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Cambiare si può - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:50

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    Cambiare si può

    L’esposizione Senzatomica – tenutasi a Firenze dal 26 marzo al 23 aprile nel complesso delle Pagliere – ha lasciato una traccia in chi ha contribuito alla sua realizzazione come nei visitatori. È una mostra diversa dalle altre, proviamo a capire perché

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    L’esposizione Senzatomica – tenutasi a Firenze dal 26 marzo al 23 aprile nel complesso delle Pagliere – ha lasciato una traccia in chi ha contribuito alla sua realizzazione come nei visitatori. È una mostra diversa dalle altre, proviamo a capire perché

    Dall’inizio della mostra ho accompagnato alle Pagliere diversi amici e conoscenti. È stato particolarmente interessante osservare le reazioni. Uno di loro mi ha detto che Senzatomica non gli aveva raccontato niente di nuovo dato che era ben informato sui pericoli delle armi nucleari, ma che era stato colpito dalla presenza di così tante scolaresche a cui veniva illustrato lo scempio passato e presente del nucleare. E auspicava che nelle scuole iniziative come questa dovrebbero far parte del programma o comunque essere diffuse fra gli studenti. Un altro, invece, era rimasto impressionato dal numero di volontari che si davano un gran daffare con pazienza e gentilezza nonostante il caos di persone che affollava la mostra nel fine settimana. Sicuramente gli staff con la loro accoglienza, la loro cortesia, i loro sorrisi infondono nei visitatori qualcosa di positivo, che forse è proprio quello che ha portato molti a dire di volerci tornare con figli, amici, colleghi o parenti. E poi c’è l’attività svolta dalle guide, basilare per la buona riuscita della mostra. Per molte di loro svolgere questa attività ha rappresentato una sfida vera e propria che ha richiesto non solo uno studio accurato della materia ma anche e soprattutto il desiderio di infondere agli ospiti la voglia di fare, loro per primi, piccoli passi verso un miglioramento personale.
    A volte si notano le persone entrare alla mostra con un viso tra l’incuriosito, il preoccupato e il perplesso; alla fine del percorso spesso hanno uno sguardo diverso, dove si può cogliere riflessione, apertura, sollievo, speranza: la speranza di poter cambiare, la speranza di poter fare qualcosa in prima persona.
    Una ragazza mi racconta con soddisfazione come sia riuscita a mitigare lo stato vitale di un uomo arrivato lì rabbuiato e chiuso verso il mondo intero, ma che all’uscita aveva solo parole di gratitudine.
    Gaia, che ha accompagnato tante scolaresche nel viaggio di Senzatomica, descrive con entusiasmo il momento in cui puntualmente vede i volti dei ragazzi “risvegliarsi”, proprio come quelli dei professori che li accompagnano.
    Andrea mi racconta che per lui Senzatomica non rappresenta la prima mostra della Soka Gakkai dove ha svolto il ruolo di guida. In passato aveva sempre mirato a trasmettere i contenuti con precisione, da bravo perfezionista, senza tralasciare nessun dettaglio, finché questa volta si è accorto che in realtà quello che conta trasmettere è altro, non tanto le nozioni che dopo un po’ vengono dimenticate, ma il desiderio di trasmettere speranza ai visitatori. Che poi è quello che fa riaccendere i visi e, in alcuni casi, tornare anche il sorriso. Rendersene conto e liberarsi da tutto quel rigore lo aveva alleggerito, mi conferma con soddisfazione.

    A cosa serve una mostra come questa?

    A informare innanzitutto, non tutti infatti sono a conoscenza dei pericoli e degli effetti disastrosi delle armi nucleari.
    A rendere le persone maggiormente consapevoli del problema. Spesso sono le madri a mostrarsi maggiormente sensibili a questi temi pensando al futuro dei propri figli, ma quando si tocca il punto della sicurezza individuale e collettiva, è qualcosa che fa riflettere a tutte le età. Ma anche a non fare sentire le persone impotenti di fronte a questioni così complesse e infinitamente grandi come le armi nucleari.
    Uno dei momenti di maggiore tensione emotiva è rappresentato dalla simulazione dell’esplosione della bomba atomica. Se si chiudono gli occhi durante la deflagrazione si ha la sensazione che qualcosa dentro di profondo s’incrini, che il cuore si fermi e che quel rumore disumano non finisca mai. «Ho immaginato tutti i bambini che stavano correndo in quel momento e tutte le persone che subivano lo scoppio e tutta quella luce… deve essere stato terrificante…», esclama Stella, dodici anni.
    Quando si arriva alla sezione che tratta anche dell’impegno e della speranza si trova il messaggio vero e proprio di Senzatomica: per andare verso lo smantellamento globale delle armi nucleari è fondamentale abbracciare un nuovo punto di vista e pensare che trasformando lo spirito umano di ogni individuo si possono realizzare cambiamenti inimmaginabili. I pannelli trattano temi dal forte impatto per suggerire ai visitatori una nuova visuale. Per esempio, perché diventa importante il nostro impegno? Perché solo attraverso ciò che facciamo dimostriamo chi siamo. Le azioni per la pace possono assumere varie forme e ogni nostro gesto può racchiudere conseguenze di immensa portata. Non è semplice trasmettere alle persone che, se ciascuno di noi nel suo piccolo migliora qualcosa di se stesso e della sua vita, contribuisce a indirizzare il mondo intero verso il disarmo atomico. Ma è questo il messaggio rivoluzionario e innovativo del Buddismo. Daisaku Ikeda scrive nel messaggio dedicato all’inaugurazione della mostra: «Oggi molte persone hanno abbandonato la speranza che le armi nucleari si possano abolire. Ma la pace è sempre una gara fra rassegnazione e speranza. […] Gli esseri umani hanno creato le armi nucleari. Quindi la loro eliminazione non può essere al di là del potere della saggezza umana. Il Buddismo afferma che la vita umana ha in sé una potente sorgente di saggezza e di compassione in grado di sovrastare qualsiasi tentazione o minaccia. Credo che la sopravvivenza dell’umanità dipenda dal successo dei nostri sforzi per far emergere queste qualità positive e creative in tutte le persone e, sulla base di esse, forgiare un nuova solidarietà». Continuo a osservare le persone intorno a me. Gli sguardi dei visitatori restano un po’ sconcertati, ma le loro espressioni impercettibilmente iniziano ad aprirsi. «È strano, ma uscendo da qui non ho più la sensazione di essere impotente» mi confessa un’amica all’uscita.

