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Anche voi, indomabili campioni del Buddismo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:45

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Anche voi, indomabili campioni del Buddismo

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Quale gioia aprire
il glorioso sentiero
di
kosen-rufu,
sempre vincitori
sui nemici della felicità umana
.

Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, amava i fiori di ciliegio. Il magnifico romanzo della sua vita ebbe un epilogo glorioso nell’aprile 1958, proprio mentre cadevano i fiori di ciliegio. La brezza primaverile che soffia tra i rami degli alberi di ciliegio richiama sempre vividamente alla mia memoria l’appello appassionato di Toda: «Invito ognuno di voi a diventare un campione indomabile che sconfigge i malvagi e trionfa con coraggio in ogni battaglia, per la grande vittoria personale nella vita e per la grande vittoria di kosen-rufu!».
“Indomabile campione”, o Gankutsu-o, è il titolo della traduzione giapponese del romanzo Il Conte di Montecristo dello scrittore francese Alexandre Dumas (1802-70). Il libro narra di come il giovane Edmond Dantès – ingiustamente imprigionato per quattordici anni a causa di un orribile complotto da parte di uomini malvagi – si vendica su coloro che lo hanno trattato ingiustamente, e ricambia la cortesia a coloro che lo hanno aiutato e supportato. L’espressione “indomabile campione” coglie perfettamente lo spirito combattivo di Josei Toda. Egli lottava instancabilmente contro la natura demoniaca dell’autorità che aveva provocato la morte in prigione del suo maestro, il primo presidente della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi.
Il Mahatma Gandhi (1869-1948), il grande esponente indiano della nonviolenza, ha dichiarato: «La forza proviene da una volontà indomabile». Nulla può sconfiggere una salda determinazione.
In particolare, quando preghiamo e agiamo con la forza di un leone all’attacco per realizzare gli ideali di un maestro di verità e giustizia, possiamo far risplendere la nostra parte migliore e dimostrare la nostra più grande forza.
L’arrogante Devadatta fomentò uno scisma nell’ordine buddista a causa della sua insana gelosia nei confronti di Shakyamuni, il maestro verso il quale egli avrebbe dovuto provare un profondo debito di gratitudine. Vedendo ciò, due discepoli del Budda tra i più devoti – Shariputra e Maudgalyayana – andarono con coraggio nel luogo in cui Devadatta e i suoi seguaci erano radunati e, prontamente, posero fine alla sua macchinazione.
Allo stesso modo Nikko Shonin, il diretto successore di Nichiren Daishonin, denunciò la malvagità di Hei no Saemon, una delle figure politiche più potenti del tempo, che aveva perseguitato il Daishonin. Quattordici anni dopo la persecuzione di Atsuhara, che culminò nell’esecuzione di tre contadini sostenitori del Daishonin, Hei no Saemon fu giudicato colpevole di tradimento per aver ordito un complotto nei confronti del governo, e fu condannato a morte. Nikko Shonin, considerando il destino di Hei no Saemon come una lezione per le successive generazioni, poiché ben esemplificava la severità della legge buddista di causa ed effetto, scrisse: «La sua intera stirpe fu eliminata senza lasciare traccia».
La relazione fra maestro e discepolo nel Buddismo non è solo una teoria astratta. Il suo significato è che non dobbiamo mai permettere a nessuno di infliggere sofferenze al nostro maestro, né dobbiamo permettere che le funzioni demoniache distruggano il regno armonioso della nostra nobile comunità di praticanti, che è la vera vita del nostro maestro. Fino a quando questo impegno persisterà nei cuori dei discepoli, la via per l’eterna trasmissione della Legge continuerà ad aprirsi senza fine.

Io ho trionfato
nella battaglia per
kosen-rufu,
ho trionfato
rendendo giustizia ai miei maestri
Makiguchi e Toda.

Tsunesaburo Makiguchi, il fondatore della Soka Gakkai, dedicò la propria vita al cammino di fede con lo spirito di “non risparmiare la propria vita” e di “dedicarsi altruisticamente alla propagazione della Legge”, al fine di compiere nella sua epoca la missione affidata dal Daishonin di stabilire il corretto insegnamento per la pace del paese (rissho ankoku). Toda considerava Makiguchi un Budda, e andò persino in prigione per lui. Io a mia volta ho considerato Toda un Budda e, con quello stesso spirito ho lavorato al suo fianco e l’ho sostenuto.
Attaccato da tutte le parti a causa dei problemi di lavoro, Toda arrivò addirittura a pensare di togliersi la vita, ma io da solo ho lottato per proteggerlo e ho aperto la strada per la sua nomina a secondo presidente. Personalmente ho consacrato tutta la vita a realizzare lo scopo, che lui serbava nel cuore, di convertire settecentocinquantamila famiglie. Ho costruito solidamente la grande fortezza di pace, cultura ed educazione che era il sogno di entrambi i nostri due primi presidenti: il movimento della SGI che si è diffuso fino a oggi in ben centonovanta paesi in tutto il mondo.
La lotta di “indomabili campioni” della Legge mistica è la realizzazione di kosen-rufu, la felicità e la pace di tutta l’umanità.
È un onore incomparabile per me, quale terzo presidente della Soka Gakkai, aver fatto conoscere Makiguchi e Toda in tutto il mondo. Questi due uomini – che un tempo un paese insulare e di vedute ristrette come il Giappone ha perseguitato, calunniato e insultato – sono oggi considerati grandi e stimati maestri dell’umanità.
Nelson Mandela, ex presidente del Sud Africa, resistette più di ventisette anni dietro le sbarre. Quando questo “indomabile campione” di diritti umani visitò il Giappone, si rallegrò di essere accolto dai nostri giovani pieni di vita. Esprimendo una convinzione forgiata durante i suoi lunghi anni di prigionia, Mandela scrisse: «Un eroe è un uomo che, anche nelle circostanze più difficili, non si arrende».
Ci sono innumerevoli eroi nella Soka Gakkai che, con coraggio, integrità e perseveranza, hanno affrontato e superato insieme a me enormi persecuzioni. Quando, nell’aprile 1979, fui costretto a dimettermi da presidente della Soka Gakkai, una tra le prime appartenenti alla Divisione donne rimproverò un gruppo di responsabili egoisti: «Il presidente Toda ci ha raccomandato di proteggere inflessibilmente il nostro terzo presidente! Siete dei codardi!».
Buddismo significa vittoria, quindi noi dobbiamo avere fede e vincere. La nostra missione di successori è quella di portare avanti la lotta, e la nostra vittoria è il modo migliore con cui possiamo ripagare il debito di gratitudine verso il nostro maestro.
Gli “indomabili campioni” della Divisione giovani, che colgono la vera essenza dello spirito maestro-discepolo, hanno dunque intrapreso questa lotta.

Noi, che difendiamo
il sommo bene,
non perdoneremo mai e poi mai i soprusi
di chi è corrotto e senza scrupoli.

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