Il 2 gennaio è il novantesimo compleanno di Daisaku Ikeda. Festeggiare questa data decidendo di impegnarci per la pace insieme al nostro maestro, è una fortuna e una gioia indescrivibili
Da bambino Daisaku Ikeda ha vissuto il dramma della Seconda guerra mondiale. Dopo che la loro casa fu rasa al suolo dai bombardamenti, cominciò a lavorare per contribuire al sostegno della famiglia nonostante fosse lui stesso malato di tubercolosi. Il fratello maggiore, il suo preferito, rimase ucciso al fronte. Segnato dalla barbarie della guerra, trascorse la gioventù cercando un modo corretto di vivere, una soluzione a quella assurda follia di cui è capace l’essere umano.
Nel 1947 incontrò Josei Toda, che divenne fin da subito il suo maestro di vita. Nel Buddismo del Daishonin trovò le risposte che a lungo aveva cercato.
A partire da quell’incontro, Daisaku Ikeda ha vissuto tutta la vita come discepolo di Toda, con la convinzione incrollabile che ciò equivale a dedicarsi a kosen-rufu, alla felicità delle persone e alla pace. Diffondendo l’insegnamento di Nichiren Daishonin in ogni angolo del Giappone e del mondo, prosegue ancora oggi l’incessante opera di offrire speranza e incoraggiamento a ogni persona.
La storia di Daisaku Ikeda è la storia della Soka Gakkai, ed è la storia del suo maestro che continua a vivere insieme a lui. La sua vita è l’esempio di quanto gratificante e ricca di significato sia un’esistenza vissuta da vero discepolo.
Queste pagine sono un piccolo omaggio al suo impegno come leader di pace. Grazie sensei!
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«Nulla è più barbaro della guerra. Nulla è più crudele»
(incipit de La rivoluzione umana)
«Niente è più prezioso della pace. Niente porta maggiore felicità. La pace è il punto di partenza per il progresso dell’umanità»
(incipit de La nuova rivoluzione umana)
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Servo il mio maestro
per un antico legame che ci unisce;
se anche gli altri dovessero cambiare,
io resterò sempre lo stesso.
Daisaku Ikeda
Ogni volta
che affronterò una battaglia
tu sarai la mia spada,
sempre al mio fianco.
Josei Toda
Quei due individui, così diversi nella personalità, erano intimamente uniti nei loro cuori e la vera entità della vita eterna, che si era manifestata in due forme distinte, stava assumendo l’aspetto di un unico essere. (RU, 6, 183-184)
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«Tutti hanno il diritto di diventare felici. In effetti, chi ha sofferto maggiormente merita di diventare il più felice di tutti. La Soka Gakkai ha sempre lavorato per questo»
(NRU, 8, 244)
«Quando ci sposammo, non potevo permettermi di comprare a mia moglie un anello di brillanti e, regalandogliene uno con zirconi bianchi, scherzai dicendole che erano diamanti. Ci siamo fatti delle belle risate, nel corso degli anni, man mano che questi “diamanti” perdevano il loro splendore. Su una cosa, però, non c’è alcun dubbio: il nostro legame come compagni di fede è diventato indistruttibile come il diamante attraverso il nostro comune impegno, come discepoli di Toda, per superare una sfida dopo l’altra sulla base della nostra convinta dedizione alla causa di kosen-rufu. Abbiamo vissuto come insegna il Daishonin: «Lavorate insieme come il sole e la luna, come un paio di occhi o come le due ali di un uccello» (RSND, 1, 283) e ogni ostacolo incontrato durante gli anni ci ha resi più forti. Dopo il matrimonio, Josei Toda raccomandò a me di diventare un forte pilastro e a mia moglie di non perdere mai il sorriso. Vorrei offrire lo stesso messaggio alle nuove giovani coppie»
(NR, 496, 6)
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«Per umanesimo buddista si intende stare sempre dalla parte della gente comune, questo è il cammino del Buddismo del Daishonin. Lavorare per la felicità degli altri e apprezzare sinceramente ogni persona che ci troviamo davanti richiede una fede assoluta nel potenziale positivo inerente a ogni individuo. Questa fede, questa convinzione, è la forza trainante per costruire una rete di speranza e aprire la strada a un futuro più luminoso»
(BS, 161, 42)
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«Quel bellissimo sentimento di rispetto verso la propria madre è un punto di partenza per la pace. Le madri sono grandi. Sono forti, resistenti e gentili. Se l’umanità potesse ricordare sempre lo spirito dell’amore materno, non ci sarebbero più guerre.
Quando volete bene alle madri, state coltivando lo spirito di pace»
(Il mondo vi attende, pag. 111-112)
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«I bambini sono i messaggeri del futuro. Non abbiamo altra scelta che affidare a loro il nostro mondo. Io ho fiducia nei bambini. Credo nella loro capacità di crescere e svilupparsi. Ogni bambino ha una sua missione particolare. Per questa ragione io tratto i bambini con rispetto e metto il massimo impegno nel rapportarmi a loro»
(cfr. I tesori del futuro, esperia, pag. 1)
«La felicità dell’umanità e il futuro della società non sono determinati né dalla politica né dall’economia ma dall’educazione. L’educazione è la base di tutto. L’educazione è un compito sacro e supremo»
(I tesori del futuro, pag. 15)
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«Mi sono dedicato al dialogo con esponenti africani e con esperti di diversi campi, e ho promosso scambi culturali ed educativi tra i popoli. Sono convinto che il ventunesimo secolo sarà il secolo dell’Africa. Il rinascimento africano precorrerà il rinascimento del mondo e dell’umanità» (BS, 128, 50)
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«Amo i giovani. Non c’è nulla che mi rallegri di più della loro crescita; mi emoziona vederli diventare persone felici, sagge, che amano la pace. Nutro la speranza di poter camminare al loro fianco e mantenere uno spirito giovanile finché vivrò»
(Cos’è la rivoluzione umana, pag. 234)
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Insieme ai miei discepoli
ho piantato semi
per diecimila anni a venire.
Possano fiori umani di felicità
sbocciare profumati nel futuro!
(NR, 568, 5)