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Ammonimento contro l’attaccamento al proprio feudo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:32

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Ammonimento contro l’attaccamento al proprio feudo

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Fukashaku Shoryo no Koto / Shijo Kingo Dono Gohenji
Gosho Zenshu pag. 1163
Gli scritti di Nichiren Daishonin vol. 6 pag. 169

Mi è arrivata la tua lettera, datata il venticinquesimo giorno dello scorso mese, all’ora del gallo [17-19] del ventisettesimo giorno dello stesso mese. Leggendo la lettera ufficiale del tuo signore [nella quale egli ti ordina di giurare per iscritto di rinunciare alla tua fede nel Sutra del Loto], e la tua promessa che non avresti mai sottoscritto un tale giuramento, ho sentito che la fermezza della tua decisione è rara quanto riuscire a veder fiorire l’udumbara[ref]Una pianta che si dice fiorisca una volta ogni tremila anni.[/ref] e ammirevole come la fragranza del rosso bocciolo del sandalo.
Shariputra, Maudgalyayana e Mahakashyapa erano grandi arhat che avevano ottenuto i tre gradi di coscienza e i sei poteri sovrannaturali[ref]Tre gradi di coscienza: conoscere il passato, prevedere il futuro e sradicare le illusioni. Sei poteri sovrannaturali: essere ovunque si desideri, vedere ogni cosa in ogni luogo, sentire tutti i suoni, leggere nella mente delle altre persone, conoscere le vite precedenti e sradicare le illusioni.[/ref]. Per di più essi erano dei Bodhisattva che, udendo il Sutra del Loto, avevano ottenuto il primo stadio di sviluppo[ref]Il quarantunesimo dei cinquantadue stadi della pratica di un Bodhisattva. È lo stadio della gioia derivante dalla comprensione di una verità parziale. È definito come lo stadio della non regressione.[/ref] e il primo stadio di sicurezza[ref]Undicesimo dei cinquantadue stadi della pratica del Bodhisattva. A questo stadio si risveglia l’aspirazione alla Buddità. È considerato anche lo stadio di non-regressione nel perfetto insegnamento.[/ref] raggiungendo la percezione della non-nascita e della non-estinzione[ref]È lo stadio nel quale uno ha percepito che il vero aspetto di tutti i fenomeni non è né la nascita né la morte, e perciò risiede nella sicurezza.[/ref]. Tuttavia, queste persone non si ritenevano in grado di sopportare le grandi persecuzioni che avrebbero accompagnato la propagazione del Sutra del Loto nel mondo di saha durante l’Ultimo giorno della Legge e rifiutarono di assumere questo compito. Come potrebbe allora un comune mortale dell’Ultimo giorno, che non ha ancora sradicato i tre tipi di illusioni, diventare un devoto di questo sutra?
Io, Nichiren, ho potuto resistere ad attacchi con spranghe e bastoni, mattoni e pietre, all’umiliazione e alla persecuzione da parte del sovrano, ma come possono fare lo stesso i credenti laici, che hanno moglie e figli e sono ignoranti di Buddismo? Forse per prima cosa avrebbero fatto meglio a non prendere fede nel Sutra del Loto. Se essi dovessero dimostrarsi incapaci di mantenere la loro fede fino in fondo, sarebbero derisi dagli altri. Pensando a questo, ho provato pietà per voi. Tuttavia, durante le ripetute persecuzioni e le due sentenze all’esilio[ref] Il Daishonin fu esiliato a Izu dal 1261 al 1263 e a Sado dal 1271 al 1274.[/ref], tu hai dimostrato una fermezza incrollabile. Questo senz’altro è ammirevole, ma adesso, non ubbidendo all’ordine del tuo signore, tu hai giurato di mantenere la tua fede nel Sutra del Loto anche a costo di perdere i tuoi due feudi. Non trovo parole sufficienti per lodarti.
Il Budda dubitava addirittura che Bodhisattva come Fugen e Monju fossero in grado di propagare il Sutra del Loto nell’Ultimo giorno e pertanto affidò i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo a Jogyo e alle altre tre guide dei Bodhisattva della Terra. Adesso, riflettendo sul significato di tutto questo, mi domando se il Bodhisattva Jogyo non si sia reincarnato nel tuo corpo per aiutare me, Nichiren. Oppure potrebbe essere un segno della compassione del Signore Budda Shakyamuni.
Il fatto che i vassalli del tuo signore [che ti accusano] stiano diventando ancora più arroganti è sicuramente opera di Ryokan e Ryuzo[ref]Ryuzo: un prete della setta Tendai. Espulso dal tempio Enryaku-ji, ottenne la protezione di Ryokan, il patriarca del tempio Gokuraku-ji. Ryuzo fu sconfitto in un dibattito da Sanmi-bo.[/ref]. Se tu dovessi scrivere un giuramento in cui abiuri la tua fede, quella gentaglia diventerebbe solamente più arrogante di prima e certamente lo racconterebbe a tutti. Di conseguenza, verrebbe data la caccia a tutti i miei discepoli di Kamakura, fino a non farne rimanere nemmeno uno.
