Occorre una filosofia potente in grado di cambiare la vita delle persone a un livello più profondo per affrontare i malesseri che affliggono il pianeta terra. La base di questa filosofia è la compassione buddista
«Nichiren dichiara che le sofferenze [comuni] che tutti gli esseri viventi sperimentano […] sono le sofferenze di Nichiren»
(Rimostranza a Hachiman, WND, 2, 934).
È di nuovo primavera e il “ciliegio della gioventù”, davanti alla sede centrale della Soka Gakkai a Shinanomachi, è in fragrante fioritura. Il maestoso albero ha quasi la stessa età della Soka Gakkai, che nel 2010 festeggerà l’ottantesimo anniversario della sua fondazione. Gli alberi di ciliegio sono in fiore anche al Makiguchi Memorial Hall di Hachioji, in molte delle nostre comunità e nei Centri culturali in tutto il Giappone, compreso il Centro culturale Ota nel mio paese natale, l’Università Soka e le scuole Soka sia a Tokyo sia nel Kansai.
Il 2 aprile, che arriva sempre accompagnato dalla fioritura dei ciliegi, è l’anniversario della morte del mio maestro Josei Toda. Sono passati cinquantun’anni. Da allora ho sempre mantenuto un incessante dialogo interiore con lui mentre intraprendevo una battaglia dopo l’altra come suo discepolo, unito a lui da un legame eterno e indistruttibile che trascende la vita e la morte.
Alle origini del nostro movimento, Toda disse: «Lo scopo della nostra pratica buddista è quello di godere della felicità per l’eternità. […] La stessa attività dell’universo è la quintessenza dell’azione compassionevole. Allo stesso modo, condividere il Buddismo del Daishonin con gli altri è un atto di compassione. Le azioni basate sulla compassione costituiscono “il lavoro del Budda”. Non c’è lavoro più nobile di questo, perché attraverso i nostri sforzi siamo in grado non solo di realizzare una felicità durevole per noi stessi, ma di offrire la stessa possibilità ad altre persone in situazioni di povertà e indigenza.
Aiutare gli amici che stanno lottando contro le sofferenze fondamentali, parlando loro delle nostre convinzioni e guidandoli al regno della fede nella Legge mistica, è un atto di compassione estremamente ammirevole. Utilizzare le nostre voci per svolgere “il lavoro del Budda” come inviati di Nichiren Daishonin, il Budda dell’Ultimo giorno della Legge, è l’azione maggiormente degna di rispetto.
La necessità di una filosofia di trasformazione interiore
In Rimostranza a Hachiman il Daishonin scrive: «Il Sutra del Nirvana afferma: “Le sofferenze differenti che tutti gli esseri viventi affrontano sono sofferenze del Tathagata”. E Nichiren dichiara che le sofferenze [comuni] che tutti gli esseri viventi sperimentano […] sono le sofferenze di Nichiren»1 (WND, 2, 934).
Il passo del Sutra del Nirvana sopra citato elogia l’infinita capacità di compassione del Budda che, vedendo la gente soffrire, sente quelle sofferenze come se fossero le proprie. Per “sofferenze differenti” di tutti gli esseri viventi si intendono i molteplici dolori che le persone sperimentano nella vita, che il Budda Shakyamuni accolse come propri e tentò di risolvere. Il Daishonin porta questo concetto un po’ oltre, riferendosi alle “sofferenze comuni di tutti gli esseri viventi”, chiarendo che le diverse sofferenze degli esseri viventi nascono essenzialmente dall’unica causa dell’offesa alla Legge, e dichiara risolutamente di essersi assunto il compito di trovare il modo di superarle.
Attraverso i nostri sforzi per insegnare agli altri i princìpi e gli ideali del Buddismo del Daishonin nell’Ultimo giorno della Legge – un’epoca dominata dai tre veleni di Avidità, Collera e Stupidità – noi affrontiamo queste sofferenze comuni e apriamo la strada alla nostra e all’altrui felicità.
In un altro scritto il Daishonin dichiara: «La carestia si verifica come conseguenza dell’Avidità, la pestilenza come effetto della Stupidità e la guerra come risultato della Collera. Al momento la popolazione del Giappone conta 4.994.828 fra uomini e donne; ogni persona è diversa, ma tutti sono infettati dai tre veleni» (Re Rinda, RSND, 1, 880).
Questo passaggio descrive la stretta interrelazione tra la vita degli esseri umani e gli eventi che si verificano nella società e nell’ambiente. Il Daishonin asserisce che le carestie, le pestilenze e le guerre avvengono a causa del prevalere dei tre veleni nella vita delle persone. Considerata da questa prospettiva, dunque, la storia umana è stata sempre un tragico ciclo di cause ed effetti negativi, di gente fomentata dai tre veleni che si odia e si ferisce reciprocamente. Per poter mettere fine a questo triste stato di cose e trasformare il nostro pianeta in un regno di convivenza pacifica è assolutamente necessaria una filosofia potente, in grado di cambiare la vita delle persone al livello più profondo. Questa filosofia non è altro che il Buddismo di Nichiren Daishonin, con il suo insegnamento della grande Legge di Nam-myoho-renge-kyo, che noi della SGI pratichiamo.
