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Amicizia è crescere insieme - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:33

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    Amicizia è crescere insieme

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    Questa volta tocca al Piemonte raccontarsi affrontando due temi cari ai ragazzi e alle ragazze della Divisione futuro: l’amicizia e come affrontare le avversità.
    «Desideriamo che i giovanissimi emergano e crescano insieme ai ragazzi della Divisione giovani – ci raccontano i responsabili piemontesi – e che tutti insieme creino un rapporto basato sulla fiducia reciproca. Costruire legami di amicizia attraverso la pratica è importante perché ciò che si costruisce in gioventù sarà una solida base per tutta la vita. Allo stesso tempo questi legami indelebili saranno le fondamenta per la Soka Gakkai del futuro».
    Nel libro a loro dedicato, Protagonisti della nuova era, Ikeda affronta il tema dell’amicizia parlando del legame tra i personaggi del romanzo La città eterna di Hall Caine e scrive: «La grandezza dell’amicizia tra Rossi e Bruno risiede nella forza della fiducia che nutrivano l’uno nell’altro e nell’impegno di condividere gli ideali di verità e giustizia».

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    Per conoscere il Gosho

    «Devadatta ebbe il posto supremo fra i buoni amici del Tathagata Shakyamuni. Anche in quest’epoca non sono gli alleati, ma i potenti nemici, coloro che aiutano una persona a progredire» (Dal Gosho Le azioni del devoto del Sutra del Loto, RSND, 1, 685)

    Stefano: Questo incoraggiamento di Nichiren è importantissimo soprattutto per noi giovani che stiamo crescendo. Un anno fa se mi avessero detto: «Guarda che le difficoltà, i tuoi nemici, in realtà, sono i tuoi alleati», non ci avrei creduto. Ma più vado avanti e più sento che affrontare le avversità mi permette di costruire il mio carattere come se mettessi ogni giorno dei mattoncini uno sull’altro. L’importante per me è recitare Daimoku per mantenere uno stato vitale tale da riuscire a dire: «Bene, c’è un problema, devo solo trovare il modo di risolverlo».

    Eva: Personalmente ho imparato molto di più dalle situazioni difficili e dai periodi negativi che dai momenti belli. Quando riesco a superare un brutto periodo dico: «Wow, ce l’ho fatta!» e se in seguito ci rifletto mi accorgo anche di quello che ho imparato.

    Alessia: Infatti secondo me è importante essere grati alle avversità che affrontiamo nella vita, anche se non è facile.

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    Con un amico tutto è più facile
    di Daisaku Ikeda, tratto da Protagonisti della nuova era, “L’amicizia è un tesoro”, pag. 44

    Daisaku Ikeda: Io ripongo grande fiducia nell’amicizia. Vorrei condividere con voi le parole dell’antico filosofo romano Cicerone: «L’amicizia, dunque, fa più splendida la buona sorte e più lieve, condividendola e mettendola in comune, l’avversa» (Cicerone, Laelius De Amicitia).

    Mirai Journal: Cicerone era un uomo leale che combatté contro l’ingiustizia per aiutare coloro che soffrivano a causa della guerra e della tirannia. Come risultato, fu odiato e perseguitato da persone inique.

    Ikeda: Sì. E furono i veri amici che lo incoraggiarono e lo sostennero durante quei tempi di lotta. Egli fu in grado di continuare a lottare poiché aveva dei buoni amici. È più piacevole ridere con un amico che ridere da soli. Un amico che si unisce a noi quando vinciamo raddoppia la nostra gioia. Avere un amico che ascolta i vostri problemi può essere di grande conforto. Quando state affrontando delle difficoltà o una situazione dolorosa, avere un amico che vi dica «non preoccuparti, andrà tutto bene», può riscaldare e rinvigorire il vostro cuore e darvi la forza di affrontare la situazione. Gli amici sono dei tesori. Sono dei soli di speranza che brillano, stelle luminose nei cieli delle avversità. Sono una brezza fresca e confortante, una primavera che sboccia nei cuori e li cura. Allo stesso modo, l’amicizia è la robusta nave del coraggio che ci permette di navigare insieme verso i nostri sogni, è un potente motore di saggezza per volare nel vasto mondo.