È nella natura dei comuni mortali non sapere cosa li aspetta in futuro. Quelli che ne sono consapevoli sono chiamati degni di lode o saggi. Tralasciando gli esempi del passato, ne citerò uno attuale. Il nobile Hojo Yoshimasa rinunziò a tutti e due i suoi domini e diventò un prete laico. Ho udito che, alla fine, egli abbandonò tutti i suoi numerosi possedimenti, lasciò figli, figlie e moglie, e si isolò dal mondo. Tu non hai né figli né fratelli su cui contare. Tutto quello che hai sono i tuoi feudi. La vita è come un sogno, nessuno può sapere se sopravviverà fino a domani. Anche se tu dovessi diventare il più misero dei mendicanti, non disonorare il Sutra del Loto. La vita è breve in ogni caso, perciò non lamentarti per la tua sorte. Come tu stesso scrivi nella tua lettera, devi agire e parlare senza il minimo accenno di servilismo. Il servilismo e l’adulazione servirebbero soltanto a danneggiarti ulteriormente. Anche se i tuoi due feudi dovessero essere confiscati o tu dovessi essere cacciato, pensa che questo è dovuto all’opera delle dieci dee, e affidati a loro senza alcuna riserva.
Se io, Nichiren, invece di essere esiliato, fossi rimasto a Kamakura, quasi sicuramente sarei stato ucciso nella battaglia[ref]Probabilmente il conflitto che scoppiò nel febbraio del 1272 tra il reggente Hojo Tokimune e il suo fratellastro Hojo Tokisuke.[/ref]. Allo stesso modo, poiché rimanere al servizio del tuo signore può risultare a tuo detrimento, il Budda Shakyamuni può avere dei buoni motivi [perché tu sia forzato ad abbandonarlo].
Ho scritto una petizione[ref]Indirizzata al signore di Ema a difesa di Shijo Kingo nel giugno del 1277 (SND, 6, 139).[/ref] in tua difesa. Ci sono alcuni preti [che sono miei discepoli a Kamakura], ma sono poco affidabili e stavo pensando di spedirla a Sanmi-bo. Però, poiché non è ancora guarito dalla sua malattia, la manderò a un altro prete in sua vece. Chiedi a Daigaku Saburo o a Taki no Taro, oppure al signor Toki[ref]Daigaku Saburo era insegnante di Confucianesimo presso lo shogunato. Si dice che si fosse convertito agli insegnamenti del Daishonin dopo aver letto il Rissho ankoku ron. Anche Taki no Taro sarebbe stato un insegnante di Confucianesimo. Toki Jonin fu uno dei principali discepoli del Daishonin nella provincia di Shimosa.[/ref], di copiare in bella copia la petizione quando ne avranno il tempo, e presentala al tuo signore. Se farai come ti dico, il tuo problema si risolverà. Non devi avere troppa fretta, al contrario, stabilisci forti legami con i tuoi compagni credenti. Quanto agli altri, lasciali protestare contro di te finché vogliono. Quindi, se decidi di presentare la petizione al tuo signore, questa notizia potrà diffondersi fino a Kamakura e forse raggiungere il reggente stesso. Questo significa cambiare la sfortuna in fortuna.
Ti ho spiegato gli insegnamenti del Sutra del Loto un po’ di tempo fa. Cose di poca importanza derivano dalla fortuna, ma un avvenimento di grande importanza certamente significa che una disgrazia si trasformerà in una grande fortuna. Se la gente leggerà questa petizione, i nemici del Buddismo saranno smascherati. Tu devi solo dichiarare concisamente: «Io non intendo lasciare il clan del mio signore e restituire il feudo di mia spontanea volontà. Però, se il mio signore dovesse confiscarmelo, la considererò come un’offerta al Sutra del Loto e come un’occasione fortunata». Dì questo in tono severo.
Non devi avere un atteggiamento servile verso il magistrato[ref]L’ufficiale che avrebbe dovuto eseguire l’ordine del signore di Ema di cacciare Shijo Kingo.[/ref]. Digli: «Questo feudo non mi è stato assegnato dal mio signore per ragioni ordinarie. Egli me lo dette perché gli salvai la vita con la medicina del Sutra del Loto quando era gravemente malato. Se lui me lo toglie, la sua malattia si ripresenterà sicuramente. Anche se egli dovesse chiedermi perdono, io non accetterò mai le sue scuse». Dopo aver detto queste parole, vattene senza indugiare.
Non partecipare ad alcuna riunione, per nessuna ragione. Sii particolarmente prudente di notte, mantieni stretti rapporti con i guardiani notturni[ref]Si pensa che costituissero la scorta di Shijo Kingo vivessero nella sua residenza. I loro possedimenti erano stati confiscati a causa della loro fede negli insegnamenti del Daishonin. Una versione li dà come i fratelli più giovani di Shijo Kingo.[/ref] e chiedi il loro aiuto. Dovresti sempre farti accompagnare da loro. Se non sei stato ancora scacciato, ci sono nove probabilità su dieci che i samurai tuoi nemici attentino alla tua vita. Non morire in modo disonorevole, per nessuna ragione.
Nichiren

