva» (RSND, 1, 317-318). Anche il criminale più spietato si preoccupa della moglie e dei figli: lo spirito della compassione verso gli altri è inerente a ogni forma di vita. Coloro che si trovano nello stato vitale di bodhisattva indirizzano tale compassione a tutte le persone e ne fanno il fondamento della loro esistenza.
10. Il mondo dei Budda
Il mondo dei Budda, o stato vitale di Buddità, è la condizione vitale di massima nobiltà manifestata da un Budda.
Budda significa “il risvegliato”, una persona che si è risvegliata alla Legge mistica, la Legge fondamentale che pervade l’intero universo e tutta la vita. Nello specifico si riferisce a Shakyamuni che visse in India. I sutra buddisti descrivono vari altri Budda, come il Budda Amida, ma in realtà sono personaggi fittizi che simboleggiano qualche aspetto della grandezza dello stato vitale illuminato del Budda.
Nichiren Daishonin è il Budda dell’Ultimo giorno della Legge che da comune essere umano rivelò lo stato vitale di Buddità infinitamente degno di rispetto nella sua stessa vita e stabilì il sentiero attraverso il quale tutte le persone possono ottenere l’Illuminazione.
La Buddità è una condizione vitale vasta, che trabocca di fortuna e benefici, ottenuta grazie al risveglio alla realtà che la Legge mistica è il fondamento del proprio essere. Avendo conseguito questo stato vitale, il Budda è capace di manifestare saggezza e compassione insuperate, che impiega incessantemente per far sì che tutte le persone ottengano il suo stesso stato vitale di Illuminazione.
Lo stato vitale di Buddità è originariamente inerente al proprio essere. Però è difficile manifestarlo nella vita quotidiana, piena di una serie infinita di problemi e sofferenze. Per questa ragione il Daishonin iscrisse il Gohonzon, o oggetto di culto, come mezzo con il quale tutte le persone possono far emergere dentro di loro lo stato vitale di Buddità.
Il Gohonzon incarna la condizione illuminata di Nichiren Daishonin, il Budda dell’Ultimo giorno della Legge, la cui essenza è Nam-myoho-renge-kyo.
Quando crediamo nel Gohonzon e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo per la nostra e per l’altrui felicità, possiamo attingere allo stato vitale di Buddità dentro di noi.
In L’oggetto di culto per l’osservazione della mente il Daishonin identifica il profondo legame fra lo stato vitale di Buddità e la fede nella Legge mistica con queste parole: «Se le persone comuni nate nell’Ultimo giorno della Legge possono credere nel Sutra del Loto è perché il mondo di Buddità è presente nel mondo umano» (RSND, 1, 318).
Il Sutra del Loto rivela che tutte le persone sono intrinsecamente Budda; noi esseri umani possiamo credere in questo insegnamento proprio perché fondamentalmente la nostra vita contiene lo stato di Buddità.
Nichikan, lo studioso degli insegnamenti del Daishonin del diciottesimo secolo, scrisse: «Una forte fede nel Sutra del Loto è chiamata mondo di Buddità»2. Qui “Sutra del Loto” indica il Gohonzon che incarna Nam-myoho-renge-kyo, cioè il Sutra del Loto dell’Ultimo giorno della Legge. Perciò avere la “forte fede” di basare la nostra vita sul Gohonzon non è altro che lo stato vitale di Buddità.
Questo stato vitale di Buddità che si consegue attraverso la fede nella Legge mistica si può descrivere in termini moderni come una condizione di felicità assoluta che niente può distruggere. Il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, la descriveva come una condizione in cui il vivere stesso è una gioia.
Lo stato vitale di Buddità è spesso paragonato anche allo spirito di un re leone, una condizione in cui si è pienamente sicuri e a proprio agio, nella quale non si ha paura di nulla, come il re leone.
(traduzione di Marialuisa Cellerino)
Note:
1. Questa dottrina asserisce che si può ottenere il nirvana sfuggendo alle sofferenze del ciclo interminabile di nascita e morte solo estinguendo corpo e mente, considerati le fonti delle illusioni, dei desideri e della sofferenza.
2. Nichikan, Il triplice insegnamento segreto.
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RIEPILOGO DELLE PARTI FINORA PUBBLICATE
Il Buddismo di Nichiren Daishonin
La vita di Nichiren Daishonin – NR 578
Nam-myoho-renge-kyo – NR 580
Il conseguimento della Buddità in questa esistenza – NR 582
Il lignaggio e la tradizione dell’umanesimo buddista
Kosen-rufu mondiale e la Soka Gakkai – NR 587
La filosofia buddista della vita
I dieci mondi – NR 589