Il Daishonin afferma che le sofferenze di tutti gli esseri umani sono le sofferenze di Shakyamuni e le sue stesse sofferenze. Entrambi si sono fatti carico da soli delle afflizioni di tutta l’umanità, e hanno dedicato le loro vite a insegnare e a diffondere la Legge per aiutare gli esseri umani a superare tali sofferenze.
Basta una sola persona. Una grande storia è fatta sempre da grandi individui la cui opera è portata avanti e diffusa dai successori, o discepoli, che ne condividono lo spirito.
Il tema principale del mio romanzo La rivoluzione umana è riassunto nella frase: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità». Questa frase esprime anche il voto di coloro che, uniti dai legami di maestro e discepolo nel regno della fede, praticano gli insegnamenti del Daishonin nell’epoca presente.
La saggezza ha origine dalla compassione
Cos’è esattamente la compassione del Budda? Nel Trattato sulla grande perfezione della saggezza, Nagarjuna esamina il termine genericamente utilizzato nel Buddismo per la parola compassione – jihi in giapponese – spiegando che il carattere cinese ji, o pietà, significa trasmettere gioia alle persone, mentre hi, o compassione, significa alleviare le loro sofferenze. Trovare il modo per alleviare le sofferenze e trasmettere gioia, così che tutti possano ottenere l’Illuminazione, è espressione della compassione del Budda.
Identificarsi con il dolore e le angosce degli altri è diverso da un semplice sentimento di pietà. In definitiva, l’unico modo che ognuno di noi ha per superare realmente i propri problemi è quello di raccogliere il potere dal profondo della propria vita per alzarsi con forza e sfidare quei problemi. Toda faceva notare: «Non potete aiutare nessuno in modo veramente significativo semplicemente dicendogli quanto vi dispiace. Diventate responsabili capaci di offrire aiuto e incoraggiamento in modo autentico, basandovi sulla fede. Dovreste parlare apertamente e quindi recitare Daimoku insieme alla persona che state incoraggiando». La vera compassione buddista non ha nulla a che fare con il sentimentalismo o con la semplice pietà, perché il sentimentalismo, o la mera pietà, non possono aiutare l’altra persona a vincere nella vita; non possono realmente alleviare le sofferenze e trasmettere gioia perché non risolvono il problema fondamentale dal punto di vista delle “sofferenze comuni”.
«La compassione genera saggezza», continuava Toda. «La compassione di voler aiutare gli altri a superare i loro problemi farà scaturire la saggezza necessaria per capire quale sia il miglior modo di procedere».
Il Buddismo è una lotta per diventare vincitori, e nella stessa direzione vanno anche le nostre esistenze e il nostro impegno nella società. Il Daishonin incoraggiava i suoi discepoli con compassione e severità allo stesso tempo, per spronarli a manifestare il potere del Budda e a raggiungere concretamente la felicità.
Coraggio e compassione
La compassione del Budda potrebbe essere descritta come un appassionato e incontenibile desiderio di risvegliare la vita delle persone e aiutarle a scoprire la loro innata capacità di ottenere la vittoria assoluta. Il Daishonin intraprese da solo la battaglia per confutare il falso e rivelare il vero all’interno del Buddismo. Resistendo a tutti i tipi di persecuzione, compresi l’odio e la gelosia della gente in tutto il paese, avanzò per aprire la strada suprema per l’Illuminazione di tutto il genere umano.
Il Daishonin afferma: «La “grande compassione” è come l’amore e la compassione che una madre nutre per il figlio. Attualmente è l’amore e la compassione di Nichiren e dei suoi seguaci» (BS, 111, 40). Quando i discepoli uniscono i loro cuori con quello di un maestro di grande compassione, possono sviluppare la capacità di alleviare le sofferenze delle persone e infondere loro gioia. Perciò, lo spirito di maestro e discepolo nel Buddismo è fonte di illimitata compassione.
Toda dichiarò: «Il Daishonin è un Budda di grande compassione, che non ha confronti. Dovremmo far conoscere la sua compassione onnicomprensiva in tutto il mondo». La via diretta per realizzare questa impresa si trova nei nostri vibranti sforzi quotidiani per arrivare alle altre persone attraverso il dialogo buddista.