Nel luglio del terzo anno di Kenji (1277), segno ciclico Hinoto-ushi

Cenni storici

Alla fine del dodicesimo secolo avvenne in Giappone un rivolgimento politico da cui uscì vincitore il clan Hojo, che stabilì la sua base a Kamakura. In quel periodo divenne molto influente a Kamakura il clan Nagoe, governato da Ema Mitsutoki. Shijo Kingo era entrato al servizio di Ema dopo la morte del padre che aveva difeso il clan da una pesante accusa di tradimento. Grazie a questo precedente e alla sua abilità nelle arti marziali e nella medicina conquistò ben presto la fiducia di Ema. Questi però era un credente della setta Shingon-ritsu e seguace di Ryokan, accanito nemico di Nichiren Daishonin e principale istigatore della sua condanna a morte poi commutata nell’esilio a Sado. Le diverse convinzioni religiose crearono molte difficoltà a Shijo Kingo, soprattutto per il fatto che il Daishonin aveva proclamato a gran voce gli errori dottrinali e la distorsione della scuola a cui apparteneva Ema.
Shijo Kingo iniziò a praticare nel 1256, due anni dopo Toki Jonin, nello stesso periodo dei fratelli Ikegami e di Kudo Yoshitaka che nel 1264 morì per proteggere il Daishonin durante l’imboscata a Komatsubara. Incoraggiandosi a vicenda e approfondendo insieme la loro fede, questi discepoli diventarono i punti di riferimento per tutti i credenti dell’area di Kamakura.
Ci sono stati tramandati più di trenta scritti destinati a Shijo Kingo. Il primo è del maggio 1271, scritto in occasione della nascita della figlia Tsukimaro. Pochi mesi dopo, nel settembre del 1271 vi fu la persecuzione di Tatsunokuchi dove il Daishonin stava per essere decapitato. In quell’occasione Kingo, che abitava nelle vicinanze, accorse al fianco del maestro pronto a morire con lui. Questo episodio rafforzò moltissimo il rapporto tra i due tanto che il Daishonin lo cita in diversi scritti tra cui La persecuzione di Tatsunokuchi scritto poco dopo l’evento ma anche I tre tipi di tesori scritto nel settembre 1277. Allo stesso periodo, 1277 appartiene anche Ammonimento contro l’attaccamento al proprio feudo, scritto all’insorgere di un grave problema per Shijo Kingo.

Spiegazione

Mi è arrivata la tua lettera, datata il venticinquesimo giorno … del rosso bocciolo del sandalo.