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    Ho pensato che…
    a cura di Maria Paparazzo

    James, americano, 20 anni, studente di cinema all’università di New York:
    Le testimonianze dei sopravvissuti sono sconvolgenti. Ho deciso di fare un cortometraggio ispirandomi al bambino che stava giocando col triciclo al momento dell’esplosione di Hiroshima e sul padre, Shin’ichi Tetsutani, che ha donato l’unico ricordo rimastogli del figlio al museo della città.

    Cristina, 58 anni:
    Ho fatto sia il percorso degli adulti che quello dei bambini e ho provato un grande dolore ad ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti. Ho sentito dire da un bambino: «È un po’ triste», ma secondo me è giusto che i bambini associno l’atomica alla tristezza, perché non c’è storia più triste e insensata di questa. Atomica uguale tristezza.

    Sara, 13 anni, dalla sua bacheca di Facebook:
    Sono stata a Firenze a vedere la mostra con la guida e alcuni miei amici. È veramente spettacolare, dico sul serio, è interessantissimo sapere cosa succede nel mondo. Ovviamente alla fine ho firmato contro la guerra e volevo chiedervi una cosa: dove posso trovare il video con la testimonianza della bomba A a cui è sopravvissuta quella signora giapponese per farlo vedere a scuola? Aspetto notizie e diffonderò questa pagina ovunque possa.

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    Un “custode” della memoria

    Crescenzio Guerrini, classe 1920, sopravvissuto alla prigionia in Russia oggi è un novantunenne estroverso e comunicativo. Pur non praticando il Buddismo, ha fatto conoscere la mostra, allestita a due passi da casa sua, a tantissime persone, rammaricandosi solo che l’evento sia finito troppo presto

    Perché è andato a vedere la mostra Senzatomica?
    A me piace sentirle dire le cose, sono un po’ curioso. Diamoci del tu però. Sono stato tre anni prigioniero a Rostov, in Siberia, e lì c’erano dottori, ufficiali, preti… anche Piovanelli, il cardinale di Firenze, era con noi. E tutti ci si dava del tu. Se qualcuno dava del “lei”, noi chiedevamo: «Lei? Ma chi è questa “lei”?» (ride).

    A me va benissimo. Allora, hai accompagnato tante persone?
    Sai, a me la mostra è piaciuta tanto. Ci sarò stato venti volte, sempre di pomeriggio. Una domenica, in due volte, c’ho portato più di trenta persone. Il fine settimana c’è sempre tanta gente in questa zona. Sai, le persone le trovavo sul viale, ci sono molte panchine e io passando da lì parlavo alle persone della mostra e ce le accompagnavo. Qui in zona mi conoscono quasi tutti e poi se qualcuno non mi conosce è la stessa. Non gli dicevo niente, solo che c’era una mostra. Li accompagnavo, poi una volta entrati dentro la guardavano. A sentirli dopo è piaciuta a tutti.

    Mi dicevi che Senzatomica ti ha riportato alla Seconda guerra mondiale?
    Sì. Ho fatto tutta la guerra, sono stato prigioniero e sai quando ci sono le guerre, c’è la paura. Quando buttavano giù le bombe, quando passavano gli aerei e bombardavano era un guaio. A un certo punto non sapevamo nemmeno più cosa fosse la paura. Durante la prigionia eravamo cinquecento e siamo tornati in quarantadue.