Sin dagli esordi del nostro movimento i membri della Soka Gakkai si sono immedesimati nelle sofferenze degli altri, pregando per la loro crescita e felicità e parlando con grande convinzione dei princìpi e degli ideali del Buddismo, aiutando molte persone a trasformare profondamente la loro vita conducendole alla fede nella Legge mistica. Non importa quanto fossero denigrati e scherniti, i membri non sono mai arretrati nei loro sforzi, sempre pronti a correre al fianco di coloro che soffrivano per sostenerli calorosamente. Hanno continuamente incoraggiato gli altri a diventare felici attraverso la pratica del Buddismo del Daishonin, assicurandoli che sarebbero riusciti a superare tutti gli ostacoli. Questi sono davvero gli sforzi coraggiosi e perseveranti di un Budda.
Toda diceva: «In quanto comuni mortali, a volte ci può risultare difficile richiamare la nostra compassione, ma noi possiamo sostituire la compassione con il coraggio. Il coraggio di affermare la verità equivale alla compassione. Sono i due lati della stessa moneta, e la “testa” di quella moneta è il coraggio». Diceva anche: «Se parlerete del Buddismo del Daishonin guidati da questo spirito di coraggio e compassione, gli altri non mancheranno di darvi ascolto. Perfino il bambino più testardo non può resistere all’amore di una madre».
La nostra rete di compassione coraggiosa è estesa oggi a centonovantadue paesi. In nessun luogo si può trovare un’organizzazione meravigliosa come la SGI, che si sforza con passione per sostenere tutte le persone con calore e portare loro speranza.
N. Radhakrishnan, eminente studioso gandhiano con il quale ho pubblicato un dialogo, una volta disse a un gruppo di giovani della SGI: «La rivoluzione umana inizia con l’alleviare le sofferenze degli altri e dare loro gioia».
Superare i problemi
L’età giovanile è un periodo di interminabili preoccupazioni e ansietà. Ma solamente vincendo sui problemi e sugli ostacoli della vita possiamo diventare veramente forti. Se andasse sempre tutto bene, cresceremmo viziati e compiaciuti e saremmo incapaci di costruire solide fondamenta per la nostra vita. Solo sperimentando in prima persona la sofferenza potremo comprendere le afflizioni degli altri e approfondire la nostra compassione.
Incontrare molte avversità e sfide nel corso della realizzazione della nostra missione per kosen-rufu è di per sé una onorevole lotta per sconfiggere le “sofferenze comuni di tutti gli esseri viventi”. Le nostre vittorie ispireranno molte persone e costituiranno una fonte di speranza per i nostri successori. Per i responsabili, sperimentare difficoltà e dimostrare di averle sconfitte è una prova di compassione.
I giovani della SGI, che avanzano rapidi con l’appassionato spirito di condividere il Buddismo del Daishonin con gli altri, sono grandi campioni nell’alleviare la sofferenza e dare gioia, sfidando le sofferenze comuni a tutta l’umanità.
Makiguchi affermò severamente: «La fuorviante opinione che sia accettabile comportarsi male o in modo disonesto fintanto che non si trasgredisce la legge è causa di molti dei mali che affliggono la società oggi e, di conseguenza, dell’abbondare di ipocriti moralisti». Agire egoisticamente, senza pensare alle conseguenze per gli altri, o fare qualunque cosa ci piaccia purché non veniamo scoperti: tali forme di individualismo e corruzione sono diffuse nella società attuale. Esaminate in questa luce, le azioni altruistiche dei membri della Soka Gakkai, al pari delle azioni dei Budda e dei bodhisattva, sono indescrivibilmente nobili. E proprio questo è il motivo per cui siamo bersaglio di invidie e insulti.
Toda dichiarò: «La Soka Gakkai è il regno più gioioso e armonioso dell’intero universo. Non dobbiamo assolutamente permettere che le funzioni demoniache lo distruggano».
Il Buddismo non ha frontiere
La Soka Gakkai, che Toda definiva come più preziosa della sua stessa vita, oggi riceve messaggi da leader e pensatori giapponesi e di tutto il mondo, che esprimono il loro immenso sostegno e le loro enormi speranze per il nostro movimento. I tempi sono senza dubbio cambiati.
Marietta Stepanyants, direttore del Centro di studi di filosofia orientale all’Istituto di filosofia dell’Accademia russa delle scienze di Mosca, ha detto: «Il Buddismo rappresenta l’unico esempio di religione mondiale che sia riuscita a diffondere il proprio messaggio in tutto il globo senza l’impiego di alcuna violenza o forza militare. Gli unici mezzi impiegati sono stati le parole (cioè gli insegnamenti) e le azioni (il comportamento mostrato da coloro che hanno scelto la via buddista)».
È un’osservazione veramente acuta. La storia della trasmissione del Buddismo – attuata esclusivamente per mezzo del “potere morbido” delle parole e del comportamento dei suoi praticanti – è una splendida testimonianza del trionfo dello spirito umano.