Per quanto fosse un fedele vassallo, Shijo Kingo si considerava prima di tutto discepolo di Nichiren e non esitava a proclamare la sua fede. Nel 1274, nel periodo in cui il Daishonin si ritirava sul monte Minobu, cercò di convertire Ema al Buddismo e per questo fu lodato dal suo maestro in Esponendo questo insegnamento al tuo signore hai evitato la colpa di complicità. Da quel momento tuttavia divenne oggetto di persecuzioni sempre più pressanti da parte degli altri samurai e del suo signore. La situazione precipitò quando nel giugno del 1277 Shijo Kingo accompagnò un discepolo del Daishonin, Sanmi-bo, a un pubblico dibattito con Ryuzo-bo, discepolo di Ryokan. Il sistema dei dibattiti pubblici era molto in voga all’epoca e serviva a dimostrare pubblicamente la superiorità o l’inferiorità di una dottrina o di un prete. I dibattiti erano quindi molto rispettati e protetti dalle autorità. Sanmi-bo sconfisse con facilità Ryuzo-bo sostenendo la superiorità del Sutra del Loto rispetto agli insegnamenti di Honen, fondatore della scuola Nembutsu. Rabbiosi per la sconfitta e invidiosi della posizione di Kingo presso Ema, alcuni samurai riferirono falsamente che questi aveva disturbato il dibattito con alcuni soldati armati. Ed Ema reagì chiedendogli ufficialmente di rinunciare alla sua fede pena la perdita di tutte le sue proprietà. La cronaca del dibattito si trova nella lettera di petizione a Ema che il Daishonin scrisse a nome di Shijo Kingo, Lettera di petizione di Yorimoto.
Al momento in cui fu scritto Ammonimento contro l’attaccamento al proprio feudo, Shijo Kingo aveva raccontato tutto al Daishonin, giurando di non abbandonare la fede e questi lodò al massimo il suo discepolo per la fermezza della sua decisione. A quell’epoca perdere le proprietà significava perdere tutto compreso l’onore e ridursi a livello di un mendicante. Inoltre Shijo Kingo aveva moglie e figli ed era abituato a un tenore di vita agiato. Doveva sicuramente avere una fede molto forte per rispondere senza esitazioni come fece.

Shariputra, Maudgalyayana e Mahakashyapa … Non trovo parole sufficienti per lodarti.

Per lodare ulteriormente il coraggio del suo discepolo, il Daishonin mette in evidenza la differenza tra i discepoli del Budda descritti nel Sutra del Loto, potenti, saggi e virtuosi, e i comuni mortali che devono propagare la Legge nell’Ultimo giorno, apparentemente deboli, incapaci e sciocchi. Nell’epoca di mappo i discepoli del Budda non sono necessariamente persone virtuose, erudite e sagge, sono persone comuni, che vivono nei dieci mondi e ne manifestano le cause e gli effetti, le gioie, le paure e i veleni. Nel Giappone del dopoguerra tanti si rivolgevano al Buddismo per trovare conforto alle disgrazie che li avevano colpiti e nei primi anni del suo sviluppo la Soka Gakkai era considerata una organizzazione di poveri e di malati. Adesso i disgraziati di allora hanno trasformato il loro destino e hanno propagato il Buddismo in tutto il mondo. È nelle passioni della gente comune che fiorisce l’umanesimo buddista, sono i miglioramenti personali e le prove concrete mostrate dai credenti che testimoniano la validità di questa religione. Anche Nichiren Daishonin nacque in un’umile famiglia di pescatori per dimostrare l’universalità della Legge e la sua sensibilità e premura verso le persone comuni fanno di lui un maestro universale.
Solo persone ordinarie possono propagare il Buddismo tra le persone ordinarie comprendendone i bisogni e i desideri. Quindi dal punto di vista della propagazione mondiale della Legge, l’essere persone comuni non è un punto di debolezza ma di forza. Sono le persone comuni i veri maestri della Legge. Sono state proprio persone come Shijo Kingo e gli altri discepoli di Kamakura, i martiri di Atsuhara, e i membri della Soka Gakkai in tempi moderni, che si sono dimostrati veri discepoli del Budda, capaci di affrontare sofferenze per il bene della Legge. Nichiren Daishonin incontrò grandi persecuzioni ma anche i suoi discepoli furono vessati e attaccati dalle autorità e dai credenti delle altre scuole. Ma nei suoi scritti egli li incoraggia sempre ad affrontare, come lui, con coraggio e convinzione quegli attacchi spiegando che solo grazie alle difficoltà incontrate per amore della Legge una persona può espiare il proprio karma negativo e ottenere la Buddità.

Il Budda dubitava addirittura … un segno della compassione del Signore Budda Shakyamuni.