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    La mia passione / L’amicizia
    Legami da coltivare
    Stefano, 18 anni

    Per il 16 marzo abbiamo fatto attività con l’obiettivo di approfondire i nostri legami di amicizia e crearne di nuovi. Dal lunedì alla domenica ci vedevamo per recitare tutti insieme un’ora di Daimoku, per parlare e conoscerci. Nella mia vita stavo soffrendo per una situazione con il mio gruppo di amici. Mi sentivo sempre a disagio, sempre fuori dal coro e mi sforzavo di adeguarmi cambiando degli aspetti miei. Ero talmente concentrato sul riuscire a stare in quel gruppo e a costruire un’amicizia con loro a tutti i costi che non vedevo tutte le altre belle persone che mi circondavano. Penso che per noi giovani l’amicizia sia un punto fondamentale su cui riflettere. L’altro giorno mia mamma mi ha raccontato che una sua collega aveva fatto tardi al lavoro. Il treno sul quale si trovava era fermo, ma non si trattava di un semplice guasto. Quella mattina un ragazzo di soli diciassette anni aveva deciso di togliersi la vita. La cosa che più mi ha sconvolto di questa vicenda è stata l’incredibile solitudine che secondo me doveva provare quel ragazzo, talmente insostenibile da spingerlo a porre fine alla sua giovanissima vita.
    Penso che la solitudine sia molto presente in quest’epoca soprattutto tra i giovani e che coltivare le amicizie sia importante. L’amicizia è avere una persona che rimane al tuo fianco e ti aiuta in qualsiasi circostanza, buona o cattiva e che non ti lascia solo. Nella pratica buddista mi stupisco quando penso che un ragazzo di diciotto anni come me possa confrontarsi con ragazzi spesso molto più grandi. Questo salto generazionale all’inizio lo sentivo, poi, dopo essersi conosciuti, tutto è venuto meno: non ci sono differenze.

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    Le nostre storie
    Anch’io posso reagire
    Giulia, 18 anni

    Ho iniziato a recitare nel maggio 2012, in un frangente molto delicato. Mia madre era appena stata dimessa dopo mesi di ospedale che l’avevano resa fragile fisicamente e psicologicamente; un anno prima le era stato diagnosticato un cancro alla mandibola.
    Tutto questo periodo mi aveva lasciato con un grande senso di vuoto. Fu allora che incontrai Luca, un amico con il quale ero cresciuta ma che non vedevo da tempo. Luca è un ragazzo dinamico, intelligente, colmo di vitalità, quella stessa energia di chi ha chiaro il suo percorso e continua a lottare, ciò che io avevo perso nella lotta della mamma contro il cancro. Mi parlò della pratica buddista e cominciai subito, mi sentivo incoraggiata dal suo modo di essere.
    Nella mia vita tutto quello che facevo passava dal pensiero “io non posso farlo”, soffrivo e mi sentivo troppo poco per i miei genitori, troppo poco per i miei pochi amici, troppo poco per affrontare il liceo che stavo facendo. Decisi così di recitare Daimoku per sentire il mio valore e per smettere di ascoltare la parte di me che cercava di farmi sentire sempre sbagliata.
    Erano tanti i momenti di sconforto ma in quei casi, leggendo gli incoraggiamenti del maestro, ho compreso che nella vita tutto ha un perché, che gli eventi spesso non possono essere controllati, e che c’era una sola cosa che potevo fare: reagire e perseverare. Quando riuscii a farlo, quando reagii, mia madre ha cominciato a mostrare segni di miglioramento e incoraggiata dal mio cambiamento ha deciso di cominciare anche lei a praticare. Oggi mi sento piena di vita, ho molti amici e mi impegno in tutto ciò che faccio cercando di dare il massimo, e questo, ho capito, è per me la cosa più importante.

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    Le nostre storie
    Di mia spontanea volontà
    Andrew, 17 anni

    Pessimista e insicuro, dopo aver vissuto per parecchi anni con mia madre, decisi di andare a vivere da mio padre, e questo cambiamento fece soffrire molto mamma. Dopo una grande litigata scoppiò un conflitto molto acceso e per un periodo di quasi nove mesi non ebbi più nessun contatto con lei. Soffrivo molto e anche se desideravo risolvere questa situazione non sapevo come fare.
    Così ricominciai a praticare, avevo già recitato qualche tempo prima ma questa volta andavo di fronte al Gohonzon per qualcosa che sentivo veramente; volevo a tutti i costi cambiare la situazione che stavo vivendo. Cominciai a recitare costantemente tutti i giorni Gongyo e almeno mezz’ora di Daimoku. Dopo quindici giorni trovai il coraggio di incontrare mia madre per ricostruire il nostro rapporto. Contento per questo risultato desiderai che lei si riavvicinasse anche alla pratica, visto che aveva smesso da qualche anno. Ancora oggi questo desiderio non si è realizzato ma il giorno che sono diventato membro abbiamo recitato insieme Daimoku e Gongyo. Ero felice!
    Ogni giorno sento crescere il mio stato vitale e piano piano sto superando la mia insicurezza grazie anche all’aver conosciuto i giovani del mio settore e al sostegno di mio padre che è stato per me come un maestro.
    Sono contento di aver intrapreso questo percorso. Anche se mantenere una fede forte e salda nonostante tutte le difficoltà quotidiane è davvero difficile, sembrerà azzardato, ma sono sicuro che riuscirò a continuare a praticare, migliorando giorno per giorno. Sto recitando Daimoku per creare valore nella mia città: mi sono accorto che tante persone sono senza speranza. Vorrei diventare anche un faro nella mia famiglia.

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