La vittoria del dialogo sulla forza militare, della gente sull’autoritarismo, della convinzione sul dubbio, della compassione sull’odio e della saggezza sulla falsità: la nostra pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin è al primo posto nella realizzazione di tali princìpi. Il nostro movimento globale incentrato sulla pace, sulla cultura e sull’educazione è la concretizzazione della grande compassione e saggezza del Buddismo. Poiché il nostro movimento si basa su questa suprema filosofia di vita, ha una profondità completamente diversa rispetto ad altri movimenti simili del passato. A prescindere da quanto siano elevati gli ideali di un’organizzazione, se questa manca di una solida filosofia di vita, o visione della vita e della morte, sarà ostacolata da emozioni negative come la sfiducia, la gelosia e l’odio e finirà per disgregarsi in fazioni e poi per distruggersi. La storia ne dà chiara testimonianza.
Il Buddismo concentra l’attenzione sul binomio cuore-mente, cioè la condizione vitale fondamentale delle persone. Esso è radicato nel fondamento più universale della vita stessa e trascende tutte le differenze come l’etnia, l’ambiente culturale, la qualifica e il ruolo. Ecco perché può aprire la strada a una nuova valorizzazione dell’umanità, creando direttamente e con coraggio legami da cuore a cuore e da vita a vita, liberi da grette convenzioni e pregiudizi.
«Il Buddismo non ha frontiere», questo era il credo del mio maestro. Come suo diretto discepolo ho generato un’ondata di dialogo umanistico da una parte all’altra del globo. È importante agire e dialogare con gli altri. Mi sono battuto nella convinzione che i miei sforzi ininterrotti in questo ambito avrebbero creato un vigoroso effetto a catena che un giorno si sarebbe potuto trasformare in un’immensa ondata capace di cambiare il corso della storia umana, dirigendolo dalla discordia all’unità, dal conflitto all’armonia e dalla guerra alla pace.
Nobuyuki Okuma (1893-1977), un illustre economista giapponese che negli ultimi anni della sua vita fu professore all’Università Soka, fece notare: «Oggi nelle nazioni pacifiche non esiste più il concetto che il governo sia onnipotente; al contrario, qualcosa al di là della politica guida la conduzione del governo […]. La fonte delle idee pacifiste sia in Oriente sia in Occidente può essere generalmente rintracciata nella filosofia o nella religione».
Gli ideali filosofici e religiosi sono alla base delle attività umane e nutrono la spiritualità. L’influenza di tali ideali è assolutamente indispensabile per la realizzazione di una nazione pacifica. Per questo Okuma riponeva le sue speranze nello sviluppo della Soka Gakkai.
Toda diceva ai giovani: «La filosofia di vita del Buddismo di Nichiren Daishonin fornisce una profonda comprensione e penetrazione dell’esistenza. Con questo nobile insegnamento stiamo guidando tutte le persone. Dovreste perciò considerarvi come dei leader di livello internazionale». Mi auguro che possano emergere molti meravigliosi leader dediti a kosen-rufu e alla felicità della gente dalle fila dei nostri membri della Divisione giovani e della Divisione futuro che stanno praticando questa insuperata filosofia nella loro gioventù.
Noi e gli altri
È essenziale che facciamo progredire kosen-rufu. Non dobbiamo permettere che le funzioni demoniache ritardino od ostacolino il nostro movimento.
Toda diceva: «Se resteremo costanti nella nostra pratica buddista conquisteremo la fiducia di persone di tutte le estrazioni sociali e conseguiremo un elevatissimo stato vitale che ci permetterà di guidarle con sicurezza nella giusta direzione».
È necessario che i responsabili considerino le sofferenze e le gioie degli altri come se fossero le proprie, e che facciano il massimo per sostenerli. È importante recitare Daimoku e Gongyo con loro. Dovremmo seguire l’esempio dei nostri maestri nella fede e prendere l’iniziativa, aprendo con risolutezza la strada verso la vittoria: questo è il nobile sentiero che esprime umanità.
La Soka Gakkai è un’organizzazione che si dedica a vincere le sofferenze condivise di tutto il genere umano, in completo accordo con lo spirito del Daishonin. Trascorrere le nostre vite insieme alla Soka Gakkai e fare tutto ciò che possiamo per sostenerla e proteggerla equivale a progredire con «la massima compassione» (Le proprietà del riso, RSND, 1, 991).
Avanziamo vittoriosamente con un alto stato vitale, rafforzando e ampliando ancora di più il nostro nobile movimento. Facciamo sbocciare i magnifici fiori dell’impegno condiviso e della vittoria di maestro e discepolo, fiori di felicità e gioia.
Con il nuovo secolo
come palcoscenico,
avanziamo allegramente,
armati di filosofia
e compassione.