Nel capitolo quindicesimo del Sutra del Loto il Budda rifiuta l’offerta di propagare la Legge nelle epoche future da parte dei grandi Bodhisattva presenti e annuncia invece di aver preparato allo scopo un grandissimo numero di altri bodhisattva. A quel punto la terra si apre ed emerge una quantità inimmaginabile di discepoli, di aspetto maestoso, che Shakyamuni presenta come i suoi discepoli dall’infinito passato, i Bodhisattva della Terra. Alla loro testa erano quattro guide: Jogyo, Muhengyo, Jyogyo e Anryugyo. Ognuno di essi rappresenta una qualità: felicità, eternità, vero io e purezza. I partecipanti all’assemblea non capivano cosa stava accadendo. Nessuno si aspettava questa apparizione e questa rivelazione. Da quel momento comincia l’insegnamento essenziale del Sutra del Loto che inizia con il capitolo successivo, Durata della vita del Tathagata ed espone la durata infinita della vita del Budda che accomuna tutti gli esseri.
Secondo il Gran Maestro T’ien-t’ai i Bodhisattva della Terra dimorano nella «profondità ultima della vita, che costituisce la realtà assoluta». Essi incarnano l’energia fondamentale della vita e dell’universo, la legge di Nam-myoho-renge-kyo. Sono chiamati Bodhisattva per rispettare la relazione maestro-discepolo con Shakyamuni ma in realtà sono tutti Budda. Sono le persone dell’Ultimo giorno della Legge che aspettano di essere risvegliate alla loro intrinseca natura di Budda.
Quando facciamo “emergere i Bodhisattva della Terra” che dimorano nelle nostre vite, siamo in grado di rompere il guscio del piccolo io che ci limita.
Con la convocazione dei Bodhisattva della Terra il quindicesimo capitolo guida tutti gli uomini a ricercare lo splendore originale della propria vita, il loro grande io.
Nel paragonare Shijo Kingo al Bodhisattva Jogyo il Daishonin intende ricondurlo alla sua missione: propagare la Legge come promesso dai Bodhisattva della Terra. Di fronte a qualsiasi condizione negativa dovremmo ritornare sempre alla nostra missione. Quando si comprende che le difficoltà che stiamo incontrando ci servono per realizzare una missione specifica allora possiamo sentire una nuova energia e entusiasmo percorrere la nostra vita. Ognuno ha un karma che è solo suo e alla luce dell’insegnamento del Daishonin si comprende che un bodhisattva affronta volontariamente il proprio karma per aprire agli altri la strada della fede. Così il karma si trasforma in missione.

Il fatto che i vassalli del tuo signore … sono chiamati degni di lode o saggi.

Il Daishonin dette specifici consigli a Shijo Kingo pervasi da una profonda conoscenza del mondo secolare. Di fronte agli attacchi la sola possibilità è lottare per dimostrare la giustizia. Anche se potrebbe venir voglia di ritirarsi dalla lotta, finché non si è vinto questo peggiorerebbe ulteriormente la situazione.
Quando si affronta una difficoltà bisogna andare fino in fondo, insegna il Daishonin. La saggezza che aveva ottenuto gli permetteva di comprendere con chiarezza il funzionamento di tutti gli affari del mondo Ne Il vero oggetto di culto si legge: «T’ien-t’ai dice: “Osservando la furia della pioggia possiamo capire la mole del drago che l’ha causata e osservando la fioritura del loto si può conoscere la profondità dello stagno”. Miao-lo dice: “I saggi riconoscono i presagi e ciò che preannunciano, così come i serpenti conoscono la via dei serpenti” […] se si conosce il Sutra del Loto si possono comprendere gli affari di questo mondo». Nella vita è molto importante sviluppare questo tipo di saggezza che si adatta alle circostanze mutevoli e deriva dalla fede. È la saggezza innata in ogni persona che emerge pulendo lo specchio della nostra vita attraverso la recitazione del Daimoku e la dedizione alla Legge. Il Daishonin sta incoraggiando Shijo Kingo a vivere con saggezza e non farsi trasportare dalla circostanze immediate.

Tralasciando gli esempi del passato, ne citerò … [perché tu sia forzato ad abbandonarlo].