    Te lo sei mai chiesto perché sei stato tra i pochi sopravvissuti?
    A volte me lo sono chiesto, però non saprei rispondere perché di natura sono veramente pauroso, lo sono stato fin da ragazzo: quando scendeva il sole rientravo in casa. Se avevo gli amici stavo con loro altrimenti non uscivo. Avevo paura del buio. Sono sempre stato così.

    Tornando alla mostra, c’è qualche altra cosa che vorresti dirmi?
    L’ho vista tutti i giorni. Il primo giorno, quando ho sentito la bomba mi ha fatto una grande impressione. Poi, le volte successive, ero già preparato e tranquillizzavo anche gli altri che erano con me dicendo: «State fermi, non succede niente, non è che viene giù». La mostra per me è stata bella e sarei anche continuato ad andare, davvero sai, c’ho passato tante giornate e mi è dispiaciuto che sia finita. Poi, sai, io volevo che la vedessero ancora più persone. (a.c.)

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    Ma chi me l’ha fatto fare?

    Questa è la domanda che tormenta Federica dopo aver accettato di fare la guida a Senzatomica. «Appena ho iniziato a parlare, però, non ho sentito la minima paura nel cuore. Ero sicura, precisa e gioiosa»

    Ho venti anni e ho collaborato alla mostra Senzatomica come guida, l’esperienza più bella della mia vita.
    Tutto è iniziato quando mi è stato chiesto se volevo farlo. Ho accettato subito provando a mettere in pratica le parole di
    sensei: i giovani non dovrebbero mai risparmiarsi. Da subito ho partecipato alle riunioni settimanali al Centro culturale di Firenze, senza mai saltarne una. All’inizio c’era tanto entusiasmo, ma poi il materiale di studio è iniziato ad aumentare e ho avuto paura di non farcela. A metà della preparazione ho avuto qualche ripensamento e più di una volta mi sono detta: «Ma chi te l’ha fatto fare? Non avevi già abbastanza cose da fare tra il lavoro, l’università, il fidanzato, il tennis ecc.?». Ma ho anche sentito che non ero sola, che altre persone vivevano la mia situazione e questo mi ha dato molto coraggio. Il 26 marzo la mostra veniva inaugurata e il giorno precedente, insieme ad altre guide, abbiamo avuto la possibilità di vederla in anteprima. Cristiano, che aveva partecipato alla preparazione della mostra, ci ha guidati nel percorso, per darci un’idea di come fare. Durante quel percorso sono crollata. Avevo paura non solo perché ho pensato di non aver studiato abbastanza – poi ho capito che non era assolutamente così -, ma perché mi rendevo conto della grande responsabilità di trasmettere il cuore del mio maestro, e in tutto questo mi sentivo incapace. Cristiano mi ha poi preso da parte e mi ha detto chiaramente che le mie lacrime erano un segno di maturità perché ciò che stavo facendo era davvero grande, quindi non mi dovevo vergognare, ma esserne orgogliosa. Il giorno dopo alle 12,30 ero alle Pagliere e trasudavo ansia da tutti i pori. Mi è stato subito affidato un gruppo. Appena ho iniziato a parlare non ho sentito la minima paura nel cuore. Ero sicura, precisa, piena di gioia e non avevo più l’ansia ma l’onore di trasmettere l’insegnamento di sensei. Questo perché il mio maestro era accanto a me e nel mio cuore. Al termine del giro sono stata più volte ringraziata. E così è stato tutte le altre volte, gli applausi sono stati sempre tanti, ma erano applausi reciproci, perché quelle persone mi avevano permesso di superare i miei limiti, c’era stato un arricchimento per entrambe.
    Il beneficio più grande è stato quello di aver sentito per la prima volta nella pratica il profondo legame che mi unisce al maestro. La mia vita, grazie a questa attività, si è allargata enormemente, il mio cuore si è aperto. Ieri si è conclusa la mostra, ma non riuscivo ad andar via! Senzatomica è ormai parte di me.

    Federica Garbato

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    25 giugno 2011 giornata mondiale per l’abolizione delle armi nucleari

    Il 29 e il 30 giugno 2011 i leader di Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina si riuniranno a Parigi per discutere di sicurezza nucleare e proseguire i lavori della Conferenza di Revisione del Trattato di Non Proliferazione. Il 25 giugno è la nostra opportunità di sviluppare idee diverse che diano visibilità e importanza alla giornata di azione globale e un segnale forte ai nostri governi al fine di ottenere l’avvio di negoziati per un nuovo trattato che miri a raggiungere la completa abolizione, la non proliferazione nonché una maggiore sicurezza.
    L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai – attraverso la campagna Senzatomica – ha deciso di partecipare attivamente a questa giornata coordinata dalla campagna internazionale iCan. Come? Informandosi e organizzando eventi in tutta Italia e registrandoli sul sito
    www.senzatomica.it prestando attenzione alla normativa per l’organizzazione di eventi.
    (esempi di eventi: conferenze, flash-mob, cineforum, workshop di educazione, concerti, video e ogni tipo di azione non violenta tesa a generare consapevolezza e ispirare nuove azioni).

    www.nuclearabolition.org

    registra il tuo evento su www.senzatomica.it

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