I figli di Shijo Kingo erano ancora troppo giovani e i fratelli lo avevano abbandonato. Le sue sole proprietà erano i due feudi che stavano per essere confiscati. In quel momento poteva contare solo su se stesso e la sua fede e il Daishonin lo incoraggia a «non disonorare il Sutra del Loto» e a non lamentarsi per la propria sorte. Quando si incontrano grandi difficoltà si è portati a recriminare e a lamentarsi ma questo peggiora soltanto la situazione.
Commentando questo brano Ikeda osserva: «Disonorare il Sutra del Loto significa sostituire il dubbio alla fede e finire con l’offondere la Legge. Il Daishonin parla di “disonore” perché niente potrebbe essere più stupido e vergognoso di mutare la propria determinazione interiore dal bene al male, dalla natura del Dharma all’ignoranza, a causa dell’attaccamento, nel caso di Shijo Kingo, ai propri possedimenti […] Quando il cuore di una persona è saldamente rivolto al bene, non gli occorre alto che andare avanti fino in fondo per ottenere la vittoria». La direzione del cuore è la cosa più importante, quella che decide tutto. Ne I tre tipi di tesori scritto poco dopo, si legge: «Il tuo volto porta i segni di un temperamento focoso. Ma sappi che gli dèi non proteggono una persona irascibile, anche se la ritengono importante”, “Vivi in modo che tutte le persone di Kamakura lodino Shijo Kingo per la devozione al suo signore, al Buddismo e per la bontà d’animo verso gli altri. Più preziosi dei tesori di un forziere sono i tesori del corpo, e prima dei tesori del corpo vengono quelli del cuore. Dal momento in cui leggerai questa lettera sforzati di accumulare i tesori del cuore».
Il Daishonin conosceva bene l’animo umano e in particolare quello del suo discepolo e sapeva che la cosa più difficile è controllare il cuore per evitare di commettere sciocchezze come diventare servile nel tentativo di impietosire i nemici o al contrario scatenarsi con violenza. Qui sta dicendo anche se tutto sembra perduto mantieni una fede ferma, non lamentarti e sii convinto che la situazione si trasformerà.

Ho scritto una petizione in tua difesa. … Non morire in modo disonorevole, per nessuna ragione.

Mentre si preoccupava di sostenere la fede del suo discepolo il Daishonin intervenne direttamente scrivendo una lettera da indirizzare a Ema da parte di Shijo Kingo. In essa, con argomentazioni inoppugnabili, dichiara come erano andate veramente le cose durante il dibattito invitando a una verifica con chi era presente. In questa lettera di petizione il Daishonin dimostra la validità del suo insegnamento e la fallacia delle scuole Nembutsu e Shingon-ritsu. Per questo afferma «se la gente leggerà questa petizione i nemici del Buddismo saranno smascherati». L’affermazione «Questo significa cambiare la sfortuna in fortuna» si riferisce alla possibilità offerta da questo incidente di dimostrare a tutti la superiorità del Sutra del Loto.
Anche la frase che segue «Cose di poca importanza derivano dalla fortuna, ma un avvenimento di grande importanza certamente significa che una disgrazia si trasformerà in una grande fortuna» si riferisce allo stesso principio. I piccoli benefici derivano dalla fortuna ma i grandi cambiamenti e le grandi vittorie si ottengono solo affrontando e superando grandi difficoltà. Se si guardano le cose con questo spirito positivo possiamo realmente cogliere ogni sfida della vita per ottenere un vantaggio anche da apparenti minacce o sconfitte.
In effetti, seguendo i consigli del maestro, alla fine Shijo Kingo capovolse la sua situazione. Pochi mesi dopo questa lettera Ema si ammalò gravemente e fu costretto a ricorrere di nuovo alle sue cure; grazie all’abilità e alla premura di Kingo, Ema guarì e rinnovò la fiducia nel suo vassallo ricompensandolo con un feudo tre volte più grande del precedente. Nel Gosho Virtù invisibile e ricompensa visibile lo stesso Daishonin riassume i motivi che permisero al discepolo di trasformare il veleno in medicina: «Come ho detto precedentemente, le virtù invisibili portano retribuzioni visibili. I tuoi colleghi hanno parlato male di te a Ema ed egli ha creduto a essi, ma con la tua lealtà e con il sincero e forte desiderio di salvare il tuo signore per la prossima vita, hai continuato a sviluppare la tua fede e così hai ottenuto questo beneficio.
E questo non è che l’inizio: sii sicuro che la tua grande ricompensa deve ancora venire».

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